Quale vino posso proporre ai miei ospiti per fare bella figura senza spendere una fortuna? Che calice di vino posso chiedere al ristorante per me e per chi mi accompagna per godere di un buon piatto? Come scegliere il vino più adatto? Come ordinare il vino senza sentirmi un pesce fuor d'acqua? Che bottiglie posso tenere nella mia piccola cantina per stupire gli ospiti? Come poterlo servire correttamente tra le mura di casa? "Il vino al calice" oltre ad essere il nome di questo canale è la possibilità che sempre più ristoratori offrono ai loro clienti per permettere loro di gustare buoni vini, anche costosi, senza dover investire in una bottiglia. Questo permette di bere calici di buoni vini differenti abbinati ai singoli piatti un un'unica serata: a partire dall'antipasto fino ad arrivare al dolce. Questo canale vuole offrire l'opportunità, ogni sabato alle 21, di conoscere, sperimentare, capire, assaggiare il buon vino insieme alla cultura e alle curiosità che lo caratterizzano.
Ciao, innanzitutto complimenti per il video. Se posso vorrei (da neofita) chiederti una cosa. Ho capito che esistono appunto vitigni aromatici, semi-aromatici e neutri. Questi ultimi sono appunto quei vitigni che “non” sono dotati di aromi primari/varietali. In questi casi (vitigni neutri), che poi rappresentano la maggioranza numerica dei vitigni, è soltanto il processo di vinificazione che può arricchire il vino di un qualche sapore/aroma e quindi è determinante la mano del viticoltore che dovrà capire come arricchire questi vitigni di aromi secondari (nel processo di fermentazione) e di aromi terziari (nel processo di invecchiamento in botte). Se infatti non ci fosse, in questi casi, la mano dell’uomo, sarebbero vini imbevibili proprio perché totalmente privi di sapore. Ebbene, se fin quì non ho scritto scemenze, riflettevo su una cosa. I vini che traggono origine da vitigni “neutri” cioè privi di aromi primari richiedono, per essere (alla fine) dei buoni vini, un discreto impegno dell’uomo nel processo di vinificazione (senza il quale il vino alla fine sarebbe quasi del tutto insapore come l’uva iniziale). Al contrario, i vini che traggono origine da vitigni “aromatici o “semi-aromatici”, richiedono molto meno impegno dell’uomo nel processo di vinificazione perché l’uva iniziale è già buona “di suo”. Se anche quì non ho scritto troppe castronerie, i vini dotati di aromi primari (quindi gli aromatici e i semi-aromatici) dovrebbero, in proporzione, costare meno di quelli che traggono origine dai vitigni “neutri”. E’ corretto oppure no ? Grazie e saluti Renato
@renatovenditti2211, grazie per il commento e per i tuoi ragionamenti che mi permettono di approfondire l'argomento. In realtà il vitigno neutro non è privo di caratteristiche, anch'esso le ha, solo che queste non sono intrinseche al vitigno, cioè non lo accompagnano sempre. Le caratteristiche del vitigno neutro dipendono, in sostanza, dal terroir. Quindi, possiamo dire che i vitigni neutri non sono dotati di "aromi primaria/varietali" che possono ricondurre al vitigno specifico, ma non che siano privi di essi. Presupposto ciò, il lavoro in cantina non varia in modo così significativo tra una tipologia e l'altra di vitigno: per tutto il lavoro del produttore è quello di esaltare le caratteristiche che ogni buona uva da vino porta con sé a prescindere dal fatto che siano intrinseche (e prettamente varietali) o regalate dall'influenza del terroir. Grazie di nuovo per l'interessante spunto 🥂
Grazie @otellotagliaferri2103, speriamo. Ho fiducia nella capacità dei produttori di "annusare l'aria che tira" e di sapersi muovere di conseguenza... chissà che anche chi ha il potere decisionale si muova di conseguenza per aiutarli laddove possibile 😉 Prosit🥂
Ciao Gigi, mi resta un dubbio. E' corretto dire che nell' assemblaggio i vini vengono uniti prima della maturazione e nel taglio dopo la maturazione? Grazie
Ciao @Franpe68, generalmente la differenza tra assemblaggio (inteso come blend) e taglio non viene definita rispetto ai tempi di maturazione del vino. Entrambi i processi avvengono, in linea di massima, dopo la maturazione. L'assemblaggio consiste nel mettere assieme vini vinificati separatamente per dare vita ad un vino con una propria personalità. Il taglio mira, invece, alla correzione di un vino attraverso altri vini che permettano di arrivare ai risultati gusto olfattivi cercati. Il taglio di maggior pregio, negli spumanti, è la cuvee. Sperando di averti fornito informazioni utili ti ringrazio per la domanda. Alla salute🥂
Come i precedenti anche questo video affronta in modo preciso un problema fondamentale del mondo del vino. Specificamente viene affrontata la questione dell’abilità nel definire il profilo del vino. A tale proposito, non strettamente relativo alla questione specifica, ritengo di suggerire due libri, che ritengo essenziali per conoscere i fattori esterni che determinano reazioni neuropsicologiche nella degustazione del vino (in un libro la trattazione riguarda la degustazione in generale): GM Shepherd. Neuroenology: How the Brain Creates the Taste of Wine. Columbia University Press: New York;2017. V Russo.Neuroscienze a tavola. I segreti del cervello per avere successo nella ristorazione. Guerini NEXT:San Giuliano Milanese;2020.
@germanolucertini grazie per i suggerimenti: non conoscevo questi testi, mi sono un po' informato (al momento in modo veloce ma mi riprometto di approfondire) e credo diano un taglio che senz'altro arricchisce e rende più consapevole l'esperienza della degustazione del vino 🥂
Ciao @alessiaseveso6858, grazie a te per il riscontro🙂. Mi fa piacere che i miei video ti tornino utili. Prossimamente pubblicherò dei video sui cambiamenti di alcune logiche alla base della degustazione (quelle proposte dal nuovo testo AIS che probabilmente tu già hai). Buon inizio del secondo livello💪🏻🥂
🤣 l'immagine rende la tua opinione. Sicuramente il vino dealcolato è diverso dal vino tradizionale, poi, come dicevo nel video, esiste una fascia di consumatori che per varie ragioni non consuma alcol. Rispetto ad un succo di frutta può essere un'opzione 😉🥂
@paolofuse3494, i lieviti indigeni sono tutti i lieviti che sono naturalmente presenti nel mosto, si tratta di vari ceppi provenienti dall’ambiente esterno sia in vigna, quindi dagli acini d'uva, che dalla cantina (lieviti apiculati, contaminanti, fermentativi etc). Non tutti i lieviti permettono una fermentazione corretta (cioè in grado di produrre vino con sentori buoni o accettabili). Un approfondimento sui lieviti puoi trovarlo in questo video ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-jh86D7p90eA.htmlsi=otXNZ-ASI5k40TG1 Grazie per il commento 🥂
Nel bordeaux c'è anche una piccola percentuale di petit verdot se non erro. Comunque complimenti, La seguo sempre e continuate con questi argomenti interessanti
Grazie @diegomansi3564! Non si sbaglia quando parla anche di petit verdot. Inoltre un altro vitigni utilizzato nella zona e li coltivato è il malbec. Entrambi questi vitigni in passato avevano percentuali più importanti rispetto ad oggi nei blend bordolesi 🥂
@francescofrontera3030, bella domanda😅 in realtà ho fatto un paio di altre prove coinvolgendo un paio di amici ma poi ho preferito finire il vino da 12€ ed eliminare l'altro🤷🏻♂️
Buongiorno @deboratesilineaviva-cucina688, i cibi che generalmente richiamano vini sapidi sono quelli con accentuate caratteristiche di grassezza o di tendenza al dolce
@centurione6489 probabilmente effettivamente , come si suol dire "l'elefante ha partorito il topolino", la burocrazia ci ha messo del suo per complicare le cose anche sugli aspetti legati alle etichette. Per completezza di informazione va detto che nelle 53 pagine si parlava anche di altri aspetti legati all'agricoltura 😅 Grazie per il commento 🥂
complimenti, tutte informazioni giuste che per i professionisti del settore non sono facilmente reperibili e soprattutto non im maniere cosi chiara. comunque la proroga di 3 mesi è arrivata il 7 dicembre nel pomeriggio perchè nessuno aveva capito ancora come fare.
Grazie @gabrielchies7310, anzi, mi permetti di specificare, per chi ha piacere di approfondire, che la deroga 7 dicembre 2023 è scaricabile al link www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20692
Io sono completamente ignorante, mi piacerebbe tantissimo imparare, ma mi spaventa un po' il mondo del vino perché non riesco a percepire gli odori e i sapori di cui parlano i sommelier durante le degustazioni.
@adrianosecchi1 non si preoccupi se al momento non percepisce i profumi, l'analisi sensoriale si basa, appunto, sui sensi e questi vanno allenati. E l'allenamento consiste anche nell'avvicinarsi al vino e nell'iniziare a conoscerne le mille sfaccettature. Se ha la curiosità provi, magari guidato da un amico o da qualcuno che ha già qualche esperienza, ad assaggiare vini semplici con profumi chiari. Piano piano l'allenamento porterà i suoi frutti😉 Grazie per il commento🥂
@marcoalemagna398 grazie! Se i miei video sono utili mi fa piacere, nascono proprio per condividere la cultura sul vino, anche per chi entra nell'interessante mondo dei sommelier😉🥂
Da non molto tempo ho l’opportunità di seguire il tuo canale RU-vid. Come sommelier e degustatore ufficiale AIS mi complimento per la tua preparazione culturale e la tua abilità espressiva.. In particolare in questo video desidero sottolineare le osservazioni relative ai profumi e alla struttura dello spumante dealcolato. Inoltre apprezzo la netta differenziazione tra prodotti ottenuti da materie prime e con procedimenti caratterizzanti vini, formaggi, ecc. pur differenziandosi per una o più aspetti e il consiglio di dare preferenza allo spumante dealcolato rispetto ad altre bevande (come succhi di frutta e bevande aromatizzate con vegetali, potenzialmente nocive per alto contenuto di zuccheri).
@germanolucertini grazie di cuore per il prezioso riscontro che, ricevuto da un degustatore ufficiale, allenato a comprendere, interpretare e svelare le mille sfumature del vino, acquisisce un valore ancora maggiore. Rispetto al prediligere un vino dealcolato rispetto a succhi o altre bevande, il mio pensiero partiva proprio dall'eccessiva quantità di zuccheri di queste ultime. Di nuovo grazie e alla prossima 🥂
Non posso esimermi dall'espressione del mio plauso per la corretta, esaustiva e brillante esposizione dell'argomento. In particolare sono da apprezzarsi le definizioni delle tre tipologie di vini considerate, la documentazione relativa alla certificazione biologica e l'esposizione chiara e precisa.
@germanolucentini grazie per il graditissimo riscontro, la finalità del canale è far conoscere nel modo più semplice possibile gli aspetti legati al vino, quando ci riesco ne sono felice 🥂
Ciao Gigi, grazie per questo video come sempre. Mi permetto di aggiungere un aspetto in più, estendendo il tuo come sempre chiaro ed elegante discorso. Il terroir come hai detto tu è caratterizzato anche dagli interventi in campo, di conseguenza viene facile aggiungere alle caratteristiche da te elencate anche il POPOLO e le tradizioni portante in campo. Un terroir esiste solo quando c'è un popolo che mantiene e valorizza la viticoltura locale, essendo facile trovare microclimi diversi anche nella stessa provincia. Cosa ne pensi? Come sempre saluti. Gabriele
Ciao Gabriele, direi che hai perfettamente ragione, le tradizioni locali e l'esperienza di chi coltiva sono un fattore imprescindibile per la caratterizzazione del terroir. Grazie per il commento e per la condivisione 🥂
Ottimo vino.... l'azienda VICARI.... è il TOP...... buonissimo anche il Passito.......se poi volete assaggiare anche un bel bianco , vi consiglio il Verdicchio , sempre dell'azienda VICARI
Il tuo discorso NON fa una grinza......io ad esempio ai ristoranti di pesce , che propongono piatti elaborati tipo il caciucco alla livornese e zuppe similari ,quindi molto gustose e saporite NON un vino bianco , ma un rosso non troppo strutturato , ad esempio un Cabernet Franc , oppure un vino rosato di buona struttura come il Cerasuolo d'Abruzzo.....
Mi trovi d'accordo: anche io con il caciucco metto un rosso oppure uno dei tanti bei rosati italiani di qualità. L'abbinamento regionale propone il Chianti, ovviamente in versione non troppo strutturata 🥂
@@IlVinoalCaliceconcordo ....Un Chianti classico.....quindi blendizzato , cioè non un Sangiovese in purezza , ma con un 15/20 % di vini Bordolesi , cioè Cabernet Franc o Cabernet Sauvignon o Merlot..... E perché no ... Petit Verdot.....
Ma dai ......un vino ad euro 1,99..........vetro di media consistenza cioè bottiglia di vetro costo 50 centesimi più iva .....etichetta 15 centesimi minimo più iva......tappo di sughero minimo 20 centesimi più iva ....costo del cartone da 6 bottiglie € 1, 50 più iva..... cioè 30 centesimi a bottiglia....costi di trasporto 40 centesimi a bottiglia come minimo .....totale € 1,65.......bottiglie di basso costo di solito hanno il tappo in silicone e non di sughero.....per cui togliamo 15 centesimi.....e siamo ad € 1, 50 più iva.....con la bottiglia vuota......aggiungiamoci il vino e il ricarico del supermercato...... Come può un vino costare € 1,99 finito di IVA????.....meditate ....gente ....meditate......si campa una volta sola......bevete acqua......
Buongiorno @guidomaggi8217 diciamo che parliamo di un prodotto che toglie una componente basilare del vino e cioè l'alcol. Non possiamo pensare che questi prodotti possano sostituirsi al vino (questo probabilmente sarebbe effettivamente assurdo/demenziale). Come dico nel video, probabilmente i destinatari di tali prodotti saranno consumatori che attualmente non consumano vino. Chi consuma e apprezza il vino tradizionale potrà continuare a farlo come sempre. Grazie per il commento 🥂
@marcomarcomarco9879 i vini analcolici non sono molto diffusi in Italia e la scelta è davvero limitatissima. Alcune bottiglie si riescono a trovare nelle enoteche on line più conosciute 🥂
Molto interessante Sior Luigi! Tante le domande che mi vengono sui vini dealcolati, soprattutto 1- l'esperienza sarà appagante? 2- il prezzo sarà alla portata? 3- il prodotto sarà facilmente reperibile? Attendiamo, curiosi, gli sviluppi 😉
Buongiorno @lepanto_1571 grazie! Per capire se l'esperienza è appagante proveremo, in un prossimo video, ad assaggiare alcune bottiglie di vino senza alcol. Per quanto riguarda il prezzo, attualmente, per le poche bottiglie che si riescono a trovare (il vino analcolico in Italia al momento non è facilmente reperibile) siamo nella fascia dagli 11 ai 15 euro 🥂
Da noi a Genova San Martino è 'un ospedale, anzi per precisione l' ospedale San Martino è il più grande della Liguria, e il terzo d 'Italia per grandezza dopo il Fatebenefratelli di Milano è il policlinico gemelli di Roma.
@andrea-gh7ve effettivamente l'azione generosa e in aiuto al prossimo di San Martino ben si concilia con la "missione" dell'ospedale. Del resto l'estate di San Martino arriva come riconoscimento proprio alla generosità di Martino...quindi prima arriva questa e poi, grazie all'innalzamento della temperatura, la trasformazione del mosto in vino. Grazie per il commento🥂
Bello questo video culturale, Sior Luigi! La immagino là, in qualche sconosciuto ma incantevole borghetto, a mescere il novello per i suoi compaesani in festa! 🍷
ciao sono una ragazza di 18 anni so che questo video è di un anno fa, ma avrei bisogno se possibile di un chiarimento. la mia prof dopo il mosto fiore parla delle vinacce le fa torchiare ed ottiene un secondo mosto che lo unisce al primo mosto, poi continua con una seconda torchiatura dove ottiene un secondo mosto derivato da una seconda torchiatura e viene unito a quei 2, poi procede con una solfitazione, correzione, defecazione, fermentazione alcolica, travaso, fermentazione malolattica, travasi, colmaggi, correzione e tagli, stabilizzazione, condizionamento, invecchiamento, inbottigliamento, vino. posso dire che dopo il mosto fiore io ci ho capito davvero poco spero che mi possiate rispondere il prima possibile, grazie mille se leggete per la vostra attenzione e lavorazione di questi video .
Ciao @user-eh3od4lg4n, da quanto posso capire da quello che scrivi la tua professoressa ti ha elencato tutte le possibili fasi della vinificazione in bianco (per la vinificazione in rosso abbiamo delle differenze). Alcune di queste sono obbligate, altre possono non essere svolte. Per esempio, la pigiatura per arrivare al mosto fiore deve esserci per forza, la successiva torchiatura (o pressatura) delle vinacce può anche non aver luogo, dipende dal vino che si vuole ottenere. Stessa cosa, per esempio, vale per la fermentazione alcolica che deve per forza avvenire, diversamente dalla fermentazione malolattica che, invece, è opzionale. Quindi, le fasi possibili della vinificazione in bianco sono quelle elencate dalla tua docente. Di queste fasi, a seconda del vino che si vuol ottenere, alcune potranno essere tralasciate. In particolare il mosto da torchiatura, derivato dalla prima ed eventualmente dalla seconda torchiatura, aggiunto al nostro fiore, apporta al vino una maggior presenza di colore e di tannino. Se vogliamo un vino più leggero e con tonalità più tenui, bisognerà fare fermentare il solo mosto fiore. Spero che queste precisazioni ti risultino utili. Grazie per la domanda e in bocca al lupo! 😉 🥂
Complimenti Sior Luigi! Si possono solo immaginare le ore di preparazione (studio) che stanno dietro ai video: questo traguardo è un successo più che meritato 🥂
