Complimenti professore!!! Apprezzo molto le sue conferenze e condivido gran parte delle sue opinioni. O forse potrei dire che lei riesce ad esprimere bene gran parte delle mie? Ho un nipotino di due anni e sto pensando ad alcuni libri da lasciargli in eredità, cose semplici eh .. ma ci sono alcuni libri che hanno inciso su di me e mi piacerebbe condividerli con lui anche a distanza di generazioni. Ecco anche questa sua conferenza mi piacerebbe se lui fra quindici o vent'anni la ascoltasse! Mi organizzerò per fargliela avere, in eredità una chiavetta con una manciata di conferenze? Proverò! Grazie Lucia
Grande uomo! Molto esaustivo e chiaro nei suoi sue interventi filosofici.Invita a riflettere,apre la mente è un piacere ascoltarlo. Vorrei i non finissero mai i suoi interventi.
1:01:46 È passata oltre 1 ora... ne parla del dibattito che ci fù tra iconofili ed iconoclasti ? Perche messo cosi sembra che IL CRISTIANESIMO è per la rapresentazione da sempre...
... PERÒ PROFESSORE.. STIMATISSIMO.. DICE SEMPRE. LE STESSE COSE.. CREDO CHE SI SIA PERSO... IL FOCUS È IL BELLO E. IL BUONO... SI STA TROPPO DIVAGANDO... CMQ,È SEMPRE. UN GRANDE
"Quando bevi il vino [יַיִן yàyn] riveli il segreto [סוֹד sod]." - detto ebraico, in cui sod in Qabalàh è il livello più alto di consapevolezza e comunione col divino (oltre c'è solo l'Adàm Qadmòn = umano primigenio/archetipale o incarnazione dei 4 livelli dell'anima o 'mondi') nel PaRDèS dell'Albero della Vita e ha lo stesso valore quantitativo (in gematriàh) appunto di yàyn (yod yod nun: 10+10+50=70), così Noè/Nòach il giusto pianta la 1^ vigna (spirito: nozze di Cana); poche 'parole' (geroglifici alfanumerici simbolici) in Toràh, pur esprime l'infinito: vera causa dell'analfabetismo funzionale oggi infatti è lo svuotamento di senso e non la mera quantità. Ma perché mai riduce tutta l'estetica a qualcosa di visivo: es. la musica non è forse bella? Cmq nel mondo ebraico, alla consegna della Toràh sul Sinai, YsraEl "vede la voce" divina - e il nome divino o Tetragramma sacro, HaShèm ha.meforàsh = nome esplicito, è composto appunto non da 5 ma 4 consonanti (in ebraico si scrivono solo le 22 consonanti) cioè yod he waw he יהוה, corrispondenti ai suddetti livelli di consapevolezza che stilizzano l'Umano in verticale e son detti migdàl 'oz = torre forte (ancora stesso valore אדם e חווה Adàm + Eva o chawwàh che non è la 1^ donna ma bilancia yin e yang: 1+4+40=45 + 8+6+6+5=25 tot. 70). "Il linguaggio è la casa dell'essere" (Heidegger, via Holderlin etc.) e non l'essere stesso, anzi si pensa prima e oltre il verbale (appena il 7% della comunicazione) tant'è che appunto c'è la pittura e scultura e danza e mimo etc; parafrasa la Toràh: alef 1^ lettera dell'alfabeto ebraico senza pronuncia e simbolo del Tutt'Uno che si dispiega in Toràh e in tutte le cose (דבר davàr = parola, cosa, evento, fatto, Fato) a partir dalla 1^ lettera in Toràh, bèyt = casa, santuario da cui il Lògos del Vangelo di Giovanni, Parola Vivente o Verbo Incarnato che realizza quanto sopra, ricompone la divergenza tra vita e sue rappresentazioni (comunicative) o Cieli-Terra.
È un Grande filosofo ma quando gli fa comodo. Durante la pandemia ha detto cose che con la filosofia non hanno nulla a che vedere: questo perché è legato ad ambienti della MASSONERIA.
Kalos kagathos o kalokagathos (greco antico: καλὸς κ-ἀγαθός [kalòs kaiːagathós]), = kalokά-gathos. No, kalokafathόs... frase usata dagli scrittori greci classici per descrivere un gentiluomo ideale di condotta personale, specialmente in un contesto militare. Il suo uso è attestato da Erodoto e dal periodo classico. La frase è un aggettivo, composto da due aggettivi, καλός ("bello") e agathos ("buono" - ingenuo o "virtuoso"), l'ultimo dei quali è combinato con crasi con και = "e" per formare καγαθός= και αγαθός = e ingenuo. Werner Jaeger lo riassume come "l'ideale cavalleresco della personalità umana completa, armonioso nella mente e nel corpo, quadrato nella battaglia e nella parola, nel canto e nell'azione" (kalos-καλός) L'aggettivo buono significa bello e include significati equivalenti agli inglesi "buono", "nobile" e "bello". La forma data per convenzione è quella maschile, ma veniva usata ugualmente dalle donne (va bene la forma femminile) e poteva descrivere anche animali o oggetti inanimati. Platone, nella sua opera " Democrazia", usò il termine τὸ καλον (la forma neutra) nei suoi tentativi di definire gli ideali. Tuttavia, il suo protagonista nel dialogo, Socrate, afferma di non aver compreso appieno la natura di questo bene. Ingenuo (αγαθός) Questo secondo epiteto significa "buono" in senso ampio e generale, e non aveva una particolare connotazione fisica o estetica, ma poteva descrivere l'eccellenza del carattere (virtù morale) di una persona, ad esempio il suo coraggio. Nel IV secolo ebbe spesso conseguenze di cittadinanza responsabile. Termini correlati Platone coniò il termine Agathόs e saggio (greco antico: αγαθὸς καὶ σοφὸς) che letteralmente significa "buono e saggio" in greco, per evitare l'associazione con la credenza che la bellezza esteriore (καλὸς) fosse associata alla bellezza interiore, alla moralità e alla virtù . Nelle opere etiche di Aristotele, come l'Etica nicomachea e l'Etica eudemiana, il termine megalopsichia ("grandezza dell'anima", magnanimità) è stato interpretato come "bontà su larga scala" dalla studiosa Jennifer Whiting (1998). La sua interpretazione dipende dall'interpretazione che per Aristotele sia la benevolenza che la magnanimità non sono, nella loro vera forma, virtù che sorgono solo perché le persone vogliono essere onorate per aver fatto cose buone. Il possesso del bello e del buono ha una controparte in latino: mens sana in corpore sano ("anima sana in corpo sano"). È anche considerato un obiettivo nell'allenamento equilibrato del corpo e della mente. La civiltà è la salvezza dell'umanità e il prof. Galiberti resta candore puro della Luna nella nostra scala ancestrale dott. Panos Karachalios cittadinanza ellenicoitaliana Pireo - Torino