Narrare sarebbe più azzeccato in quanto è il verbo adeguato per spiegare che si sta narrando. Il racconto è l'enunciato in sé che contiene il discorso narrativo
Adoro Marco Paolini, ero piccola ed abitavo vicino a lui e conoscevo i suoi genitori... Una famiglia stupenda e lui non poteva essere differente. Grande Marco e grazie per tutto ciò che trasmetti :emozioni comprese
La rete che raccoglie, ma imbriglia! Intelligenza plurale dovrebbe attivarsi per regolamentare -ottimizzare ...riumanizzare la tecnologia. Grazie Marco Paolini!
Burning Cloud, dissento sull seconda parte, la prima invenzione che ciha cambiatto per sempre sono stati gli utensili di selce per cacciare, scheggiati\sfaccettati... con l'evouzione della tecnica per realizzarli...
l'efficienza umana è spesso qualcosa di artificiale , se fossimo "naturali" saremmo ancora sugli alberi e vivremmo meno anni di media. Viva l'immaginazione che ci ha permesso di evolverci
Sì, la madre e' la necessita', al 100%. Avrei qualche dubbio sull'ultima frase. La carriola, sembra , è stata inventata due volte, a distanza di secoli. Cipro ha adottato la rivoluzione neolitica una prima volta ( il che implica tutta una serie di sviluppi), dopodichè è "retrogradato" (è ritornato al pre-neolitico, o meglio all'epipaleolitico), infine ha di nuovo adottato il "pacchetto" neolitico.. e questo è successo in altri casi (parlo del passaggio tra epipaleolitico e neolitico).
@@itsiwhatitsi: "...se fossimo "naturali" saremmo ancora sugli alberi e vivremmo meno anni di vita". Ha Lei mai pensato, signor Itsiwhatitsi, che la Sua premessa 'evoluzionista' possa essere falsa? E che una premessa falsa conduca inesorabilmente ad una conclusione anch'essa falsa?!
Le vorrei fare notare che quando la tecnologia dei componenti base non è più alla portata del singolo (componenti smd) è del tutto irrilevante che ciò che le controlla sia opensource o meno...tanto la produzione dei componenti indispensabili al suo compimento è comunque in mano a pochi e potenti e non è per niente opensource.Oltre al fatto che manutenere una certa tecnologia singolarmente è ormai inattuabile e serve comunque una oligarchia che se ne occupi...nessuno oggi può fare un microcontrollore e tutti i suoi componenti in modo indipendente dalla A alla Z...la tecnologia stessa è diventata non open....il software è diventato open proprio perchè è alla portata di tutti comunque.
Capisco che era un punto dello script per far un po' ridere e pensare... Ma perché domandarsi ed insistere tanto sul "qual è la madre della tecnologia?"? A me verrebbe da rispondere "perché dovrebbe esserci una madre se figurativamente c'è già un padre che basta e avanza?"
1) lui dice ad un certo punto che nei confronti della tecnologia (es. Telepass) si sente il "pilota collaudatore". In realtà non ci rendiamo conto di essere l'OGGETTO della tecnologia e non il SOGGETTO. E questo l'ha spiegato benissimo Martin Heidegger. 2) Lui afferma che la tecnologia procede per "linea evolutiva, come la natura". In realtà non è così: la tecnologia non procede in modo lineare ma a step discreti e improvvisi (es. Einstein), con intuizioni che sembrano essere ispirate dall'"alto". 3) Mi sembra molto ingenua la sua digressione sullo scopo del 5G e dell'ingegneria genetica 4) Le istituzioni non sono indietro rispetto alla tecnologia ma sono semplicemente il braccio destro di un mostro il cui braccio sinistro è proprio la tecnologia 5) Infine: l'uomo non troverà mai (come non ha mai trovato in passato) le risposte alle sue domande nella cultura ma solo nella vera conoscenza. E la vera conoscenza è solo individuale e non "plurale".
"La tecnologia non procede in modo lineare ma a step discreti e improvvisi (es. Einstein), con intuizioni che sembrano essere ispirate dall'"alto"". Dunque proprio come l'evoluzione naturale :D
nessuno parla mai del rapporto presid.leone ex e il vajont , di cui ancora oggi paghiamo con una riconoscenza tenendo il figlio in rai come direttore .
sono anni che usi la metafora del telepass, ma è malposta secondo me. provare "speranza" che la sbarra si alzi non è affatto irrazionale. è una reazione che deriva dall'esperienza. non c'è "fiducia" perchè a tutti è capitato che non si alzi per ragioni ignote e che si debba cambiare corsia del casello.
La madre di internet, così come del computer, del cellulare, della e-mail, dell’intero sistema digitale, della teoria dell’informazione, ecc rispondono al nome del matematico ed ingegnere Americano Claude Elwood Shannon.
la tecnologia e la natura sono legate insieme, la tecnologia sfrutta le leggi e le risorse che offre la natura che noi utilizziamo per avere più tempo di pensare e aumentare l'ìntelligenza, la tecnologia è fiducia e non speranza, la speranza è che non si guasti qualcosa, il telepass ci da fiducia anche perchè è una macchina che ha progettato e costruito l'uomo, il pedale sul freno non serve, si rallenta per far alzare la sbarra, se il dispositivo riconoscesse da lontano troveremmo la sbarra già aperta, ma non si può fare per il riconoscimento card, la tecnologia non è quello che cè prima di te ma è anche quello dopo, non eseste più o meno tecnologia, ma la tecnologia che serve la tecnologia evoluta nelle comunicazioni è dovuta alla necessità di comunicare, anche gli indiani quando comunicavano con i segnali di fumo sfruttavano la loro tecnologia, internet è l'evoluzione come in tutte le cose la tecnologia può essere usata in modo da danneggiare, noi possiamo prevedere gli effetti della tecnologia, non possiamo prevedere quelli della natura, perchè non ne conosciamo tutti gli aspetti, quindi viviamo con la speranza di vivere il più possibile ma non ci si può fidare di niente.
Grande Paolini ma gli sfugge qualcosa. L'intelligenza plurale è un bonsai dell'intelligenza collettiva ed è proprio quella che sta generando un nuovo tipo di intelligenza, capace di stare al passo con l'aumento della velocità della tecnologia: l'intelligenza artificiale. Noi, tutti insieme, grazie alla "rivoluzione comunicativa" che stiamo creando (in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, puoi condividere la conoscenza col resto del mondo), stiamo evolvendo in un'intelligenza che non sarà più chimico/biologica ma tecnologica. Solo la tecnologia sarà in grado di stare al passo con se stessa. E sarà giusto così perché nulla potrà fermare questo processo. E sarà l'unico modo per la vita di perpetuare e continuare ad espandersi nell'universo.
Marco Servadei io mi trovo totalmente di parere opposto. Secondo me la tecnologia va estremamente limitata a pochi e specifici ambiti (medicina, energia e poco più) o l’ uomo si ritroverà ad essere un vegetale amorfo ed incapace di qualunque azione, in totale balia di marchingegni tecnologici. Torniamo alla manualità, alla capacità pratica o diventeremo parassiti ritardati di un mondo automatico. Bisogna guardare indietro per vedere il futuro.
@@MrDadebla - Son d'accordo con te sul limitare l'uso della tecnologia, ma forse non mi sono spiegato bene. Secondo me, non c'è nulla che possiamo o dobbiamo fare perchè sarà inevitabile e giusto così. La vita è sempre evoluta, dalla prima cellula fino all'intelligenza umana spinta da una forza a noi quasi sconosciuta (chiamiamola selezione naturale). E continuerà a farlo inesorabilmente. E non c'è scritto da nessuna parte che la vita debba per forza essere solo biologica. Se sei religioso, te l'addolcisco in questo modo: e se il progetto di Dio fosse quello di farci diventare tutti intelligenze artificiali, quindi digitali, quindi eterni come lui? Io non sono neanche battezzato quindi morirò stupido e analogico :)
Sfatiamo una leggenda metropolitana: l'intelligenza artificiale almeno attualmente significa solamente algoritmi di analisi dei dati e statistica, e ciò vale anche per le pomposamente definite reti neurali, dato che il tanto mitizzato auto-apprendimento é appunto costituito da meri algoritmi e da formule statistiche. Quindi l'AI in fin dei conti non é un'evoluzione dell'intelligenza, ma solo un'evoluzione dei software, in qualsiasi ambito applicativo, verso funzionalità complesse di analisi dei dati e statistica che supportano una correzione adattativa delle logiche di funzionamento dei sistemi, e che danno informazioni all'utente dei risultati
Marco Servadei > Errore. Il processo si e' gia' arrestato per due ragioni contingenti invalicabili: 1) cupidigia. Per adattarci servono risorse che nessuno vuole spendere, non per progettare nuove tecnologia, ma per istallare quelle che gia' potrebbero migliorare la qualita' della vita. 2) Risorse in esaurimento esponenziale, la tecnologia sfrutta risorse non rinnovabili per essere sviluppata, istallata e manutenuta, ad esempio, l'acqua, siamo gia' al bivio di dover scegliere se usare l'acqua per berla o per l'industria in molte nazioni. Nelle tecnologie di uso quotidiano l'avanzamento e' solo apparente, ad esempio nei computer, sono piu' potenti, ma le tecnologie sono le stesse. > Altro errore. Siamo TUTTI confinati all'interno di un sistema chiuso con risorse limitate, aka la Terra. Non si puo' crescere all'infinito quando si sta all'interno di un sistema finito. La singolarita' e' gia' in corso, ma fortunatamente ci estingueremo presto perche' l'essere umano stesso ne ha accelerato il processo credendo all'illusione di poter espandersi oltre confini invalicabili.
@@MarcoServadei Caro Marco, noi siamo già eterni. Abbiamo un corpo grazia all'anima, attraverso il corpo facciamo esperienza, quando la parte fisica non ci sarà più, la tua anima finirà in quel luogo (o meglio sistema di credenza) in cui tu credi. Il pensiero crea, se tutti ne fossimo consapevoli, il mondo sarebbe un posto migliore. Se ti va di approfondire il discorso, ti consiglio il libro Dio è bipolare. Buona vita
Ti amo, ti adoro... ma CA%%O, NON mi confondere il web con internet!!!! Cosa c'entra Tim Berners Lee con internet? TBL ha inventato i WEB!! Affinchè un monologo non diventi una mera opera di seduzione basata sulla retorica, la base è la reale conoscenza di cio' di cui si sta parlando. Ma Paollini, ti voglio bene e ti perdono. Và, e non peccare piu'.
@@NorrlandZR Nello specifico alludo a 14'35", dove dice "noi sappiamo che Internet ha un padre, Tim Berners Lee, nel 1990, 1991" li' si è probabilmente confuso. A seguire riprende il tema ed associa correttamente TBL al web e riconnette Internet ai suoi ancestors, ma in termini genealogici mi sembra un'esposizione parecchio confusa (ed errata, nel passaggio indicato). Non le sembra?
242 commenti e nessuno che ha capito niente, ma proprio niente... Ma e possibile non afferrare il messaggio di emergenza che sta lasciando? Che siete tutti sorvegliati 24 /24, che sanno tutto di voi, che sanno perfino come pensate...? Gli umani sono topi di laboratorio, e rivedetelo oggi nel 2020 questo video messaggio, forse alcuni di voi avranno le idee un po' più chiare... Ovviamente lui cerca di attirare la vostra attenzione, ma non può essere esplicito"... Se no il video non viene nemmeno pubblicato su RU-vid.. aprite la vostra mente.
Sì ma il problema è che persone come un autore/attore teatrale quando incrociano dati di tre mondi infinitamente complessi in una sintesi narrativa, semplificano e alla fine tra natura, tecnologia/tecnica e uomo lasciano fuori il valore dell'anima del tempo che è l'umano. La tecnologia è espressione di una capacità tecnica di adattamento e niente più. Siamo tutti diversi e ciascuno ha un rapporto originale con internet. Il suo è un discorso molto accattivante ma altrettanto inconcludente.
E poi che vuol dire cultura immateriale, per definizione la cultura è immateriale, è una conoscenza, boh troppi concetti di intellettuali presi in prestito e decontestualizzati da una teoria di 100 anni fa e applicati a piacere. Discorso interessante nell'idea ma fin troppo scarso sul piano della costruzione intellettuale. Ne esce fuori una presa di posizione morale al pubblico in sull'usare il teatro in modo più sperimentale e innovativo e sull'imitare gli hacker nel loro approccio rivoluzionario...tutto molto bello all'inizio...ma verso la fine la noia serpeggia.
4 domande, 4 argomenti aperti e mai chiusi, 1 solo concetto espresso(differenza tra natura e tecnologia), 2 palle..qualcuno gli dica che se durante uno spettacolo ti viene voglia di prendere in mano il telefono non è per scrivere o rimanere connessi ma per cercare uno stimolo per contrastare la noia incombente
Conferenza senza alcun dubbio molto divertente, istruttiva e menante a ulteriori riflessioni. Però! : Caro signore, è farina del suo sacco questa concatenazione di orribili anglicismi? Se lei, prendendo spunto da un saggio divulgativo americano, ha costruito la sua presentazione - noti che non parlo di plagio, anche se... - almeno quale personaggio di spettacolo lo traduca come si deve in buon italiano.
Il rischio che vedo...alcune persone molto intelligenti che possono fare grandi cose con i computers come quel giapponese e molte persone medie o poco intelligenti, come me, che non sanno farci nulla a parte guardare you-tube e mandare e-mail. Questo GAP dell'intelligenza si vede già oggi nel mercato del lavoro, sopratutto all'estero. L'Italia è arretrata e forse si sente meno.
Grande Paolini, sarebbe interessante avere una platea di bambini usando un linguaggio adeguato e ammirare la loro reazione...stimolare la consapevolezza purtroppo non é materia scolastica.
Un caso storico della televisione, un miracolo dell'auditel: per nulla pubblicizzato, capitò che tutti quelli che capitarono per caso su RAI2 non riuscirono più a staccarsi... Io ero uno di quelli.
Lui credo non abbia messo a caso gli specchi deformanti, in effetti non è una persona ma diventano quattro e la deformazione delle teste io , da ignorante la vedo come ciò di cui parla, una intelligenza plurale. Che però può essere problematica e imperfetta. Bravissimo anche nella semplicità della scena, minimal ma molto efficace.
Penso che l'idea dello scenografo sia stata quella di evidenziare che " quello che sta dietro può essere diverso da quello che ti si presenta davanti" Un modo di vedere le cose da un punto diverso. ...forse...
Margherita Malaspina, al contrario io penso che sia la rappresentazione delle persone nei social, dove ci si rappresenta diversi da come si è...il pubblico a cui parla è idealmente e ipoteticamente l'intelligenza plurale... come dice lui stesso. Ma manca il catalizzatoore, la grande tragedia, per accendere questa reazione... almeno questa è la mia interpretazione.
seguendo La metafora, La madre della tecnologia è la natura stessa. Per ogni applicazione scientifica o tecnologica che dir si voglia, si usano le leggi naturali a cui bisogna sottostare ma che ci permettono di imparare ed evolvere.
Quello che in sintesi stretta e cruda ha detto è che evolviamo ma non impariamo a evolvere. E deificare la tecnologia di certo non aiuta. Un'umanità realmente evoluta è quella che riduce le proprie difficoltà, non quella che le sposta. Non quella che si piega alla necessità di possedere e mantenere un cellulare a testa, allo stesso costo di farne a meno. Mediamente, un individuo fatica a vivere forse un po' meno che cent'anni fa, ma di certo non nella proporzione che ci si aspetterebbe considerando quanta tecnologia si porta addosso e gli sta intorno. Probabilmente il rapporto costi/benefici è in attivo, ma molto meno di quanto sembri, perché a calare sono valori, consapevolezze, libertà di cui è facile convincersi della loro inutilità, ma che prima o poi compariranno in un conto spiacevole. Il merito dell'avanzamento esponenziale della tecnologia è sempre più della tecnologia e sempre meno degli individui (è esponenziale proprio per questo, il meccanismo alimenta se stesso -> cresce, ma l'uomo, fisicamente, è quello di 40.000 anni fa, né più né meno.
Tecnologia è tutto quello che non è stato prodotto dall'evoluzione biologica e che non viene trasmesso dai geni. Secondo questa definizione allora tecnologia è la tv, la radio, il motore a vapore, il mulino. Ma anche la stampa, l'aratro, il cemento, la scrittura, il linguaggio e la musica. Tutte cose che sono state trasmesse non geneticamente ma culturalmente, sistemi esterni al nostro corpo ma che con esso si interfacciano. Ma cosa credete, che le dighe dei castori non siano tecnologia? O i nidi degli uccelli, le tane, i termitai? Ma lo sapete che certe balene si radunano ogni anno in uno stesso punto per scambiarsi melodie e inventarne di nuove? Pensateci a queste cose quando vi dicono che l'uomo è l'unico animale tecnologico. Abbiamo molte più cose in comune con gli altri animali di quanto non ci rendiamo conto, e questo ci aiuta a ridimensionare il nostro ruolo all'interno del regno animale. E ci aiuta anche a non prendere come "naturale" tutta la tecnologia nata prima di noi, a non darla per scontata. Dietro ogni pezzo di tecnologia, come ha detto Marco Paolini, c'è un evoluzione. E noi siamo il prodotto sia di questa evoluzione tecnologica che di quella biologica. Noi siamo figli dell'incrocio tra la sfera tecnologica e quella biologica.
@@tonykeith76 L'evoluzione biologica non si ferma mai, va di pari passo a quella culturale. Ti dico solo che prima di iniziare ad allevare animali gli esseri umani non avevano il gene che produceva l'enzima capace di digerire il lattosio. Quel gene si è diffuso proprio a causa dell'allevamento, che è un elemento culturale dell'uomo. La cultura non influenza solo l'ambiente circostante ma anche la nostra natura biologica. Se i premolari si sono ridotti è perché da 500mila anni abbiamo imparato a controllare il fuoco, altro elemento culturale. L'uomo subisce continuamente un processo di selezione alla pari degli altri animali, solo che mentre per altri animali la selezione opera solo in base a fattori naturali nell'uomo opera anche in basi a fattori culturali
@@tonykeith76 in effetti mi ha incuriosito il fatto che hai detto 25mila e non un'altra data, se hai la possibilità di dirmi dove hai trovato quell'informazione te ne sarei grato
Concordo e rilancio: uno dei limiti di questo tipo di discorsi sta proprio nell'insistenza sulla divisione cartesiana tra esseri umani e natura, divisione che va in corto circuito nel momento in cui si riconosce, come fai giustamente, che gli esseri umani non esistono né sono mai esistiti separatamente dalla tecnologia ma che, al contrario, abbiamo con la tecnologia un rapporto di co-crezione. Per curiosità, @shel toms, che formazione hai? Io sto seguendo una specialistica in tecno-antropologia.
Marco paolini... Un mito!!! Mi dispiace per quello che è accaduto ma almeno lui ha un'anima ieri mattina hanno investito uno e sono scappati... La vita è il bene più prezioso... Ma lasciare un talento così... non è possibile...come ha detto lui non è possibile dimenticare ma avere la forza di andare avanti... Per tutti.
Antonio Coppola sembra molto paradosso di quel che sia, la connessione implica un vincolo per definizione, le prigioni sono piene di soggetti connessi, si dice infatti che la libertà sia appunto spezzare i "vincoli"
@@демкен Importante è che siano le persone,gli umani,a tirare i fili delle connessioni....osserva le persone in giro,sono tutti "collegati" e pochi interconnessi....amo essere catturato da uno sguardo che conduce ad un sorriso di saluto verso uno sconosciuto che manifesta la nostra"rete di indra" che tutti collega 🙏😄
Infatti non è corretto open source, il termine corretto è open hardware. Il principio è lo stesso, ma è utile distinguere il termine che si riferisce al mondo del software con quello che si riferisce al mondo dell'hardware
Mezz'ora di chiacchiere e nozionismo inutile che potevano ridursi senza perdere efficacia in 5 minuti. Purtroppo il tempo passa e non torna più. Non perdiamo tempo.
