Laureata in Pedagogia e in Lettere e Filosofia Università di Bologna Conseguite Abilitazioni all' insegnamento Scuola Primaria e Scuola Secondaria di 2grado per insegnamento Filosofia e Storia Tesi di Laurea in Israele: Scuola di Pace/integrazione/Sviluppo Corsi di Scrittura Creativa Tesi di Laurea in Storia delle religioni- spiritualità
Ho un DVD con un concerto registrato a Tel Aviv con un'orchestra formata da tedeschi(in nero) e israeliani(in bianco) una grande orchestra sinfonica diretta da Zubin Metha. Il titolo - UN PONTE SULL' ABISSO-molto esplicito come riferimento
@@monicamaya2638 Assolutamente no, anzi, mi ha incuriosito molto come parla, la sua dialettica. Ho da poco finito il liceo e, nonostante la grande passione verso la filosofia e la letteratura, ho ancora molto da imparare, anche all'Università. È il primissimo video che vedo di lei, e le assicuro che vedrò gli altri. Grazie, quindi :)
@@dearlybelovedfleetingfiest1864 sì in programma De André e Gaber. Su Faber ho parlato nel video su L' antologia di Spoon River di Lee Masters, fatto anni fa
Gran bel libro! Alla cui fine, nell'appendice si mette in chiaro: "Qualsiasi collegamento tra Spinoza e Rosenberg è inventato (compreso le due visite di R. al museo Spinoza di Rijnsburg). Per tutti gli altri aspetti ho invece cercato di riferire con precisione i principali eventi della vita di Rosenberg."
Yalom ha anche tanti deterrenti, se si accolgono i suoi stimoli senza pensare che siano "spiegazioni" ai filosofi, ma invenzioni stimolanti, allora si può apprezzare il suo approccio ardito e molto intelligente per invenzione e intenzione sottese ai contenuti delle sue storie che vanno prese come tali non in sostituzione di un manuale di filosofia.
@@monicamaya2638 Yalom aiuta molto a capire Spinoza. Ad esempio questo passo è tipicamente spinoziano, è illuminato proprio dal Trattato teologico-politico: "Parli in modo denigratorio di Mosè e Giosuè, dei Profeti e dei Giudici? Neghi che la Bibbia sia la parola di Dio? "Io non denigro nessuno" precisò Bento. "Questa conclusione deriva dalla tua mente. Affermo solo che le parole e le idee della Bibbia vengono dalla mente umana, dagli uomini che scrissero questi brani e immaginarono...no, farei meglio a dire desiderarono assomigliare a Dio, essere fatti a immagine di Dio." (Capitolo 9 - Amsterdam 1656) Nel suo Trattato, Spinoza riporta la Bibbia su questa terra. Diciamo. E Yalom lo interpreta benissimo.
"Un altro giorno è andato...", io e la mia compagna, da giovani, per un anno l'abbiamo consumato e, ohibò!, ci ha parecchio massacrato. Ammirevole l'entrata in scena travestita da Guccini, m'ha proprio fatto ridere, e l'arguto strip dall'eskimo comunista al rosso e nero anarchico. 🙂❤🖤
Wow hai colto il senso sotteso all'eskimo ahaha...i colori dell'anarchia, dai se devo fare un'omaggio lo faccio fino in fondo...ci metto la faccia e tutto il resto😉
Ahahah...Questa sì che è bella! Sei un grande! Spero entrerai nella forma mentis...ma ci sono video anche di letteratura, poesia, mito, antropologia, pittura...troverai qualcosa nelle tue corde spero!
In fin dei conti (ma anche dei prìncipi... e dei princìpi) questo non va detto "pensiero debole" ma, più onestamente, "pensiero stanco", pensiero di chi si è stancato di pensare. Più terra terra "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce 'o passato", teniamoci il mondo così come ci è capitato e rilassiamoci, tanto c'è chi si è già fatto il culo per noi e ci ha lasciato una eredità troppo impegnativa da gestire per aumentarne il valore. Il filosofo post-moderno non è allora altro che un nipotino annoiato e indolente (=che non si duole), che altro non ha da fare se non sperperare quanto ereditato. Esistono per lui solo interpretazioni? Sì, come un attore, che non è mai se stesso ma interpreta il ruolo che la realtà fisica (ché di quella metafisica e ingombrante se n'è liberato, troppa fatica...) gli assegna di recita in recita per sbarcare il lunario. E il suo pensiero diventa necessariamente erratico perché egli è attore di giro, non fa parte di una compagnia da teatro stabile, anche perché qualsiasi scenario stabile è stato dato alle fiamme.
Mi piace il tuo commento caustico e sempre ironico, ricco di esempi. Ma ammettere una realtà non significa farlo per stanchezza, pusillanimità, o per opportunismo. Questo è l'aspetto deteriore di alcuni autori che trincerandosi dietro al concetto di "post-moderno", vivacchiano con occhi vitrei e pochezza di spirito. Visto che tutto è interpretazione, per me alcuni fanno eccezione, raccolgono la sfida della perdita. Autori come Vattimo, Ricoeur e Gadamer, mettono in luce lucidamente e con acume la nullificazione di ciò che è ormai cenere, raccogliendo la tua metafora, per accendere nuove prospettive senza quelle certezze a cui ci si era abituati, ma la "forza della debolezza" è tutt'altro da sottovalutare, una vera sfida funambolica, sull'orlo dell'abisso, ma proprio per questo libera da illusioni e consapevole della propria finitudine.
@@monicamaya2638 Questo mi piace, la "forza della debolezza" che già san Paolo si attribuiva 2000 anni fa. Ammettere la realtà (e come negarla? ci tocca e la tocchiamo ogni istante del tempo finito che ci vede apparire al mondo) non vuol dire che ce ne sia soltanto una fisica ma quanto meno immaginarne anche una meta-fisica, se è vero che la molteplicità, prima di fondersi nell'Uno, debba quanto meno ridursi al due. D'altro canto, "realtà" sta per "cosità" (da res), cioè statuto delle cose nel mondo ma, io direi, ci sono "cose dell'altro mondo" 😄
Amabile Monica, l'oggetto è dato alla coscienza come fuori di essa .... la coscienza riconosce se stessa come coscienza dell'oggetto e quindi quale elemento costitutivo dell'oggetto medesimo .... la coscienza è essa stessa oggetto, in quanto oggetto di sé, ma simultaneamente soggetto, in quanto coscienza del sé / Indi la coscienza diviene autocoscienza / I miei più devoti rispetti
Caro Otello, nell'accezione junghiana che è lontana da quella hegeliana, per autocoscienza si intende il principio individuationis che si esplica mediante l'immaginazione creativa e il concetto mandalico del Sè. Lontano dalla concezione idealistica o kantiana. Da un punto di vista razionale, invece, se l'essenza della razionalità è il rispetto per i fatti o la realtà, essa deve comprendere anche i fatti del proprio essere. Anche il nostro mondo interiore fa parte della realtà. La mente è reale, esiste. Chi cancella dalla propria agenda l'autoconsapevolezza e l'autoesame non può affermare di vivere consapevolmente. Grazie per aver commentato
@@monicamaya2638 Mia cara Monica, onore al merito - percepisco fra le righe una ragazza_donna di rara intelligenza / Forte fu il sospetto ascoltando quanto già d'altro da te asseverato / Ovviamente sospetto di idea condivisa, sia pure in una virtualità a me alquanto indecrittabile / Null'altro da aggiungere, per il momento .... solo lieve increspatura di sorriso /
Amabile Monica, anch'io amo gli insetti, sin da bambino / Permettimi, filosoficamente quando studiavo Kant nei lussureggianti boschi del Maine mi veniva spontaneo rappresentarli quale cosa in sé ma non conoscibili teoreticamente - indi informandoli, rivestendoli solo di realtà pratica / Ossequi
Grazie. Linguaggi diversi e variopinti ma che arrivano nella profondità del nostro inconscio individuale e collettivo. Amo Vasco, perché in fondo rappresenta una vita vissuta e la racconta in ogni sua canzone, ma incantevolmente sembra raccontare per ognuno di noi una parte della nostra vita. Bufalino lo fa con un linguaggio creativo e raffinato, ma tocca le corde di ognuno di noi e i brividi sulla pelle scorrono rapidi ad ogni parola letta. Grazie mille per queste perle uniche.
Ma se non sai cos'é la caccia perché la critichi tanto, come hai detto in descrizione devi rispettare anche le opinioni degli altri non solo le tue...quando tu parli di caccia sembra che tu ti riferisca al solo abbattere le prede e magari in gran numero per il solo piacere di uccidere...mi vien da ridere...non sai di cosa parli...
Non parlo della caccia. Espongo il saggio di Ortega y Gasset. Rispetto tutte le opinioni, ma in questo caso non è in questione come la penso io, sono divulgatrice e il pensiero è quello di questo autore. Se poi non sei d'accordo con lui, sei liberissimo di pensarla come ti pare e di deridere questo saggio che però ti consiglio comunque di leggere, se non altro per confrontarti con chi la pensa diversamente da te.
Molto interessante questa tua affermazione. Se il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non è possibile conoscere con esattezza e contemporaneamente due variabili quali posizione e quantità di moto di una particella. Così noi viviamo nell'impossibilità per Simmel di cogliere "Mondo" e "cosa in sé" contemporaneamente. Con la vita ci troviamo nel mezzo, "mediani", non siamo nè signori, né servi e per questo siamo liberi. Ma in negativo l'indeterminatezza, la mancanza di certezza che i nostri dolori latenti non si manifesteranno mai completamente, invece di fungere da consolazione, produce la sensazione di possedere tutti i dolori pur non avendoli. Paradosso dell'indeterminatezza e del senso del relativo, mai raggiungibile come assoluto. Grazie per aver messo in relazione fisica e filosofia, molto molto arguto!
Grazie a te per aver ascoltato e commentato. Simmel è una miniera e nella sua fucina le analisi della società sono puntuali e approfondite, non mancano di stupirmi. Nel prossimo che gli dedicherò tratterà la moda...ma non anticipo di più. Grazie ancora
L'umano è sì mediano (e mediamente mediocre), è sì un passaggio (più o meno riuscito caso per caso), ed è perciò relativo (in quanto relazionale, soggetto e oggetto contemporaneamente), di per sé indeterminato in quanto non determinabile da se stesso bensì determinato, da un Assoluto che ne fa il proprio esperimento di coscienza totale ed eterna. E qui si svela l'intenzione di Dio nell'aver generato questa creatura, necessariamente imperfetta.
Questo saggio è molto denso, ricchissimi di riti greco- romani. Se ti interessa l'argomento merita di essere approfondito. Grazie infinite per le conferme.
Concordo sul valore del pregiudizio, la moderna "damnatio" del quale ha come esito esiziale l'opinionismo democratico (un voto per tutti / un opinione per tutti), quella "doxa" che già Aristotele disprezzava perché non è portatrice di pensiero critico, che tale non può essere se non è fondatamente pre/giudiziale.
Purtroppo il senso critico trascende nel criticare tutto senza approfondire, ascoltare. Tutto è ermeneuticamente interpretabile, ma se si vuole che sia costruttivo, occorrerebbe esercitare l'epoché fenomenologica e uscire dalla sterile doxa per stimolare un lucido discernimento. Grazie carissimo per il tuo commento che spero sia di utile riflessione per tutti
E' giusto riproporre questi argomenti poiché il tempo sbiadisce la memoria e gli sciacalli divorano i cadaveri di chi chiamavano fratelli, prima di sbranarli.