È GIUSTA LA POLEMICA CHE STA INVESTENDO ALEX BRITTI? 

Sapere = essere libero. Solo chi sa può scegliere ed essere davvero se stessi.

Sono d'accordo con quello che hai detto. È possibile imparare a suonare come ha fatto Alex, quello che secondo me sbaglia è il pensare che con lo studio canonico avrebbe perso qualcosa. In realtà si è privato di strumenti e abilità che lo avrebbero potuto rendere un chitarrista ancora migliore. Personalmente sono convinto che quelli che fanno discorsi come il suo, molto spesso non hanno studiato per pigrizia e adesso cercano di autoconvincersi che in fondo hanno fatto bene.

È una visione un po' superficiale quella di Alex, che vede lo studio canonico come un'imposizione di dogmi, anche comprensibile considerando la prassi didattica di molte scuole e conservatori. Ma la profondità culturale dello studio dell'armonia (ad esempio) è un qualcosa che non ha niente a che fare con l'imposizione, piuttosto riguarda la ricerca, la memoria culturale, la comunicazione, le sfumature emozionali e la sensibilità interiore. Purtroppo nella visione di Britti c'è un vecchio presupposto duro a morire e cioè che "l'istinto è buono, la ragione no", ma è un presupposto oggettivamente fallace e un pochino arrogante: se solo l'istinto fosse buono, allora perché abbiamo una ragione? E perché tutti i musicisti prima di noi si sarebbero preoccupati di annotare i loro studi e le loro scoperte? Lo studio "canonico" vero significa mettersi con consapevolezza a confronto con i grandi della storia che ci hanno preceduto e con le forme dell'arte che hanno segnato l'evoluzione umana. Personalmente, ascoltando Britti mi viene da dire: peccato che non abbia "studiato".

L'unico sbaglio di Alex in questo discorso secondo me è che avrebbe dovuto fare una premessa e cioè che che il suo discorso non deve essere usato come pretesto per non studiare tanto ce la si fa lo stesso, ma capire in base alla propria soggettività cosa può essere meglio, dato che siamo tutti diversi. Lui ha sentito di non aver voluto studiare in quanto non necessario e forse visto come sono andate le cose ha fatto anche bene, questo non potremo mai dirlo con certezza, ma non vuol dire che allora tutti dobbiamo seguire questo esempio, perché io credo che le eccezioni sono tali proprio perché la regola è diversa

Io ho composto musica per almeno 20 anni (oggi faccio tutt'altro), scrivevo tutto quel che mi veniva con i miei sintetizzatori, non avevo un genere fisso. Riconosco che determinate cose non avrei mai potuto farle, ma avevo un mio stile che mi era anche molto riconosciuto negli studi dove andavo a fare l'arrangiatore. Ti racconto un aneddoto che è perfetto per questo video. Un giorno ero a casa di quel che al tempo era il mio migliore amico, anche lui scriveva (ma lui suonava pure ed anche bene), il padre era un grande maestro di musica, prima viola al teatro dell'opera e c'era una festa con tutti i suoi colleghi, ti lascio immaginare che calibro di persone ci fosse in quelle stanze. Molti di loro erano dei veri nazisti della musica, secondo loro chi non aveva mai studiato non avrebbe mai dovuto scrivere musica. Allora il mio amico prende una di queste, la peggiore da quel punto di vista, la porta nello studio del padre, mette su un paio di brani di elettronica dicendole che sono di Jean Michelle Jarre (che tanto lei conosceva solo di nome, figuriamoci se una così ascoltasse roba non prodotta con le mani) ed insieme a lei la analizza e lei stessa dice che il brano è perfetto, che ci sono idee incredibili ecc. ecc. Al che lui ferma il brano, mi indica e le dice che l'ho scritta io, lei si complimenta e poi le dice: "e non ha mai studiato una riga di musica" (ed io aggiungerei che da dislessico, ero pure abbastanza impedito sulla tastiera). La sua risposta fu un: "ah, bravo. Bene, torno di là". In un altro studio dove ho lavorato per un po', un altro come lei mi ha chiesto chi mi avesse scritto certe parti, (visto che lui ha sempre copiato e rubato tutto, misurava il mondo con il suo metro) e tempo addietro mi ha pure rubato delle promo che gli lasciai a studio. E' vero che si è limitati nel creare, ma se l'arte ti esce dal cuore, magari ci metti di più, ma sei più libero di creare. Io oggi sono un fotografo molto apprezzato, conosco quelle quattro regole in croce che ha la fotografia, ma non le uso. Io vado oltre e la gente inizia a tentare di copiarmi. Oggi nell'era dei computer e delle Ai, la tecnica non ci porta da nessuna parte, la tecnica la fanno meglio le macchine, purtroppo. Ancora per un po' noi possiamo mettere solamente l'estro.

Nella danza anche è come dici tu Ale. Da piccolissima si vede la dote, fisica, di musicalità ecc. Poi però va studiata la tecnica per poter sfruttare al massimo le proprie doti. Una volta appresa la tecnica però non si deve per forza rimanere "ortodossi", in base allo stile che si fa e per interpretare al meglio bisogna arrivare a non pensarci più alla tecnica perché lo fai in automatico. Ecco lì che torna l'istinto e l'automatismo perché anche la tecnica diventa automatica e così puoi metterci del tuo. Anche nella danza si può fare lo stesso discorso degli stili musicali che dicevi: l'hip hop nasce dalla strada, io non lo conosco bene, ma è una disciplina più istintuale dalla danza classica e moderna già dalle origini. Ma poi anche l'hip hop ha uhna tecnica. Quindi sono d'accordissimo con te

Quando sentii questa diatriba sul web mi venne immediatamente il tuo pensiero. Lui dice < Se mi date un accordo io ci suono sopra etc. > Va bene mettici pure l'istinto ma il fatto che tu sappia esattamente in che tonalità sei, che scala eseguire, che note far susseguire, è già teoria musicale. A furia de magna bistecche, come dice, sta a significare che ha provato e riprovato e... volente o nolente, ha studiato.

Ho scritto il primo commento prima dell' inizio delle tue considerazioni e ho scoperto che la pensiamo allo stesso modo. Anche nella danza puoi essere portato e avere uno splendido istinto ma lo studio ti evita di farti male e aumenta il tuo potenziale. Anche nella danza afro!

Il fatto che menziona il blues e che sa di farlo, già implica che sa che non è preciso, in fatti poi un po' si pente, il problema sta nel dire che chi studia è canonico. Chi studia tanto non è per niente canonico, il cantante medio non canta come tizio ad esempio, riferito alla tecnica. Ora però è da capire se questo stereotipo gli sia stato incuccato o no, perché ormai in TV lo dicono tutti, è una scusa per le lacune tecniche come per dire io almeno emoziono e qui possiamo fare un elenco di fenomeni che emozionano davvero. In conclusione mi sono appena accorto che la tua sedia non è la tua ombra 😂 con questo video

D’accordo! Il problema è che le parole di Alex Britti, in questo contesto storico di svalutazione delle competenze, sono facilmente fraintendibili e strumentalizzabili. Ho continue discussioni con i miei allievi ( non insegno musica…) che sostengono che nell’arte in genere, canto, ballo e altro, non occorre lo studio ma basta il sentimento…

Domanda... ma non può essere che anche non studiando ti vai ad inscatolare in un tipo di musica? io dico magari facendo sempre affidamento al tuo orecchio, ti abitui a fare sempre quel tipo di musica, perchè sei allenato sentire sempre quel tipo di suono mentre se studi un pò riesci secondo me a scoprire più ramificazioni che ti portano a sperimentare di più ( Non solo nella musica succede questo) . Per me infatti molti cantanti italiani hanno questo problema che cantano o suonano sempre uguale nelle loro canzoni e Alex britti è uno tra questi.

Ale, sono internvenuto su tutti i post del genere spiegando le stesse identiche cose che stai dicendo qui adesso. Suonare (il suo "mangiare bistecche") è studiare, non è canonico perché lo fai per gli affari tuoi :-) Io sono autodidatta ma se avessi avuto un maestro ci avrei impiegato di meno nell'imparare quello che ho imparato. Poi il mio talento, tanto, poco, quello che è, resta alla base di tutto.

Che tenerezza, Britti che pensa di non aver studiato, quando sono più di 40 anni che imbraccia una chitarra 😊 Un po' lo capisco, la paura che se avesse studiato adesso avrebbe le "soluzioni" inscatolate e pronte all'uso prive di "pensiero", di sentimento, che escono meccaniche. È inevitabile, comunque il nostro cervello funziona così: il risparmio e la pigrizia. Del resto nessuno di noi quando cammina pensa a tutti i muscoli che deve coordinare, all'equilibrio da mantenere, all'adattamento alle irregolarità del suolo... Abbiamo impiegato qualche settimana ad imparare a camminare, anni di pratica e puff, se ne va la poesia della concentrazione, del sentire muscoli tendersi e flettersi, ecc. 😅 Ci abbiamo guadagnato in: ammirare il paesaggio nell'andare, chiaccherare con chi cammina con noi. Penso che con il suonare gli strumenti sia lo stesso, non è che se per ogni nota non stai più concentrato a pensare "un dito qui, un arpeggio così" allora perdi in spontaneità. Hai imparato i passi, ora puoi passeggiare, correre, fermarti quando vuoi, guardarti intorno e goderti il viaggio e poterlo fare senza che qualcuno ti tenga per mano ad ogni singolo passo perché l'equilibrio non è il tuo forte: questa è libertà. Studiare non ti obbliga a seguire un sentiero prestabilito da altri, bensì ti pone di fronte tutte le possibilità, i sentieri lastricati, i comodi tracciati abituali o, se ti va, ti consegna il machete e vai ad aprire la tua strada! Bel video, equilibrato, condivisibile. Britti resta un musicista di primissimo livello, da amante del blues non posso che restare estasiata al sentirlo suonare

Tutte le polemiche nei suoi confronti sono sciocche, lui non ha mai detto di non andare a scuola di musica, ha semplicemente espresso il suo pensiero riguardo al timore di perdere il suo istinto e il suo gusto se avesse studiato, e non si può dire né che sarebbe andata così né il contrario, perché entrambe le cose potrebbero essere vere, poiché ognuno di noi è fatto a proprio modo. È stata una sua scelta e va rispettata, a maggior ragione se il risultato è ottimo come in questo caso. La cosa fondamentale è sempre avere la possibilità di scelta. Anch'io ho sempre praticato da autodidatta e lo capisco, al contempo però ammiro molto chi conosce e legge la musica, una cosa non esclude l'altra. A 10:43 sono parzialmente d'accordo con te, io penso che le sue dinamiche e i suoi suoni non riguardino lo studio (nel suo caso), sono frutto del talento e del gusto personale. È evidente che la pratica ti fa acquisire informazioni ed esperienza, ma non lo chiamerei studio nel senso stretto del termine. Non credo che lui si sia messo a suonare pensando "aspetta, se suono un po' più forte la corda in questo modo suona meglio ecc.". Concludo dicendo che la musica è una forma d'arte, e come tale, per quanto mi riguarda, l'unica cosa che deve fare è trasmettere emozioni, che siano trasmesse studiando o andando a istinto non importa. Godiamocela. Complimenti al tuo canale e al tuo modo lucido di esprimere la tua opinione, un abbraccio.

Sono d'accordo con te, sta di fatto che non è semplice spiegare certe dinamiche, la musica come tutte le forme di arte sono collegate alla sfera della nostra anima come tale immenso e alle volte inspiegabile. Io capisco perfettamente ciò che intende Alex Britti. Io ho mia madre che pur avendo mia nonna (la mamma) musicista e concertista di piano, ha sempre suonato ad orecchio. Mia nonna ha provato invano ad insegnarle il piano in modo canonico ma lei come metteva le mani sul piano suonava Chopin a modo suo con altre variazioni altri accordi pur lasciando riconoscibile il brano 😂 (da quel momento mia nonna si arrese a darle lezioni 😅) io al contrario studiavo il piano 8 ore al giorno x fare gli esami al conservatorio ma ho sempre cantato in modo naturale senza aver studiato canto. La MUSICA È COME L'UNIVERSO. ❤

Ciao ale, la tua è un'ottima analisi,a non dimenticare che Britti è un prodotto del sig m. Costanzo, come Luca di risio e qualcun altro, quando bastava andare da Costanzo r dire sono un fenomeno, questo prima che Capossela fabbrica di amici. Se poi ci fai caso nelle sue canzoni non ci sento tutto sto blues, così come non sento il jazz nelle canzoni di neck.

Ciao Ale,ti sei spiegata benissimo e mi trovi d'accordo su tutto, avrei fatto la stessa tua analisi 🤩io col tempo e METTENDOMI IN GIOCO ho capito che lo studio ti permette di scegliere come e cosa fare, ti da libertà oltre la forza e la sicurezza che nessuno può toccarti neanche nella teoria💪💪💪💪

Sono molto d'accordo con te, Ale! Io non suono nulla, ma mi viene da fare un paragone (senza scomodare i gatti :D ) con l'apprendimento di una lingua straniera, si può studiare a scuola, da autodidatta, con lezioni private, facendo un tandem linguistico, e con un approccio più grammaticale, comunicativo, letterario, eccetra eccetra... o anche non studiarla per niente e impararla per assimilazione vivendo in un certo paese. Ognuna di queste situazioni ti apre e ti chiude diverse possibilità, che a volte si escludono a vicenda, ma non necessariamente... Se non ho mai studiato la grammatica di una lingua potrei anche parlarla fluentemente, ma magari non ne diventerò un esperto linguista. Così come anche chi ha imparato una lingua seguendo il vecchio approccio grammaticale non è detto che poi non arrivi a comunicare in modo fluente e naturale.

Sono d'accordo con te che lo studio ti rende più libero perché ti mette di fronte a più possibilità di scelta, comprensione e consapevolezza. Non solo nella musica ma anche in altri campi. Dire che lo studio ti porta a chiuderti nei canoni suona come una giustificazione per avvalorare la propria posizione, deficitaria appunto di studio rispetto ad altri. Poi... ciascuno valuta come e dove vuole arrivare sulla base delle proprie conoscenze e propensioni di stile. PS: sicuramente il bagaglio di tutti gli ordini e gli equilibri possibili scoperti e appresi con lo studio non ti porta via cuore, istinto, emozioni. Anzi puoi consapevolmente e abilmente scegliere se rispettare o sconvolgere le regole proprio perché le conosci, e armonizzarle con i tuoi propri sentimenti.

Sono assolutamente d'accordo con te in tutto e per tutto. Distinguerei comunque la teoria musicale in senso più stretto (pentagramma, solfeggio ecc.) dalle nozioni più finalizzate alla pratica. Nella seconda categoria metterei la diteggiatura e una parte dell'armonia. Quelle deve averle imparate per forza osservando e rifacendo fin da ragazzino (probabilmente neanche se lo ricorda), se no quelle scale col cavolo che potrebbe farle così! E questa è certamente una forma di studio. Alex imbraccia un dobro, meravigliosa chitarra dal suono metallico e sporco tipica del blues!

La penso esattamente come te. Credo che abbia centrato tutte le questioni. Quello che mi lascia perplessa del suo atteggiamento è il fatto di "vantarsi" (lo metto tra virgolette) della sua non consapevolezza, quando uscire dalla sua zona di confort invece avrebbe potuto dargli ulteriori occasioni per esplorare mondi e linguaggi nuovi e non conosciuti.

Chi, fra gli artisti conosciuti, ha criticato Britti troppo duramente, probabilmente si sente frustrato perché non ha ottenuto il suo stesso successo, nonostante lo studio e magari qualche raccomandazione... E sono d'accordo, come sempre, con la tua analisi!😊 Barbara da Torino

Io dopo un lungo periodo di stop dalla chitarra ho deciso di riprendere ad approfondire lo studio della teoria (anche se da autodidatta) riprendendo le basi che avevo appreso in passato durante le lezioni di chitarra. Dopo qualche mese ho notato che non solo mi ha permesso di migliorare la tecnica e di sentirmi più sicura nel suonare, ma mi ha premesso di allenare anche l'orecchio e migliorare l'improvvisazione.

Siiii ma stiamo parlando di ❤ROCK'N'ROLL❤ Quando si inizia lo si fa con espressione dello strumento Se scatta poi la magia è è è A M O R E un dialogo con la passione,,,,, SI è vero che lo studio ti porta a facilitarti la memoria MAA MA L'AMORE SI FA NON SI STUDIA... ❤ROCK'N'ROLL❤

Paul McCartney è uno di quelli che non legge e scrive musica ed è cantante e polistrumentista autodidatta. Non c'è una regola fissa, dipende dalla persona, se uno è veramente dotato con un talento musicale fuori dalla norma riesce ad imparare anche da solo, assorbendo come una spugna ciò che sente, lavorando probabilmente dieci volte più degli altri. Sul fatto dello stile personale, chi segue strade canoniche probabilmente è meno portato a lasciarle, su questo mi trovo abbastanza d'accordo.

Ciao, io sono un piccolo cantautore, sono non vedente, Specifico che sono non vedente e il perché lo capirai tra poco. Io sono d’accordo anche la musica orecchio, ok, Però andare snobbare lo studio non sono assolutamente d’accordo vanno bene tutte e due le cose. Infatti sono d’accordo con te lo studio è una cosa buona e poi se uno ha un dono in più poi può fare quello che gli pare ma lo studio porta alla consapevolezza di quello che si fa. Lo dice uno che le melodie una volta le faceva solo con la voce. Non sapete cosa darei se possa scrivere da solo i pentagrammi e leggerli.

Cara Alessia detta Ale, ho visto diversi video di commenti a questa questione di Alex Britti e devo dire che , nella mia umile opinione , sei nettamente la commentatrice che ha spiegato in modo più chiaro, logico e simpatico sia il punto di vista di Alex Britti che il tuo ! Sai unire leggerezza e contenuti come pochi, brava !

La grande Janis Joplin ha acquisito il metodo di cantare con il diaframma da Judy Davis, un'insegnante di canto: ha frequentato la Davis 5/6 volte, in seguito ha studiato il blues ascoltando i cantanti neri ed ha sviluppato il suo modo di cantare sperimentando su se stessa e raggiungendo il livello che ha raggiunto.

Anch'io suono la chitarra ad orecchio, non ho studiato musica, perché sono un'impaziente, una da "tutto e subito"... Mi ha aiutato molto il canto, soprattutto quello corale, mi ha aiutato l'orecchio, ma invidio la mia amica F. che canta seguendo lo spartito, per me arabo... Sono d'accordissimo con te Ale, su tutto... Il mio è un orecchio relativo, me lo ha detto un maestro di pianoforte col quale ho cercato di imparare a leggere il pentagramma... Morale "Lascia perde Vale, non ce la fai perché non hai pazienza, ma coltiva comunque sta fortuna che hai, quella di ascoltare e riprodurre"... Io e la mia impazienza... Un abbraccio Ale, grazie sempre per tutto ❤

Ciao Ale, io non ho mai studiato, anche se credo che studiare musica sia la base migliore per essere più completi e per poter spaziare e creare di più. Dall'altra parte, non conoscere la musica mi ha obbligato a sviluppare un altro tipo di abilità...per esempio capisco quali tasti suonare sul pianoforte per riprodurre una melodia, così come sul flauto o la chitarra, ma senza sapere che note devo fare in anticipo: è strano, so solo di quanti toni dovrò salire o scendere con la nota successiva, e lo faccio😅una roba così un po' da nerd. Credo che sia meglio studiare a prescindere, anche se personalmente non l'ho fatto, anche se in alcuni casi la mancanza di studio ci aiuta a sviluppare alcune abilità divertenti 🍻

Ottimo video con ottime considerazioni!

Io credo che sia anche molto un discorso di percentuale di talento naturale. Ci sono alcuni artisti cantanti o musicisti che grazie al loro talento naturale possono arrivare a un livello veramente alto con uno studio "diverso" mentre chi ha meno talento naturale può arrivare allo stesso livello ma solo facendo un percorso di studio vero e proprio. Poi dipende come hai detto anche tu dal genere di cui stiamo parlando.

Mi trovi assolutamente d'accordo su tutta la linea... È solo un modo per fortificare ed ampliare la sua "aurea"... Per un ritorno di pubblico...e pubblicità. Della serie.. mi sono fatto "da solo", sono nato genio ispirato... Mozart è nato genio, ha vissuto una vita sregolata, ma ha studiato come uno "sgobbone"... Sei molto brava nel restituire la tua opinione con grande intelligenza ed estremo tatto!!!

Alex Britti è uno innamorato della chitarra, tutto qui: lui è un virtuoso! Lo ricordo bene perché abitava nel mio quartiere, il padre aveva una macelleria vicino casa mia e mia madre si serviva da lui, e Alex stava là, alla cassa, spesso con la chitarra in mano. Anche a scuola, al liceo, ogni tanto si portava la chitarra. Era bravissimo, ma improvvisava in maniera pazzesca, ricordo che adorava Bennato, e suonava le sue canzoni meglio dell'originale. Poi partì, mi pare per l'Olanda, e là fece la gavetta vera, e tornò a casa chitarrista a tutto tondo. In questo gli dò ragione: lui suona a istinto, è tutto improvvisazione, e se gli togli quello e lo ingabbi in uno schema, secondo me perderebbe gran parte della sua forza. Però lo studio è sempre un plus, un qualcosa in più, e quindi aggiunge, non toglie.

Per poter evadere dalle regole è necessario prima conoscerle. Nel caso del genere suonato da Alex Britti, il blues è principalmente anima o istinto. Poi alcuni chitarristi hanno unito la propria impronta a ciò che hanno studiato. Britti non ha studiato in modo canonico la musica, però il suo orecchio ha consumato vagoni di artisti che hanno dedicato la propria vita a quel genere. Anche quello è un modo di studiare, a mio avviso. Questo video mi ha aperto alla prospettiva su come determinati stili abbiano bisogno di quello studio canonico e altri meno. È vero che il blues è istinto ma se non conosci le scale entro le quali far risuonare quelle note, rischi ugualmente di avere una conoscenza limitata, anche sull'improvvisazione. Più che istinto perciò parlerei di percezione. La percezione è innata ma non è una condizione che nasce dal nulla. C'è molto più ragionamento in una percezione che nel semplice ragionamento. La musica ha degli schemi che nella maggior parte dei casi devono essere studiati, il blues può essere un genere che fa eccezione. A questo punto sarei curioso di sapere come la pensa un altro grande bluesman come Zucchero, se lo stesso discorso potrebbe valere anche per B.B. King o per il più contemporaneo Slash. Come hai detto bene tu , questa è l'esperienza personale sua e su quella non si può discutere. Lui ha scelto una strada alternativa e gli è andata bene perché al suo talento ha unito un suo modo di approcciare la musica che si tratta pur sempre di studio.

La penso assolutamente come lui e penso a tutti quegli autori di musica che lei definisce classica tra virgolette , che hanno così bene analizzato nei secoli le forme musicali spontanee da cui hanno attinto a piene mani ,oggi non esistano piu , perche non esiste piu l uomo di quelle epoche che moriva di fatica e di lavoro a 40 anni, per cui i momenti di gioia si dovevano tradurre in canti balli e suoni come se non ci fosse un domani. Non voglio citarne nemmeno uno, perché nemmeno uno ha mai fatto altro che trarre ispirazione dalla basale MUSICA delle varie culture tradizionali e popolari che ha ascoltato. Guardiamo alla povertà della musica che possiamo ascoltare oggi, in tutti i generi di musica, sinfonica compresa, chissà come mai forse perché non ci sono più popoli che si dedicano alla musica in forma spontanea non ci sono più violinisti ungheresi, suonatori di launeddas sardi, o greci che con la lira si dedicavano a creare forme sonore ecc ecc ,forse siamo diventati un po' tutti troppo uguali cloni di cloni, chi potrebbe ancora avere il tempo di comporre veramente o approfondire a tempo pieno uno strumento alla maniera di un caruso pastore siciliano il suo friscaletto. In modo libero potrebbe comporre solo una i a. Con rispetto, porgo un saluto.

Umanamente mi piace molto Britti: un chitarrista sui generis. Dal vivo è un piacere da ascoltare: oltre ad essere bravo si diverte e riesce a trasmetterlo. Tempo fa vedevo un' intervista nella quale gli chiedevano della sua strumentazione. Di solito i chitarristi spendono fior di quattrini per la chitarra, talvolta per personalizzarla, per catene di effetti. Arriva lui con la sua acustica (che è comunque un'ottima chitarra) e "ho aggiunto un pickup per i soli". L' intervistatore gli chiede che tipo di pickup e lui. "Ma, uno vale l' altro: l' importante che sia di buona qualità." 😀 Premetto che ho delle basi di teoria musicale, ma ho sempre cantato da autodidatta. Se a 47 anni suonati (più cantati che suonati) non ho danneggiato la voce mi considero fortunato e a chiunque né abbia le possibilità non sconsiglierei mai di studiare: se hai talento puoi solo affinarlo. Se non ne hai lo studio non credo possa dartelo, ma ascoltare una persona priva di talento e padrona del mezzo credo sia meglio che ascoltarne una egualmente priva e pure incapace. Se sperimenti metodi non canonici di cantare potresti diventare un novello Demetrio Stratos, oppure danneggiare permanentemente le tue corde vocali (ci sono tanti esempi celebri che mi vengono in mente, ma non ne cito nessuno per non irritare i nervi scoperti di qualche fan.

Anche il grande Vangelis non sapeva scrivere e leggere le note e si è inventato addirittura un suo modo di scrivere la musica. E anche lui faceva un discorso simile sull'indottrinamento contrapposto all'istinto e alla spontaneità. Vangelis ha composto pezzi bellissimi e delle colonne sonore memorabili. Al suo opposto metto Morricone, anche lui compositore memorabile, ma uno che ha studiato il studiabile al conservatorio. Senti la differenza nelle rispettive complessità di linguaggio. Però entrambi riescono a parlare (o meglio, suonare) al cuore della gente ed è per questo che vengono e verranno ricordati.

si.. si può suonare ad orecchio ed anche molto bene, ma rimani cmq limitato a non conoscere tante cose che la musica ha e che può aiutarti specialmente nella composizione …studiare musica non significa perdere la libertà di poter suonare come vuoi e cosa vuoi, ma ti arricchisce di ciò che magari non studiando non sai nemmeno che esiste...(parlando di sonorità e chitarra, sta parlando di "standard blues" è una vita che in America si sentono queste sonorità sono sempre state le stesse usate da chitarristi blues e rimarranno sempre le stesse )..cmq qui c'è anche la scelta di chi è curioso e vuole conoscere qualcosa di più nella musica...gli si dovrebbe chiedere se i musicisti che lo accompagnano non hanno mai studiato o forse hanno studiato e gli danno una grande mano negli arrangiamenti proprio per la conoscenza che hanno della musica avendola studiata..

6:20 é la sua paura che parla per lui, oppure si sta giustificando per non aver studiato. L’istinto di cui parla si chiama così, proprio perché non lo controlli, ti viene ad istinto una cosa a prescindere da quello che sai e non sai. Ergo, studiare non limita il tuo istinto. Ti spinge più in là della tua comfort zone. Ti permette di conoscere i tuoi limiti e i tuoi punti forti. E di sperimentare. Creando una nuova comfort zone.

con tutto il bene che si può voler ad Alex Britti, il suo sembra essere il classico discorso di chi ha la licenza media e va a sputare sentenze critiche verso chi ha la laurea.

Condivido il fatto che iniziare lo studio "canonico" troppo presto può essere negativo perché può allontanare dalla disciplina: dipende dal carattere. Studiare può in effetti restringere un po' il punto di vista, ma quando hai studiato hai comunque qualcosa in più che poi puoi gestire anche rompendo le regole.

da diplomato in pianoforte classico, diplomato in composizione, laureato in Musicologia, posso dire che sarà pure un bravo cantante, ma è abbastanza ignorante. La conoscenza potenzierà SEMPRE l'improvvisazione. Piu la testa sa, piu il cuore si esprime meglio. Chiaro: se non hai il cuore, la sola conoscenza non ti porta molto in la.

La pratica, le prove infinite, la sperimentazione e non ultima la volontà possono senza dubbio produrre ottimi risultati, ma se vuoi capire il perché questo accade, il "come" accade e se vuoi trasmetterlo ad altri, ecco che lo "studio" è insostituibile.

Università della strada, rispettabile ma vogliamo onestamente dire quanto sia lunga, doloros e nella maggior parte dei casi limitante? Ho 60 anni, tornassi indietro studierei di più, molto di più e sono certa che la mia vita sarebbe stata migliore, al 100%.

Incredibile come sia sempre d'accordo con il tuo pensierooo

Io, sono sempre d'accordo con te Ale! 👍🎶🤝

Ciao Ale,io un po' condivido quello che dice Alex Britti,mi viene in mente il grande Lucio Dalla anche lui non aveva studiato musica, penso che valga riuscire a emozionarsi, e' emozionare,io personalmente mi piace cantare è sono autodidatta,ho preso solo qualche lezione,per come dico io dare una rinfrescata alla respirazione,visto che erano tanti hanni che non cantavo

Concordo con te pienamente.

Quello che non avete capito (tutti mi sa) e' che Alex Britti parla per Alex Britti. E' un discorso suo personale, non lascia spazio sull'essere d'accordo o meno.

Assolutamente d'accordo. Studiare non è solo stare sui libri (o sul pentagramma in questo caso). Del resto, "studere" in latino era proprio "applicarsi, impegnarsi", mentre lo studio sui libri era "discere". Quindi sì, Alex Britti è uno che ha studiato tantissimo. In maniera non canonica come dice lui, ma sicuramente ha studiato tanto.

Nemmeno Paul McCartney sa leggere e scrivere la musica, questo non incide minimamente sulla creatività o sul saper suonare uno strumento. Spesso e volentieri, le scuole di musica, ed in particolare i conservatori, tarpano le ali a futuri compositori, proprio per il fatto che impongono delle regole. Senza però considerare che le regole in realtà, sono solo delle statistiche; qualcuno si è preso la briga di analizzare ciò che è bello e ne ha scritto una regola quindi, se vuoi fare qualcosa di bello come tizio o caio o sempronio, devi fare così e cosà. Però se andiamo a vedere la storia, ai tempi di quel pischiello di J.S. Back, le regole imponevano che non si potesse fare armonia, che gli accordi dovessero essere esclusivamente minori perché quelli maggiori erano del diavolo ed erano vietati, e lui che ha fatto? Ha inventato le fughe, dove le regole venivano rispettate al 100%, ma l'orecchio percepiva tutto quello che all'epoca era proibito. Le scuole di musica e le regole ti possono dare gli strumenti per presentare meglio la tua musica, ma non possono insegnarti a tirarla fuori da dentro, per fare quello, è meglio affidarsi alla sensibilità e alla creatività che ognuno ha.

Io ho visto l'intervista di Alex Britti e devo dire la verità, subito ci sono rimasta di sasso...mi sono detta: "ma come?!Alex Britti, uno dei migliori chitarristi in Italia,non ha studiato chitarra?,non sa leggere la musica?!"...poi pensandoci bene,scavando più a fondo, e ascoltando il tuo ragionamento ho capito... però cmq alla fine Alex parlava solo di lui, quella che è la sua esperienza,e come vede e sente lui la musica ecc ecc.Non ha detto che é giusto solo il suo modo e che non si deve studiare, quindi non capisco lo shitstorm che gli sta piovendo addosso...

Prima suonavo in modo basico e a orecchio adesso sto facendo scuola di musica e sto migliorando e posso dire che prima non sapevo suonare.

Concordo con te in tutto, mio figlio ha studiato canto classico,ora avendo le basi fa quello che più gli piace

Il video mi è piaciuto. Alex Britti mi piace molto, le sue canzoni mi restano subito impresse. Per quanto riguarda lo studio, non mi sembra abbia detto di non studiare, ha detto che lui va ad orecchio e...secondo me si può permettere di non saper leggere il pentagramma, perché ha un ottimo orecchio ed è una fortuna.se fosse stato meno dotato, oltre alle serate a suonare nei pub e provare e riprovare i pezzi,(considero studio anche quello) avrebbe dovuto imparare ill pentagramma. Questo è un parere assolutamente personale di una nonna che adora la musica ma è stonata come una campana

Trovo il tuo video molto interessante, fa riflettere su come nel 2024 non si sappia apprezzare la "conoscenza" e lo studio. Se lui avesse studiato avrebbe potuto sperimenta tanto altro nella musica, ha preferito l'ignoranza... Trovo la sua scelta una chiusura, e in fondo a lui non interessa... Gli basta quello che riesce a fare... Lo dice pure... "non sono un grande chitarrista"

Diciamo che ci sono persone a cui NON serve studiare, e altre che invece anche studiando tantissimo arriveranno solo a un plateau. Questo è il succo del suo discorso. Io ascolto blues da più di 40 anni eppure ogni tanto ascolto dei soli incredibili, che sono diversi da tutto: il tizio che li ha creati ha studiato? Non più di tanto. Gli escono dalle dita e stop. Altri ora li studiano e cercano di capirli, ma non sono stati capaci di crearli al momento. Io mi trovo proprio in questa situazione, dopo tanti anni di studio del blues non riesco ancora a concepire dei soli che vanno oltre quello che ho già ascoltato. Poi arriva uno qualsiasi che suona molto meglio, e usando le stesse note!

Britti ha usato un metodo empirico per imparare a suonare, come dici non è ne il primo ne l'unico..richiede un notevole talento e una dedizione che per certi versi è superiore allo studio classico..devi saperti autovalutare, sviluppare molto l'orecchio. Per esempio proprio nella chitarra elettrica che è uno strumento relativamente nuovo, il non seguire strade già battute ha permesso di far emergere talenti diversissimi. Per certi versi oggi dove molti si affidano fin da subito a uno studio rigoroso, si perde quel lavoro dove il ragazzino di turno passava le ore per imitare l'assolo di Page o Gilmoure, finendo per trovare un modo suo di suonare la chitarra. Poi è chiaro che lo studio da dei vantaggi, intanto è un linguaggio internazionale, porti lo spartito che hai scritto e un professionista che te lo può suonare dopo un attimo di studio..nel canto ti aiuta quanto meno ad allungare la carriera, più d'uno si è devastato le corde vocali. Per il resto io la polemica non l'ho seguita, ma Britti parla per se stesso, mica sta proponendo una verità assoluta che vale per tutti.

Ciao ale, ma il video delle ex cantanti donne di amici?

😮😊

A parer mio se tu sei un artista e studi puoi solo migliorare, perché in tal modo espandi il tuo punto di vista. Se tu non hai quell’anima artistica e studi comunque allora puoi essere comunque mediamente bravo. Se tu non studi ma sei bravo, arrivi comunque ma non tanto quanto potresti essere bravo se avessi studiato. Questo è il mio punto di vista; da persona che non sa un becco di canto e che vale il giusto. Non so però, a me sembra così.

"Studiare" significa acquisire conoscenze che poi si mettono in pratica. Se Britti non avesse "studiato" non saprebbe nemmeno imbracciare lo strumento. Lui ha semplicemente scelto come e dove studiare.

È quello che sostiene anche Laura Pausini. Da sempre e dichiaratamente contraria allo studio del canto, perché secondo lei si perde autenticità e istinto (non ricordo le parole usate, ma il senso è quello). Per me lo studio (per diversi aspetti) è molto importante

nel blues,una nota sbagliata a livello tonale, deve essere ripetuta per " camuffare" l errore..magari ripetere la nota con qualche bending..deve " sembrare" voluto

Ci voleva qualcuno che gli dicesse e se vede che non hai studiato...ancora nel 2024 si devono sentire queste cavolate.

salve, il talento conta piu di mille studi. Lo studio aiuta, perfeziona il virtuosismo, ma se cade il foglio dal leggio e non si ha il talento dell'improvvisazione, non cè diploma che tenga! Ho visto e sentito musicisti di talento e ho visto musicisti di studio, entrambi validissimi, ma la differenza dell'esser nato con "la musica dentro" si sente eccome!! E' un pò come Mozart e Salieri!

Purtroppo, non avendo studiato lui non sa cosa voglia dire studiare...e non si rende conto di averlo fatto e di continuare a farlo! Fa tenerezza il suo discorso 😊 sembra un controsenso quello che ho detto ma la chiave è la consapevolezza, lui è uno studioso inconsapevole in pratica

Io sono d'accordo con te

Michael Jackson la pensava uguale a britti per scrivere la musica, nn voleva canonizzarsi ma studiava di brutto,dallo stile da avere alla post produzione

Riguardo alle reactions, social o dei media, non mi fanno alcun effetto. Sappiamo tutti come vengano stravolte e strumentalizzate le cose, per acchiappare più likes o vendere una copia o visual in più. Quello che azzardo è che per lui, il fatto di fare conservatorio e/o studiare canto, rappresentava il massificarsi, divenire uno tra tanti, con le tecniche e le metodiche, che qualcuno t'insegnerà oggi, e avrà fatto lo stesso con chi ti ha preceduto, e farà ancora con i prossimi allievi. E' delicato e talmente intimo che non si può, credo, dire:"sbagli tutto pensandola così". Lui non si sta rivolgendo ad una platea di giovani e li sta indottrinando a boicottare lo stdio. Sta solo parlando del suo vissuto, Non è certo l'unico a non aver fatto o terminato gli studi...Morandi lasciò il Conservatorio, Elodie non ha terminato il liceo, non ha la patente, non ha preso lezioni di canto....e ho trovato una chicca su Mina, datata 2011..."Hai mai preso lezioni di canto? No. C’è stato qualche evento che ti ha portato a interessarti di tecnica vocale? Se sì, cosa t’incuriosiva in particolare? La tecnica viene da sola, ma prima deve esserci il cuore. La tecnica vera, quella potente è quella di Cecilia Bartoli che fa dei picchiettati tanto impossibili da sembrare artificiali. Lì si può parlare di tecnica. I primi anni da artista sono stati febbrili e incalzanti, la tua voce come reagiva? Ti capitava di essere stanca o di riscontrare dei cambiamenti timbrici? Non ci facevo caso. A posteriori mi sono resa conto che la mia voce acquistava spessore e rotondità. Come ti preparavi alle incisioni discografiche o alle prestazioni dal vivo, avevi una modalità di riscaldamento vocale? Come no: certo. Fumavo una bella sigarettina, tra gli sguardi attoniti di chi non sapeva che per cantare canzonette non c’è bisogno di troppe attenzioni, diciamo così, salutistiche. Non si tratta della “Carmen”… L'intervista...che non mi sarei mai aspettato, pensando a chiss quali sacrifici... è a questo link: www.minafanclub.it/la-verita-ti-prego-sulla-voce.html

Lo studio ti porta alla conoscenza, alla tecnica, che puoi stravolvere e rendere unica. Picasso ha fatto studi classici all'accademia di belle arti e solo attraverso la conoscenza profonda del corpo umano ha potuto dipingere le Mademoiselle d'Avignon, stravolgendone completamente i corpi. Britti potrà essere bravo, ma non sarà mai un Andres Segovia, Diango Reinhardt o BB King.

Britti è un blusmen,..quanti bluesman nella storia importante, conosco la musica? Eric Clapton, BB King, ecc, è un discorso comunque personale di Alex Britti

anche Pino Daniele non ha mai studiato musica...eppure è e rimarrà il grande Pino....ma dici bene: suonava 24 ore al giorno, ergo studiava, gli americani utilizzano il termine practice, praticare, che sia per Britti che per PIno Daniele andrebbe meglio rispetto al nostro termine studiare, la confusione secondo me è sull'etimologia del termine studiare

Come suona Alex Britti mi piace. Ma mi piace anche come suona Guthrie Govan... Temo che Britti non sappia neanche da dove si comincia a suonare un brano composto da Govan. Mentre il contrario si. Sarà mica perché uno ha studiato e l'altro no? Semplicemente, per esprimere se stesso, Alex Britti non ha avuto bisogno di affrontare uno studio della musica "canonico".

Non è un argomento facile, questo perché il cervello non è un sistema facile. Io faccio il ricercatore e non ho mai studiato nel modo in cui molti possono pensare, ho sempre trovato le soluzioni ad intuito e quando è servita una nozione per giungere al punto di arrivo questa l'ho recuperata, questa dinamica funziona per me, ma so che non funziona per colleghi o in generale persone che fanno un lavoro simile, altri hanno bisogno di sapere il più possibile per avventurarsi nell'ignoto, io praticamente mi lascio trasportare e quasi sempre arrivo in posti nuovi, inesplorati. Sia artisti che scienziati producono le loro cose "migliori" in giovane età, quando sanno meno, una volta scoperto cosa c'è oltre la siepe ti vien voglia di potarla

Secondo me chi ti ascolta sente l emotivita ,di chi va di tecnica e di chi va di pancia

Grande donna!!!

I grandissimi compositori non sarebbero MAI divenuti tale se non avessero studiato come soldati. Mozart su tutti. A 3 anni già conosceva il pentagramma.. E parliamo di Mozart. Non di pizza e fichi.

Cara amica, come affermava De Andrè chiedendogli un parere sulla grande Mina: il genio conosce ancor prima di sapere!

l'istinto senza la conoscenza e la curiosità non ti porta da nessuna parte, d'altronde nessuno nasce imparato.

Lui è un bluesman e per questo ha senso il suo ragionamento; troppa tecnica uguale meno anima. Quanto alla 'tempesta di m....' io non la vedo proprio. Non ha mai detto che studiare non serve a niente. Studiare è fare, soprattutto nel blues. Io la penso così, per lo meno.

Più studi e più perdi l’istinto…non è vero in nessuna disciplina, non solo nella musica

Ennesima polemica inutile e sterile da social. Britti, chei io adoro, non ha mica detto che studiare la musica in modo classico sia il male del mondo e causa delle peggiori calamità, ha solo detto che lui ha iniziato da autodidatta e visto lo stile che gli piaceva ha preferito proseguire in quel modo. Eric Clapton, John Lannon, Paul McCartney, Jimi Hendrix, Eddie van Halen, Hans Zimmer, sono solo alcuni dei tanti che non sanno leggere uno spartito musicale e non hanno avuto una percorso "classico" e mi sembra sia gente che ha fatto canzoni discretamente belle, quindi ben vengano questi "ribelli".

Studiare serve sempre. Però ci vuole un bravo maestro, altrimenti o è troppo duro o non ti spiega niente. E inoltre, in qualsiasi materia artistica il buon gusto è difficile insegnarlo, o c'è l'hai o non c'è l'hai. Poi che parlo a fare? Sono solo un vecchio metallaro 😂

probabimente il 90% dei chitarristi RnB non scrive e legge la musica

Ale ti ammiro e sei bravissima. Volevo dirti, senza presunzione, che si pronuncia "media" e non "midia" per indicare TV e social. È una parola latina. Anche "plus" si pronuncia come si legge ad esempio. Scusa la strafottenza ma siccome parli molto bene è come sentire una nota stonata per un musicista 😂

Allora Britti ha anche una discreta tecnica (anche se meno di quanto si creda, e' piuttosto sporco) quindi per ottenerla ha studiato, e lo ha fatto per ore ed ore ogni giorno della sua vita altrimenti non sarebbe diventato cosi' bravo. Se lo ha fatto senza leggere il pentagramma, quindi ad orecchio, ha semplicamente allungato i tempi necessari per imparare. La cosa dell'istinto poi e' una cretinata, il punto dello studio e' proprio di imparare talmente bene che le cose che studi diventano istintive, automatiche, in modo che tu non debba pensarci mentre suoni ed essere quindi istintivo

Non ha detto che non ha studiato, ma che non l’ha fatto nel modo canonico, cercando di apprendere da chi era del mestiere

Io comunque non condivido l'idea che studiare musica in modo canonico limiti la possibilità di suonare generi musicali che sono nati in modo non canonico, o limiti in qualche modo l'estro dell'artista

Non è vero nulla, Britti è un gran furbacchione, è stato anche insegnante di chitarra in una famosa accademia musicale. Lui conosce perfettamente la musica, vuole fare il fenomeno.........tutto fa spettacolo, anche le scemenze che dice. Non dategli credito.

Anche phil collins ad esempio è così, ha preso lezioni di solfeggio da ragazzo e poi si è messo ad imparare suonando sui dischi

Sono d'accordo con Alex per la maggior parte ma mi sa che si è espresso con termini sbagliati Lo abbiamo dovuto interpretare

Se un grande talento come mina(che morricone defini' un miracolo di voce,è de andre' disse di lei,che e' un genio in quanto sa prima di conoscere),avesse fatto la cantante lirica, avrebbe dovuto studiare il genere lirico.

i beatles non conoscevano il pentagramma ...e forse sono un po' conosciuti per qualche canzone..?

Lui non ha studiato la teoria, ma la pratica l'ha studiata eccome!

solo polemiche sterili ...lui ha detto la sua si puo' essere d'accordo o no ...con la giusta educazione e rispetto come hai fatto tu si puo' aprire un dialogo ...pero' offendere a prescindere non va bene...grande Ale e Alex 😀

In effetti lui non ha pubblicizzato il fatto di non andare a scuola di musica/canto... Lui dice che cosa ha fatto lui quindi boh basta dire che non sei d'accordo e tutta la shitstorm sarebbe stata risparmiata

Non ho capito il problema comunque. Piace il suo repertorio? Piacciono le sue canzoni? Sarà libero di suonare e fare come vuole?? Ha dato la sua opinione, lui è effettivamente portato x il blues e va bene così....

Commento non inerente al video... A chi piacerebbe un video commento/reaction su qualche performance di the voice kids?