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Chiesa rupestre di S. Nicolò Inferiore - Modica (RG) 

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Scoperta nel 1987 dallo studioso modicano Duccio Belgiorno in una grotta adibita a locale di sgombero e acquisita nel 1992 dal Centro Studi sulla Contea di Modica, la Chiesetta rupestre di S. Nicolò Inferiore è considerata la più antica chiesa di Modica.
Composta da un unico ambiente di circa 45 mq. sfoggia un’abside completamente rivestita di icone in stile bizantino, dove in posizione centrale troneggia il Cristo Pantocratore racchiuso in una grande mandorla e contornato da angeli.
Lavori di scavo hanno inoltre portato alla luce, a livello del pavimento, una serie di tombe terragne, ancora in gran parte inesplorate. La chiesetta rupestre rappresenta l’esempio più eloquente e meglio conservato di un’architettura rupestre di origine bizantina che ha lasciato tracce importanti non solo nell’area iblea ma, più diffusamente, in tutta l’isola.
La chiesa di San Nicolò Inferiore, (via Grimaldi 89, ex via Mercato), è stata scavata nel tenero banco calcareo in prossimità dell’alveo di un torrente. Era al servizio di un quartiere di Modica che si era sviluppato all’esterno del circuito delle mura della città ( attuale centro storico della parte bassa della città), in direzione delle vie di comunicazione che la collegavano verso la costa.
L’articolazione planivolumetrica
L’ingrottamento della chiesa, a causa dei crolli, risulta amputato nella parte anteriore sicché non è possibile precisare l’originaria profondità dell’invaso. La chiesa è mononave (la lunghezza totale residua è pari a m 9 circa), conclusa a NE da un ampio emiciclo absidale, largo m 6,60 e profondo m 3,80, lungo il quale gira il sedile perimetrale (synthronon) con cattedra al centro. Un arco trionfale a sesto ribassato separa l’aula dal santuario; tale distinzione è marcata da un dislivello superato per mezzo di due gradini. Esso, molto probabilmente, era accompagnato in origine da due bassi plutei, oggi scomparsi, che formavano un varco centrale. La recinzione del santuario nella sua parte superiore poteva essere completata con un sistema di infrastrutture in legno oppure con un velario, steso ad occultare alla vista dei fedeli l’azione liturgica e trattenuto dagli anelli scavati nella ghiera dell’arco. La presenza dell’iconostasi ci conferma un tipo di chiesa di culto orientale. Probabilmente si tratta della chiesa parrocchiale del quartiere grecofono -altomedievale di Modica da attribuire alla presenza di un piccolo nucleo di origine greca che compartecipò al processo di cristianizzazione dell’abitato e del territorio dopo la conquista normanna e dopo la rifondazione nel 1093 della diocesi di Siracusa. A questa prima fase dovette, certamente, seguire un continuo uso dell’ambiente, fino al XIV-XV secolo, com’è testimoniato dal ciclo pittorico più recente dell’abside che appare abbastanza unitario nell’impianto e nella realizzazione. Nel 1577, per deficienza di rendite la chiesetta di San Nicolò Inferiore fu aggregata alla parrocchia di San Pietro. Durante la fase ancora successiva, dopo il terremoto del 1693, si rinunciò a mantenere questa parte scavata nella roccia, e si preferì costruire, piuttosto, una nuova ma più piccola chiesa in muratura conosciuta come San Nicolella, che è attualmente il corpo murario , oggi adibito a locale di servizio che oblitera l’escavazione rupestre.

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6 окт 2024

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