Un comune non é una impresa. Mettersi in concorrenza con chi ripara o costruisce le strade da posizione dominante può non essere una buona politica perché il comune frenerebbe lo sviluppo delle imprese locali del settore che potrebbero trovare da quegli appalti pubblici "la spinta" per crescere e affermarsi su mercati extra comunali e portare benessere e posti di lavoro alla città. Nasce il problema dell'equo compenso che non può essere "a strozzo" perchè l'appalto diventi davvero una occasione di patrimonializzazione sviluppo per queste società e neppure eccessivamente remunerativo per non creare danni ai cittadini che pagano i servizi. Nel caso che il comune decentrasse a ditte specializzate i servizi di cui ha bisogno, diventerebbe SOLO un ente di controllo della qualità dei lavori e del rispetto delle clausole contrattuali rinunciando ad organizzali (visto che non é mai stato capace di farlo, mancando una capo autorevole che fa camminare la baracca) . Del resto in comune raramente ci sono professionalità che sanno organizzare bene le produzioni, come se fossero una azienda strutturata...come noto. Due politiche diverse. Il sig sindaco preferisce fare del comune una azienda che si produce i servizi che servono ai cittadini anche se reperibili sul libero mercato, ma la scelta ha delle controindicazioni che mi sono permesso di evidenziare, non é scontato che i servizi saranno migliori e più veloci..
Città allo sbando, il centro ridotto ad un campo profughi, problemi di sicurezza, pulizia e decoro mai visti nella storia della città, chiusura di molti negozi, strade distrutte, verde abbandonato, lavori pubblici gestiti con assoluta incapacità, sanità allo sbando. E potrei andare avanti ancora. Questa è ad oggi la situazione in cui versa Terni.