📖 PABLITO, di Ibi Lepscky
Pablito era impetuoso, generoso, disordinato. Cambiava d'umore con facilità e aveva a volte improvvisi e terribili accessi di collera. Il suo carattere era pieno di contraddizioni, la mamma lo amava molto ma non lo capiva.
No, la mamma non capiva perché Pablito conservasse con cura foglie secche, conchiglie, sassi, noccioli di pesca, gambi di ciliegie, mentre tutti i giocattoli erano ammonticchiati in uno spaventoso disordine in attesa di venire distrutti.
Un giorno Pablito pianse e urlò perché una delle sue amate conchiglie, nel cadere, si era un poco rotta. "Ne hai delle altre esattamente uguali!", tentò inutilmente di consolarlo la mamma. La mamma non sapeva che Pablito aveva scoperto impercettibili differenze fra cose apparentemente simili. Una conchiglia è sempre diversa da un'altra conchiglia, così come una foglia è diversa da un'altra foglia. Sì, il piccolo Pablito aveva scoperto che la natura non ripete mai la stessa cosa. Ma non aveva voglia di dirlo. Era taciturno.
Così Pablito aveva pianto e urlato e poi si era sfogato prendendo a calci i suoi giocattoli. Ecco, anche questo la mamma non capiva. Perché Pablito voleva distruggere i giocattoli? Veramente Pablito non voleva distruggere niente, voleva solo trasformare la banale realtà di quei giocattoli in qualche altra cosa. Nell'immaginazione di Pablito le ruote del carretto erano due grandi occhi di gatto e il manubrio del triciclo era le corna di un toro. Ah, se fosse riuscito a staccarlo e metterlo sulla testa del suo cavallo di cartapesta! No, la mamma non capiva Pablito, nessuno lo capiva.
Anche la domestica un giorno protestò, perché Pablito con la salsa di pomodoro aveva fatto strani ghirigori sul muro della cucina e poi, come se non bastasse, con un pezzo di carbone aveva scarabocchiato l'immacolato lenzuolo da stiro del guardaroba.
Due giorni dopo, la mamma si accorse che Pablito aveva rovinato una parete del salotto graffiandola e incidendola con un chiodo. Fu necessario spostare un divano per nascondere tutto.
Parlare con il papà? No, il papà non voleva essere disturbato. Quando tornava a casa non voleva sentire storie di bambini e domestiche e dedicava tutte le sue ore libere alla pittura.
Per starsene un poco in pace, la mamma decise di mandare Pablito all'asilo, pensando che così sarebbe diventato più tranquillo. Ma un giorno, invece di disegnare graziosi fiorellini come la maestra avrebbe voluto, Pablito aveva dipinto furiosamente un grande sole blu in mezzo ad un cielo tutto rosso. "Pablito il sole non è blu!", aveva gridato inorridita la maestra di fronte a tutti gli altri bambini, che erano scoppiati a ridere. da quel giorno, Pablito non aveva più voluto andare all'asilo.
Poi, una domenica mattina, Pablito fece una cosa orribile: dipinse con il tuorlo d'uovo la sorellina per trasformarla in un buffo pagliaccio! Sì, le fece due grosse macchie rotonde e gialle sulle guance, due cerchi gialli intorno agli occhi, una macchia gialla sulla punta del naso e poi strisce di tuorlo d'uovo sui capelli e sul grazioso abitino. La sorellina scoppiò in un pianto disperato e anche la mamma non poté trattenere le lacrime.
Quando il papà video ciò che Pablito aveva combinato, disse alla mamma che lui e Pablito sarebbero andati a fare una passeggiata per capire perché il bambino si comportasse in quel modo. Il papà andò con Pablito in riva al mare, poi si sdraiò sulla sabbia e si addormentò, mentre Pablito correva a piedi nudi, fermandosi ogni tanto a raccogliere conchiglie.
Quando il papà si svegliò, notò sulla sabbia bagnata qualcosa che lo lasciò senza fiato: qualcuno, con un'unica stupenda linea sinuosa aveva disegnato un delfino. Poi arrivò un'onda che cancellò tutto. Mentre tornavano a casa, il papà non riusciva a togliersi dalla mente il ricordo di quel disegno stupendo. Aveva sognato? Chi aveva disegnato quel meraviglioso delfino?
A casa il papà volle vedere i segni che Pablito aveva fatto sul muro del salotto. Spostò il divano e restò sbalordito. Sembravano graffiti fatti da un uomo preistorico.
Allora il papà portò Pablito nel suo studio, mise una tela bianca sul cavalletto e invitò il bambino a dipingere. Per prima cosa Pablito dipinse il ritratto della sorellina. Poi dipinse alberi, paesaggi, cavalli, dipinse limoni, colombe, bicchieri, dipinse la luna. Il papà ne restò folgorato. Si accorse che Pablito aveva una straordinaria e incredibile attitudine per il disegno e la pittura. Con commozione e affetto, quel giorno il papà gli regalò tele, pennelli, colori, tavolozza, cavalletto, fogli, matite, carboncino e album e da quel giorno non dipinse più niente. Si accontentò di seguire con ammirazione e gioia i rapidi progressi del suo bambino.
Pablito divenne il più grande e geniale pittore dell'epoca moderna, della quale dipinse la realtà così come tutti la vedono, ma anche come può essere guardata attraverso altri punti di vista.
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15 фев 2022
