Hor che Apollo è à Theti in seno E il mio sol stà in grembo al sonno Hor ch'à lui pensand'io peno Ne posar gl'occhi miei ponno. A questo albergo per sfogar il duolo Vengo piangente innamorato e solo. Sì, sì, Filli, questo core Che per Amor si more, A' te vien supplicante De tuoi bei lumi amante. Mira al piè tante catene Lucidissima mia stella E se duolti ch'io stia in pene Sì men cruda ò pur men bella. Se men cruda pietade havrò Del mio servir saprò che m'ami E se men bella io frangerò I legami. Vedi al core quante spine tu mi dai vermiglia rosa, E se sdegni mie rovine Sì men fiera ò men vezzosa. Mà isfogatevi, Sprigionatevi, Miei sospir, S'io già comprendo Che di me ride Filli, Anco dormendo. Ride de miei lamenti certo, questa crudele E sprezza i prieghi miei le mie querele. Deggio perciò partir senza conforto Se vivo non mi vuoi, mi vedrai morto. Mentre altrove il piè s'invia, Io ti lascio in dolce oblio. Parto, Filli, parto anima mia, Questo sia l'ultimo à Dio.