Senza ne se ne ma. In barba a coloro che continuano a ignorare la classe operaia. Io da vecchio compagno mi commuvo sempre davanti a tutte le Vincenzine del mondo. Grazie Enzo.
Da vecchio compagno anche io,vorrei sottolineare che le vincenzine degli anni 70-80,operaie di fabbrica,non esistono più....un po' perché fabbriche non c'è ne sono molte e un po' perché oggi sono su tik tok....
Le Vincenzine ora sono tutte nei centri commerciali, ma no a fare shopping, a farsi il mazzo con orari di merda a tempo pieno e paghe part-time, senza garanzie e con contratto a tempo, e purtroppo sono invisibili a tutti, anche ai sindacati!!!
Poeta,artista,musicista volutamente incompreso e sottovalutato perché parla spesso degli ultimi,di quelli di cui non parla mai nessuno perché non interessano…..
Certe giornate milanesi di novembre, buie, con una pioggerella fine fine che ti si infila dappertutto e ti rompe i coglioni, un'atmosfera quasi invernale “da pastina in brodo” la sera a cena, periferia grigia... roba da anni '70 che mette una tristezza da spararsi, e poi “quel Rivera che ormai non mi gioca più”, neanche il campionato ti dà qualche soddisfazione, e il giorno dopo devi tornare a lavorare con un peso sullo stomaco che ti dura fino alla primavera dopo. Chi non è milanese (non più tanto giovane) non può capire.
Hai scattato un bellissima fotografia. Non solo milanese. Vale per qualsiasi "padano" che ricorda gli inverni delle nebbie industriali degli anni '70, dove tutto era grigio, dalla televisione alla realtà. Da Modena.
Condivido e condiviso da "Cittadino nativo di uno degli apici del Triangolo industriale"! Quella cosa che ha visto le Vincenzine ed altro e che ha fatto volare l'economia e le economie della nazione intera, perpiacere!
Bellissimo motivo del film Romanzo Popolare, una poesia nostalgica degli anni 70, delle lotte operaie, delle grandi industrie, dell'immigrazione nella grande e laboriosa Milano che offriva un posto sicuro per coloro che partivono dal sud e giungevano nella stazione Centrale con le loro modeste valigie in cerca di un riscatto, di un lavoro e una vita dignitosa.
...una vita di sopravvivenza e sacrifici perenni, a pensarci bene hanno fatto meglio i fannulloni, con tutte le assistenze ed agevolazioni sociali e fiscali.... Oggi la storia si ripete e la politica è responsabile. Incredibile!!!
3 variazioni ìn questa versione... il cancello che non si apre più, prima era il cancello che si apre già; e il rivera che non mi gioca più era il rivera che non mi segna più. ora Vincenzina FA bene alla fabbrica mentre altrove "vuol bene alla fabbrica". grazie Enzo le tue atmosfere saranno sempre e solo tue.
Non c'è la migliore voce, però molta atmosfera: si crea un mondo. Si potrebbe dire che non sembra sapere tanto "cantare" ma certamente interpretare ! Grazie, Signori Jannacci e Viola per questa bellissima canzone!
Vincenzina davanti la fabbrica, Vincenzina il foulard non si mette più. Una faccia davanti al cancello che non si apre più Vincenzina hai guardato la fabbrica, Come se non c'è altro che fabbrica E hai sentito anche odor di pulito e la Fatica è dentro là... Zero a zero anche ieri 'sto Milan qui, Sto Rivera che ormai non mi gioca più, Che tristezza, il padrone non c'ha neanche 'sti problemi qui. Vincenzina davanti alla fabbrica, Vincenzina vuol bene alla fabbrica, E non sa che la vita giù in fabbrica Non c'è se c'è com'è...
Testo surreale, pieghevole riporta alla simbiosi macchina/operaia ... C'è molto ... la meridionale l'atmosfera, la ripetitività asfissiante, la catena straniante, che ti annulla ... La classe operaia va in paradiso???