Anche se sono una quasi cinquantenne, vi seguo da un po’ di tempo perché le domande che vi fatte e proponete come contenuti del canale penso si continuano a fare sempre. Vi consiglio di guardare la prima stagione della serie di Apple t.v. “The Morning Show” dove si tocca in modo molto interessante l’argomento del Me Too Americano. Congratulazioni a tutti, saluti da Udine.
Ciao Irene! Volevo chiederti, potresti argomentare la frase: "A Milano non mi sento femmina, mentre a Roma sì".. grazie.. non ho capito il significato che hai dato a queste parole..
Non voglio toglierle le parole dalla bocca, ma penso che ciò che intendesse dire fosse che tornando a Roma senta questa reazione da parte della gente che le sta intorno e una sua necessità di relazionarsi all'habitat intorno a lei di assegnazione più convenzionale di ruoli di genere. O in parole più semplici, di dover comportarsi in una certa maniera per il fatto che sia visto come un manierismo più femminile essendo quello il ruolo che si assegna come donna. Mi viene da pensare che sia quello il topic da come l'ha descritto. È una realtà con cui mi confronto anch'io avendo vissuto a Roma fino alla fine della mia adolescenza e vivendo adesso nei miei vent'anni in una città in Inghilterra. Ogni volta che torno a Roma, sento di dover performare il mio essere "femmina" in maniera più esplicita per essere inserita nel contesto, ma sento anche di dover subire più commenti ed azioni dovute alla mia femminilità perché è la norma.
Qualcuno sa come si chiama l’articolo uscito sul New York Times attorno al minuto 6.30? Quello scritto dalla donna nera americana che si reca in Italia e rimane sconvolta dagli appellativi che le vengono attribuiti per strada
