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FILOSOFIA E DESTINO - EP-12: "L'anello della necessità" - Intervista ad Alessandro Biasin 

Filosofia e Destino
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"L'anello della necessità" è il primo libro di Alessandro Biasin, che partendo dalla teoresi del maestro Emanuele Severino, riesce con argomentazioni ben poste a tracciare il suo pensiero. In questa intervista Alessandro presenta il suo libro e insieme presenta il suo percorso di filosofo e scrittore.
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Filosofia e Destino è un canale video curato da Alessandro Tuzzato e Sergio Piccerillo e fa espressamente riferimento al gruppo Facebook "Filosofia e Destino" che trovate a questo indirizzo " / filosofiaedestino " .
Il canale è dedicato alla filosofia in generale e alla filosofia di Emanuele Severino in particolare.
Crediti:
Nella sigla iniziale:
Sonata a violino solo di
J. G. Pisendel
la musica di sottofondo:
H.I.F. von Biber_Sonata n.1 in d minor, Mystery Sonatas
Esecutrice violino:
Roberta Marzoli

Опубликовано:

 

29 авг 2024

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Комментарии : 9   
@ermannovergani3574
@ermannovergani3574 6 месяцев назад
Ciao e complimenti per la condivisione di questi contenuti. Premetto che non ho letto nulla di Biasin, ma ho colto diversi tratti in comune con la sua riflessione, perché anche io come lui ritengo che se stiamo alla lettera della teoresi del maestro Severino, siamo costretti a mantenere dei residui nichilistici. Quindi mi limito a fare qualche considerazione sulla base di quanto ho compreso da questa interessante chiacchierata. Per me, come forse ricorderai Sergio, il punto più problematico dell'ontologia severiniana è il mancato riconoscimento di valenza ontologica al divenire e non mi è chiaro se con la sua critica Biasin riconosca valenza ontologica al divenire. Non mi pare da quanto ho capito perché l'intero viene inteso come una serie immutabile di relazioni immutabili e quindi ogni nesso diacronico (ossia ogni succedersi del poi al prima) in cui si articola la processualità (che Biasin afferma come originaria) conserva la propria natura originariamente immutabile (parmenidea). Quindi in Biasin a mio parere si radicalizza ulteriormente il "parmenidismo" severiniano perché non soltanto viene meno il variare in senso ontologico, ma non può neppure darsi il variare in senso fenomenologico che invece Severino ammette (seppure soltanto in quanto apparire). Personalmente ritengo invece che il riconoscimento di valenza ontologica al divenire sia necessario per rimuovere ogni residuo nichilistico e che non possa quindi interessare soltanto l'ambito fenomenico. Se si accetta l'esistenza della variazione diacronica da un prima a un poi si accetta necessariamente il "non ancora" e il "non più" e ciò a mio avvviso è sufficiente per riconoscere al divenire una valenza ontologica e non serve a nulla aggiungere la distinzione (introdotta da Severino) tra essere ed apparire, sostituendo al "non essere ancora" il "non apparire ancora" e al "non essere più" il "non apparire più" perché la valenza ontologica del divenire è già "entrata in azione" con il riconoscimento del "non ancora" e del "non più". La valenza ontologica del divenire invece è necessaria perché l'essente, per essere integralmente (esaustivamente) se stesso, non può essere soltanto immutabile, ma deve essere anche diveniente. Per usare la sintassi severiniana l'essente deve essere anche sopraggiungente, altrimenti il sopraggiungente sarebbe altro da sé. Perché il sopraggiungente sia se stesso deve essere sopraggiungente ossia diveniente. Se questa sua originaria natura diveniente la eliminiamo come fa Severino che la relega al solo ambito dell'apparire (e a maggior ragione mi pare la elimini Biasin), la rendiamo nulla di essere e questo implica conservare un residuo nichilisitco.
@francescocaroli2928
@francescocaroli2928 6 месяцев назад
Per Severino il divenire nichilisticamente inteso è un processo in cui ne va dell'essere (la "trasformazione", il "diventar altro"). E' del tutto evidente che il divenire, in tal modo inteso, non possiede - e non può neanche possedere - valenza ontologica. "Non ancora" e non più": la dimensione temporale fisicamente intesa, viene introdotta surrettiziamente allo scopo di nasondere la contraddizione per la quale si predica l'essere del non-ente. Baste togliere "non ancora" e "non più"e vedere che succede.
@ludovicorapaccioni7814
@ludovicorapaccioni7814 6 месяцев назад
Bello, mettete però la musica più piano
@alessandrobiasin-ov4oy
@alessandrobiasin-ov4oy 6 месяцев назад
Ciao a tutti, rispondo brevemente a Ermanno Vergani. Sostenendo l'inopponibilita' di processualita' ed identità, è vero che radicalizziamo, da un lato anche il parmenidismo severiniano, nel senso che, se il fenomenologico aderisce pienamente al logico, l'identità forte è applicata al concreto fenomenologico ( epurato dal piano logico "sincronico" o apparire infinito). Ma, viceversa, essendo altrettanto vero che la concretezza del logico è il fenomenologico, certamente l'essente è *solo sopraggiungente*, *solo processuale* , *solo diacronico*. Sono dunque d'accordo nel che si debba dire che il tensionalismo ontologico, che Severino ammette solo in termini di apparire, debba invece coinvolgere l'essere. Ma ho l'impressione che noi si intenda qualcosa di diverso in quel "riconoscere valenza ontologica al sopraggiungere delle parti. È ancora variazione o mutamento? A mio avviso NO, e qui ritorna il parmenidismo. Perché no? Perché non si da' né che A divenga B, né che A divenga passato, né che il presente divenga altro da sé. La successione delle parti, poniamo A, B, C, è originaria, sicché ad A non accade di variare perché è originariamente collocato tensionalmente nella serie ( che è eterna ma tensionale, e cioè i suoi termini sono sopraggiungenti). La notizia di questa dinamicità ( non nichilista) del reale è presente in modo immanente alle sue parti ( ad esempio B sa in sé stesso di essere dopo A, o, che è il medesimo, una specifica traccia relazionale di A lo determina). Sicché è escluso ogni residuo sostanziale o endurantista: non c'è bisogno di un "apparire trascendentale indiveniente in tutti i sensi" a mediazione di quella notizia. Nulla entra ed esce da qualcosa, tutto sopraggiunge in una serialità originaria autotrasparente Nell'intero diacronico nulla varia eppure tutto sopraggiunge: a mio avviso il grande pregiudizio della tradizione è proprio che il dinamico implichi la variazione, cosa che è residuamente vera anche per Severino, per quanto concerne l'apparire, come giustamente rilevi. Ma il problema del dover porre un piano logico differente ( apparire infinito) nasce proprio dal considerare come residuamente illogico ( cioè variante) il fenomenologico nel suo aspetto dinamico. La successione è un prius metafisico. La variazione invece è un concetto endurantista, perché presuppone una impermanenza sostanziale contraddittoria. Il presente non cambia, perché non esiste un contenitore stabile e sempre uguale all'interno del quale scorrano i contenuti. I contenuti non sono astraibili dalla loro presenza che è specifica ed originariamente in successione.
@alessandrobiasin-ov4oy
@alessandrobiasin-ov4oy 6 месяцев назад
Una piccola digressione: Il cerchio non può essere "ogni volta" quella totalità fenomenologica che Bontadini definiva "immoltiplicabile", e che Severino pone come quello "stesso" ad un tempo diverso nei contenuti che "rigorosamente" vi entrano e vi escono. Anche per il cerchio deve valere il concetto di permanenza che pertiene a Socrate alzato e seduto. Socrate non è permanenza sostanziale ma è insieme concreto delle parti temporali. La persintassi, come rileva anche Severino in DDN pp. 204-211, non è indifferente ai propri contenuti. Così dobbiamo concludere anche per la totalità fenomenologica, che in Severino invece presenta un aspetto di endurantismo "sostanziale". Così il cerchio.
@ermannovergani3574
@ermannovergani3574 6 месяцев назад
@@alessandrobiasin-ov4oy Ciao Alessandro e grazie per la tua risposta. Ti confermo che anche io ho la sensazione che tu ed io nel riconoscere valenza ontologica al divenire e credo sia da attribuirsi al modo in cui intendiamo l'essente. Provo a spiegarmi brevemente così possiamo verificare meglio se la mia sensazione è corretta. Per me l'essente è inter-retro-agente e quindi non è mai pensabile come un "che di statico". La sua immutabilità afferisce alla sua inseità (cioè l'essere immutabilmente in retro-azione con se stesso) laddove la sua varianza afferisce alla sua alietà (cioè l'essere in inter-azione variante con l'altro da sé), dove non c'è alcuna dualità o "differenza ontologica" poiché si tratta solo di una distinzione analitica di due aspetti che ontologicamente sono il medesimo. Per me l'essente quindi è sia immutabile che diveniente (cioè variante) nel senso che, in relazione a se stesso, l'essente è indiveniente (sotto il rispetto della sua inseità) ed in relazione all'altro da sé è diveniente (sotto il rispetto della sua alietà). Il divenire (ma dunque l'essere) da ultimo è la relazione di inseità-alietà. In particolare la relazione di alietà è costitutiva dell'essente e non è accidentale, nel senso che qualcosa varia in quanto è in relazione ad altro che varia in modo diverso (altrimenti se variasse esattamente nello stesso modo ricadrebbe entro l'ambito dell'inseità e sarebbe immutabile nel senso di variante in se stesso, cioè in retro-azione su se stesso) e l'altro essente in relazione al quale il primo essente varia non è qualcosa che potrebbe indifferentemente essere o non essere, ma è qualcosa che deve necessariamente essere. Ad esempio la legna ardente è variante in quanto è il processo di combustione che determina l'incenerirsi della legna incombusta, tale per cui la relazione costitutiva, ossia ontologicamente determinante della legna incenerita, sussiste fra l'essente e , ed è relazione di alietà costitutiva dell'essente . Pertanto quando si verifica il divenire non si verifica mai di un unico essente, perché la relazione è almeno triadica. In questo esempio sussiste la relazione triadica tra: , e . Per sintetizzare: ad essere originaria è quindi la relazione triadica che è la mia versione della "Struttura Originaria". Nel caso in cui svolgiamo l'analisi sotto il rispetto dell'inseità allora tutti i termini della relazione sono lo stesso termine, se invece svolgiamo l'analisi sotto il rispetto dell'alietà allora i termini della relazione triadica sono distinti. Se indichiamo l'essente con E ne segue che, sotto il rispetto dell'inseità, diremmo E diventa E attraverso E, ossia in formula: D(E) -> (E ∧ E -> E). Sotto il rispetto dell'alietà invece diremmo L diventa C attraverso F, ossia in formula: D(L) -> (L ∧ F -> C). La relazione triadica è originariamente processuale non essendo mai esperita come un "evento simultaneo", ma sempre come evento processuale ossia diacronico, o potremmo dire "disteso nel tempo".
@alessandrobiasin2738
@alessandrobiasin2738 6 месяцев назад
Grazie a te, interessante! Concordo sulla non staticità, o ipostaticita' che però io distinguo dalla immutabilita', che per contro definisco originariamente dinamica, epurando il dinamico dal concetto di negatività. ( si tratta un'ontologia ciclica finita e dinamica in cui ogni termine è immutabilmente l'a Quo e l'ad quem del processo) Non so se concordo sulla posizione dei due rispetti: a mio avviso la > e viceversa ( sulle orme della identità relazionale severiniana). Ma a mio avviso l'essente è a monte sia dinamico che identico, la qual cosa non è *originariamente* o sintatticamente in opposizione , perché a monte, escludo la errata o, per usare una semantica severiniana, "nichilista" concezione del dinamico. Direi dunque, per usare la tua semantica, che la dinamicità afferisce sia all'inseita' che all'alieta', e viceversa che l'identità pertiene originariamente anche all'alieta'.
@ermannovergani3574
@ermannovergani3574 6 месяцев назад
@@alessandrobiasin2738 Concordo perfettamente con queste tue considerazioni... Sarebbe interessante sviluppare assieme il nostro pensiero perché credo ne beneficeremmo entrambi. Se ti interessa fammi sapere che possiamo fare una chiacchierata anche su questo canale se siamo tutti d'accordo e se lo riteniamo opportuno. Grazie ancora per le tue interessanti considerazioni.
@alessandrobiasin-ov4oy
@alessandrobiasin-ov4oy 6 месяцев назад
Grazie a te!
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