Anche a me capita ogni tanto di avere una teoria assurda da spiegare a qualcuno a cui interessa e non poterlo fare perchè non mi ricordo il ragionamento che la sostiene, è abbastanza frustrante anche perché è sempre più difficile trovare situazioni in cui si possa dialogare per davvero di argomenti interessanti ed è un peccato sprecarle quando capitano
Diceva la buon'anima di mio zio, grande professore di matematica e docente di didattica, se vuoi imparare una cosa prima leggila, poi comprendila, poi scrivila e per finire spiegala. Ora non te lo dimentichi più.
Hai letto, scritto e spiegato, ma non hai capito. Un eufemismo per dire che di quello che hai studiato non te ne fregava niente. E anche questo va bene, ciò che conta è che gli esami li hai dati. Tocca ripetere sempre per ricordare sempre, per questo amava insegnare la matematica.
@@thewizard4200 dissento, mi ricordo di esseri interessato a ciò che ho studiato, di aver avuto piacere di discutere e di raccontare ciò che avevo imparato anche ad amici. Io devo leggere interi libri ed estrapolare le parti più importanti e studiarle; per fare ciò devi comprendere ciò che leggi. Semplicemente è passato del tempo da quando ho imparato certe cose, che non utilizzo più e la mia memoria fa sempre più fatica a ripristinare quelle informazioni. Magari leggere, capire, scrivere e spiegare sono attività che richiedono soprattutto l'uso della memoria ma non è che non te lo dimentichi più; se una cosa non ne fai uso frequentemente il cervello se ne sbarazza giustamente.
Penso che la caratteristica principale della religione, se si identificano anche le ideologie come religione, è sempre il fanatismo pensare di avere la verità assoluta per realizzare la quale è giustificato qualsiasi mezzo, da lì i milioni di morti del nazismo ma anche gli altrettanti milioni x il comunismo da ciò si deduce che nazismo e comunismo sono condannabili con la stessa intensità cosa che nn succede e questo x me e ipocrita e vergognoso anche il liberalismo ha sicuramente i suoi morti x sfruttamento perciò bisogna parlare nn di cose buone e cattive questo è ragionamento da bambini, ma di meno peggio, che è già grande cosa
Interessantissima spiegazione, anche se ho l'impressione che Harari abbia scelto una definizione un po' arbitraria che calzasse il discorso che voleva fare, comunque arriva a risvolti notevoli. Su tutt'altro argomento: visto il passato da ingegnere nell'ambito informatico mi piacerebbe moltissimo, pur conoscendo già l'argomento, sentirti parlare riguardo l'Olivetti e, in particolare, della sua filosofia aziendale e dell'esordio da primatista nell'elettronica per poi chiudere in una triste parabola
Ciao Roberto, ho comprato il libro di Harari. Grazie per avermi fatto conoscere questo grande intellettuale, la cui lettura mi sta aprendo a tantissime prospettive nuove.
Secondo la definizione di Yuval Noah Harari, se ho ben capito, allora la scienza è una religione. Si basa infatti su una fede, e cioè che l'universo fisico sia essenzialmente conoscibile, e ha delle prescrizioni: il metodo scientifico. Harari ha così risolto l'antico conflitto tra scienza e religione: la scienza è una religione, ma la religione non è una scienza.
@@bubusettete5413 IL metodo scientifico presuppone l'induzione empirica, che non ha alcun fondamento logico e la cui accettazione implica in qualche modo una fede riguardante la conoscibilità dell'universo fisico. Se un esperimento ripetuto 100 volte mi ha dato sempre lo stesso risultato, affermo (senza alcun conforto della logica) che darà sempre lo stesso risultato. Per il resto il mio intervento voleva evidenziare che le due caratteristiche prese a fondamento per la definizione di reiigione non ne colgono completamente l'essenza. Non credo proprio che la scienza sia una religione!! E la dimostrazione più semplice di ciò è il fatto che le diverse religioni e l'ateismo sono fra loro incompatibili, mentre all'interno della comunità scientifica convivono persone atee e persone religiose di credo diverso. Per inciso questo dato di fatto dà una risposta inequivocabile a tutti coloro che pretendono di affermare l'incompatibilità tra scienza e fede o qualsiasi legame di necessità tra scienza e fede.
Da ignorante in materia aggiunto una cosa: nelle diverse religioni i dogmi non si possono mettere in discussione. Si devono accettare cosi come sono e basta. Nel mondo scientifico si può sempre scoprire un nuovo risultato e stravolgere il pensiero precedente.
Secondo me è come dire che delle forbici sono uguali ad un coltello, siccome entrambe sono create dall'uomo ed entrambe tagliano. Ha solo preso due aspetti simili tra ideologie e religioni, ma i due aspetti sono una condizione necessaria ma non sufficiente per definire se qualcosa è religione o non religione. Dunque sì, ideologie e religioni si somigliano ma non sono la stessa cosa, come delle forbici e un coltello.
@@antonovbane dipende solo dalle abitudini....poi che c’entra....comunque si possono usare x lo stesso scopo magari non in sala ma in cucina o x tagliare.....le forbici e coltelli non sono una religione
Il nazionalsocialismo fu una religione e non una ideologia politica. Suggerisco di leggersi qualcosa sulla società di Thule e di altre società segrete del periodo, le quali confluirono nel nazionalsocialismo. In pratica, il pensiero centrale era il risveglio delle divinità Nordico-Germaniche (Asi) tramite le azioni e la rigenerazione del sangue. Spero possa ritornare questa piccola età dell'oro. Saluti al dottor Mercadini.
Mai e poi mai avrei pensato di restare agganciato ad un ragionamento grazie a dei geomag. Certo di affermare che codesto uso dei suddetti sia il piu' nobile ed elevato in assoluto.
Grazie Roberto, il lavoro che svolgi nel tradurre i concetti attraverso un processo logico e semplice è un atto di bontà. Credo sia spinto da qualcosa che ignora quasi del tutto l'aspirazione di un ritorno materiale, una ricompensa ecco. Quella "fiamma" insomma, fastidiosa e costante. Richiamo di coscienza probabilmente. Questo, al di là di tutto, di te mi piace. Buona vita :)
Considerazioni interessanti! Non ho una formazione filosofica strutturata, perciò potrei dire diverse castronerie, però il tema mi ha molto coinvolto, perciò mi voglio buttare nella riflessione... La definizione di religione data da Harari mi sembra un po' troppo semplicistica. È chiaro che il pensiero religioso conduce sempre a delle norme morali, ma non si può esaurire la religione alla sola funzione normativa. In primis si prefigge di dare una chiave interpretativa del mondo e questa rimane la sua essenza. Detto questo, mi sembra molto veritiero che socialismo e nazismo abbiano una natura in qualche modo religiosa (la vedo meno nel liberismo). Il nazismo mi sembra ben riconoscibile come un paganesimo novecentesco, mentre già altri hanno visto nel comunismo la più recente eresia del cristianesimo (con insita l'attesa messianica di un paradiso terrestre di uguaglianza). La parte più significativa del discorso però per me è quella che sottolinea che l'umanesimo sia una religione senza dimensione trascendente. Il problema è che nel momento in cui si assume per fede che l'uomo possa darsi autonomamente la beatitudine, diventa possibile proporre ricette assolute per il suo raggiungimento. Una volta che queste ricette sono formulate, non ci sarà più nulla da considerare inaccettabile nel portarle a termine, persino lo sterminio sistematico di un popolo o di chi è additato come dissidente.
l angelo di Dio-GO ALDO il nazismo è strettamente collegato al soprannaturale, come ha detto anche il ragazzo, è una sorta di neopaganesimo novecentesco, il richiamo ai miti nordici, ai culti esoterici, alla magia orientale, il graal, thule, la porta di Agarti, avalon, il nazismo è stracolmo di riferimenti al soprannaturale e all’occulto, inoltra ha anche i suoi sacerdoti, le shutzstaffel e il suo profeta
@@atwtotalwar Lo so,basta pensare ad Himmler e alla sua fascinazione per l' occulto e l' esoterismo. Le ss erano pagane,le Wehrmacht erano cristiane. Il nazionalsocialismo rimane un partito politico.
Il fatto di creare una definizione che mi serva a supportare una mia teoria, non vuol dire che la mia teoria sia automaticamente corretta. Forse bisognerebbe anche considerare che definire dall'esterno come religione qualcosa che gli stessi membri di un partito o di una filosofia non sentono come tale potrebbe bastare a declassarla appunto a ideologia o a filosofia. Senza contare che citare il buddismo come esempio ci si pone allo stesso livello di coloro che traducono Nirvana con il Nulla
Signor Mercadini; ho recentissimamente scoperto il suo canale e apprezzo tantissimo i suoi contenuti e la sua efficacia nell'esporre i suoi ragionamenti. Io sono uno studente universitario, non ho mai avuto una formazione umanistica, avendo studiato ragioneria a scuola e ingegneria all'università, tuttavia ho sempre provato un interesse "platonico" (?) per la filosofia, e talvolta ho tentato di approcciarmi all'argomento, la cui però vastità mi appare talmente enorme che non capisco come dovrei studiarla; mi spiego: ogni volta che mi approccio ad un pensatore vedo che la sua critica rimanda con costanza a pensatori precedenti e utilizzo un lessico la cui accezione nei casi specifici mi è spesso non chiara (suppongo ci sia un "gergo" filosofico). Alla luce di ciò vorrei chiederl qualche lume sul come approcciarmi ad iniziare uno studio autonomo sulla materia. Mi consiglia di passare più per le opere dei grandi filosofi o su testi di critica? La ringrazio in anticipo se volesse rispondermi.
Bellissimo video, molto interessante. Forse compio un'indebita iperbole, ma mi viene molto da collegarlo al ragionamento che fece Hannah Arendt ne "La banalità del male", in cui si evince che le atrocità del nazismo furono possibili solo perché chi le perpetrò era assolutamente convinto di fare del bene o addirittura di salvare l'umanità. Credo che questi concetti siano indispensabili anticorpi per evitare di sfociare nella crudeltà e nella violenza. Bisogna sempre ricordarsi che anche dal miglior principio si può giungere al peggior eccidio. Grazie per i tuoi video.
Ho trovato peculiare la rappresentazione del divino tramite un icosaedro. La mia mente si è subito collegata alla rappresentazione platonica degli elementi, in particolare al quinto dei quali, l'etere. Ho però notato che secondo il pensiero platonico l'icosaedro è il solido associabile all'acqua. Il divino, l'etere è caratterizzato dalla forma di un dodecaedro. Lungi da me dal pensare che il maestro avesse potuto sbagliare ho pensato a tre soluzioni (che riporto in ordine di probabilità): 1) ho capito male/sbagliato io 2) tutto ciò alludeva ad un altro significato o dottrina (che non ho ancora studiato in filosofia) 3) era complicato costruire un dodecaedro con il geomag. Se la soluzione fosse la 2° (o altre da me superficialmente ignorate) sono sinceramente curioso e spero di non essere sembrato arrogante o accusatorio. Se così fosse non era assolutamente mia intenzione, anzi, sono tuo grande fan, continua così Merca!
Sto leggendo ora Sapiens da Uomini a Dei di Harari. E mi sono innamorata del suo modo di pensare vedere e soprattutto scrivere. Sempre brillante. E la sua visione di Religione é perfetta. Si può essere credenti per carità. Ma dal punto di vista antropologico é QUESTO. E nelle rivoluzioni umane ha quel ruolo. Harari é uno di quegli intellettuali di una profondità e allo stesso tempo immediatezza e chiarezza unica. Fede in sovrumani valori da cui derivano comportamenti sono religioni. Ha ragione. Poi pensiamo quale libertà mentale ci vuole per una persona di cultura ebraica ci vuole per affermare che il nazismo é una religione. Grandezza intellettuale che trascende il dolore della sua stessa cultura e popolo per un ragionamento.
Video immenso. Quando dopo averlo visto mi si blocca l’istinto di passare al prossimo, ma no, devo fermarmi a riflettere, rimuginare e ritagliarmi il tempo per passare in libreria ad acquistare il libro di Yuval Noah Harari, non ci cono elogi (o pulsanti) sufficienti ad esprimere il mio plauso
Interessante, grazie, come al solito! Non conoscevo le tesi di Yuval Noah Harari, così a pelle mi danno un'idea un po' semplicistica, o meglio razionalistica, del concetto di religione. Della ritualità ne parla? In ogni caso me lo andrò a leggere ;) sono curioso
Ciao Roberto, questo video è molto interessante ma trovo la tesi di Yuval Noah Harari un po' troppo spinta. Dico questo perché nella definizione di religione che analizzi noto l'assenza del sovrannaturale nella definizione di Religione, infatti sotto la voce "Religione, Sociologia della" del Dizionario di Sociologia di Luciano Gallino abbiamo: "[...] (nella religione) è insita la rappresentazione di un ordine extra-sensoriale o sovrannaturale di esseri, di potenze e di valori ultimi inattingibili all'esperienza comune, ma che il credente può attingere per il tramite d'un addestramento specifico e di processi interiori ed esteriori appropriati, in momenti e situazioni stabiliti". Spero di aver dato un nuovo spunto per la riflessione. At salùt! :D
il problema è che l'ordine extraumano è arbitrario nella figura del "superuomo" quindi non essendo un ordine extraumano, ma deciso da determinati concetti umani che scelgono cosa faccia o meno parte del superuomo, le basi per considerarle il nazismo come religione non sussistono a differenza del socialismo e del liberalismo come diramazioni dell'umanesimo. Bellissimo video come spunto di riflessione
La definizione che Harari dà della religione è carente e lo dimostra il fatto che lui stesso basandosi su questa definizione riesca a includere di tutto nel suo concetto allargato di religione. Per me elementi fondamentali della religione sono anche il riferimento ad una trascendenza, la ritualità, intesa in vario modo, e poi gli elementi del mistero e della rivelazione.
Molti -ismi sono zeppi di cerimonie, rituali e simboli quindi sì, si può parlare di religione. Fa inoltre sorridere che spesso sia presente anche una base "positivista" secondo la quale "bella lì, con noi ed attraverso noi il mondo verrà guarito da ogni male, l'umanità, al termine del nostro processo avrà raggiunto il massimo possibile...".
Molto interessante! Ma non è che qui ci stiamo incartando nei limiti del linguaggio? Nella difficoltà di limitare una parola? Perché se ogni persona è religiosa allora la parola religione diventa inutile e bisogna trovarne un'altra per descrivere chi la propria morale la regge su elementi non antropocentrici ma su leggi proveninenti da profeti o testi sacri. Tanto vale tenere la parola religione e cercare di limitarla un po arbitrariamente come si limita un colore per esempio (come il limite arbitrario nello spettro della onde visibili oltre il quale rosso smette di essere rosso ). PS: Scrivo dal Giappone, qui la religione è lo shintoismo che da quanto so non ha nessuna indicazione sulla condotta di un fedele, quindi è una religione che non si fa carico di nessuna morale (il che rende descrivere una religione ancora più complicato)
Nella definizione che Harari dà della religione manca un elemento fondamentale: il luogo di culto istituzionalizzato. Senza un luogo dove officiare non si può parlare di religione. Mettere sullo stesso piano l’Umanesimo con la religione è veramente una forzatura da testo divulgativo fatta solo per colpire il lettore. Un’ottima definizione di religione la formula Durkheim: “Una religione è un sistema solidale di credenze e di pratiche relative a cose sacre, cioè separate, interdette, le quali uniscono in un’unica comunità morale, detta Chiesa, tutti quelli che vi aderiscono.”
Ciao Roberto. Che dire, i tuoi video profondono serenità come i suffimigi vaporosi di Olio 31. Ti faccio presente che il Buddismo non è una religione, tantomeno una filosofia. L'ho scritto perché sto leggendo un libro bellissimo "L'Insegnamento del Buddha" di W.Rahula. Mi aspetto da te un video sulle religioni. Grazie per i tuoi video. P.s. se puoi leggilo quel libro è di una profondità eccezionale e di tutto tratta tranne che di religione.
Yuval Nohal Harari non so se davvero mostri qualcosa, non ho letto il suo libro, ma da quanto ci dici di certo afferma qualcosa: una sua opinione. Che il Nazismo sia una “religione” lo condivido, ma perché mi riferisco anche alla componente metafisica, simbolica e rituale del Nazismo. Per la stessa ragione non ritengo religioni, ma ideologie, Socialismi e Liberalismi vari. A questo punto, per mostrare che non si tratti soltanto di un gioco sofistico di definizioni e di opinioni, sarebbe interessante sapere qual è, allora, la definizione di Harari di ideologia.
La definizione di Harari è utile e interessante per analizzare la società distinguendo tra religioni e scienza. Tuttavia credo sia abbastanza vero che la differenza sta che il valore sovrumano delle ideologie stia dentro all'uomo: l'uomo deve essere libero in quanto l'uomo, l'uomo deve essere uguale in quanto uomo, l'uomo deve vincere i suoi limiti- anche genetici- in quanto uomo. Sono tutte definizione della natura dell'uomo e l'unica giustificazione sta nella propria visione di natura umana. Le religioni convenzionali pongono la giustificazione nella divinità, in entità soprannaturali o in ordini divini, direi. Il buddhismo e il taoismo ecc. sono borderline, e infatti spesso vengono quasi definite filosofie orientali più che religioni orientali.
geniale la rappresentazione della divinità con il geomag!!! l'asse del mondo, il grande polo ed i suoi vari centri! non ci avevo mai pensato. anche a vedere le cartelle del computer come un albero. grazie roberto per i pensieri!! l'unica cosa che mi chiedo, non avendo letto il libro di harari, e se la sua definizione di religione voglia quindi in qualche modo escludere quelle comprese solitamente come religioni (cristianesimo, islamismo, giudaismo, ma anche sciamanesimo). L'esistenza di esseri sovrannaturali non implica già necessariamente un sistema di differenziazioni in cui vengano stabilite delle mete, e quindi l'agire umano, in rapporto a questi esseri sovrannaturali?
Nel Taoismo, soprannaturale e divinità sono contemplati, ma è il rapporto tra ciò e l'uomo ad essere diverso. Comunque, d'accordo sul concetto generale.
@@winstonhood6371 Non c'è certo la divinità occidentale, ma nel culto esistono figure che vengono riverite come dei: tanto per dire, Lu Ban, Chen Jinggu o l'Imperatore di Giada.
@@SanTuiRabbit Invero, ma ciò che intendo dire è che nel testo fondativo non è presente una divinità come invece nelle religioni monoteiste dell'Asia Minore. Quelli a cui ti riferisci sono piuttosto esempi di grande adesione ai principi espressi nel concetto di Dao, non nego però l'adorazione simile a quelle che si hanno nel cristianesimo per i santi. Comunque avresti qualche lettura da consigliare sul tema ? Buona serata :)
@@winstonhood6371 Assolutamente! Il taoismo, paradossalmente in ciò, nasce come filosofia negativa a livello teorico. A parte i tre testi canonici (Laozi, Zhuangzi e Liezi, quest'ultimo nell'edizione di Cadonna), c'è l'introduzione di Scarpari-Andreini, Disputers of the Tao e Taoism The Enduring Tradition. Con un giusto occhio critico si potrebbe leggere il Xiyou Ji. Purtroppo l'aspetto del culto non l'ho mai trovato approfondito come avrei voluto...
A questo punto mi vengono delle curiosità: come si possono definire quelle cose in cui mancano o l'ordine sovrumano o la dottrina? Ed il mercato può essere visto come l'ordine sovrumano a cui consegue la dottrina dettata dal capitalismo, oppure quest'ultimo rientra tra i casi in cui manca la componente di "ordine sovrumano"? Inoltre, l'obbedienza nei confronti di un'autorità come può essere classificata?
Il mercato dipende dalle scelte degli individui quindi non è un ordine sovrumano. Forse si potrebbe sostenere che il capitalismo si fonda sull'ideale della produttività come valore sacro e inviolabile e quindi si tratterebbe di una religione. Ma in ogni caso non presuppone dei valori etici o dei modelli di comportamento precisi. È solo un sistema economico che può adattarsi a qualunque cultura, morale e tradizione purchè ammetta la possibilità di vendere e comprare. Quindi a me sembra il contrario di una religione o comunque una religione molto atipica.
@@johnnyjonnista Nel suo saggio "Sulla Ricchezza delle Nazioni" Adam Smith, filosofo considerato il fondatore, o almeno l'espositore, del pensiero capitalista giustifica l'egoismo capitalistico con una legge naturale che comporterebbe una giusta spartizione della ricchezza tra i cittadini. Secondo il filosofo britannico con l'accrescere del proprio capitale il capitalista reinvestirebbe sulla propria azienda aumentandone la produttività attraverso l'incremento del personale e ciò avrebbe come conseguenza un continuo aumento sia della ricchezza sia delle persone che ne partecipano. Quindi sì, si potrebbe applicare tale definizione al capitalismo visto che abbiamo un ordine sovraumano, la legge della mano invisibile, e dei comportamenti e valori morali, l'imprenditorialismo e l'egoismo economico.
@@winstonhood6371 esattamente ciò a cui stavo pensando 😂 Il dubbio che mi sorge è più sul quanto la "mano invisibile" possa essere considerata un ordine sovrumano, perché a differenza degli esempi citati nel video è un qualcosa in cui l'uomo ha la consapevolezza di esserne attore protagonista...cioè, è sovrumano ma dipendente dalle decisioni degli uomini
@@johnnyjonnista il mercato però non dipende proprio dalle scelte degli individui, bensì dalle scelte di gruppi d'individui. Questa differenza è proprio quella che secondo me comporta questa situazione aleatoria
@@albertodv2165 Non lo so, dipende cosa si intende di preciso con "sovrumano". Qualcosa che dipende da gruppi di individui umani non mi sembra sovrumano, anche perchè se così fosse qualunque aspetto collettivo della società (le leggi, la costituzione, qualunque istituzione) sarebbero religioni.
Caro Roberto, potresti fare un video ( rispondermi direttamente, se ne hai voglia) sul tuo metodo di studio? Mi piace molto leggere e informarmi, ma purtroppo molte informazioni non riescono ad essere assorbite per molto tempo. Vorrei migliorare sotto questo punto di vista, anche per confrontarmi meglio con i miei coetanei su situazioni attuali. Ti ringrazio, bellissimo video e ottima spiegazione. Un abbraccio
Io di certo non ho la cultura di Yuval Noah Harari, ma un'obiezione alla sua definizione di religione mi sento lo stesso di muoverla, naturalmente con l'umiltà del caso. Harari parla di ordine sovrumano, e ciò di per sé è giusto, come è giusto che una religione non debba per forza comprendere uno o più dèi, ma non dice che si tratta in realtà di un ordine di tipo spirituale, cioè che coinvolge lo spirito (l'anima dell'uomo), e che si svolge su un altro piano, diverso dal nostro (l'aldilà, se così che vogliamo definirlo). Vista così, nella religione rientrano il buddismo e il taoismo, citati da Harari, ma non l'umanesimo, né tanto meno il nazismo, che di anima o aldilà non si occupano. Inoltre, la religione indaga e dà una visione del destino dell'uomo dopo la morte, cosa che le dottrine politiche invece non discutono. Nelle religioni, i precetti morali si fondano su principi spirituali, oppure, nelle religioni che comprendono divinità, su comportamenti che bisogna osservare per ordine di dio; nelle dottrine come l'umanesimo o quelle politiche, invece, questi precetti si fondano su principi riguardanti l'uomo in sé, o comunque la nostra realtà, principi che quindi non guardano all'esistenza di altri piani o di altri esseri. Quindi, a mio parere, la definizione che dà Harari è sbagliata, perché mette sullo stesso piano cose che in realtà hanno origini e scopi diversi
Il nazismo si è occupato eccome di anima ed esoterismo.. Ti consiglio di leggere il libro "Hitler e il nazismo magico" di Giorgio Galli. È una lettura molto complessa ma ti aprirà un mondo che non avresti mai pensato che esistesse dietro l'ideologia nazista
Grazie per il consiglio, se avrò modo ci darò uno sguardo. Sinceramente, sono un po' dubbioso, dato che tendo a dividere l'esoterismo dalla religione; comunque, se il nazismo si è occupato anche di anima e di aldilà, allora può forse essere definito una religione, ma pur sempre non per il motivo che ha detto Harari, come ho già scritto nel primo commento
@@piermariodimauro9798 diciamo che sono più o meno del tuo stesso pensiero. Non definisco il nazismo una religione vera e propria in quanto assolutamente non ha di certo tutte le altre caratteristiche che hanno le religioni che tutti conosciamo. Ma che il nazismo abbia a che fare con la spiritualità dell'individuo, per quanto schifoso possa essere il concetto, è assolutamente indiscutibile. Buona serata.
Ma neanche io lo definisco come tale, spero si era capito; semplicemente, mi interrogavo sulla definizione di Harari, perché trovo la religione affascinante, ma guardo con sospetto ogni tentativo ad accostarla a qualcos'altro. Buona serata anche a te
@@piermariodimauro9798 Si tratta di religioni, solo che non si occupano di spiritualità in senso trascendente come le religioni tradizionali, si tratta di "religioni" che fanno del loro centro la materia, l'immanente, sono quindi religioni immanentiste che divinizzano la realtà materiale negando la spiritualità trascendente o comunque subordinandola alla materia. In questo modo paradossalmente si arriva a negare il libero arbitrio dell'uomo, e quindi la sua dignità, lo si riduce ad un animale come altri che avrebbe come unico fine il soddisfacimento delle sue pulsioni biologiche e dei sui bisogni prettamente materiali, da qui si capisce anche il materialismo e il nichilismo del liberal-capitalismo o del comunismo, o anche del nazismo stesso che alla fine riduce gli esseri umani ad una razza animale soggetta alle leggi brutali della natura dove solo i forti hanno diritto di vivere e procreare e i deboli devono soccombere.
Guarda, da un entusiasmo inizale su Harari, piano piano mi sembra sempre più un cialtrone o un venditore di pentole (te lo scrissi anche in un altro commento). Il taoismo intanto non è una religione come non lo è il confucianesimo; è una "corrente del pensiero cinese". È una cosa intraducibile secondo i dettami occidentali, e anche il tentativo di cercare qualcosa di equivalente ricade sotto la nostra forma mentis. All'interno del confucianesimo e del taoismo ci sono stati dei momenti in cui (ad esempio) il taoismo era più religioso ed altri più politico. Ma sono collegati a determinati periodi storici. Quindi ci sta che né il taoismo né il confucianesimo abbiano dèi. E soprattutto, se si parla di religioni, di mistica ecc, per quanto è accattivante relazionare in nazismo alla religione (cosa che per tantissimi punti è vero), è una gran cagata dire che il taoismo è una religione senza dèi. Perché quello è il nostro modo di codificare le cose. Sull'umanesimo: è vero il salto esponenziale che fa la figura dell'uomo nel mondo; ma non dimentichiamoci che è per il volere di Dio che l'uomo acquisisce tutta questa individualità. Non è l'illuminismo. L'umanesimo è il trionfo dell'uomo in mezzo alla natura, in armonia col mondo e gli animali, con la matematica e la geometria, l'astronomia e la prospettiva. Ma tutto questo serve per decodificare (o per arrivare quanto più vicino possibile) il piano di Dio, il suo ordine. Tutti gli umanisti e i neoplatonici erano profondamente credenti. Liberalismo e socialismo possono diventare delle fedi. Avere una fede non è credere ad una religione; proprio per la mancanza di dèi. Fede è un sottoinsieme della religione. La cosa curiosa è che il nazismo è la fede che si avvicina più alla religione, per la devozione di massa, le divise, il rituale, la credenza ad un ordine superiore e l'identificazione di Hitler quasi con Dio.
È corretta la distinzione tra una religione e la presenza o meno di divinità soprannaturali poiché le religioni teistiche sono solo una fetta, anche se enorme, delle religioni nel mondo, come giustamente facevi riferimento esistono religioni che non contemplano l'esistenza di entità divine. Aggiungerei però almeno altri due elementi che si aggiungono al concetto di religione oltre alla fede e al sistema comportamentale, altrimenti appunto una salda ideologia o una filosofia di vita in cui credere fermamente diventano religione. Ciò che distingue una religione oltre ai due punti citati sono la presenza di un oggetto di culto e un invocazione/preghiera. Questi due elementi rendono ai primi due forza e sostegno poiché sono mezzi per alimentare e in alcuni casi accedere a livelli di coscienza e consapevolezza che sono propri di una religione. L'assenza di un piano spirituale e di una pratica concreta per accedervi è ciò che distingue il comunismo e il nazismo da una religione vera e propria. Sono quindi d'accordo con altri commenti che definiscono tali ideologie "simili" ad una religione e non uguali. Detto questo, il video è stato molto stimolante e sarebbe meraviglioso per me partecipare a un simposio con menti così vivaci e curiose nonché aperte e preparate. Chissà se un giorno non riusciremo ad incontrarci per mangiare bere e parlare di questi ed altri argomenti
Questa cosa mi ha molto preso, Roberto forse la tua è una grandissima scoperta! è una cosa bellissima! qualsiasi cosa può essere considerata una religione! Lascio alcune mie idee, bisogna solo trovare il loro posto nel "albero filogenetico delle religioni". Primo esempio: 1- La verità è una cosa sovrumana, fede nell'esistenza di una verità esterna all'uomo non conoscibile; 2- Insieme di norme e comportamenti per avvicinarsi alla verità, nel modo più "giusto" possibile 3- paradosso non si può avere conferma di verità nella ricerca della verità Secondo esempio 1-l'amore è una cosa sovrumana, fede nell'esistenza dell'amore non percepibile e non conoscibile concretamente. L'amore è un atto di fede che l'altra persona ci ami, non potremo mai saperlo con certezza assoluta. 2- Insieme di norme e comportamenti per essere amati o avvicinarsi il più possibile all'amore vero. 3- paradosso non si può avere conferma dell'amore senza la forza che da l'amore. Terzo esempio 1- la conoscenza è una cosa sovrumana, fede nella conoscenza e quindi della scienza 2- Insieme di norme e regole per comportarsi da bravo scienziato 3- non si può avere vera conoscenza senza avere la conoscenza della conoscenza [similitudine con la questione della verità] Quarto 1- il Nulla è una cosa sovrumana, fede nella sua esistenza 2- insieme delle norme e regole per avvicinarsi il più possibile al nulla 3- paradosso il vero nulla è contenuto nella nullificandone Quinto 1- Il tutto è una cosa sovrumana, fede nella sua esistenza 2- insieme di norme per avvicinarsi di più al tutto 3-paradosso il vero tutto è sciogliersi nel tutto [similitudine con il nulla] Sesto 1- l'io è una cosa sovrumana, fede nella sua esistenza 2- insieme di norme per avvicinarsi di più all'io 3- Il vero io si conosce solo fuori dall'io scusate la lunghezza!
Ho trovato una giustificazione autorevole al mio commento alla prima lezione di economia all'università: "l'economia è una religione". La giornata è diventata migliore del previsto
interessante,nella costruzione delle religioni io ci metterei anche totalitarismo,inteso come adottarne i metodi nella totalità della propria quotidianità,nel tempo riscrivere le proprie pagine o semplicemente scriverle se si è di prima generazione
Grazie Roberto... l’unico RU-vidr per cui vale la pena spendere del tempo, ti seguo con carta e penna! Ma c’è o farai un video dove parlerai del tuo rapporto con la fede?
La tua iconoclastia mi ha fatto molto ridere. Prescindendo da ciò avrei un'osservazione e una domanda da fare. L'osservazione riguarda la descrizione dei sistemi, ovvero ciò su cui si basano, perché ciò è vero in teoria, ma la pratica degli stessi va in contrapposizione a ciò che "predicano" (es. il liberalismo "predica" libertà inviolabile, ma nei fatti è libero solo chi ha il danaro per poterlo essere). Da ciò deriva la domanda, che non è provocatoria, giuro: voglio solo chiarezza: in che modo tutto ciò poi entra nel campo pratico e non rimane solo un esercizio che resta in un ambito epistemologico? Immagino che probabilmente questa risposta richieda un approfondimento di questo argomento (che qui è stato trattato in risposta ad un altro video, me ne rendo conto). Sempre bravo, sempre fautore di mie grasse risate. Ti abbraccio. :)
questo video è fichissimo ! ! mi sembra che non hai fatto date nelle Marche , ti ho proposto al Reasonanz un locale dove ho lavorato, non so se ti hanno contattato ,faccio quello che posso dall'estero :)
Bel video e molto interessante! Stando alle conclusioni vorrei proporti un quesito: Può (secondo te) l’essere umano privarsi da qualsiasi forma di ideologismo/religione o sarà sempre destinato ad avere una sorta di appiglio a cui aggrapparsi? Ti chiedo questo perché secondo me nel corso della storia dell’uomo, ideologie e religioni hanno da sempre indottrinato e soprattutto limitato l’essere umano, nel bene e nel male. (O magari se hai semplicemente qualche libro da consigliarmi a tal proposito, grazie 😀)
Ciao Roberto, premetto di non aver mai letto nulla dell'autore in questione quindi sarà per questo che non mi sono chiare alcune cose, tuttavia a questo punto dopo aver ascoltato quanto hai detto mi viene naturale chiedermi: quale ideologia può definirsi effettivamente ideologia e non religione? Se in effetti per religione intendiamo, come riporti tu nel video, una dottrina che si fonda sulla concezione di un ordine "sovrumano" (e intendiamo per sovrumano qualcosa che è al di fuori del diretto controllo dell'uomo, sempre se non ho capito male) allora non vedo come possa esistere un'ideologia non religiosa, e allo stesso tempo non riesco nemmeno ad immaginare un qualsiasi sistema sociale che possa evitare di connotarsi anch'esso come religioso. Ogni prodotto dell'organizzazione umana consiste in una dottrina fondata sulla concezione di un ordine sovrumano; provo a spiegarmi in maniera molto semplice con degli esempi: -Per praticare correttamente il cristianesimo ci si avvale di una serie di regole e strumenti (una dottrina) basati sulla conoscenza delle leggi date da Dio (ordine sovrumano) -Per praticare correttamente il nazionalsocialismo ci si avvale di una serie di regole e strumenti (una dottrina) basati sulla conoscenza delle leggi date da un'evoluzione della concezione umanistica (ordine sovrumano) Ma anche: -Per coltivare correttamente un campo ci si avvale di una serie di regole e strumenti ( una dottrina) basati sulla conoscenza delle leggi date dalla natura (ordine sovrumano) Se riduciamo tutta ad una distinzione tra cosa deriva da una concezione di ordine extraumano e cosa no allora incorriamo in un grosso problema. Non è possibile a mio parere fare una distinzione in questi termini anche solo tra le ideologie (lasciando perdere tutti gli altri piani del rapporto sociale ed economico) tra ciò che nell'uomo dipende dal sovrumano-extraumano e cosa no. La capacità di astrarre che l'uomo ha acquisito con l'evoluzione consiste a mio parere proprio nella capacità di concepire una forma ordinata di ordine extraumano. Una delle differenze principali che esistono fra l'uomo e gli altri animali è proprio il fatto che noi siamo in grado di agire e scegliere in base a convinzioni (che possiamo intendere anche come morali) date da una conoscenza o presunta tale di un ordine delle cose. Premesso che per me una distinzione è possibile (ma non tra ideologie fondate su ordine extraumano e ideologie non fondate su un ordine extraumano) dopo aver visto il video della chiaccherata mi sembra di aver capito che l'autore Harari faccia in effetti una distinzione che non risponde alla mia domanda: infatti non contrappone ideologie e religioni, bensì distingue tra religione e percorso spirituale, riducendo quindi la distinzione ad un bivio tra un'ideologia soggettiva e una religione comune. e su questo non mi pronuncio. Volendo però fare lo sforzo di trovare una differenza che non consideri la via "solitaria" e che pretenda di trovare uno spartiacque solo tra le ideologie, o più in generale in tutte le strutture sociali (che in quanto sociali non possono esistere se non nella molteplice partecipazione di diversi individui), potremmo chiederci: Quale differenza intercorre tra il cristianesimo e coltivare un campo? Quello che mi viene da dire è che a mancare in una delle due è la componente morale: non esiste un sistema morale derivato direttamente dalla coltivazione dei campi, mentre ne esiste assolutamente uno per il cristianesimo. Quindi potremmo dire che la "religione" è quella ideologia dottrinaria basata sì su un'ordine extraumano, che però è anche in grado anche una dottrina morale ? Così da lasciare fuori da questo insieme l'agricoltura, la matematica e altre scienze e forme sociali. Un 'ultima cosa e poi giuro che mi fermo: Quindi avrebbe apparentemente ragione Harari nel racchiudere in un solo insieme le religioni vere e proprie e le altre ideologie. Ma è proprio giusto racchiudere tutte le ideologie in questo insieme? Non sarebbe il caso di valutare il tipo di ordine extraumano al quale fanno riferimento? Molto più semplicemente non possiamo differenziarle ancora nonostante siano tutte accomunate dal produrre un sistema morale? osservo questo: -L'ordine extraumano delle religioni, la divinità, non è ne vero e ne falso, è indimostrabile -L'ordine extraumano del campo coltivato, la natura, è vera ed sempre più dimostrabile -L'ordine extraumano del nazionalsocialismo, la superiorità di alcuni uomini, non è vera ed è sempre più indimostrabile -L'ordine extraumano del socialismo, l'uguaglianza di tutti gli uomini come valore assoluto, non è vera ed è sempre più indimostrabile -L'ordine extraumano del liberismo, la libertà degli uomini come valore assoluto, non è vera ed è sempre più indimostrabile Ne esiste solo una apparentemente evidente e vera, la natura, ma siamo sicuri che non esista una dottrina politico-morale nella storia umana che non si sia sviluppata dichiaratamente dallo studio diretto della natura, compresa la natura dei rapporti sociali? Per me esiste ed è il materialismo dialettico, ma aldilà della mia risposta con la quale non vorrei scomodare nessuno, volevo solamente sollevare il dibattito e stimolare un ragionamento sul presupposto espresso nel video.
Scusate eh, non sono studiato in filosofia quindi non ho nessuna presunzione, ma una domanda mi sorge spontanea: che senso ha farsi queste domande, se l’accezione di religione cambia in base a chi “dà” l’accezione, è ovvio che in quella categoria rientrano le cose più disparate che però rispecchiano quei determinati “parametri” del l’accezione di per sé arbitraria
Personalmente in questa teoria percepisco una componente ebraica molto forte, può sembrare strano ma l'ebraismo starebbe in piedi anche senza il concetto di Dio, al punto che esiste una fazione di ebrei praticanti che si definiscono agnostici o addirittura atei. La visione Dio=religione è tutta occidentale e se ci pensiamo bene le teorie più anticristiane, anticlericali e atee della nostra storia (illuminismo, positivismo, marxismo ecc. ) sono vere e proprie religioni che calzano a pennello nella definizione di Harari.
Condivido pienamente, conosco un chassidista che non crede in Dio, o meglio, non di certo come percepiamo noi il concetto di Dio. Sotto un certo aspetto la religione ebraica si avvicina molto di più al buddismo che neanche al cristianesimo o all'Islam..
Le ideologie, come ad esempio il nazismo, possono essere identificate per molti aspetti con le religioni. L'umanesimo, il liberalismo e il socialismo non sono religioni perché a mio modo di vedere non sono ideologie, bensì sono culture; dunque, il nazismo non può in alcun modo essere una "setta umanistica", in quanto l'umanesimo è una cultura e il nazismo no. Sulla fondamentale differenza tra cultura e ideologia ho scritto un brano (parte di un saggio che sto completando), non vorrei copiare-incollare il brano qui perché è lunghetto, quindi lo copio-incollo a seguire, in un commento a parte (come "risposta" a questo commento). Grazie comunque, come sempre, per i temi più che interessanti di cui tratta nel suo canale.
[.... ] Poiché la volontà sfida il determinismo, la libertà umana sfida le tre ideologie deterministiche: il marxismo-leninismo, perché basato sullo storicismo e sul riduzionismo “materialistico-dialettico” (ma non sfida Marx ed Engels, che la libertà l’amavano); il liberismo, perché basato sul darwinismo sociale e perché oggi degenerato in neoliberismo aggressivo; il nazionalismo, perché portato all’estremismo spiritualistico da Hegel nella teoria e all’estremismo politico da alcuni celebri dittatori nella pratica. Si tratta infatti di tre ideologie che postulano l’impossibilità della libertà. La cultura socialista, quella liberale e quella patriottica non sono invece ideologie (e dunque non fanno parte di quelle che Harari considera delle costruzioni immaginarie senza alcun riferimento nella realtà, dei meri strumenti per i fini dell’uomo collettivo), non negano affatto la libertà, perché sono tre diverse forme moderne prese dall’umanesimo: sono, appunto, tre culture. Siamo dunque liberi di scegliere se essere socialisti (anche nella versione comunista non marxista-leninista, bensì marx-engelsiana), patrioti (ossia leali verso la nostra identità comunitaria ma per nulla ostili alle altre) o liberali (cioè difensori del costituzionalismo rappresentativo); ma non siamo liberi di scegliere tra il marxismo-leninismo, il neoliberismo e il nazionalismo perché, quando si aderisce a un’ideologia, è sempre perché è stata lei a sceglierci. Una cultura differisce radicalmente da un’ideologia perché rappresenta un continuum aperto di pratiche concrete, abitudini radicate, valori, ideali, modelli autorevoli e punti di riferimento anche personali, tradizioni coltivate con cura, progetti per un futuro migliore e attitudini sentimentali; in una cultura, entità più astratte come i valori e gli ideali si saldano senza soluzione di continuità con le pratiche e con i sentimenti, fenomeni della cui realtà concreta non è in alcun modo lecito dubitare. Inoltre, l’insieme di tutti questi elementi si tiene così bene, è legato in modo così naturale e organico, che può permettersi di essere aperto, di accogliere nuovi fattori al suo interno, di espellerne altri, insomma di rinnovarsi, di crescere: ed ecco perché essa non nega affatto la libertà. Una narrazione ideologica è esattamente l’opposto: per essa vale la metafora del “pacchetto”, di un insieme inorganico, quantitativo e non qualitativo, discreto e non continuo, al cui interno gli elementi costitutivi - idee e pratiche - si tengono insieme meccanicamente e solo al prezzo della completa chiusura all’esterno e della negazione della libertà. Gli elementi costitutivi di un’ideologia non differiscono da quelli di una cultura solo per il modo - organico o meccanico, continuo o discreto, aperto o chiuso - in cui le due li trattano, ma anche in parte per la propria natura: il patriottismo è una cultura e uno dei suoi elementi costitutivi è il concreto amore per la terra sulla quale si è cresciuti, un altro è un rispetto ideale per tutti gli altri popoli, visti come fratelli; il nazionalismo non è una cultura e al suo interno troviamo un’idealizzazione astratta della propria terra e un odio concreto per i popoli confinanti, visti come competitori/nemici. La cultura liberale “sente” la libertà e ne pensa i limiti, l’ideologia neoliberista teorizza la libertà illimitata e desidera la prevaricazione; il socialismo di Marx ed Engels rifiuta l’ingiustizia con la pancia e con il cuore, il materialismo dialettico marxista-leninista impone la giustizia con la violenza della ragione (e non solo della ragione - ma tutto parte da lì). L’ideologia è talmente più povera di una cultura che si presta molto meglio di essa a un’interpretazione evoluzionistica, ossia a essere ridotta a semplice mezzo per il progresso o il successo umano, senza mai poter aspirare a essere un fine. L’interpretazione evoluzionistica della storia delle idee umane, portata avanti da Harari attraverso tutto lo svolgimento del suo pensiero, non funziona invece con una cultura, la quale è sempre un fine e mai un semplice mezzo. Harari, il cui sguardo sorvola i millenni e i secoli con l’impareggiabile maestria di un’aquila meditante, ha dunque però semplificato troppo alcune tematiche, cadendo vittima del riduzionismo materialistico-evoluzionistico odierno, esso sì una narrazione che avrebbe meritato di esser da lui spietatamente smontata. Come dicevamo, è ancora giovane; è un’aquila che ha davanti a sé tutto il tempo necessario per aggiustare la mira. E per prendere la sua posizione - del resto, non si può prendere la mira senza aver prima occupato una posizione salda. Non ci sono vie d’uscita: o prendi posizione, non facendo di tutta l’erba degli ideali un fascio riduzionistico, o non potrai mai creare altro che un gioco intellettuale, brillante, a tratti illuminante, ma irrimediabilmente individualistico.
Mi piace tantissimo la storia, mi piacerebbe leggere potresti un libro di storia nella lingua italiana dalla prima guerra ai nostri giorni. Potresti consigliarmi ?
mettere la società davanti all'individuo non dovrebbe significare metterla sopra, è li che secondo me si traccia la linea tra testi sacri e testi pericolosi
@@darioidk2508 Amico mio, stai tranquillo! Tra le altre hai la profile pic da "grammar Nazi", roba di cui si parlava nei forum nel 2009. Non lo sai, ma anche tu combatti al mio fianco per l'interpretazione della memetica che si accumula, senza sparire.
@@SpaziAttorcigliati Bruh. Ho questa propic da troppo e non ho voglia di cambiarlo perché ormai è la mia propic, non per altro. Tra l'altro, sinceramente non ho mai visto nessuno usare il nome "Pippo Un Botto" come meme, è solo un nome stupido tbh.
Mio padre che conobbe nella guerra in Russia sia il Nazismo che il Marxismo, sosteneva che entrambe fossero una forma di religione con i loro fedeli adepti integralisti quindi arrivo a comprendere il pensiero dello scrittore israelitico, ho difficoltà però arrivare ad inquadrare l'Umanesimo ed il liberalismo. Umanesimo puó significare tutto e niente, ci si possono inquadrare molte cose, non solo Nazismo, Socialismo e Liberalismo, ma anche molti cammino spirituali orientali ed alcuni occidentali, ad esempio potrei metterci l'Alchimia. Se inquadriamo poi tutto questo sotto la definizione Religione rimango ancora più perplesso: a questo punto dopo aver detto cosa è religione, sarebbe interessante avere esempi di cosa non sia religione!
Caro Roberto, Mi trovo a dissentire nel definire il Buddhismo una religione. Gli insegnamenti del Buddha storico, la dottrina, mostrano la via che porta alla coscienza dell ordine "ordine sovranaturale". La fede nella buddhismo molto spesso è un ostacolo.
Credo che questa analogia fra religioni e ideologie (perché è di questo che si tratta) derivi dalle idee del filosofo austriaco Karl Popper (anche lui ebreo, ma emigrato in Nuova Zelanda appena prima che le persecuzioni naziste colpissero il suo paese), il quale le accomuna secondo la categoria della "metafisica", in contrapposizione, in particolare, con il pensiero scientifico.
Ma ridefinendo la religione in questo modo, ogni ideologia diventa una religione: infatti ogni ideologia pone l’ideale al di sopra dell’individuale, creando un sistema di credenze derivanti da quell’ Idea, da cui poi vengono generati una serie di comportamenti morali. (Esempi: vegetarianesimo->idea sovrumana = sacralità della vita, comportamento morale -> non mangiare animali, pacifismo->idea sovrumana= Immoralità della violenza, comportamento morale-> non recare mai alcun tipo di violenza all’altro ecc. )
Premessa: la mia ignoranza in campo filosofico è abissale, quindi ho una bella faccia a intervenire qui Mi sembra che Harari ceda alla tentazione, comune a tanti pensatori, di riunire sotto un unico ombrello interpretativo fenomeni che hanno origini ed evoluzioni diverse Spazio tiranno quindi provo ad attaccare un solo punto della sua tesi come esposta da Mercadini. Non la classificazione del nazismo come religione ma la sua derivazione (o degenerazione) dall'Umanesimo Non sono un esperto sull'evoluzione della dottrina nazista e non desidero affatto diventarlo ma vedo in essa piuttosto il riemergere di pulsioni ancestrali selezionate dall'evoluzione, prima ancora che umana, animale. Cioè l'istinto di sopravvivenza per sé (riaffiora nel liberalismo e soprattutto nella sua variante economica estrema, il liberismo) e per il proprio gruppo, che: - nell'antichità evolve in “amor di patria”, concetto inseparabile dalle idee che “patria patriae lupa” sia nell'ordine naturale e inevitabile delle cose, che l'esistenza del singolo debba essere subordinata al prevenire il pericolo estremo della morte della patria (di fronte a cui diviene valore supremo la grandezza della patria e non vi è spazio per sentimenti di pietà verso chi a quella patria è straniero), che l'uomo, il cittadino, è portatore di diritti solo in quanto membro della sua comunità (l'idea di diritti umani è sconosciuta all'antichità. L'idea, assolutamente rivoluzionaria, che un bambino straniero, orfano e mendicante vale, in dignità personale, quanto l'imperatore è un portato del solo Cristianesimo) - impronta l'agire pratico per tutto il Medioevo e l'Età Moderna ma senza quasi alcuna teorizzazione se non il “diritto divino dei re”, solo mitigato dalle dottrine universalistiche della Chiesa - riemerge come recupero delle idee di “patria” e “nazione” quando i rivoluzionari francesi tagliano la testa al re e hanno bisogno di un nuovo principio intorno a cui radunare gli affetti e le energie dei cittadini - diviene, nel corso dei vari Risorgimenti nazionali, una vera e propria religione, il patriottismo, in cui la finitezza delle esistenze individuali trova la propria redenzione nella grandezza e perennità della Patria immortale - degenera, fra Otto- e Novecento, in un nazionalismo aggressivo che, bugiardamente, agita quello spauracchio antico (la distruzione della patria) che in epoca moderna non è più concepibile (i prussiani nel 1870 non uccidono tutti i francesi adulti vendendo in giro come schiavi donne e bambini, come si faceva nell'antichità) - regredisce infine al proposito di recuperare “la barbarie energica dell'antichità” innalzando a proprio idolo, oltre al gruppo nazionale, il gruppo razziale. Se pure si possono vedere in questo gli echi del “superumanesimo” nietzschiano riesce difficile capire come, al di fuori del percorso suaccennato, i valori perseguiti dall'eugenetica nazista (il coraggio, la forza, la bellezza) finiscano per rinviare, più che alla spiritualità umana, alla sua ferinità
da enciclopedia Treccani del 2022 "robertomercadinica: spiegazione articolata composta di fasi semplici e esempi atta a far capire un concetto altrimenti osctico da comprendere." se hanno accettato "petaloso" ci devono far almeno un pensierino.
