In questa videolezione parleremo di uno scrittore molto particolare nel panorama letterario italiano: Giuseppe Gioacchino Belli e i suoi sonetti in dialetto romano.
Sono Romano e da bambino (facevo la quarta elementare),mio padre andò al mercato di Porta Portese (1970), tornò a casa con un regalo per me. Era la raccolta intitolata "TUTTI I SONETTI ROMANESCHI", a cura di Bruno Cagli. Leggendoli me ne innamorai e senza volerlo ero in grado, dopo una decina di anni, di recitarne un centinaio a memoria. Verso i miei trent'anni, lavoravo in un posto noioso e monotono (una fabbrica). Essendo diventato pratico e veloce, cominciai a scrivere sonetti in stile Belliano: vita cittadina, discorsi ascoltati al bar, notizie sulla politica ladra condite da ironia pungente ecc. Fammi sapere se vuoi ascoltarne, ho una bella raccolta intitolata VOCI DE POPOLO. GRAZIE MILLE PER LA DISPONIBILITÀ E LA PAZIENZA.
secondo me la vulgata del Belli di destra è falsa perché viziata dalla lettura anticlericale di sinistra, Belli era Cattolico. Questa è l'impressione che ne ho ricavato leggendo la critica che lo riguarda. Almeno io la penso così, solo io però. La storia dello sdoppiamento è risolvibile con l'opportunismo che gli consentiva di mantenere il lavoro in quegli ambienti. Sempre secondo la mia solitarie opinioni.
