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Ma è davvero una genialata! Complimenti allo sviluppatore, veramente un ottimo lavoro. E grazie a te per il bel video ❤ Non smetterò mai a ripeterlo: hai troppi pochi follower per il lavoro che fai 🫶🏻
Debian stabile sul pc sempre e comunque. 💪😆 Comunque sia, avere la possibilità di usare questi container in cui eseguire Arch e Aur su una distribuzione Debian per provare magari pacchetti più aggiornati e sopperire al ritardo delle versioni di quest'ultime per via della filosofia di Debian Stabile senza rischiare di incasinare tutto, è di sicuro un'ottima cosa. Specie per chi non ha molta dimistichezza con le distribuzioni bleeding edge e non ha le competenze per installarne e gestirne una soltanto per quelle due/tre cose in più che ti servirebbero.
Semplicemente grandioso !!!... L'unica cosa è che per gli utenti non troppo smaliziati come me occorrerebbe una guida un po più lenta e semplificata per comprendere bene i dettagli sull'utilizzo, altrimenti penso che si rischia di compromettere il sistema host. Non sto criticando il video, purtroppo sto solo evidenziando la mia lentezza di apprendimento sui dettagli dell'utilizzo esposti in esso. Se qualcuno, compreso Morrolinux, è a conoscenza di una guida specifica alternativa su questa bellissima genialata sono assai graditi suggerimenti in merito. Grazie Morro per il video... per me nel tuo genere sei un vero mito !!! Ti seguo sempre sul Tubo e approfitto per farti i migliori complimenti non solo per questo video ma anche in generale per la tua preparazione sui temi che tratti. 🙂👍
Molto interessante... Succede che alcuni package siano disponibili solo in alcune distribuzioni, questo di fatto risolve il problema. Mi viene in mente il caso di chi per lavoro si trova a dover collaborare con N aziende, ognuna con il suo ambiente di sviluppo... In questo modo si può switchare da un ambiente all'altro in poco tempo senza dover rinunciare al proprio. Thx
Il NixOS slander non sarà tollerato 😂 Al di là di questo distrobox è un gran tool per la software availability, per lo scenario di esportazione a seconda delle cose forse è meglio Vagrant? (Potrebbe essere un altro video ;))
Questa coppiata mi ricorda la distribuzione immutabile VanillaOS, col suo geatore di sottosistemi, anche se mi sembra più flessibile (esportazione, duplicazione, creazione di container specific-purpose, ecc). Sarebbe interessante costruire attorno a questo (e a qualche altro strumento/tecnologia, come gestori di snapshot BTRFS, sistemi di backup lato utente) una bella distro ibrida, affidabile che contribuisca a far compiere a Linux nel marketshare del settore desktop il balzo che si merita da un decennio buono!
@@mirkob1 ah, grazie per le info! Allora direi che con Distrobox siamo in ottime mani... Se però sotto il cofano lo strumento software è lo stesso, non capisco bene perché nell'interfaccia grafica di VanillaOS limitarne così le notevoli possibilità (se non ricordo male in questa distro graficamente è solo possibile attivare i sottosistemi, ma nessun'altra delle molte altre cose che si possono fare da shell) ...Tanto da sottostimarne di molto l'utilità e la potenza! Per carità è sempre valido l'immortale mantra RTFM, però è un peccato, soprattutto perché da poco la mia scelta tra Garuda e VanillaOS è caduta sul primo perché ignoravo quel che scopro ora e non sarò il solo ignorante :-/
@@peaolo probabilmente (pura speculazione) prima di portare il loro focus sulla GUI preferiranno definire bene il backend e la sua CLI così da non diluire l'impegno su più cose che richiederebbero di essere sviluppate di pari passo
come vedo il pc del futuro: - un sistema iniziale leggero, ridotto all'osso contenente kernel, file system e giusto 2-3 programmi per virtualizzare. questo sarà il nostro server peso non oltre 200mb. questo sistema sarà "immutabile" in realtà sarà aggiornabile, ma solo x il kernel etc... una sorta di clear linux. sarà quindi un livello server. - nella installazione avviene il primo layer, che ci permetterà di scegliere quale distro vogliamo usare oppure fare una custom. questo sarà il nostro vero sistema operativo che sarà all'interno contenerizzato... quindi i menu, i widget, le app, la rete etc... saranno dei container e che vengono attivati, occupando la ram solo quando effettivamente servono. questo dovrebbe tradursi in velocità e reattività oltre che modularità e interoperabilità. x capirci, i vostri dati saranno in un container storage che a sua volta potrà essere in altri sub container settorializzati la vostra vpn, browser etc.. saranno specifici container cui poter scegliere il livello di layer/grado il menù sarà un container, la dockbar un altro e così via... fino ad arrivare ai programmi che a loro volta potranno avere solo strumenti "base", senza dover caricare tutto il pacchetto... prendiamo libre office... magari ci interessa solo calc e di calc solo il pacchetto base, senza macro, senza grafici, senza help... ed avremo nel container solo il calc base, ma quando ci serviranno le macro, gli help etc... si attiveranno altri container a supporto. quindi avremo tanti micro servizi, leggeri e profondamente specifici, ma che potrebbero essere usati anche in altri programmi non nativi. avremo quindi migliaia di container... chiaramente i container dovranno essere attivabili senza dover passare da riga di comando... a livello di esperienza non cambierà nulla rispetto ad oggi con le build, ma le prestazioni saranno decisamente superiori. perchè userai solo quello che ti serve davvero.
Capiti sempre col video giusto al momento giusto.Mi serviva eseguire varta con privilegi di root e non avevo voglia di installarlo con aur.Provvidenziale!
Buono per molti casi d'uso, sicuramente! Ed ottimo lavoro @morrolinux. Solo nel caso in cui si debbano installare degli snap non ne vuole sapere. Non è distrobox in sè, piuttosto sono dei limiti dei container relativamente al fatto che il demone snap richiede di essere eseguito sotto systemd. Cercando online tutti arrivano alla conclusione che non si possa fare, non sto qui a spiegare il perché... Tuttavia mi chiedo, se canonical vuole arrivare a supportarre solo snap (eliminando apt), se non risolvono questo problema ubuntu non potrà più essere dockerizzata?
Da utente di Fedora silverblue molte di queste funzionalità sono già offerte da toolbox, ma questa sembra un'alternativa interessante, la proverò di certo
grazie per questo video. io uso matlab all’università ed è macchinoso installarlo su arch linux. così invece installo un container di ubuntu e da lì invece installerò l’ide di matlab senza problemi
@@geekhouse8871 In tutta onestà per uso desktop forse è meglio la testing ma io sviluppo e non amo le sorprese a seguito di un aggiornamento.... con arch mi era capitato qualche casino semplice da risolvere ma in momenti sbagliati.
@@mrpassy per uso critico si meglio stable granitica tra gli usi distorti che ho fatto ho usato per anni centos stream con i repo desktop e devo dire che andava veramente bene centos di base la ricordo granitica ma unendo i repo desktop con i dovuti distinguo era usabile. ci aggiunsi questo e il kernel rt da scientific linux per suonare.. ma tantè in ogni caso dopo giri e giri sono tornato a Debian e mi sento di nuovo a casa !
MicroOS Desktop Aeon/Kalpa hanno già distrobox configurato, lo uso abitualmente per i programmi non presenti come flatpak come yt-dlp e testuali in generale, oppure una dedicata per LaTeX. Il problema principale che non risolve rispetto a flatpak è che comunque serve pacchettizzare tutto in ogni distribuzone. Flatpak invece lo si fa una volta sola per tutti.
Ottimo sistema per aggirare le restrizioni dei codec nelle distro, metti che per n-motivi mi piace fedora o openSuse, ma che hanno problemi noti con i codec e non voglio sporcare il sistemacon repo di terzi, a quel punto metto su una box con arch o simili ed ho di colpo i codec abilitati…
scusa una curiosità, io vorrei utilizzare in questo modo la distro osgeo live, è possibile utilizzarla dalla iso sul pc? Io purtroppo ho un inglese che a mala pena mi permette di chiedere cibo quando vado all'estero!
Chiedo solo conferma di un dettaglio: ogni volta che si fa il commit di un container viene occupata un'altra quota disco pari alla dimensione del container, è esatto? Non mi è parso di vedere specificato il contrario, cioè meccanismi tipo COW o creazione di immagini incrementali...
Grazie per l'ottimo video che mi ha fatto venire in mente una cosa. In un ambiente server potrei creare un intero sistema di pre-esercizio dove testare le patch di aggiornamento?
finalmente potrò avere sia kicad stabile che le versioni di sviluppo senza rischiare di pasticciare tutto... altro campo applicativo in cui lo proverò è la stampa 3d e i relativi slicer... l'unica cosa che non ho capito dal video (ma vedrò presto di persona) è quanto pesa il singolo container in caso di distribuzioni diverse e nel caso di più istanze della stessa
quindi tecnicamente se ho un software presente SOLO su arch posso usarlo sulla mia ubuntu e funziona quasi come se fosse su bare metal? perchè l'unica versione di "wallpaper engine" utilizzabile su linux è su arch e sarebbe curioso vedere se funziona
Grazie per il video. Devo sperimentare per capire meglio ma se non sbaglio Distrobox é un wrapper. Se uso direttamente Podman cosa mi perdo non wrappandolo a Distrobox?
Quindi, se non ho capito male, se vado ad eliminare un container, vado ad eliminare anche i programmi e le configurazioni associate hai programmi di quel container. Ma se il container condivide qualche configurazione con programmi non suoi (tipo dell'host o di altri container) allora come si comporta? Li elimina? E nel caso dell'export, li esporta?
L'eliminazione di un container NON elimina le configurazioni (che sono fuori dal container, nella home dell'utente) ma SOLO i programmi che sono nel container.
Difetti: 1) Occupazione doppia dello spazio su disco per ogni container che contiene inevitabilmente file duplicati 2) Quando devo aggiornare il sistema lo devo fare per tutti e in ogni container 3) Sicurezza pari a zero. Se un processo va in tilt mi inchiappa il sistema 4) Non posso installare nulla che modifichi qualcosa nella fase di boot del sistema, che sia grub, init e moduli kernel. Per esempio non credo funzioni virtualbox
Il punto 1 si può mitigare con la deduplicazione di btrfs, il 2 con uno script o box buddy quando magari sarà un po' più maturo, per il resto vero, forse si potrebbe fare qualcosa con bubblewrap riguardo il punto 3, ma non ne so molto
L'1 in parte lo risolve anche Docker/Podman stesso, in quanto le immagini, essendo in layer, partono già "deduplicate", così come avviene con Flatpak e simili. Ma il discorso resta per "l'ultimo layer", cioè quello dove si installa manualmente ciò che serve. E lì può entrare in gioco BTRFS, come già detto. Per il 2, distrobox ha un comando di upgrade, che credo lanci il package manager della distro di riferimento. Non so quanto sia affidabile, ma si potrebbe tranquillamente girare in loop un "distrobox upgrade" per tutti i container (io non lo farei mai, ma è una possibilità). Considerando che la home viene agganciata come volume, non è troppo complicato nemmeno distruggere ciclicamente un container e ricrearlo da zero, partendo eventualmente da un Dockerfile che esegue tutte le personalizzazioni. La home verrebbe mantenuta e il container rigenerato nel giro di qualche minuto (a seconda dei casi). 3) Se serve isolamento, servono container standard, o delle VM. E in quel caso sei isolato anche dall'utilizzo diretto di certo hardware. Sono tradeoff, e Distrobox non nasce per questo. Per la parte in cui si va "in tilt", credo resti disponibile la possibilità di Docker/Podman di applicare delle quote di utilizzo CPU/RAM ai singoli container. Non ho approfondito, ma Distrobox in fondo è puro Bash (o POSIX Shell, non ricordo). 4) In quel caso serve un container LXC o una VM, dove ognuno ha il proprio init sistem. Di nuovo, un container Docker/Podman non è la strada (anche se è possibile installarci dentro un init system, solitamente non si vuole scegliere quella strada).
@@labdidexter Non mi pare ci sia nulla di complicato in un "for i in qualcosa o anche di più ; do qualche_altra_cosa $i ; done". Tra l'altro, per l'upgrade a quanto pare esiste un flag "--all", quindi è letteralmente un "distrobox upgrade --all". Per limite di CPU e RAM: distrobox permette sempre di passare i parametri che si vuole alla creazione del container. Ergo, è letteralmente un "distrobox create [...] --additional-flags '--cpus=1.5 --memory=1g'" se si vuole dare 1 core e mezzo, e 1 GB di RAM. Anche il discorso volumi: sono funzionalità di Docker, se non le si conoscono si è limitati agli esempi che ci sono nella documentazione di Distrobox, che è comunque abbastanza completa per la stragrande maggioranza degli scenari normali (l'avete letta, vero? C'è persino un esempio su come eseguire l'intero GNOME containerizzato). Nemmeno su Windows esiste uno strumento complesso che con 1 click risolve sempre tutto, anche se l'ecosistema e le filosofie che ci sono dietro possono dare questa impressione.
Grazie per il video!!! Disrobox effettivamente mi ha risolto un problemone. La cosa che volevo chiedere però è che ho installato il Davinci resolve in un container ubuntu2204 con il flag --nvidia nel sistema host i driver nvidia ci sono se lancio lspci nel container la scheda video viene vista ma il maledetto Davinci non mi vede la GPU.
@@bufordmaddogtannen la mia prima Markus è durata quasi 12 anni. Alla fine si è appiattita e ho provato la jarvfjallet (terribile) per poi rivenderla e comprare un'altra Markus. Unica sedia della mia vita ❣️
Allora lo sto provando su Solus, non avendo il pacchetto ho dovuto fare qualche modifica, tra cui creare i file /etc/subgid and /etc/subuid che non c'erano e usermod non creava da solo (...?) e altro, ho dei dubbi in particolare sulla sicurezza di un passaggio finale che è stato risolutivo per poter far funzionare il container col server grafico, ovvero questo: aggiungere su .bashrc la seguente riga: xhost +si:localuser:$USER . Ora se apro il terminale esordisce con localuser:pippo being added to access control list Dove pippo sta per il mio utente. Chissa se hai tempo per togliermi il dubbio se vada bene così o esistano soluzioni migliori? Detto questo portentoso in un sol colpo ho tutti i programmi che mancano su solus, e ne mancano...
perchè non ho visto prima sto video? 🤦♂ sto seguendo tutti i tuoi corsi ed ho il pc pieno di VM con virtualbox per fare pratica. consiglio: inserisci questo video (magari più approfondito) in aggiunta a quelli di introduzione su virtualbox, molto più comodo per imparare!
Domanda da ignorante: se docker crea un container isolato e distrobox un container non isolato, qual e' il caso d'uso in cui distrobox e' piu' conveniente di docker? In altre parole, a meno che (probabilmente) non mi sia sfuggito qualcosa, qual e' il caso d'uso in cui il NON isolamento e' conveniente rispetto all'isolamento? A proposito del caso d'uso in cui non hai i privilegi di root, se docker non e' gia' installato, non puoi nemmeno installare distrobox, giusto?
Molto interessante questa cosa, avevo già visto su github un progetto per installare Davinci resolve con un docker-centos mi sembra, mi era sembrato abbastanza complicato, ma questo è molto più generico perché anche per altri programmi. Non mi è chiaro un aspetto: in tutto questo se la mia distro ha un kernel più vecchio di quello del sistema ospitato funziona lo stesso?
Il sistema ospitato non ha un kernel, usa quello della tua distro! Questo è il funzionamento di ogni container, indipendentemente che sia docker, podman o altro :)
In realtà, Vanilla è una distro immutabile e usa Distrobox per permettere l'installazione delle applicazioni all'utente. Neanche a me piace moltissimo l'immutabilità ma bisogna ammettere che risolve un problema importante per molti utenti novizi e/o che desiderano una stabilità paragonabile a "Debian stable" senza però rinunciare a buona parte del software recente.
sono schifosamente ignorante, ma quando trovo un applicazione flatpack nel software manager mi chiede da 1 a 2Gb di spazio su disco per una che se trovo "spacchettizata" magari occupa giusto 30 MB. wtf? 🤔
Perché i formati distro-agnostici come Flatpak e compagnia si portano dietro tutte le dipendenze all'interno del pacchetto, in modo da poter girare più o meno ovunque: ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-tiNDeXGzRd0.html
Come cosa forse non esplicitamente detta c'è quella di poter generare una sessione che lancia un DE installato dentro il container. Vale a dire, hai debian buster, ti installi fedora rawhide in un container e puoi lanciare una sessione con gnome 45 lol
ho fatto una domanda da principiante, e lo sono! comunque sono riuscito a creare un container con achlinux e uno con ubuntu , pero non riesco a creare il container di linux mint che mi serviva per utilizzare un app nativa di quella distro ! @@ant7827
Sono fra i "folli" che usano Debian e distrobox può tornare utile quelle rarissime volte che ci sia necessità di software aggiornato, fra l'altro si trova anche nei repository Debian.
E' interessante, però io ho installato distrobox e podman sulla mia fedora 39, poi ho fatto distrobox create --image fedora:38 e... indovina un po'? Non è andata. Sicuramente devo configurare podman, ma non so come fare. Potresti fare un video o una serie su come installare distrobox da zero?
Ehi moro! (e la doppia r non me la sono dimenticata 😬)Vacci piano con debian che la metà delle distro che usate voi "giovini" è basata su di essa. Debian stable forever sul pc. Al massimo la unstable, mai la testing! Sul mio portatile aziendale uso RedHat e snap e sui pc di casa la situazione è eterogenea tra raspberry, nas eccetera...principalmente debian comunque ahahah. Non conosocevo questo software. E' interessante a livello di usabilità ma il fatto che giri tutto nel sistema principale ad occhio mi sembra faccia calare molto la sicurezza. Anche se non mi spiego come faccia tutta sta roba a rimanere installabile ed eseguibile senza i permessi di root. Cia'
non credo, dato sia il sistema proprietario, sia il fatto che si tratti di un sistema non linux ne unix, ma sarebbe pazzesco. tuttavia sarebbe ottimo pensare di far girare wine, proton db o derivati di wine sotto distrobox
Non si può e la ragione è che un container non è una macchina virtuale. Windows non gira sul kernel Linux e in un container, l'hardware è mediato dal kernel del sistema host.
@@vincenzoferrara4223 le ultime versioni di windows hanno il wsl e i container windows esistono, ma sono solo per windows! certo, il wsl non può essere paragonato a un container linux, ma ha tutta la infrastruttura necessaria a farlo girare. l'ultima risulta una soluzione funzionale e in grado di far girare applicativi unix sul sistema a finestra (oltre il fatto che questo è l'unico modo fino adesso di usare le directx sul pinguino in maniera nativa, dato che le istruzioni delle api microsoft vengono indirizzate sul sistema host)
@@morrolinux Cavolo a me non funziona IceTransSocketUNIXConnect: Cannot connect to non-local host solus Qt: Session management error: Could not open network socket
Potrebbe essere dovuto a qualche differenza in solus di cui distrobox non tiene conto quando fa la configurazione. Ti consiglio di sapere una issue sulla pagina GitHub di distrobox.
Se anche stavolta Microsoft rimane a guardare senza restare al passo, fa una brutta fine. Dozzine di vantaggi e zero svantaggi, mentre su Windows manco si riesce a disinstallare con decenza un programma senza lasciare in giro "cose a caso".
@@alexmalusa tieni d'occhio box buddy, quando sarà installabile in modo più sano penso ti faciliterà la vita, comunque questo non toglie che la documentazione c'è ed è abbastanza buona, se proprio non ti va giù, rivediti il video con calma, i passi importanti sono 3 installa podman+distrobox, crea un container da una delle immagini supportate (tipo arch:latest), installa un'app ed eseguila
Le applicazioni che installi nel container vengono installate nello stesso percorso in cui verrebbero installate sull'host ma all'interno "dell' immagine disco" del container che si trova nella tua home, dove podman salva tutti i container dell'utente.
@@morrolinux ciao... Quindi per installare un nuovo sistema operativo all'interno del container quale disco dovrei scegliere con l'installer ??? Grazie.
@@carlinuxremix4267 il container è creato con un sistema operativo già installato! Nel porno minuti di video ho mostrato il manuale in cui ci sono esempi su come crearne diversi con varie distribuzioni
@@morrolinux Mi rendo conto solo adesso che ho scambiato erroneamente Distrobox con Virtualbox... Avrei comunque solo un'ultima breve question: Posizionandosi il container nella home dell'utente presumo che il peso complessivo del container vada ad assommarsi a quello dell'host... mi puoi confermare ??? Grazie. (Mi serve per farmi dei conti sulle appropriate dimensioni della partizione di un eventuale host che debba ospitare svariati contenitori)
