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Speciale nostra visita mostra Pulcherrima Testimonia. Tesori nascosti nell’Arcidiocesi di Firenze 

La Terrazza di Michelangelo
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Assieme al curatore della mostra, il diacono Alessandro Bicchi, vi offriamo una speciale visita guidata alle oltre duecento opere della mostra “Pulcherrima Testimonia. Tesori nascosti nell’Arcidiocesi di Firenze” esposti alla Basilica di San Lorenzo, nel Salone di Donatello fino all’8 settembre 2024.
La mostra, a ingresso gratuito, è aperta da lunedì al sabato dalle 10 alle 17.30 (ultimo ingresso 16.30); chiuso l’1° e 6 gennaio e il 10 agosto (in caso di celebrazioni straordinarie in Basilica l’orario di apertura al pubblico potrebbe variare).
L’allestimento è stato realizzato da Opera Laboratori, mentre il catalogo edito da Edifir - Edizioni Firenze.
Una significativa sintesi dell’immenso patrimonio artistico conservato e custodito nel territorio della diocesi che si estende dalle pendici dell’Appennino tosco-emiliano fino a lambire la provincia di Siena.
L’esposizione nasce da un importante lavoro di inventariazione e catalogazione avviato nell’ottobre del 2009 che si è concluso dopo dieci anni, nel dicembre del 2019, fortemente sostenuto dal Cardinale Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, e che ha portato alla compilazione di oltre 271.000 schede, grazie ad una parte dei fondi 8xmille che la diocesi ha destinato a questo scopo, oltre a fondi propri della diocesi.
La mostra si compone di autentici capolavori d’arte, provenienti dalla città, frutto di ricche committenze, ma anche di oggetti più semplici, realizzati per piccole parrocchie di campagna.
Opere quindi molto diverse fra loro, non solo per qualità artistica, ma anche per tecniche di esecuzione e materiali utilizzati: dipinti su tavola e su tela, crocifissi, statue, oreficerie, reliquari, arredi e paramenti, tabernacoli, libri e codici, fino a umili rosari.
Si tratta di tutte opere perlopiù sconosciute e mai viste, riscoperte e valorizzate dai curatori della mostra: il diacono Alessandro Bicchi, e le storiche dell’arte Chiara Bicchi, Susanna Cialdai e Annalisa Innocenti.
Fra i capolavori in mostra si trovano un olio su tavola della cerchia di Giorgio Vasari “Sacra Famiglia con san Giovannino” (1544-1550) attualmente in restauro, ma comunque esposto, un dipinto di Alessandro Allori “Gesù Cristo flagellato si riveste” (1596), una scultura di Nino Pisano “Madonna con Gesù Bambino” (1343-1368) e le tavole della cerchia dell’Empoli “San Francesco d’Assisi in estasi” (fine secolo XVI-inizio secolo XVII) anch’esse in corso di restauro, ma anche manufatti di oreficeria di Cosimo Merlini o di Bernardo Holzmann.
Inoltre non mancano altre testimonianze straordinarie di autori sconosciuti come un calice del 1300, una croce in rame del 1200, una delle più antiche della diocesi, oppure un imponente Crocifisso in pietre dure con il Cristo realizzato da un blocco unico di calcedonio, e ancora pezzi rari come una pisside in avorio di epoca medievale di origine Normanna.
A questi, come detto, si uniscono in mostra oggetti più ‘modesti’, ma dal grande valore antropologico e culturale, alcuni dei quali realizzati con tecniche uniche, a volte scomparse, dal risultato sorprendente.
Ex voto e anelli sponsali, lasciati davanti alle immagini sacre, raccontano la devozione popolare; rosari preziosi in vetro di Murano, o realizzati con pietre dure, sono il segno della preghiera quotidiana, al pari di quelli costruiti con materiali poveri come i noccioli o caratteristici come quello fatto di castagne d’acqua (frutti di una specie acquatica). In mostra anche paramenti, tessuti preziosi e ricamati con una perfezione tale da sembrare dipinti con la seta, oggetti per la celebrazione o utilizzati nelle processioni, così tanto da essere consumati.
L’inventario del patrimonio mobile storico artistico della diocesi di Firenze, iniziato nel 2009, è stato condotto in varie fasi: un elenco dei beni affidato a un comitato scientifico, costituito dal diacono Alessandro Bicchi, da Bruno Santi, già Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, e dallo storico d’arte ed esperto in informatica Giovanni Delogu; una ricognizione preventiva, con l’indicazione delle opere che sarebbero state poi catalogate da un gruppo di storici d’arte con una notevole esperienza in materia. Un’équipe di fotografi ha poi provveduto alla acquisizione delle immagini delle opere, e dei particolari.
L’inventariazione di questo immenso patrimonio, completata nell’arco di un decennio, ha portato ad avere circa 271.000 schede che sono confluite e visibili sul portale BeweB della Conferenza Episcopale Italiana che ospita le oltre 4.000.000 di schede delle opere censite dalle diocesi italiane.
Alcuni numeri possono rendere l’idea di quale sia stato lo sforzo da parte dell’arcidiocesi fiorentina, anche in rapporto al patrimonio ecclesiastico nazionale: circa 271.000 schede censite in 427 chiese, 38 oratori, 14 cappelle, 73 altri edifici.
Riprese di Franco Mariani.
Tutti i diritti riservati a www.laterrazzadimichelangelo.it © 2024

Опубликовано:

 

20 июн 2024

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