Del pietro nella vita non ha fatto nulla nemmeno con berlusconi mi dovrebbe spiegare perché non a continuato a fare il magistrato e perche si mise in politica con lui che governo è stato caro pietro solo unaltra pensione
Forzisti tacete e lavorate sodo che dovrete pagare le pensioni a gente come Minetti, Pezzopane, Sgarbi, Scillipoti, Razzi etc. L'avete voluto? Mò adesso ce l'avete nel C##O!!
Di Berlusconi ,hanno invidiato persino il funerale. Mentre chiuso in una bara, il suo cuore era ormai fermo , lo palpitavano di invidia, se non è essere superiore questo. Ps io nn voto forza italia.
Questi profeti del giusto ,esempio vi ricordate cosa disse Bersani,altro tifoso di Berlusconi,per convincerci ad entrare.in europa ? Lavoreremo la metà, e guadagneremo il doppio. Peccato che si riferivano a loro stessi . Sapete quanti incarichi ben pagati in europa ,per i trombati .... sono troppo educato per indicarvi la via a voi e a tutti quelli che vi hanno votato ,confido nel paradiso per perdere le vostre traccie .
Esempio di pregiudiIo politico di un magistrato a meno che queste idee non le abbia altra persona. La risata teatrale poi mi ricorda i film anni 50 ambientati nei tribunali.
DI PIETRO SI MISE IN POLITICA PERCHE NONPOTÈ METTERE IN PRIGIONE IL BELUSCA APPROFITO DEL MOMENTO SI MISE IN POLITICA QUINDI COSA VOGLIO DIRE QUANDO SI PARLA DI ONESTÀ LUI SI MISE IN POLITIC E CON LA SINISTRA E TUTT'OGGI SI CONTINUA
Uomo tormentato controvero e paradossale ...da questa intervista emerge il fallimento di tutta la sua filosofia,il mondo va avanti,la gente vive come può come sa come riesce nonostante tutti quelli che semplicemente non sapendo accettare la vita e il mondo pensano di cambiare la storia della vita...illusiiiii non è il mondo a ccambiare ma siamo noi a dover imparare come starci...lui alla fine ha capito tutto il fallimento e l'inutilità della sua vita per se stesso,grande per questo e ha scelto il suicidio proprio per mano di quei ragazzi che non poteva amare e da cui non sarebbe mai stato amato....molti come lui.
L'evasore fiscale Berlusconi e' poi stato condannato grazie anche a mani pulite..ora non c'e' piu' B ma per tutti gli onesti restera' sempre il premier pregiudicato! E 🤣🤣🤣🤣
Di Pietro un Cojone!!! Il Grande Bleffatore di Pietro!!! Ha messo alla Gogna Craxi unico Politico Statista e i Comunisti i i veri Farabutti liberi!!!a tutti Voi un' Buon Inizio Settimana ♥️
Che persone come Di Pietro, Davigo, Gratteri non siano diventati Ministri della Giustizia, ruolo coperto invece da Alfano o Nordio, la dice lunga sul degrado morale del nostro Paese.
Una settimana fa abbiamo preso una cavalla nuova per il nostro maneggio. L'ho chiamata io Mocuishle (attaccato, in questo caso), per questo film. Lei, come tutti gli altri, sono il nostro tesoro... il nostro sangue❤️
La libertà che non si riesce ad imbrigliare si può infangare ... Ma se non basta si può eliminare. Il mondo intellettuale ortodosso ha trasformato l'arte (la cosa più libera per definizione) in un prodotto di mercato, che risponde a regalo di mercato e non a meccanismi istintuali come le emozioni. L'arte asservita al mercato ha eliminato la strada per la salvezza dell' umanità ... La bellezza senZa etichette.
"Diario di un maestro" fu prodotto nel 1972 da Mamma Rai, che all'epoca assolveva ad un'inestimabile funzione pedagogica e culturale. Trasmesso in TV l'anno seguente, lo sceneggiato fu girato dal regista Vittorio De Seta ed interpretato dal compianto Bruno Cirino (fratello maggiore di Paolo Cirino Pomicino, politico democristiano ed esponente della corrente andreottiana), un attore versatile ed impegnato, che lavorò anche con Eduardo De Filippo. Cirino veste i panni di un giovane maestro che si trova ad affrontare un'esperienza didattica, umana ed esistenziale con i ragazzi e gli abitanti di una delle borgate romane di Pietralata, Tiburtino 3° e La Torraccia. Lo sceneggiato è liberamente ispirato al romanzo scritto dal maestro Albino Bernardini, "Un anno a Pietralata", che racconta un'esperienza di carattere autobiografico. Al centro della narrazione si staglia la contraddizione tra una scuola conservatrice e retriva, gestita da ottusi burocrati, ed una scuola più viva, aderente alla realtà e all'ambiente sociale dei ragazzi. Per tale motivo ritengo che il documentario, benché "datato", sia attuale più che mai. Assai illuminante è la scena finale in cui emergono le divergenze, che sfociano in scontro, tra le idee e le proposte innovative messe in campo dal maestro e le posizioni antiquate del direttore didattico, che non riesce a riconoscere ed apprezzare il valore, le competenze e le ragioni del maestro. In questa sequenza si evidenzia l'atteggiamento ottuso e reazionario del burocrate. "Diario di un maestro" è un'opera di alto valore pedagogico, che ci induce a rimpiangere addirittura la TV monocolore governata dalla DC di quegli anni. Una Rai che sapeva produrre cultura ed educazione, mandando in onda questo tipo di prodotti, di sceneggiati e programmi televisivi, che erano all'avanguardia per quei tempi. Tale rimpianto è un po' l'indice di come oggi si siano ridotte la TV "pubblica" e la cultura del nostro Paese. Ricordo con enorme piacere, ad esempio, "Pinocchio" di Luigi Comencini con un cast di attori a dir poco magistrali: Nino Manfredi, nel ruolo di Geppetto, Gina Lollobrigida (la Fata Turchina), Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, nei panni del Gatto e la Volpe, fino ad una breve, quanto significativa apparizione di Vittorio De Sica, e tanti altri. Né bisogna dimenticare alcuni sceneggiati che la Rai produsse ispirandosi a celebri romanzi di autori straordinari quali, ad esempio, Emilio Salgari: su tutti cito lo sceneggiato "Sandokan", un autentico "cult" televisivo. Sempre a proposito di TV di altri tempi, ricordo che qualche tempo fa, su Rai 3, misero in onda la replica di una puntata di "Blitz", programma "alternativo" condotto da Gianni Minà durante la prima metà degli anni '80. Il tema centrale della trasmissione era la nuova cultura partenopea (la musica, il cinema, il teatro e via discorrendo) di quel periodo. Non a caso, tutti gli ospiti di quella puntata, tranne Roberto Benigni, erano di origine napoletana: Massimo Troisi, Lello Arena, Lina Sastri, James Senese e Napoli Centrale, ed altri artisti della "nuova Napoli". Oggi avverto una profonda nostalgia verso quel tipo di programmi televisivi cosiddetti "alternativi", che riuscivano a coniugare, con garbo e sapienza, intelligenza, raffinatezza e leggerezza, cultura ed intrattenimento, impegno ed ironia, senza scadere nella pedanteria noiosa o nell'esercizio sterile di una falsa ed accademica erudizione. Oggi si avverte un'amara nostalgia per un periodo storico creativo ed entusiasmante, poiché la TV odierna dispensa perlopiù spazzatura, mediocrità e stupidità. Una tendenza che, purtroppo, investe l'intera società italiana. Benché "datato", lo sceneggiato TV "Diario di un maestro" rappresenta un "classico". E, come tutti i classici, ha ancora tanto da comunicarci, è un "evergreen". Non a caso, è stato classificato tra i "cento capolavori" del cinema italiano, da conservare e salvare...
Grazie per il commento autentico, ricco di contenuti ed assai malinconico per un era, quella della cultura al servizio del popolo, uccisa dalle "avanguardie" reazionarie di oggi. Mi fermo qui.
El día de su muerte, dos días después de esta entrevista, llevaba esas mismas gafas y esa misma camisa. Ambas, camisa y gafas, se conservan en el Museo Criminologico de Roma; en la actualidad incomprensible cerrado. :o(
Questa intervista è agghiacciante perchè Pasolini lo sapeva già di essere sotto tiro e non fece niente per difendersi. Anche questo ormai è di dominio comune. Non dico niente che già non si sappia.
Sì, io ero a Roma, la notte fra il primo novembre 1975 e il giorno dei morti. Il primo commento, alle 7.30 del mattino del 2 novembre, ai mercati della Piramide Cestia, dove con altri siciliani ero a scaricare camion di frutta, fu: Hanno ammazzato Pasolini, hanno fatto bene , era un frocio! Vidi, successivamente a Messina il film, le 120 giornate di Sodoma, in un cinema, il Trinacria, con il pubblico che urlava e bestemmiava: Si aspettavano scene porno e c'erano scene di sadismo, inguardabili: Ho chiuso gli occhi per buona parte del film. Penso che Pasolini fosse già sceso nel suo inferno: Mi spiace ancora, a distanza di anni perchè era un poeta: diciamo che scelse lui di non proteggersi. La frase famosa,"Io so ma non ho le prove..." e invece le prove ce le aveva, il Capitolo del manoscritto di Petrolio fatto sparire da Dell'Utri... Non era volontà di Pasolini, a quanto mi risulta, che Petrolio fosse pubblicato, ma negli anni ottanta, seconda metà, il manoscritto uscì fuori... Pasolini era passato con la sua auto sportiva a Piazza dei Cinquecento, quella sera, del primo novembre, verso mezzanotte (io con altri siciliani aspettavamo da Piazza Termini l'autobus per la piramide Cestia, eravamo studenti, non lavoratori, ma si andava alla Piramide Cestia per guadagnare qualcosa , così, per divertimento di giovani) dove si caricò in auto il Pelosi: questo è risaputo. In Piazza Termini c'erano diversi prostituti uomini. Al posto dove morì lo ammazzarono in cinque. Pasolini era cintura nera di karate. Non dico niente che già non si sappia. l giorno dopo, da largo Argentina, a Campo dei Fiori, un mare di gente. Non si passava: Portarono il feretro fuori a Largo Argentina e mi ricordo che riuscii a tirarci sopra un fiore.
Credeva di diventare presidente della repubblica, poi chi l'ha visto. Gli ha fatto tanta pubblicità il cavaliere era sempre sui giornali in TV. Dietro mani pulite c'era la fiat /infostrada/olivetti...
Pier Paolo non è stato solo uno scrittore e un poeta, ma un vero e proprio visionario. Sulla sua opinione in merito alla tv, sulla piccola borghesia, sui benpensanti. Si è realizzato tutto ciò che aveva previsto 70 anni fa. All’Italia mancano questi grandi personaggi. Ma purtroppo non verrebbe forse più preso in considerazione
Come canta in una delle sue ultime canzoni Leonard Cohen, magari sarebbe un barbone all'angolo della strada, che, se ci parli magari t'illumina... Ora si spacciano i poeti 71 enni a fare i terroristi assassini: Ma chi ci crede? Io no.
Caro Pier Paolo scusa se ti dò del tu. Ma ti sento così fraterno. Avevi ragione non ci sono più esseri umani solo machine. Vedessi cosa sono oggi gli intellettuali chiamano intellettuali gente arrogante come Sgarbi ecc vedessi poi cosa sono i giovani di oggi. Una astratta somma di comportamenti stabiliti. 😢
