Darsi un prezzo è difficile, ma dal tuo video ho la sensazione che tu ( giustamente) punti in alto. Il problema è che a volte abbiamo paura a chiedere troppo se no semplicemente non arrivano clienti!
Per mia esperienza il prezzo giusto non esiste ma è un continuo "adjustment" che dipende da innumerevoli fattori , domanda del mercato , aspettative del cliente , proposte dei concorrenti , feedback da parte dei clienti , azione commerciale etc..... .Diciamo che è funzione della maturità raggiunta dall'azienda. Penso non esista una formula certa e nemmeno un metodo certo . Non apro qui il discorso del markup vs margin ma anche questo è un punto fondamentale e strategico che può fare la differenza. Cosi come è fondamentale la rilevazione del margine di contribuzione che ogni prodotto apporta e da li l'azione sul prezzo finale. Detto questo il video del maestro Monty è utile per riflettere sopra un aspetto che è cruciale per la sopravvivenza di qualsiasi azienda. Bel video
Mi viene in mente una regola dei samurai che è applicabile ovunque: " il Samurai non deve fare questi 4 errori: Sottovalutare l'avversario, sopravvalutare l'avversario. Sottovalutare se stesso, sopravvalutare se stesso "
studiare è la strada migliore ma più lunga perchè spesso molte cose si " raggiungono " anni dopo, sembra assurdo, ma del resto leggere, studiare, è un mezzo... ciao :)
Ho ascoltato il tuo discorso , veramente giusto.. Mi occupo di agricoltura , gestione ,lavorazioni in conto terzi ,mi sono trovato a fare il prezzo di una lavorazione e alla fine ho preso l appalto ma sulla proposta del prezzo mi sono accorto di essere stato un po basso ,in effetti potevo chiedere qualcosa in più, la fatica era la medesima ma sicuramente le soddisfazioni erano altre ,sbagliando si impara ,grazie comunque! Seguo qualche tuo video e li trovo molto interessanti ,buon lavoro
Tutto dipende se vuoi basare la tua strategia di vendita sui prezzi bassi e fare concorrenza alle altre aziende battendole su quello, oppure basare la tua strategia sulla differenziazione del prodotto, ovvero mantenere dei prezzi anche alti per gli standard, ma giustificarli con delle qualità che gli altri concorrenti non hanno.
Stavo per dire la stessa cosa che hai detto alla fine :) Right on Marco! Sto lavorando su un video su come definire i prezzi delle proprie prestazioni di design, e questo video mi da degli ottimi spunti!
A mio avviso questo è il video più funzionale e pedagogico che abbia mai prodotto il monty! Notate il punto "vendere il proprio prodotto a 100 o 1000 richiede lo stesso sforzo". Video collegato con quello delle noccioline e delle scimmiette!
Una volta ero restio a spendere 5 euro per un antifurto da installare sul mio telefono (prezzo annuo). Ho riflettuto molto su questa cosa, anche oggi ho visto un commento di una persona che trovava "una cifra assurda" spendere 6 euro per un App gestionale per realizzare mappe mentali. 6 euro (o 5 nel mio caso) ci sembrano troppi, eppure quell'app può risolverci moltissimi problemi. Magari spendiamo 5 euro per un aperitivo, o per un po' di pane e pizza dal panettiere, o per fare colazione (1 caffé , 1 brioches e un succo) ecc. Però la stessa cifra per un app è eccessiva. Queste dinamiche sono molto interessanti. Nel mio lavoro invece quando ho alzato il prezzo i clienti hanno iniziato a darmi più valore e a rispettarmi. Per la mia tariffa oraria non storcono il naso se mi fermo durante il lavoro, o se faccio con calma. Al contrario, una persona che conosco che fa il medesimo lavoro e prende molto meno (il 40% in meno) per ogni ora di lavoro, subisce continuamente le pressioni e i lamenti dei clienti, a ogni minimo rallentamento, ogni volta che devono pagare e quant'altro. Sono i clienti il problema? Non credo, ognuno pesca nel mucchio. Secondo me un prezzo indica intanto l'autostima di chi offre il servizio e questa "sicurezza" è percepita dal cliente che quindi è più rispettoso. Secondo un prezzo maggiore trasmette un senso di fiducia e serietà e questo spesso tranquillizza. Un esempio: quando un idraulico monta una linea per la nuova stufa, 1 giorno di lavoro, e ti prende 1000 euro più iva (certo c'è il costo delle attrezzature ecc), e quando una badante che ti cura, nutre e pulisce il nonno ne prende tanti uguali al mese. Generalmente direi che in ogni settore diamo più valore la dove il lavoro richiede più competenze e non necessariamente più fatica o più lavoro. E questo è un buon punto di partenza: se voglio un lavoro dove guadagno di più non devo fare un lavoro più faticoso, anzi, devo fare un lavoro che richiede più competenze.
Penso che la tua, o meglio, le tue riflessioni siano corrette, ma applicabili ad un target preciso di mercato. Ignorare la concorrenza o la sensibilità al prezzo di mercato può essere (a mio parere) un errore enorme. Sicuramente esistono aziende o professionisti che possono permettersi quasi il prezzo che vogliono (una su tutte Apple), ma si tratta di una fascia microscopica di mercato; andiamo a dire ad un venditore su amazon che se vende un iPhone al doppio della concorrenza otterrà più ricavi: dubito che sia d'accordo. Il prezzo crea più cura da parte del cliente verso l'oggetto comprato, questo è vero, ma è altrettanto vero che il prezzo crea un'aspettativa molto forte da parte del cliente che pretenderà molto in termini di prestazioni e di risultato. Pensiamo ad esempio ad un'hotel che riesce a vendersi molto bene dando al potenziale ospite l'idea di vivere una favola ad un prezzo enorme; questo andrà a creare una grossa aspettativa (un po' come il tuo mazzo di fiori) che se non sarà rispettata si trasformerà in una marea di recensioni negative che commercialmente lo distruggeranno. Non siamo negli anni 80/90 dove basta saperla raccontare per vendere, ma siamo nel periodo in cui il mercato è guidato dal feedback. Più alzo il prezzo e più alzo l'aspettativa e più rischio di mettermi nei casini. Dire che il cliente ha le stesse pretese sia che paghi poco o che paghi molto è vero in parte: quando O'Leary si trovò davanti un cliente arrabbiatissimo con lui perché l'aereo della Ryanair era stato cancellato (o aveva subito un ritardo - non ricordo-) lui con molta tranquillità chiese al cliente quante volte andasse a trovare suo figlio prima dell'avvento della sua compagnia area low cost e quante volte andava ora: davanti al ragionamento abbracciò l'AD e andò via contento. Ignorare questi ragionamenti nello stabilire il prezzo, piazzano una persona agli estremi di una gaussiana ai cui limiti si trovano folli e geni.
I clienti disposti a pagarti tanto per il tuo servizio sono quelli più determinati ad utilizzarlo e trarne un beneficio. Sono anche quelli che ti danno più soddisfazione perché raggiungono più velocemente e con determinazione l’obiettivo.
Marco complimenti come sempre per i tuoi contenuti. Sei una bomba. Ora che ho appagato il tuo ego posso permettermi una critica: usa meglio la camera. Hai il fuoco automatico vero? Bene, toglilo e metti in manuale. Così non ti succede quello che vedo al minuto 3:40
Concordo su tutto a parte "sul prezzo che non fa il mercato"...se sei un 'price taker' in una 'concorrenza perfetta' non puoi decidere piú di tanto il prezzo e dunque sei "schiavo" delle regole del mercato al quale stai entrando..conoscere i tuoi competitors, direbbe Porter, é cruciale per il successo del tuo business...init? 😉
Molte cose vere ma... spesso il prezzo lo decide il mercato. Pensa all’oligopolio che c’è nella distribuzione di servizi come le camere di hotel: quando si ha un determinato rating sui vari intermediari online, il prezzo è ancorato al prezzo dei competitor che hanno pari qualità percepita.
Grande canale! Una frase che mi é rimasta impressa di Deborah Meaden (dal Dragon's Den) é "people don't want better, they want cheaper"...se guardi al mercato con gli hard discount, la concorrenza, aliexpress ecc, a meno di essere uno status symbol (louis vuitton, iphone, ferrari, ...) e hai la tua nicchia del lusso, il prezzo fa molto. Probabilmente il mazzo da 10'000 avrebbe funzionato se giocato diversamente, oppure eri una chiavica e nemmeno uno da 1 milione del vecchio conio avrebbe fatto il miracolo...
Addirittura esistono i "beni di Giffen" per i quali al diminuire del prezzo diminuiscono le vendite e viceversa. Quindi in quei casi conviene alzare il prezzo. Se l'Iphone costasse 200€ forse non sarebbe così richiesto né così considerato come telefono superiore.
Tutto giusto ma.. su una cosa non concordo, alla fine è sempre il mercato che fa il prezzo, e le soglie di prezzo! Un esempio concreto: produco e vendo un articolo che costa circa 2000€ (nel 2016-2017) a 1990€ i clienti lo comprano, a causa di vari aumenti sulle componenti (circa il 25-30%) a febbraio aumento il prezzo a 2290€ e le vendite si bloccano, per verificare la mia teoria della soglia di prezzo a inizio Giugno sconto (a malincuore) il prodotto solo on line a 1995€ le vendite ripartono e l'unico canale che vende è quello con prezzo inferiore a 2000€. Ne deduco che non sempre possiamo fare il prezzo che vorremmo e che alla fine è proprio il mercato a far il prezzo.
L'argomento é sicuramente importante, anche per il contesto di pmi che abbiamo in Italia, però avrei un po' paura a suggerire di non basarsi affatto sulla concorrenza e fissare il prezzo solo in base al proprio prodotto/servizio. Ci sono gruppi Toyota e PSA che fanno strategie di pricing su determinati modelli esclusivamente in base ai prezzi dei concorrenti (volkswagen) per diversi segmenti della gamma. Un fisioterapista farebbe bene a fare un'analisi di mercato per capire su quale tipo di cliente vuole focalizzarsi in base alla proprio preparazione e successivamente posizionarsi in un'area geografica sguarnita di tali specialisti, a quel punto un pricing anche premium sarebbe sostenuto da basi solide. L'esempio del gelato in spiaggia é quello che chiamiamo la "bolla di domanda" ed il concetto che sta dietro é in generale lo sfruttamento della mobilitness to pay del consumatore abbinata a particolari contesti. Vedi l'ombrello venduto in metro quando piove, concetto praticato da secoli. I prezzi variabili sono anch'essi uno strumento molto interessante ma allo stesso tempo rischioso, se il cliente percepisse di aver pagato un prezzo superiore alla media (in transazioni non private) sarebbe portato a fare pubblicità negativa e diventerebbe un non cliente. Un esempio lo sono stati agli albori di Amazon dei DVD venduti a prezzi molto differenti. É bene discriminare ma per beni a disponibilità limitata o edizioni speciali o limitate temporalmente, si rischia altrimenti di far percepire come non equa la transazione e perdere clienti.
la stessa lattina di cocacola venduta al market a 50 centesimi, costa 7 euro in piazza san marco a venezia. nessuno vieta di comprarla al market e bersela in poazza.
federico bisi, è semplice: pur di prendere il monopolio un venditore (A) vende sottocosto, ci rimette ma prevede che i suoi competitors crolleranno prina di lui, quando tutti sono crollati perché non vendevano e se vendevano adeguavano il prezzo a quelli di A quindi non guadagnavano, A resta senza competitors e fa il prezzo che vuole.
Ciao Marco sto per mettere sul mercato un prodotto, un oggetto semplice ma ti assicuro che c'è dietro un gran lavoro sia intellettuale che manuale, dove impiego sia la tecnologia sia l'artigianato, pensato, progettato, realizzato completamente in Italia... la difficoltà più grossa, non ci crederai è proprio la definizione del prezzo.. Inoltre è il primo prodotto di azienda ( che sono io e basta 😅) in un mercato che è quello dell'illuminazione decorativa dove ci sono dei colossi, la buona notizia è che sono tutti Italiani, tipo Artemide, Flos, Foscarini etc etc , leader mondiali, visti benissimo all'estero, ma inserirmi lo trovo davvero complicato!!! Un tuo consiglio sarebbe "illuminante" 😉😅😅😅
Un unico appunto, il prezzo lo fa il mercato in caso di concorrenza perfetta e prodotti perfettamente identici, sia nella sostanza ma soprattutto per come sono percepiti (oltre che considerare i prezzi dei beni alternativi).
Bel video ma, te lo dico anche se probabilmente lo fai apposta, dovresti evitare di dare titoli che iniziano per "come" se il video è di riflessione...sei un grande storyteller e hai una gran bella voce che è un piacere ascoltarti, funziona anche se lo intitoli "perche decidere un prezzo non sempre è immediato" oppure "sai davvero come scegliere il prezzo per il tuo prodotto?"
Dipende la tipologia del prodotto, se il mercato è saturo di quel prodotto o servizio non puoi posizionati sul mercato con un prezzo con una marginalità troppo elevata, tranne se è un prodotto e servizio di nicchia e riesci a fornire quel surplus rispetto alla concorrenza. Dipende appunto dal contesto, dal momento e dalla tipologia di mercato. C'è ormai la tendenza, sbagliata di vendere tutto al ribasso e ormai il cliente è abituato a vedere i prodotti con il loro prezzo di offerta, senza considerarla un offerta vera e propria. Comunque riesci sempre a coinvolgere il tuoi pubblico se un grande comunicatore. Top Monty
Mi rifarei alle teorie di Marx nel Capitale: il valore della merce è dato dal lavoro degli operai, dai mezzi utilizzati per produrre e dalla qualità del materiale. Non ho studiato economia, ma non penso che il plusvalore (lavoro dell'operaio) sia ancora così alto.
Non so se vi interessa, ma e una cosa curiosa, una volta avevo degli scarponcini sul marketplace di fb, volevo farci 5€ , sta di fatto che li metto a 50€, mi contatta un cliente e succede una cosa pazzesca, ci incontriamo e va a darmi il 50onee, io ho abbassato a 25€. Conclusione? Io Avevo 20€ in più di ciò che mi aspettavo, lui ne ha risparmiato 25€. Vantaggi? E ancora un cliente. Ps: sei grande marco
L'ultima frase apre un mondo "se la gente non compra e' perche' non ci vede valore". Giusto, chi compra compra sempre (o quasi), un'illusione, ecco perche' la pubblicita' e' ingannevole. Per favore Monty, puoi fare un video sulle leve psicologiche che gli spot vanno ad azionare? Baci, Pirupiru
Il prezzo dipende dal sistema politico e cioe capitalista (costo industriale), pianificato (costo politico) misto (Cina) A parte abbiamo l economia dove non eaiste il mercato tipo acqua nel deserto o economia del dono.