A cosa serve leggere libri? 

I libri sono la cosa più preziosa che abbiamo a disposizione… chiunque dovrebbe leggere nella propria vita. Una persona che si dedica alla lettura, risulta molto più interessante

Complimenti, molto interessante e condivisibile. Sinapsi e neuroni vanno in paradiso con la pratica quotidiana della lettura attiva. Credo che questo sia un fatto incontrovertibile e poi che gioia accorgersi che il proprio lessico si arricchisce in maniera quasi spontanea senza necessariamente essere laureati.

Molto belli questi video brevi e densi: si va dritto al punto senza perdersi in chiacchiere

Bel video, interessante!!! Per amare la Grecia io consiglio a tutti il libro: Metafora, piccola odissea moderna verso Itaca. Reperibile on line... Buon viaggio!

La ringrazio per questo video, molto interessante ed illuminante

Professor Zocchi , da circa vent'anni mi interesso per passione di neuroscienze ( ho solo un diploma di biologia ) e non ho trovato ancora uno studio comparativo che vada a valutare e dirimere l interessante questione che lei pone, e che da anni mi sono chiesto anche io ; da tempo scrivo poesie e racconti per diletto ( anche per concorsi letterari ) e ho notato un fatto sorprendente : poiché con la lettura dei libri 📚 si assimila conoscenza attraverso una elaborazione dei contenut, una successiva memorizzazione da parte dell ippocampo e ancora il suo trasferimento per il lungo termine nella corteccia frontale con gli effetti ormai noti che ha spiegato lei ( mi sembra che questo porti nel tempo ad una " riserva cognitiva " ) ;questo processo avvenga anche per la scrittura, con la differenza di uno sforzo maggiore a livello sinaptico portando ad una attivazione e potenziamento di aree che prima non erano utilizzate , infatti ho notato un aumento dell attività che si sta esercitando in quel momento, come se la scrittura imprimesse meglio i contenuti e sviluppando l area del cervello deputata a quella funzione . Certo servirebbe un lavoro in tal senso, e non ci resta che aspettare 😋🤗

Ottimo, preciso e conciso. Il quesito posto, sullo scrivere rispetto al leggere, è di certo interessante. Ma credo sia difficile da sottoporre a verifica sperimentale per tutte le potenziali variabili confondenti che entrerebbero in gioco nel confrontare “lettori” verso “scrittori”. Per esempio, scrivere comporta molta lettura. Diciamo che è plausibile che scrivere sia quanto meno altrettanto utile che leggere. Ma non abbiamo prove. In ogni caso… complimenti a Zocchi.

Indubbiamente Umberto Eco, alla veneranda età parlava, disquisiva, argomentava, in modo fluido, preciso e creativo. Questo perché leggeva di tutto, dall'articolo al saggio, ma anche perché scriveva scriveva molto. Quotidianamente.

Oltretutto attraverso la lettura ma anche con altre abitudini si possono creare intorno ai 1400 neuroni nuovi al giorno, un po' di più o po' di meno, dipendendo da cosa si fa, creando nuove sinapsi.... l'apprendimento di cose nuove aiuta la plasticità del cervello e la freschezza di esso ... 💪💪💪

Grazie. La lettura è anche secondo me importante, ma purtroppo troppi non leggono.

Davvero molto interessante

"varie attività mentali" e anche fisiche, aggiungerei🎉

Sarebbe interessante se avessi descritto come è stato il test, se è un test con parole e formazione di frase per esempio, è po ovvio che i lettori avrebbero un meglio resultato.

Grazie

Prima volta che mi imbatto nel suo canale ,penso causa algoritmi di interesse se così si può chiamare. Domanda : ad oggi , non pensa che a scrivere siano in troppi ? Come a fare qualunque cosa d'altronde. Un cordiale saluto. P.s. devo riprendere a leggere!

Non ho mai conoscuto in prima persona un scriitore, resta comunque uno dei miei sogni, credo che scrivere serve comunque conoscere ,esempio Oriana Falaci, Tiziano Terzani ,hanno scritto esperienze visute, in narrativa altre tanto sviluppare argomenti serve conoscenza ,gli detagli di un luogo ,un giardino etc sono frutto di conoscenza ,anche gli sentimenti sono pesonale ho di chi conosciamo ,oviamente legere amplia le visioni e arichiscono il linguaggio ,amo legere ma altre tanto mi piace scrivere ,e mi stupisco di come la nostra mente possa stupirci ,avrei voluto proprio essere una brava scriitrice ,forse non mi sono considerata abbastanza , seguo i vari premi per la letteratura e trovo sempre stupefacente ciò che la mente umana e capace . di tutte le forme d'arte la letteratura per me resterà la migliore .

Buonasera Professore, ho letto tempo fa un bellissimo libro del professor Mortimer Adler, il cui titolo è "Come leggere un libro" (How to read a book). Credo che la teoria del rafforzamento della memoria legata alla lettura dei libri sia condivisibile solo a condizione che quest'ultima sia "attiva", ossia di tipo analitica e, persino, sintopica. Cosa ne pensa?

potrebbe dedicare un video alla lettura della sconosciutissima e meravigliosissima orazione ''Agl'Italiani'' del valorosissimo supereroe Giacomo Leopardi? È un inno all'Italia, alla Pace e all'Amore! È la più deflagrante bomba d'Amore dell'intera Letteratura Italiana ed europea. Nessun italiano la conosce. Nonostante sia la più armoniosa, la più eloquente e la più sublime orazione mai scritta. ”Non lo dissimuliamo. La nostra nazione riunita tutta sotto un sol capo sarebbe formidabile ai suoi nemici; un popolo, come il nostro generoso e nobile, colle immense risorse somministrate dal suo territorio e dalle sue facoltà intellettuali, potrebbe concepire dei vasti disegni ed ottenere dei grandi successi. Egli fu un tempo signore dell’universo, potrebbe ora gettar dell’ombra su tutte le nazioni. Ma l’Italia sarebbe perciò felice? Per asserirlo, converrebbe supporre che la felicità della nazione consista nella forza delle armi, nell’esser terribile allo straniero, nel poter con vantaggio cominciare una guerra e continuarla senza cedere, nel possedere tutto ciò che fa d’uopo per esser temuta e che è necessario per non temere, nell’abbondanza dei mezzi per sostenere la gloria dei propri eserciti e la fortuna delle proprie armi. Ma se la vera felicità dei popoli è riposta nella pace necessaria alle arti utili, alle lettere, alle scienze, nella prosperità del commercio e dell’agricoltura, fonti della ricchezza delle nazioni, nell’amministrazione paterna di Sovrani amati e legittimi; possiam dirlo con verità, non v’ha popolo più felice dell’italiano. Provveduto con liberalità dalla natura di tutto ciò che fa d’uopo ad alimentare il commercio, abitatore di un terreno che rende con usura all’agricoltore ciò che gli venne affidato, ricco dei doni della mente e di spiriti grandi in ogni genere, condotto ad un grado di civilizzazione che niun popolo oltrepassò giammai, che può egli desiderare per condizione e compimento della sua felicità? La pace. Questo bene, oggetto dei voti di tutte le nazioni, è necessario per l’Italia, che solo su di esso può fondare le speranze di un prospero stato. Non si fa la guerra che per ottenere la pace. […] Divisa in piccoli regni, l’Italia offre lo spettacolo vario e lusinghiero di numerose capitali animate da corti floride e brillanti, che rendono il nostro suolo sì bello agli occhi dello straniero. Questa specie di grandezza può consolarci di quella che noi perdemmo. Sì, noi fummo grandi una volta: noi rigettammo quei Galli, che il tempo ha resi più forti, fuori delle nostre terre, noi li cacciammo alle loro tane, noi li soggiogammo, noi li facemmo nostri schiavi. Dalle colonne d’Ercole sino al Caucaso noi stendemmo la gloria del nostro nome e il terrore delle nostre armi. Tutto si sottomise al nostro impero, tutto cedé al nostro valore, e noi fummo i signori del mondo. Fummo per questo felici? Le discordie civili, le guerre, le vittorie stesse non ci lasciavano un’ora di quella pace che tutto il mondo sospira. Il tempio di Giano sempre aperto vomitava disordini e sventure. Padroni dell’universo, noi non lo eravamo di noi stessi. Ci convenne conquistare la sede delle scienze per apprendere a regolare le nostre passioni. Terribili a tutto il mondo, noi eravamo, ciò che ora è la Francia, l’oggetto della esecrazione di tutti i popoli. […] Ci basti. Ebbimo ancor noi il nome di tiranni, fummo ancor noi tinti di sangue. La nostra grandezza, la nostra felicità deve dunque consistere in fare degli infelici? Italiani! Rinunziamo al brillante ed appigliamoci al solido. Quando ci si propone un potere pernicioso o una pace di cui tutto ci garantisce la durata, rigettiamo l’uno ed eleggiamo l’altra: quello ci darebbe dei nomi e questa ci dà delle cose; quello una gloria fantastica e questa dei reali vantaggi. Una nazione non deve esitare nella scelta della sua vera felicità. Noi abbiamo a sperare un riposo veramente durevole. Se qualcuno volesse turbarlo, noi saremmo difesi da tutta l’Europa. […] L’Italia sarà dunque la più felice di tutte le nazioni, e il mantenerla in questo stato sarà dell’interesse di tutta l’Europa. Essa non avrà a temere che la nemica dell’universo, la Francia. È tempo, italiani, di risvegliare il vostro entusiasmo.” ''Agl’Italiani, Orazione in occasione della liberazione del Piceno'', 1815. Se la leggerà compirà un'azione splenda! eroica! che nessuno ha avuto né il coraggio né la perspicacia di compiere! La può trovare completa su Wikisource o in ''Tutte le poesie e tutte le prose'' (Newton Compton Editori).

Professor zocchi, oltre ai contenuti interessanti ha anche una voce rilassante

Serva ad allontanarti dalla realtà 😂😂😂❤

Serve a incappare in una opera d'arte del generale o prima ancora del caporaletto😅

A niente

Ma come si fa a paragonare la lettura alla scrittura? Già soli la questione posta è quantomeno fuorviante..