Paolo Nori per me è stata una scoperta del periodo universitario. Seduto nei banchetti della biblioteca comunale di Siena, dove non prendeva il cellulare, comodamente appoggiato alle pareti di pietra di fianco ai tavolini, passavo le giornate a leggere i suoi libri...invece di studiare per gli esami. Grazie Rick per questa bellissima puntata.
Ciao Rick, ti scrivo poiché sono stato molto colpito dalla tua confessione personale . Volevo condividere con te la mia esperienza.Ho 34 anni e faccio il medico oggi (ma non il dermatologo). Ho avuto un brivido ascoltando la parola Roaccutan…perché non la ascoltavo da molto tempo. Fu somministrato anche a me, per una brutta acne, più o meno all’età di 16 anni. Lo presi per molti mesi, 11 se non vado errato, e ricordo che fui molto grato a quel farmaco per avermi risolto definitivamente un problema che mi causava molta vergogna ed imbarazzo (l’acne, appunto) in un’età piuttosto delicata. Provai di tutto prima del Roaccutan, e lo vissi come una liberazione quando dopo appena un mese avevo una pelle pressoché normale, benché alcune cicatrici mi sono ancora rimaste. Mi ha sconvolto la tua storia, e mi ha fatto pensare a tutto ciò che mi sarebbe potuto accadere; mi ha fatto pensare come potessimo essere legati allo stesso nome (Roaccutan appunto) in due modi così differenti, così opposti. Un paradiso per me, un inferno per te. Ti ho scritto così di getto con urgenza senza riflettere in fondo cosa significhi questa tua testimonianza per me, forse che il caso o L’imprevedibilità di ciascun individuo sia determinante nelle nostre azioni (e nelle risposte ai farmaci!). Per quel che vale ti sono vicino nella tua vicenda, e magari leggerò presto Solaris, vorrei trovarci anche io qualcosa di me…un caro saluto e complimenti. Matteo Tallè
Oltre alle sue grandi profondità e cultura Il primo commento di Nori è di una genuina semplicità che spiazza e subito si fa amare.. grazie per averlo portato in studio e a lui di avere accettato. 🙂
Questa live mi ha fatto avvicinare al mondo della letteratura russa, che ora con grande passione sto approfondendo. Grazie Rick e grazie Paolo Nori, due grandi pensatori.
Bellissima puntata Non immaginavo si potesse parlare di Dostoevskij in maniera cosi' profonda ma leggera Sono profondamente compiaciuta Grazie infinite
Grazie per il contributo! veramente interessante. PS: Una piccola critica allo stimabile professor Nori (autore che non conoscevo fino a questo momento): Ho finito ieri di leggere "L'adolescente" e non l'ho trovato poi un così "brutto" romanzo... vi sono alcune peculiarità tipiche della letteratura dostoevskiana...Versilov come prototipo embrionale di Stavrogin, l'età dell'oro, un pacato riferimento alla filosofia dell'anarchismo ontologico di Max Stirner, ecc... leggerò anche "La padrona" a questo punto (se si trova) d'altronde Dostoevskij come diceva Emil Cioran è: LO SCRITTORE ! Un vecchietto di 200 anni che è ancora un assoluto gigante...Non solo Nietzsche che l'ha preso come psicologo ad personam ma anche ne "Il mito di Sisifo" in cui Camus analizza la dimensione della catastrofe in Dostoevskij... Ancora complimenti, continuerò a seguirvi...
5:20 N: “Quando mi chiedono che mestiere fai rispondo che scrivo dei libri … da 25 anni” 9:40 N: “La letteratura è l’unica arte che rende questo effetto straordinario di rendere il mondo più mondo” R: “Da cosa dipende secondo te questo?” N: “Non ne ho idea”
3 года назад
Qué genialidad de conversación! Gracias por compartir! Saludos desde Argentina!
Ivan Karamazov non è un ateo, è in rivolta contro Dio, il che è molto diverso. Ciò è scritto chiaramente nel romanzo, lo dice Alëša a Ivan durante la lunga conversazione che hanno i due fratelli in trattoria. In quell'occasione Ivan racconta la storia del suo poema non scritto "Il grande inquisitore". Ivan in realtà crede in Dio, ma è arrabbiato con lui, perché non può accettare la sofferenza dei bambini.
@@pieroangelopaolucci293 Torno dopo mesi su questo post... grazie a te. Mai messo in dubbio lo spessore di Nori, e poi non potrei mai, ama i russi! Non intendevo criticare Nori, adoro la sua dolcezza e sensibilità. Ivan Karamazov è personaggio complesso ed è complesso perché in parte Dostoevskij è Ivan. La fede di Dostoevskij nasce dalla colpa di aver desiderato la morte del padre, evento che poi si verificò. La sua è una fede rosa dal dubbio, cosa che si evince nel già accennato colloquio tra i personaggi di Ivan e Alëša, allorché questi alla domanda del fratello sul perché esiste il dolore dei bambini, descritto con particolari agghiaccianti, presi dalla cronaca reale, non sa rispondere. Un credente senza il dubbio avrebbe risposto che la volontà di Dio è imperscrutabile per l'uomo e che l'uomo deve solo accettarla. Dostoevskij non lo fa, non sa rispondere a Ivan, perché Ivan è lui stesso e non conosce la risposta. Scusa il pippone, ma noi russi, specie se abbiamo studiato la letteratura a fondo, di Dostoevskij amiamo parlarne per ore, notti intere. Magari negli ultimi vent'anni, un po' meno, i giovanotti si stanno occidentalizzando troppo, ma ai miei tempi (ho 45 anni), notti intere si passava a discutere di letteratura e di drammi esistenziali, proprio come nei romanzi di Dostoevskij. Nori ha ragione: i russi sono "matti".
@@Valerian.77-24 I doni che Dostoevskij ha fatto all'umanità sono enormi. A mani basse il mio scrittore preferito. Nei suoi libri è sempre riuscito a descrivere la società russa dell'epoca, parlando della vita dei borghesi e dei loro drammi esistenziali, fino ai più poveri e alle loro lotte quotidiane. "I fratelli Karamazov" poi è un CAPOLAVORO assoluto.
A Marmeladov piace questo elemento. Ergiamoci al di sopra del formicaio per diventare un po' più "Napoleone"! Cogitata stupenda, Rick. Mi congratulo virtualmente e ringrazio sia te che il professor Nori. ♥️😍
Paolo Nori è una scoperta dei miei 68 anni.Uomo autentico ,sensibile ,sincero .Sto leggendo tutto quel che ha scritto Stupendo il libro sulla Achmatova e Dostoevskij.
Dostoevskij mi ha sfasciato l anima il cuore e ha scavato in me producendo ferite e cicatrici da qiando avevo 15 anni....ora ne ho 60.. Una grandezza infinita . Grazie per questo video molto interessante!
"Come posso parlar male di Dostoevskij? Mettermi al suo livello?" Detto dalla stessa persona alla quale ho sentito criticare un piccolo pensatore sconosciuto come Hegel fa abbastanza sorridere.
Diciamo che coloro che si rifiutano di recensire un artista "perché troppo abile" in confronto loro, solitamente lo hanno già recensito largamente, in toni entusiastici.
Paolo Nori, incredibile, fai parte di me nell'intimo, in una maniera assurda. Tanti anni fa nella biblioteca della mia città, Ravenna, presi un libro a caso da leggere. Lo amai. Mi scrissi in un libricino una citazione: Ed era quello un periodo, non so come dire, mi ricordo una mattina, nel mio appartamento, pioveva tanto, e si stava bene, c'era un silenzio, sembrava che nel condominio non ci fosse nessuno, sembrava quella poesia là di Moretti: "piove. È mercoledì. Sono a Cesena, ospite della mia sorella sposa da sei, sette mesi appena" ma senza sorella, senza Cesena, senza mercoledì e con dei fogli, della carta bianca da caricare sopra una stampante, e quegli sforzi li sono bellissimi, sembra di essere un piccolo facchino, con dei pensieri bassi, a bassa voce. Ora, questo libro l'ho ricercato a lungo, anche cercando la CIT online, ma non l'ho mai più ritrovato. Mi ha lasciato il segno. Grazie Paolo
9:45 da cosa dipende? Oltre ai due motivi di Rick, quando si legge si vive il momento presente più intensamente cosa che non succede con il cinema e le serie tv che sono distrazioni, poiché secondo me si diventa solo spettatori distratti di una storia. Nel teatro la cosa è già diversa perché gli attori in scena portano la storia nella realtà, e la senti viva di fronte a te. Con i videogiochi è ancora diverso, mentre si gioca c'è un'immersione interattiva. Non esiste un'arte migliore o peggiore ma sicuramente c'è una qualità diversa dell'esperienza. Di quelle poche volte che sono stato a teatro ne ho un ricordo più denso rispetto alle volte che sono stato al cinema. Come se le parole risuonassero più vere dal palcoscenico piuttosto che da uno schermo. Ecco dipende anche da come ci si approccia alle cose... diventare consumatori voraci può ridurre le emozioni. Bella cogitata, grazie Rick
Quanto vi invidio, io sono un deserto secco e arido, non c'è nessun libro che mi abbia mai sconquassato l'animo, al massimo sento un piccolo brivido di piacere sporadico nelle uscite più argute degli autori ma null'altro. Chissà forse un giorno mi accenderò anche io.
L'algoritmo mi ha portato a questa pagina. Bene, sono felice d' averla aperta. Grazie, ho ascoltato con attenzione ed è stata una squisita chiacchierata. Grazie ancora.
Il colpo finale che mi ha dato dovstojevski è con i fratelli Karamazov. Letto, adorato, chiuso con un grande senso di incompletezza. E solo dopo ho scoperto che è un lavoro incompiuto.
Bellissima intervista, non conoscevo Paolo Nori, ma piacere di conoscerlo. Non sono d'accordo su una cosa che ha detto Rick però, non penso che solo i libri salvino la vita. Per me vedere Silence di Scorsese, in quel particolare momento della mia vita è stata una vera e propria epifania, è stato cambiare il piano di lettura di come stavo affrontando una situazione che mi stava sfiancando lentamente da anni. Non è stata la pietra tombale sul problema, ma è stato un passo avanti. Ricordiamo comunque che il cinema e i videogiochi sono media che hanno una storia che in confronto a quella della letteratura è men che una briciola. Avranno bisogno di tempo per fare certe cose.
8:34 parte un ragionamento stupendo, per me un'illuminazione. L'attenzione aumentata grazie all'immersione nella lettura, che pare paradossale ma è così anche per me
Penso che guardare un film da casa non sia contemplato alla stregua dell' esperienza di "andare al cinema", schermo gigante e condivisione di emozioni con molte persone.
Il Maestro e Margherita rimane uno dei capolavori della letteratura mondiale. Nessuno però sottolinea l'importanza di un personaggio: la luna. Paragonabile alla luna di Leopardi, tacita presenza che influenza il mondo e i suoi abitanti.
VI PREGO FATE SE POTETE UN VIDEO IN CUI PARLATE DI VASILIJ GROSSMAN ! Grande video comunque, complimenti per il canale e per i contenuti sempre di spessore
Effettivamente, quel "che ne pensi di...", ha sempre un che di grottesco. Chiedere un'opinione su di un grande delle letteratura come si chiede l'opinione riguardo a un vestito o una specialità gastronomica, è davvero sconcertante.
Quindi Vanzetti aveva letto Socrate? E quando leggiamo "io sono da solo e gli altri sono tutti", se è vero che lo abbiamo pensato tutti (è vero anche nel mio caso), allora non sarà che siamo tutti da soli? E a questo punto, esistono i tutti?
veramente, ma veramente una bella intervista. per quel che vale, complimenti!(senza la compagnia di boldrin e la sua arroganza aggressiva rick è un'altra cosa)
Riguardo alla poesia che perde dei significati durante traduzione, oltre allo splendido finale di Paterson di Jarmusch, citato saggiamente da Nori, vorrei citare anche la scena di un altro film. In Nostalghia di Tarkovskij ad un certo punto Eugenia, guida e accompagnatrice italiana, rivela al russo Gorchakov di essere intenta a leggere un libro di poesie di Arseny Tarkovskij. Lui allora le domanda se le sta leggendo in russo, le poesie. E lei risponde che no, la sua è una traduzione, una buona traduzione! Al chè Gorchakov la intima a gettare via il libro, poichè la poesia, e in realtà tutta l’arte, dice, non può e non deve essere tradotta. Poi però la scena continua con Eugenia che ribatte: se fosse vero ciò che lui sostiene, allora gli italiani non potrebbero mai conoscere Tolstoy o Pushkin, e i russi non saprebbero mai nulla di Dante o di Petrarca… Insomma, un tema davvero interessante e ben esposto in questo grande film e anche nel vostro gran bel dialogo! :)
Come mai i due massimi letterati russi del XX secolo vengono censurati e i loro capolavori sono introvabili? Mi riferisco ovviamente a Gorki e Solochov
Parlando di recensioni, l'abitudine più odiosa è quella di mia sorella, che a richiesta di un giudizio su un libro letto o un film visto esordisce con : "a te piacerebbe"
Io sono solo e gli altri sono tutti. Cosa c'è che non và ? Forse si critica e si evidenzia questo, perché una quota di questi "tutti" si contrapponeva e deturpava la vita dell'uno.🥀
“Povera Gente“ é il primo romanzo, poi ce ne sono due o tre (che come dice e scrive Nori) poco famosi e piuttosto bruttini. Dopo i lavori forzati scrive tutti quelli che ricordiamo oggi
Non credo sia così un'autore come Dostoevskij avrebbe e probabilmente ha avuto piacere nell' essere apprezzato o meno per una qualsiasi tra " ... " chiamiamola recensione o commento o ispirazione qualsiasi da una sua frase / parola / commento ad un suo libro . Da apprezzare sicuramente è la sua umiltà e il non sentirsi ovviamente superiore . Nel momento in cui commentiamo un suo libro non ci si pone il problema di paragonarsi alla sua vastità . Se poniamo il termine di paragone è normale dire che lui è più grande di me , lui ne sa più di me . Questo è ovvio e viene logicamente spontaneo , più che altro da un punto di vista psicologico del termine , il termine di paragone , perdonatemi il gioco di parole è un difetto . Ci si pone in difetto . Non bisogna a mio avviso farlo. Che poi la sua immensa vastità d' animo è una fonte di ispirazione continua. Logicamente chi commenta e fa una recensione deve conoscere l'autore. Tutto ciò che si può trarre dai suoi libri è un continuo scavare a fondo senza mai fermarsi nel superficiale. La generalizzazione è ciò che appartiene al superficiale . Andare a fondo invece è anche uno stimolo a farlo , per come quest'autore ha fatto nella sua vita oltre che nei romanzi. Questa non'è una critica negativa ma una mia opinione. Grazie cmq. per ciò che presenti nel tuo canale. In un video che hai caricato mi hai dato ispirazione per una cosa nello specifico. Quante volte ho usato il termine ispirazione? non lo so, non scrivo bene e parlo male , non sono Dostoevskij :XD Ecco mi sono paragonato anche io a lui ^_*
Questo canale è seguito da molti giovani. Isotretinoina è un farmaco sicuro ed efficace e regolarmente approvato da EMA. È importante iniziate il trattamento per l'acne il prima possibile. *Probabilmente* nel caso di Rick c'è stata una negligenza nel follow up non rendendosi conto che non stava funzionando.
Mi spiace perché l'argomento è interessante ma l'ospite ha una voce bassa di volume e bassa di frequenze, diventa quindi inascoltabile: con Rick si sente, con l'altro alzi al massimo e quando riparla Rock rompe le casse... 🤣 🤣 🤣 Peccato.