Questo video si focalizza sulla reaction di Dario, se vuoi ascoltare il discorso di Igort e Servillo nella sua interezza guarda qui: ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-ajDP-4TR7SY.html Segui Igort su RU-vid (fa tanti contenuti interessanti sul fumetto): youtube.com/@lezionidifumetto Acquista Lore: Flashback scontato (solo per te): federicstore.it/categoria/lore/box-e-bustine-lore/
Sembrerà strano, ma il motivo per cui seguo Dario non è tanto per i contenuti informativi o divertenti, ma è proprio perché ha sempre avuto una passione e l'ha sviluppata per tutta la vita. Vedere qualcuno che realizza piano piano i suoi sogni e le sue aspirazioni, dando una direzione ben precisa alla sua vita, è questo che mi ha sempre affascinato. A volte ho creduto di aver finalmente trovato anche io questa aspirazione di vita, che arde dentro, salvo poi rendermi conto che era solo un fuocherello passeggero. Purtroppo credo che non a tutti è dato questo bel dono, e molti vagabondano nella vita senza un vero perché.
Mi ritrovo molto con quello che hai scritto. Io per esempio ho creduto per molto tempo di diventare un fumettista, salvo poi ricredermi e capire che non ero così appassionato in realtà
0:00 - Intro 0:17 - Igort 1:10 - La definizione "libro a fumetti" 4:59 - Fumetti 7:09 - Tuono Pettinato 7:41 - Le opere preferite di Toni Servillo 15:55 - Taniguchi 17:38 - Quando torna Dario su RU-vid? 18:47 - Ancora Taniguchi 20:03 - Dragon Ball 21:55 - Siate curiosi 23:52 - Igort e Taniguchi 25:33 - Aneddoto su Mattotti e le interviste brutte 27:33 - La domanda da fare a Miyazaki 30:34 - Akira 31:41 - Il nuovo progetto di Igort e Sevillo 32:25 - Ghezzi parla di Akira 34:19 - Curiosi aneddoti sulle interviste di Dario 38:14 - L'incontro con Inio Asano 40:38 - Junji Ito e Go Nagai 41:29 - Fine
Partendo dal presupposto che conosca Dario da solo qualche annetto ed ho iniziato a guardare suoi video abitualmente quest'anno, l'intervista a Gipi in ogni suo aspetto è una delle più belle che abbia mai visto, mi ricordo che c'era Di Biagio alla regia e sono stati tutti incredibili, immensi.
Mi permetto di contraddire Dario circa al segno che cancella il segno: il disegno è un "segno" per indicare la realtà, un "rimandare a" fantastico, appunto. Allo stesso modo il cinema è "segno" del reale, immagini rimontate grazie al montaggio per dare un "senso di realtà", il senso di credulità. Sia disegno che cinema sono dunque "segni". Il film d'animazione è, quindi, "segno di segno": paperino non rimanda ad un papero reale, ma ad un'immagine di papero-umano che a sua volta rimanda alla realtà. Akira supera l'essere segno di segno: non rimanda alla realtà, fa mondo a sé stesso, e per questo è essenziale. Akira non vuole rimandare ad un mondo reale esterno, né significare oggetti del mondo reale: proprio per questo assume una carica di "realtà" che l'animazione precedente non ha, essendo "derivativa" dal cinema, che è "derivativo" perché, basandosi sulle immagini, rimanda sempre a qualcos'altro. Sostanzialmente Akira non rimandando quasi a nient'altro che a sé stesso, rende l'animazione solidissima e credibilissima, e per questo è così impattante e, paradossalmente, ci parla molto più profondamente che Biancaneve e i sette nani. Credo che Ghezzi si riferisse a questo, conoscendo il suo approccio filosofico al medium cinematografico.
Credo finalmente, dopo molto tempo, di avere capito cosa volesse dire ghezzi con quella definizione, ma nonostante tutto non mi torna una cosa. Come si fa a sostenere che gli oggetti di Akira non rimandino a quelli reali, allora i grattacieli, le motociclette, le armi ecc non rimandano alle loro controparti reali? Non so, per quanto possa essere una descrizione affascinante credo che Ghezzi volesse costruire un po' uno dei suoi tipici commenti astrusi per nobilitarlo (come faceva spesso quando parlava di cinema). Nonostante questo, il suo resta uno dei commenti più originali e interessanti di Akira che si possano trovare.
@@Darkshine1 provo a spiegarmi meglio, perché come al solito Ghezzi ingarbuglia tutto. Il segno è qualcosa che significa qualcos'altro. L'immagine cinematografica ha questo rimando alla cosa significata MOLTO FORTE perché è presa dal mondo reale. Il cinema d'animazione disneyano di solito, nelle forme e nelle movenze anche, fa "caricatura" dell'immagine. Tipo il battello steamboat Willie sembra un battello e te lo ricorda, come nel cinema normale, ma è in due d e fa delle cose che un battello non fa. Proprio perché fa delle cose che un battello non fa, tipo il comignolo che si piega quando sbuffa, tu DEVI avere in mente un battello normale per capire a cosa si riferisce, e non solo: anche l'immagine di un battello. Ora, certamente i grattacieli di Otomo rimandano al grattacielo reale, ma tolgono questa doppia significazione che il cinema di animazione aveva fatto fino ad allora, ritornando a quello che fa il cinema base, cioè un primo livello di significazione, cioè un rimando diretto alla cosa significata. Soltanto che mentre il cinema con cinepresa prende immagini dal mondo reale, dalle cose direttamente, l'animazione no. Per questo Ghezzi dice che è PIÙ ASTRATTO, e potenzialmente più libero perché non vincolato all'oggetto reale, o meglio, vincolato in modo più labile e sottile, più libero. Quindi Akira è un segno, ma che ha cancellato i segni precedenti (l'animazione come doppia significazione caricaturale etc.) E che setta un nuovo standard. Potenzialmente è più "reale" della realtà, perché è più labile il collegamento con la cosa significata. Anche per questo i film di animazione sono difficili da gestire, perché potenzialmente puoi fare credere tutto allo spettatore, ma è una materia difficile e fare cazzate è facilissimo. Concordo comunque sul fatto che sarebbe potuto essere stato spiegato da Ghezzi in modo più semplice, come altre volte, però così te ce devi sforza, è pedagogico ahahah
@@DarioMocciaChannel solo amore per Enricone, mi ha consigliato tantissimi film e ci ha sempre azzeccato. Fuori Orario una delle trasmissioni più potenti della storia italiana.
Secondo questa logica si capisce perché i remake live action dei classici disney sono così inutili. Essi diventano segno di segno di segno, in quanto il live action rimanda a un cartone il quale rimanda a un'idea di qualcosa di reale mescolato all'immaginario che solo alla fine rimanda al reale. Hanno un legame tanto labile con la realtà che diventa molto difficile trarre qualcosa da questi prodotti.
22:02 dario ha ragionissima ricordiamo però che servillo ha allenato la sua sensibilità in altro modo, per questo gli riesce facile impressionarsi nel giro tre tavole da grande amante del fumetto mi domando se però non ci sia un mercato fin troppo capillare intorno a roba che magari una volta tanto potremmo lasciare sullo scaffale in barba al collezionismo per concentrarci su cose veramente belle e non sono snob: la stessa cosa avviene nell’editoria del libro: mille titoli l’anno da poche copie e mille amici di amici che recensiscono entusiasti chi ha letto poi? bho nessuno
davvero assurdo per chi come me lo segue da twitch in tempi recenti, non sapere tutta la roba anche molto importante che Dario ha fatto in passato. senza essere fanboy, Dario è veramente completo sotto parecchi punti di vista
Super Dario Moccia, noi che ti seguivamo fin dalla tua stanzetta piena di Pokemon, aspettiamo solo a te, ritorna, ritorna, e allevia la nostra sofferenza per l'assenza di cotanta cultura nerd e non.......
Il problema del fumetto nasce dal nome. Ricorda un procedimento culinario che ha a che fare con la cottura dei cibi. Non ha dignità estetica quel termine. Secondo me il primo scoglio per conferirgli la nobiltà che merita nasce da quello. Se avesse avuto un nome dal peso di cinema o teatro, non saremmo ancora a discuterne fenomenologicamente come siamo costretti a fare oggi.
Ehilà Sgran :D Ottimo freebotata, come sempre 🎉 Solo, a 22:54, Dario fa un discorso che ritengo non molto approfondito : non riesci a dire se un prodotto è buono o cattivo perché hai allenato il "muscolo del gusto" 😂. Già solo il discorso di polarizzare così la sua tesi, in prodotti "buoni" e "cattivi" non aiuta. Al limite, con il tempo, scopri sempre meglio cosa piace *a te*, non cosa è bello o cosa è brutto. Perché quelli sono concetti assolutamente personali, che non esistono a livello oggettivo.
Secondo me il suo discorso era centrato proprio sulla formazione di un proprio gusto personale, evitando del tutto una ricerca di un criterio universale per giudicare un'opera E infatti il punto del suo intervento era di incentivarci ad esplorare, adoperando proprio questo nostro gusto, ed evitare di chiuderci nella nostra bolla :)
@@divanettorg Questo era di sicuro un bel messaggio che il Darione faceva trasparire ed ho apprezzato molto. Il problema era qualche parola prima, quando ha chiaramente detto "riconoscere le cose BELL' :3 dalle cose KATTIV' >:3" (ovviamente cito alla lettere le sue parole)