Saltare l'introduzione e passare direttamente alle foto: 1:18
Skip introduction and go directly to the pictures: 1:18
INTRODUZIONE
Lavenone - Il maglio del rame
La struttura muraria risale al 1736: su uno dei supporti in pietra del magio è incisa la data del 1779.
Ha cessato l’attività nel 1963.
Il complesso sorge sul torrente Abbioccolo, poco prima che questi si immetta nel Chiese.
L’acqua viene raccolta in un piccolo bacino, incanalata e convogliata sulle ruote motrici.
Il fabbricato comprende un ampio vano dove erano fissati i magli (ne rimangono in sito due), le altre attrezzature da lavoro, gli spazi per il deposito di carbone di legna e i vani per i forni fusori.
La fucina produceva paioli in rame che venivano poi bordati e provvisti di manico da calderai esterni.
Il ciclo di lavorazione iniziava con la fusione del massello di rame.
Questo veniva poi battuto e curvato sino a quando il rame raggiungeva un certo spessore, al di sotto del quale diventava troppo malleabile con pericoli di rottura.
Venivano allora accoppiati due paioli mettendoli uno nell’altro e lo spessore, raddopiandosi, consentiva di continuare la battitura. Le due superfici di contatto erano cosparse di creta per evitare che si attaccassero tra di loro.
Quando lo spessore ridiventava sottile, si appaiavano ai primi due altri paioli ed il numero degli esemplari lavorati contemporaneamente aumentava in progressione: 1/2/4/8/12/16/20/24.
Il paiolo posto all’interno aveva il diametro più piccolo, quello esterno il più grande.
Il peso di tutti i paioli in lavorazione raggiungeva i 4/5 quintali, ed occorrevano sei uomini per eseguire le operazioni di battitura e di riscaldo, man mano la massa si raffreddava.
La giornata di 11/12 ore consentiva una produzione di circa 12 pezzi al giorno, un quintale di prodotto finito.
Attualmente la fucina è adibita a deposito: nel canale si allevano le trote.
26 авг 2024
