Un gran pasticcio nelle indagini frettolosamente chiuse , fatti e circostanzecon molti lati oscuri. Dopo 54 anni non si saprà mai cosa sia successo veramente, chi sa non parla, nel frattempo qualcuno è morto... caro Luigi, purtroppo triste a chi tocca, anche perché mi sembra che non ci sia nessuno a cui interessi sapete la verità. Riposa in.pace sarai sempre nei nostri cuori !
È successo proprio tutto, la nuova moda uomo, l'amaro vellutato, il suicidio di un cantante, il matrimonio di un altro, il taglio di capelli particolare, e la vittoria di un vecchio. E lalalà, davvero uno spasso.
infatti...senza parlare dello spot indiretto di un amaro al cinegiornale...del resto neglii '60 e '70 a gli stessi film facevano pubblicità indiretta, nei bar dei poliziotteschi e gialli dell'epoca vedevi sempre cartelloni pubblicitari di Fernet Branca o della Acqua Pejo "er mejo" detto dal mitico munnezza..o gli immancabili whisky di J.&B posati in bella mostra...
La notizia della morte di una persona, ha avuto lo stesso spazio del colore dei vestiti dei cantanti e meno spazio della sponsorizzazione dell'amaro.....il matrimonio poi sembra organizzato a tavolino per rubare le immagini dei fotografi sui giornali.... neanche da morto gli hanno portato rispetto. Tenco, non preoccuparti loro prima o poi scompariranno tutti mentre tu sarai conosciuto per sempre ♥️
mi trovo a Sanremo in questi giorni in vacanza e oggi sono andata a vedere l'ex hotel Savoy dove si è tolto la vita Luigi Tenco ho ancora i brividi, ho avuto una sensazione raggelante. Era come se lui fosse ancora lì in quella camera d'albergo che chiedeva che venisse Fatta giustizia. ho lanciato un bacio a quelle vuote camere di albergo immaginando che dietro la finestra di una di queste ci fosse Luigi e che avesse percepito la mia presenza e la mia commozione
Vergognosa radiocronaca di festival senza un briciolo di rispetto per la tragedia di Tengo, a tutt'oggi non ancora chiarita. Canzoni quasi tutte insulse.
Per parlare di suicidio andrebbero tolte tutte le incongruenze verificatesi dal momento in cui LUIGI TENCO apprende dell’eliminazione della sua canzone dalla classifica finale del FESTIVAL di SAN REMO e i fatti strani e ambigui che si sono svolti nelle ore successive alla sua morte: le Indagini eseguite in modo a dir poco superficiale e la contaminazione della camera del cantante per l’ingresso di molte persone sinceramente farebbero pensare ad un tentativo di DEPISTAGGIO. Il trasporto frettoloso della salma all’obitorio, il riportarla nuovamente in albergo posizionandola per terra nella posa in cui era stato trovato il cantante e successivamente adagiarlo irrispettosamente sul letto, trascurando ogni particolare che sarebbe stato utile alle indagini, unitamente alla presenza sulla scena del delitto di due fantomatiche pistole è la conferma che si voleva coprire qualcuno o qualcosa. Comunque non ho mai creduto al suicidio di LUIGI TENCO nella misura in cui, ancora oggi, non credo che RINO GAETANO sia morto per un incidente stradale provocato dall’alcol. Alcuni particolari accomunano i due cantanti e tutto ciò appare molto strano: TENCO e RINO GAETANO furono scritturati dalla RCA su richiesta della stessa casa discografica; sui testi di ambedue i cantautori è intervenuta "come una mannaia" più volte la CENSURA; ad ambedue furono posti dei veti sulla canzone che avrebbero portato a SAN REMO: LUIGI TENCO fu costretto a cambiare il testo della sua canzone (1967); mentre a RINO GAETANO fu imposto dalla casa discografica di portare il brano GIANNA (1978) in sostituzione della canzone NUNTEREGGAE PIU' perché, quest'ultima, appariva pesantemente politicizzata nonostante fosse proposta in un contesto di palese ironia (!). Un altro fatto strano da non trascurare riguarda la stampa del disco “ Ciao Amore, ciao” di LUIGI TENCO: erroneamente la tiratura iniziale sarà di 80.000 copie anziché delle 40.000 previste: anche questo può essere considerato l'ennesimo errore, oppure un "indizio" che nasconde altre scomode VERITA'...?
Fu omicidio; tre giorni prima della sua esibizione a S. Remo venne a sapere di un giro di scommesse clandestine dove giravano ingenti somme di denaro che arricchivano indebitamente personaggi della spettacolo e della malavita organizzata. Il giorno successivo alla sua esibizione averbbe tenuto una conferenza stampa dove avrebbe fatto nomi e cognomi della persone coinvolte. Il commissario che NON CONDUSSE LE INDAGINI era un massone; la Rai occultò tutto, perchè tutto doveva essere dimenticato in fretta.
@@esterdicaro1987" Che schifo, che grandissimo schifo, la gente deve sapere"; queste le testuali parole che Tenco disse a Valeria all'inizio dell'ultima telefonata, poco prima di morire; lo riporta Aldo Fegatelli Colonna, il più grande biografo di Luigi Tenco, una persona che a speso una vita alla ricerca della verità, grande amico di Valentino, Aldo sà molto ma è anche molto contrastato, dopo molti anni la sua personale indagine, con l'aiuto di pochi altri, è conclusa e sà chi uccise Tenco; perchè non dice il nome? Semplice, una cosa di questa gravità si presta (Come dice lui) a 10 querele; ci vuole la metaforica "Pistola fumante", che non ammette repliche e questa prova è la più difficile da trovare ma è sicuro che riuscirà a trovarla. Ho letto quasi tutti i suoi libri sul tema, per ora lascia trapelare che Luigi conoscesse bene il suo assassino. Io credo a lui e non ad altri che prima parlano e poi ritrattano, non per colpa loro, ma probabilmente per tardivi consigli tipo (Taci chi te lo fa fare). Coloro che parteciparono, a vario titolo, all'uccisione di Tenco sono ormai morti, i loro prenti sono pronti a fare partire le querele.
È successo proprio tutto, la nuova moda uomo, l'amaro vellutato, il suicidio di un cantante, il matrimonio di un altro, il taglio di capelli particolare, e la vittoria di un vecchio. E lalalà, davvero uno spasso.
certo, per non parlare della ragazza che si è sposata col cantante, "una ragazza dal viso dolce nonostante i capelli rossi e le efelidi". con una ristrettezza mentale del genere è ovvio che il suicidio sia stato fatto passare da inosservato tra un completo uomo e un amaro vellutato.