L'editoria è un mistero? Trucchi e strategie per conoscerla meglio, evitare le fregature e provare a far uscire il tuo testo dal cassetto! Sono una editor e una scout, BookBlister è la mia casa virtuale, Beretta Mazzotta la mia agenzia, Edday è la mia ultima fatica... ma se preferisci ascoltare ci sentiamo il sabato mattina, dopo le 8.30 su Radio 105!
Ciao Chiara, ho mandato un testo ad una casa editrice che ritenevo "seria" (con un sito serio), ed invece mi hanno telefonato qualche giorno fa e mi hanno detto che il testo gli interessa ma per pubblicarlo hanno tante spese e perciò mi chiedono, come contributo, 3.000 euro. Mi sembra un qualcosa di veramente assurdo. Tu che ne pensi? Mi puoi dare un consiglio? Grazie. Un caro saluto da Reggio Calabria
Complimenti Chiara i tuo video sono molto interessanti, io scrivo favole, poesie, e testi per canzoni praticamente da sempre, poi ho scritto 4 libri , ma tutto questo lo faccio solo per pura passione personale. non ho mai provato nè pensato mai che magari poteva essere qualche cosa di più. Adesso a quasi 60 anni sto pensando di pubblicarli sui social totalmente alla merce di tutti. ciao
Grazie per i tuoi consigli, da diverso tempo stò preparando l'invio di due testi a un editore ed il prossimo passo sarebbe proprio scrivere la lettera di presentazione. Ascoltandoti però mi sono chiesto se abbia senso inviare due manoscritti. Si tratterebbe di due storie fantasy (25000 e 60000 parole) ambientate nello stesso mondo, ma estremamente differenti riguardo a contenuti e linguaggio, volendo potrebbero essere fuse in un unico romanzo. Potrebbe avere senso o dovrei puntare soltanto su uno dei due?
L'idea per un racconto mi è venuta mentre facevo un esercizio di scrittura. Dammi tre parole. In pratica estraggo tre parole da un generatore casuale e le uso per scrivere un incipit che poi è diventato un racconto. Grazie per i tuoi video. Tutti davvero utilissimi.
Ho usato l'intelligenza artificiale per fissare i punti essenziali spiegati in questo video. Poi ho dato all'intelligenza artificiali il capitolo 3 della genesi e gli ho chiesto di valutarmelo alla luce di questi punti essenziali del video. Il risultato è stato interessante. Esempio: "Adattare il linguaggio al personaggio e al contesto: Il linguaggio è adattato ai personaggi. Il serpente parla in modo astuto e seducente, mentre Dio parla con autorità. Adamo ed Eva parlano in modo più semplice e diretto."
Ciao Chiara, volevo farti una domanda. Mi stavo informando su come si scrive la propria lettera di presentazione a un editore. Il consiglio che ho trovato spesso in giro è quello di compilare una lettera che parli di come siamo arrivati a scrivere il testo che stiamo proponendo, invece di fare un banale elenco degli studi che abbiamo fatto per imparare a scrivere. L’esempio che ritrovo più spesso è quello di “Ho scritto un poliziesco è sono un poliziotto. Conviene che parli della mia esperienza come forza dell’ordine e dei casi dove ho lavorato e che mi hanno ispirato a scriver il mio libro” oppure “Ho scritto un libro che parla di depressione è sono uno psicologo. Conviene che parli della mia esperienza di psicologo e dei casi che mi hanno ispirato a scrivere” e così via. Sono esempi generici quelli che ho letto ma alcuni affermano che sono il modo migliore per scriver la propria lettera di presentazione, ovvero parlare di che affinità c’è tra te e il tuo libro. Vista la tua esperienza in campo dell’editoria ti chiedo se è corretto oppure no.
Umberto Eco, "Il pendolo di Foucault", 1988. Leggere e imparare a memoria il capitolo sugli APS (autori a proprie spese) e le case editrici che si approfittano della loro ingenuità. E' tutto lì, anche se le modalità sono cambiate nel corso degli anni.
Una domanda: "è normale che un editore che ti propone una proposta editoriale ti chieda un compenso per pubblicarlo (indicandomi le varie spese di correzione testo ecc) ? Secondo me no. Grazie in anticipo, video molto esaustivo👍
Certo che sì. Ma io penso che, più si impara a valutare da sé, più si è autonomi. Se un editore pessimo non è inserito in una lista è bene avere gli strumenti per "beccarlo" prima. Comunque ciò che conta è il contratto. Sempre.
Grazie per tutti i chiarimenti, Chiara. Sono alle prime armi, ma grazie al cielo sono mesi che mi informo sul mondo dell'editoria proprio per evitare di finire in qualche trappola. Ad oggi, però, non mi è chiaro questo punto: le copie che l'autore vorrebbe vendere alle presentazioni del suo libro...vanno comprate dall'editore oppure l'editore le fornisce gratuitamente? Grazie ❤ spero in qualche risposta
L'anno scorso ho inviato il mio primo manoscritto a una quindicina di editori, di cui un paio si sono rivelati a pagamento e sono stati, naturalmente, quelli che mi hanno risposto a tempo record. Tuttavia si percepiva lontano un miglio la sensazione di televendita di lettura dei tarocchi, pertanto le ho evitate come la peste. Per fortuna sono poi arrivate tre proposte di pubblicazione da altrettante case editrici tradizionali (ci è voluto qualche mese di pazienza in più) e sono stato pubblicato lo scorso autunno. Non che da esordiente sia semplice avere visibilità, distribuzione etc (qui si apre un altro universo siderale) ma quantomeno non ho dovuto sborsare denaro, il che è veramente svilente e il solo immaginarlo fa sentire meno che dilettante
Grazie mille per il bel video. Ho pubblicato 2 raccolte di poesie gratuitamente in arabo nel 2012 e 2014 poi ho smesso ma ora sono passati 10 anni e vorrei pubblicare la prima raccolta di poesie in italiano. Onestamente ho sempre avuto la speranza di pubblicare con la collaborazione di un editor che può credere in me anche perché avevo bisogno di una figura paterna o una sorta di padrino letterario come Kawabata per Mishima. Ma niente..😅😅😢😢 E mi sembra che per la maggior parte è un business fare l'editore è Basta, la prova è l'interesse a pubblicare poesia stile Rupi kaur dopo che ha avuto visibilità sui social dai giovani. E io non ho né nome popolare, né viso conosciuto né rapporti nel settore. Non sono figlio di nessuno.. è angosciante per me questa realtà 😢
Ciao, grazie di cuore per il tuo contenuto molto illuminante; io sono all'editing del mio primo romanzo e poiché c'è un'altro autore con il mio stesso nome e cognome vorrei sapere come è possibile registrare uno pseudonimo: Grazie di cuore e buonissima giornata.
Ciao Chiara, grazie di tutte queste preziose informazioni che aiutano chi come me non conosco il mondo editoriale. Avrei bisogno di contattarti per il mio libro, è possibile?
Amanda, se sono a pagamento non stai pubblicando. Stai solo pagando. Si deve pubblicare senza pagare. Non è l'obiettivo, è il requisito di partenza. Parola di editor e di scout! Un abbraccio 😉
Moltissime case editrici non puntano su emeriti sconosciuti e chiedono di acquistare in anticipo le copie minime richieste per guadagnare dalla stampa, di solito circa 400-500 copie.
Se ti chiedono di acquistare sono editori a pagamento. E dopo un "grazie" di cortesia, rifiuti la proposta! 🤣 So bene che è un iter accidentato, ma se collabori con chi non fa sul serio, non puoi aspettarti nulla di buono.
Se guardi i due video dedicati al self ne parlo. Di norma sì, anzi, spesso gli editori fanno scouting anche nelle piattaforme a caccia di titoli (questo vale soprattutto per alcuni generi, tipo il romance). Ha senso soprattutto per gli editori strutturati (per i quali le vendite avvenute sulla piattaforma non sono un problema, dato che il loro obiettivo è vendere un libro che pare funzionare al proprio pubblico che è vasto). Per gli editori più piccoli è una questione più delicata. E dipende dai generi, come detto. Nel senso che per la narrativa mainstream, diciamo ciò che è letterario, il self può essere un limite (c'è pure un ben pregiudizio) e ci sono limiti anche per la partecipazione ad alcuni premi.
La routine di scrittura tiene proprio presente il tempo di cui uno dispone... sei in ottima compagnia, peraltro, ché quasi nessuno vive di sola scrittura.
Salve. Grazie mille per le informazioni. Per quanto riguarda la poesia, ho notato che è trascurata, nel senso che le case editrici che la pubblicano, non specificano nella pagina "invio manoscritto" cosa vogliono per la loro valutazione o la selezione. Dunque non so se bisogna mandare tutte le poesie o solo quelle più rappresentative della raccolta. Magari dovrei chiedere via mail?
Mi dispiace ma non mi occupo di poesia e non so come funziona in questo caso. Io mi occupo di narrativa e saggistica. La poesia è un altro mondo. Devi chiedere a chi se ne occupa! 😉
Se non si dà importanza alla scelta delle parole, non e' comunicazione e' cacofonia. Le parole, scritte o pronunciate che siano, oltre ad un significato, hanno anche un colore, un odore, un profumo, un sentore, un sapore...
Buongiorno Chiara, Vorrei sapere una cosa. In un romanzo - o anche saggio - basato nella seconda guerra mondiale, si possono citare i personaggi storici di tale epoca e quello che hanno fatto? (Esempio Himmler, goering, Goebbels ecc). o bisogna chiedere il permesso ai familiari in vita? Grazie mille. P.S se ne hai gia parlato in un video, potresti per favore mandarmi il link?
Sì, ma per quelli ha senso solo il cartaceo. E la stampa di Amazon è più che accettabile per un testo normale ma la sconsiglio per un lavoro fotografico. Per quello conviene trovare uno stampatore di qualità e scegliere tutto per bene (formato, carta, cover...). Si può poi usare sempre Amazon per la distribuzione, ma è un processo più costoso (non stampi on demand, ma devi stampare prima) e richiede qualche competenza in più.
Facciamo un esempio. Se cito nel mio saggio uno o due paragrafi della traduzione di "guerra giudaica" di Giuseppe Flavio, violo il diritto di autore di chi ha fatto la traduzione? Eppure è una semplice traduzione...l'anima del testo l'ha scritta Giuseppe Flavio. Altro esempio: cito nel mio testo vari versi della Bibbia, non basta mettere nella nota bibliografica la traduzione a cui si fa riferimento? Grazie
Per le citazioni è sempre bene specificare autore, traduttore editore, anno di pubblicazione. Ma se è tanto corposa (parlo di pagine non di un paragrafo) allora è meglio chiedere il permesso. Per la Bibbia, certo che si può e sì per le note bibliografiche. Il concetto chiave è: non spacciare roba altrui per nostra. Buon lavoro!
@@ChiaraBerettaMazzotta Grazie per la risposta. Sul diritto di autore cè molta confusione e non solo in Italia ma in tutto il mondo. Le leggi in tal senso hanno molti chiaroscuri (potrei fare mille esempi). Uno tra questi e l'art 4 della legge 633 1941 che lascia insoluta la questione sui diritti di autore della traduzione: l'elaborazione è di pertinenza dell'autore del libro o il riconoscimento del lavoro intellettuale della traduzione spetta al traduttore? Se fosse l'ultima opzione - come è prassi consolidata - allora ai sensi della predetta interpretazione a chi spettano i diritti della parafrasi sull'opera "non costituenti opera originale"? a chi fa la parafrasi, il compendio o qualsivoglia variazione oppure all'autore dell'opera originale? Qui la legge si impalla!!! Se come statuito dal diritto internazionale, il diritto d'autore protegge l'elaborazione dell'idea ma non l'idea in sè, sorge un aporìa. Esemplifico: se io scrivo un libro sulla - per assurdo - "moscologia", ovvero la filosofia delle mosche translata al comportamento umano, e Pierino lo legge e vuole farne una sua trattazione, ai sensi della predetta Legge può farlo senza neanche citare la mia opera se la "moscologia" è diventata popolare (purtroppo...). E che dire delle coincidenze di idee? Se mentre scrivo il trattato sulla moscologia , Giovannino ha la mia stessa intuizione, però espressa in maniera diversa, di chi è la paternità della "moscologia? Sono convinto che l'intelligenza Artificiale cambierà totalmente il diritto d'autore.... Saluti!
"che non devono entrarci nulla con la vostra storia" NON "che non devono c'entrare nulla con la vostra storia" Volevo ricambiare con un consiglio solo i mille preziosi consigli che sto sentendo!