La Piva di Gambara
Una gemma della memoria storica di Gambara. L'antica piva natalizia eseguita sulle campane in una storica registrazione del 1943.
Durante la Seconda Guerra mondiale, nel pieno del conflitto, l'Italia si trovò a fronteggiare l'assenza di armi e in particolare di cannoni da guerra. Per questo motivo, nell'aprile del 1942, il governo del tempo decretò la requisizione delle maggiori campane di tutti i campanili d'Italia. Fu un evento triste e tragico che andò a sottrarre le campane alla grande maggioranza delle chiese italiane affinché fossero convertite in cannoni. La stessa sorte colpì i paesi della terra di Brescia. Molti paesi della pianura, a partire dall'aprile del 1942, si affrettarono a cercare di registrare il suono delle loro campane prima che salutassero per sempre il paese che le aveva ospitate. A tale sorte non si sottrasse Gambara, con le sue cinque campane in Re maggiore fuse nel 1935. Solo otto anni dopo la collocazione del nuovo concerto, le campane dovevano salutare il paese per partire ed essere trasformate in cannoni. Giuseppe Gandellini, fonico nativo di Brandico e successivamente residente a Verolanuova e più tardi a Brescia, presso il Villaggio Marcolini, si cimentò nella registrazione di molte campane della pianura bresciana. Fu un'operazione di importanza capitale, perché permise di conservare suoni altrimenti destinati a cadere per sempre nell'oblio; tali registrazioni vennero poi messe su dischi 78 giri, che la Fondazione Civiltà Bresciana ricevette in dono da Giuseppe Gandellini a metà degli anni '80. Il Fondo Gandellini contiene dunque preziose gemme, tra cui quella di Gambara. Gemma nella gemma, Gambara è uno dei pochissimi centri del territorio bresciano in cui siano state salvate melodie del suono d'allegrezza. Tale termine indica il suono a festa che contraddistingue le maggiori solennità e che viene eseguito su una tastiera posta nella cella campanaria, dotata di tasti che, mediante un sistema di rinvio di meccanici, agiscono sui batacchi, suonando così le campane 'a carillon'. Gambara vanta l'unica piva natalizia che sia stata salvata nel territorio bresciano ed è una delle pochissime località in cui si è conservato la memoria di tale suono d'allegrezza. Allegrezza è termine di probabile origine medievale che sta ad indicare la gioia dei pastori per la nascita del Bambino Gesù. Non abbiamo data esatta della registrazione delle campane di Gambara, ma tutto fa supporre che tale memoria venne fissata su disco proprio nel tempo dell'Avvento, probabilmente poco prima che le campane venissero rimosse. Una registrazione avventurosa, quella di Giuseppe Gandellini, che viene restaurata nei limiti del possibile e condivisa in rete. Il tutto frutto della collaborazione tra la Fondazione Civiltà Bresciana e la Federazione Campanari Bergamaschi, ente del terzo settore che ha promosso numerose attività nella terra di Brescia dal 2001 in avanti, e che, nel 2023, ha speso energie per promuovere la riscoperta la salvaguardia di tale territorio.
La registrazione compie oggi gli ottant'anni d'età (1943-2023), occasione preziosa e importante per tornare ad ascoltare tale suono. Tra gli eventi interessanti va sottolineato che, come accadde in numerosi casi, le campane rimosse non vennero fuse in cannoni, per cui alla fine del conflitto tornarono nella cella campanaria che avevano abitato dal 1935. Pertanto, il suono che si ascolta nel disco del 1943 è lo stesso che si può ascoltare oggi dal campanile del centro della pianura bresciana. Un tesoro da ascoltare e tornare ad apprezzare, segno di una tradizione popolare anonima trasmessa di generazione in generazione di cui sarà interessante cercare di scoprire suonatori e memorie di suoni. Con i migliori auguri di Buon Natale dalle antiche memorie delle campane di Gambara.
24 окт 2024
