@@WhatsupEconomy Quelli che ti consiglio sono: - Python, Matlab, R (il primo per un po' di tutto, tutti e tre per "cose scientifiche") - C, Java, C#, Go, Dart (programmazione un po' più "classica", analogamente a Python) - Javascript (se fai siti web, oltre ad HTML e CSS ti servirà questo)
@Riccardo Mosca ho sentito l'aura sacra di Ritchie ghigliottinarmi le mani mentre lo scrivevo, ma hey, hanno il loro "potere didattico" :D se vuoi, c'è un canale Telegram in cui parlarne =) Comunque l'analogia è: "raramente si fanno programmi con GUI, o da terminale o per tirare su server in Matlab, mentre con C, C#, Java e Python si"
HTML è un linguaggio di programmazione come C.B.A. è un economista... BTW, per programmare prova Processing. Ti da basi per Java, ti diverti a fare robe belle e non solo da console. Usato da artisti digitali, e creato al MIT
Sono un laureando in scienza politiche, e sul rapporto fra robot, lavoro e UBI (universal basic income) ci sto facendo la tesi. Perché devi "confutare" questa tesi portata avanti dalla Casaleggio associati quando è sostenuta da persone ben più importanti in ambito politico e/o accademico? A riguardo, ad esempio, ho letto e/o sto leggendo e/o devo leggere (sia per interesse personale, che per via della già citata tesi); -A. Williams-N. Srnicek, Inventing the Future -A. Williams-N. Srnicek, Manifesto Accelerazionista -A. Yang, The War On Normal People -M. Fisher, Capitalist Realism -Martin Ford, Rise of the Robots -Martin Ford, The Lights in the Tunnel -N. Dyer-Witheford-A. Mikkola Kjosen-J. Steinhoff, Inhuman Power -R. Campa, La Società degli Automi. In realtà sarò onesto, sono ad appena un minuto di video, però già che tu in questo minuto abbia "liquidato" la questione come un delirio della Casaleggio associati (di cui ho una opinione io stesso molto poco lusinghiera) quando è un tema attualissimo, serio, oggetto di studi e con una letteratura dietro molto più autorevole della Casaleggio mi ha abbastanza infastidito. Ora guardo il resto del video. EDIT: Video visto. Verso la fine ti sei salvato in corner, c'era almeno onestà intellettuale, per quanto appunto continua a farmi storcere il naso il fatto che tu abbia presentato la questione come se fosse uno spottone per i 5 Stelle e non un argomento serissimo. Il mio "scenario"? Questo: ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-7Pq-S557XQU.html , video che vidi anni fa e mi ha ispirato a esplorare questo tema (che ha portato alle letture citate prima che non han fatto altro che confermare le mie idee). Si parla di UBI nel mondo socialista ma altrettanto in quello liberale: Andrew Yang (lo scrittore di The War on Normal People) non è Lenin, ma un politico del Partito Democratico USA. Friedman stesso, che non mi pare esattamente un comunista, ne era un sostenitore. In Finlandia venne sperimentato da un governo di centro-destra. A sinistra, poi, ovviamente si sfonda una porta aperta. E dello stesso parere sono alcune personalità illustri di quel campo come Stephen Hawking ed Elon Musk. ci vediamo fra 30 anni!
Come sempre grazie per il video! Sempre spunto di riflessioni anche per chi, come me, non capisce assolutamente di economia. La mia ipotesi per il futuro è che in futuro le macchine ci saranno e saranno più importanti. Ma nonostante questo non riesco a immaginarmi un futuro vero e proprio senza l'impiego dell'essere umano. Mi spiego meglio prendendo come esempio il mio lavoro: Attualmeno sono all'ultimo anno di Graphic Design e sto avendo una formazione a 360 grandi quanto più completa e flessibile, ma quello di cui mi sono reso conto sono l'evoluzione costante degli strumenti messi a nostra disposizione e di come questi man mano ci stanno facendo impiegare meno tempo e fatica. Attualmeno il 90% del lavoro è fatto di ricerca e analisi con l'assistenza dei motori diricerca e report fatti da persone. Il restante 10% è impiegato dall'uso dei Software. Ora, pensando ad una evoluzione costante delle macchine mi verrebbe da dire che pian piano il nostro lavoro si trasformerà spostandoci più sulla progettazione dell'immagine e come chiedere l'elaborazione di questidati ad un ipotetico "algoritmo" che possa quindi gestire e realizzare delle BASI grazie alle quali sviluppare un progetto per intero. Credere e pensare che AL MOMENTO una intelligenza artificiale possa sostituire in toto la capacità creativa di un individuo specializzato in quel campo è al di fuori della mia portata e possibile previsione. Concludendo e riallacciandomi al tuo discorso, mi sento di dire che è FONDAMENTALE continuare gli studi e evolvere le nostre conoscenze di settore per evitare di esser davvero sostituiti da una macchina. Quindi, di conseguenza uno sviluppo del "terziario" (questo termine me lo ricordo da quando studiavo dalle elementari e solo ora mi è uscito xD). Comunque, spero di esser stato chiaro nella mia caoticità, essendo un argomento così complesso e difficile da esprimere vista la mia chiara inesperienza in ambito di previsioni. Sarò ben felice di discuterne con chiunque abbia il coraggio di leggere fino in fondo questa divina commedia!
Secondo me state sottostimando l'intelligenza artificiale. In passato la meccanizzazione ha fatto sparire certi tipi di lavoro, ma ne ha creati di nuovi. La nuova rivoluzione è però di tipo informatico ovvero una volta creata la nuova intelligenza basta duplicarla. L'effetto è che si perdono molti più posti di lavoro rispetto a quanti sene creano. Ad esempio io ho sentito parlare di intelligenze artificiali per scrivere programmi a partire dalle specifiche. Eppure la programmazione viene considerata come una professione avanzata. Ma ci sono startup relative ad IA per sostituire i gradi intermedi nelle aziende. Già oggi. Fra 30 anni potenzialmente le previsioni di cssaleggio non sono poi così folli. Ma piuttosto che partire con il reddito non avrebbe piu senso fare scendere le ore lavorate?
Ben detto! Riassume a pieno pure il mio pensiero! Più aumenta la tecnologia, più dovrebbe migliorare il rapporto vita/lavoro. Altrimenti, che senso ha creare tecnologia!
Quando considero l'automazione robotica e informatica, e sento alcuni economisti sostenere che il lavoro si sposterà (anzi continuerà a spostarsi, come già avviene da decenni) da mansioni più "meccaniche" a mansioni più intellettuali, tendo a credergli... però, penso anche alla crescente richiesta di qualificazione e competenze. Gli umani sicuramente hanno un buon margine di miglioramento dal punto di vista della cultura e della formazione (che sono salti di qualità che richiedono un periodo medio o lungo per constatarli apprezzabilmente in una nazione), ma sicuro ci sono dei limiti. Quanti non ce la faranno a dedicarsi seriamente alla formazione continua? Quanti non hanno l'intelligenza per sostenere esami complessi in un tempo ragionevole? o per acquisire le competenze sempre più specialistiche richieste? Quanti semplicemente non vorranno studiare così tanto, ma vorrebbero giusto arrivare a fine mese o poco più perché hanno svaghi modesti e poche ambizioni di carriera? C'è una evidente forzatura antropologica nella direzione che stiamo (inevitabilmente) prendendo. Forse gli umani possono essere portati alla simbolica versione 2.0 (e in passato lo hanno certamente fatto più volte), ma proprio nella programmazione già si assiste ad una domanda più grande della disponibilità di programmatori (per non parlare della qualità dei programmatori, che raramente è all'altezza delle aspettative). Si, credo che avremo nuovi più qualificati posti di lavoro in futuro, ma temo che sempre meno persone saranno capaci di ricoprire quei ruoli. Quindi cosa faremo?
Io penso che un paese come l’ Italia che in campo tecnologico è molto debole , vedrà la sua economia peggiorare sempre di più . Diventato un paese povero . Paesi tecnologici come il Giappone sopravviveranno
In poche parole uno scenario potrebbe essere: aumentare spropositatamente il reddito a qui pochi eletti (i migliori) che PRODUCONO in modo che questi possano distribuire il reddito agli atri che si occupano dei loro servizi. E' uno scenario per compensare la distruzione dello stato sociale che è la tendenza attuale.
Oohhh che bello un tuo nuovo video. Ti seguo da poco e mi piaci tantissimo, detto da uno che ha fatto il tuo stesso percorso di studi. Ps: ho notato nei precedenti video che chiedi libri interessanti ai tuoi scritti, per caso hai letto il libro di giavazzi e alesina sull'austerità? (Dimenticavo, ho notato che sei anche salentino come me 😉)
Io faccio lo sviluppatore software (N.B. non sono laureato) e ho lavorato anche nel campo dell'automazione e nell'industria 4.0. La mia esperienza conferma perfettamente quello che dici, inoltre vorrei aggiungere che i nuovi mestieri creati sono molto specializzati e richiedono molta formazione quindi molti investimenti da parte delle imprese e dallo stato, di conseguenza maggior crescita economica. L'unico problema sarà... che l'ignorante sarà scartato ma chi investe nella conoscenza no
Dice un detto che "L'informatica è nata per togliere lavoro, ma a ogni passo avanti che fa ne crea di nuovi". E questo è vero, ma ne toglie anche di vecchi. Anzi, a dir la verità se si stabilisse un preciso obiettivo misurabile in "riduzione dei costi e aumento dell'efficienza", appena raggiunto il lavoro crollerebbe per tutti, persino per gli informatici che ad es. con i framework lavorano per togliersi il lavoro da soli. Ciò che rende l'informatica un campo sempre più vasto è il desiderio di fare le cose "sempre meglio", ma un giorno temo che si arriverà a un punto in cui nulla di potrà rendere più efficiente di così, e quel giorno forse persino la forza lavoro qualificata diventerà inutile. Ciò detto, credo che il principio dell'informatica di "eliminare il lavoro ripetitivo e alienante creando più tempo", oltre a quello di creare innovazione che migliora la vita di tutti, sia un obiettivo più che legittimo. La speranza è che l'economia usi questo "aumento di tempo disponibile" bene (dandone di più) e non male (inventando nuovi lavori o mandando sul lastico tutti). PS: Anch'io sono uno sviluppatore.
Non sono d'accordo con il tuo ragionamento perchè temo tu abbia sottostimato gli effetti della legge di Moore che, visto che ti stai affacciando al mondo della programmazione, avrai già sentito. In ogni caso, essa stabilisce che il numero di transistor in un processore ( quindi, diciamo, la potenza di calcolo di un processore / computer) raddoppi ogni 18 mesi. Assumiamo che il livello tecnologico sia direttamente proporzionale alla potenza di calcolo di un processore / elaboratore (mi sembra ragionevole anche se sono pronto ad essere smentito). 18 mesi sono 1.5 anni, in 34 anni (2054-2020) la potenza di calcolo degli elaboratori si incrementerà di 2 ^ [ (2050-2020)/1.5 ] = 7*10^6 quindi, nel 2050 la potenza di calcolo sarà SETTE MILIONI DI VOLTE quella che abbiamo oggi. Il ragionamento che hai fatto ad inizio video era calzante ma non l'hai approfondito. Quando nel 2000 fu lanciato il Nokia 3310, nessuno si sarebbe aspettato i telefonini di oggi. Ampliando il concetto, nel 2000 in pochi avrebbero previsto il livello tecnologico odierno. Ecco, la potenza di calcolo in questi 20 anni è aumentata di "sole" 10 000 volte, lo 0.15% di quello che aumenterà tra oggi e il 2054. La mia domanda è: gli economisti, 34 anni fa, nel 1986, avevano previsto le implicazioni economiche del livello tecnologico odierno? Se sì, allora è possibile che oggi riescano a prevedere quello del 2054, anche se improbabile: Il progresso tecnologico si sviluppa attorno ai bisogni di ciascuno e allo stesso tempo ne modifica le necessità, quindi se si ha anche una modesta ed inevitabile incertezza su cosa sarà la tecnologia tra 34 anni, come è possibile determinare come si vivrà allora, senza portarsi dietro, nei conti delle previsioni economiche, un'incertezza matematica che ne stravolga la possibile interpretazione? Mi dispiace ma non riesco ad accettare previsioni simili: non le trovo credibili e anzi mi sembrano vaghe in stile nostradamus, senza una vera cognizione di ciò che potrebbe essere l'avanzamento tecnologico e basatete su un'idea di futuro proiettata con gli occhi, inevitabilmente miopi, del presente.
Concordo pienamente. Inoltre se alcune tecnologie o cambi socio-economici "piovono dal cielo", altri sono inevitabile e prevedibili. Proprio ora vediamo tecnologie rivoluzionarie che sappiamo prenderanno piede in brevissimo tempo. E poi quando in molti dicono "abbiamo già avuto rivoluzione economiche in passato" riferendosi al secondario e terziario, questo non vuol dire che per forza ci debba essere un livello superiore che dia occupazione a pari livello, anzi, l'AI potrebbe tagliare posti di lavoro sopratutto al terziario con costi insignificanti a differenza dell'industria dove i costi erano elevati e le tecnologie non ancora preformanti. Erano... Inoltre, queste rivoluzioni hanno lasciato milioni di lavoratori disoccupati che solo dopo e con calma sono tornati occupati.. Ma parliamo di numeri, in molti sono morti nel frattempo senza beneficiare del nuovo che arrivava. Mi fermo qui! :)
@@makc9734 Sono d'accordo. Trovo inoltre che l'argomentazione "ci sono state altre rivoluzioni in passato e hanno avuto effetti positivi per i lavoratori" sia come la storia del tacchino induttivista.
@@Mattiaeragiapreso Non conoscevo questa storia, ma google può tutto!! Io lo paragonerei di più a quelli del 1929 che vedevano che la borsa saliva (idem per la bolla del 2008) e non si sono curati della possibilità che questo prima o poi potesse finire, di cercare soluzioni e di capire il problema. Quindi investivano tutto senza tenere neanche uno "zoccolo" duro da parte a cui attingere, per non passare dallo straricco a non avere i soldi per mangiare. Non so se ricordi gli accampamenti di tende negli USA 2010 e quelli che si gettavano dai palazzi nel 1929-30
Non stai considerando i limiti fisici della miniaturizzazzione sempre maggiore dei circuiti elettronici, il processo descritto dalla legge di Moore non può essere applicato all'infinito
Mi piace molto l'idea dello scenario in alto a sinistra. Da amante del genere fantascientifico l'idea di avere accanto un'intelligenza artificiale (magari nella forma vintage del robot del film "Il pianeta proibito" ) che elabora in video tutte le storie assurde che mi vengono in mente sarebbe una figata. Affiancare alla potenza computativa e informativa di una macchina (infinitamente superiore a quella umana), la creatività e le visioni di un essere umano sarebbe una cosa interessante, ammesso che non lo sviluppino a loro volta. Forse Diventerebbe anche un ottimo amico. Ma il supporto e il lavoro umano per immaginare e creare il futuro sarà sempre presente
Tutta sta roba fa parte di "medie" "statistiche" ecc ecc. Ma le variabili sono e saranno troppe. Per esempio si da per scontato che l'uomo rimanga in questa media di intelligenza, invece se uno prima di commentare leggesse che qualcun altro prima di lui ha fatto notare al nostro creator che html non é un linguaggio di programmazione eviterebbe di fare lo stesso commento. Comunque a parte questo, tutti i discorsi si intersecano con variabili troppo preponderanti. Variabile geopolitiche e socioeconomiche, per non contare il fatto che molti settori non subiranno la stesa velocità di cambiamento, anzi, altri probabilmente faranno un passo indietro. L'unico scenario che io umilmente prevedo non è che, come dici tu, nasceranno molti lavori e professioni nuove (senza andare troppo nel digitale, penso al semplice "pilota" di droni per fare un esempio) e che aumenterà la percentuale di chi lavora in remoto. Al mondo non ci sono solo economisti, manager e programmatori e un settore immenso come quello turistico cambierà poco con l'intelligenza artificiale. Senza contare quante migliaia di figure tecniche nasceranno per la manutenzione di tante nuove tecnologie. Senza dimenticare che virus, cambiamenti climatici, guerre e catastrofi varie potrebbero mischiare le carte in tavola ogni volta con risvolti imprevedibili.
Quindi secondo te mi conviene laurearmi in Economia o devo avere paura della futura automazione? Cosa dovrei specializzare e imparare per affrontare bene questa futura automazione? (Quello che ti voglio dire è che se studio economia per lavorare in un ufficio in futuro, la mia mansione potrebbe essere automatizzata?)
Io mi pongo una questione, ed è quella della velocità del cambio tecnologico. È ovvio secondo me che in futuro comunquebsi creeranno nuove professioni, ma la velocolità sarà tale per cui i soggetti piu anziani, meno elastici, non riusciranno a stare al passo, non almeno a livelli tali da essere considerati produttivi per le imprese, ma allo stesso tempo verrà chiesto loro di restare al lavoro fino a 70 e piu anni. È questa la contraddizione, i giovanissimi saranno sempre piu avvantagiati e si adatteranno facilmente, i piu anziani saranno espulsi. Hai voglia a dire che la formazione continua, ma arriva un certo punto che non riesci piu a stare dietro. Lo dimostra il fatto che ci sono gia oggi persone laureate, magari professori universitari di 60-65 anni, per definizione abituati alla formazione continua, che con la rivoluzione digitale degli ultimi 10-15 anni non riescono proprio ad adeguarsi, e non sono in grado di sfruttare a pieno le potenzialità della nuova tecnologia
Fra 30 anni non è molto lontano e quindi c'è poco da fare se non appunto mettere in gioco cataclismi come quello che stiamo vivendo ora (previsto e citato anch'esso). Negli anni 90' si pensava che nel 2000 le macchine avrebbero volato, invece continuano ancora ad andare a petrolio e spesso ti lasciano anche a piedi. Bisogna cominciare a pensare a 100-200 anni come minimo, dove appunto avvengono grossi cambiamenti. E nel mio modestissimo parere il lavoro umano non ci sarà più e sarà totalmente rimpiazzato dal lavoro macchina/androide. E persino l'economia sarà stravolta, la monetà sostituita o comunque resa virtuale. L'uomo semplicemente si dedicherà ad altro, filantropia, fitness, basrca a vela, insomma non farà una beata cippa dalla mattina alla sera, oppure chi virrà fare farà ma senza intaccare il tessuto sociale, come invece avviene oggi.
io più che altro vorrei fare una domanda, ma in questo stolto scenario avanzato da Casaleggio, ma la scienza economica che ruolo avrebbe. cioè gli equilibri di mercato come saranno sostenuti? mi sembra tanto fantapolitica da baraccone a scopro di lucro elettorale.
Io faccio la mia previsione, nasceranno nuovi lavori ovviamente meno routinari e di fatica, ma più "complessi" per i quali servirà ancora più formazione, anche se nel complesso è molto probabile che le ore lavoro procapite diminuiranno con affiancato un aumento delle ore di aggiornamento. Insomma prevedo meno camionisti, tassisti, meccanici, meno lavoro per la classe operaia insomma e più lavoro nella comunicazione, programmazione, ricerca, medicina, ma pur sempre con un complessivo segno meno nelle ore lavorative totali, di certo non ad arrivare a 15 minuti ma magari a 5 ore al giorno di media anziché 8 lo reputo probabile, anche perché lavorando con il cervello si rende meglio in meno ore che in più ore
@@anto3790 purtroppo è proprio l'aumento del divario tra chi si può permettere una formazione e chi no il vero rischio del futuro. La mano d'opera non qualificata andrà a scomparire come già sta succedendo grazie ai robot e ai macchinari in fabbrica. Aumentano i posti da programmatore/riparatore e crollano da operaio. Difficilmente chi non ha una competenza specifica riuscirà a trovare lavoro, spero che uno stato lungimirante capisca che l'unica speranza è puntare sulla formazione, meno gente formata ci sarà e più saranno i disoccupati. Nonché si dovrebbe puntare sulla ricerca per trovare nuovi lavori e campi. Senza contare che il problema non sono solo le macchine ma anche i paesi emergenti dove la manodopera ha costi irrisori, quindi si dovrebbe puntare come paese ad incentivare la ricerca nelle aziende dato che due sono le vie o si fa ricerca e si rende competitiva l'azienda perché ha un prodotto d'eccellenza oppure a fare il prodotto "maturo" se ne andrà in India o Cina dove costa un quarto. È inutile fare le lotte al momento della delocalizzazione, la lotta va fatta prima rimanendo sempre al top.
il tassista non è un lavoro, attenzione. Il tassita è il detentore di una "concessione", non confondiamolo con "l autista". Hanno puntato su questo lavaggio del cervello per fare passare un esproprio violento ai danni di piccoli imprenditori titolari di una "licenza".
@@andreainzaghi7373 hai ragione ma non facevo un discorso specifico, poi comprendo pienamente il tassista che si sente beffato. Era solo perché la prossima grande rivoluzione insieme e di pari passo all'intelligenza artificiale è la guida autonoma e quindi...
E molto probabilmente dureranno ancora molto i lavori ad alto valore empatico, insegnate, babysitter, ma anche parrucchiere, quei lavori dove il calore umano è un valore aggiunto o necessario.
Ciao. Dal rapporto che hai linkato* non capisco come il Giappone possa essere ultimo come "Insegnanti che necessitano di una formazione in materia di TIC" e primo come numero di "Individui con un'ampia gamma di competenze" per inserirsi nel mondo del lavoro a digitalizzazione spinta. Non sono due cose direttamente collegabili ma stridono un po'... *www.oecd.org/italy/Skills-Outlook-Italy-IT.pdf
Calcolo senza senso. Lo stipendio post laurea non è costante ma soprattutto il tasso di attualizzazione non considera l'inflazione tra quando il non laureato comincia a lavorare ed il laureato studia ancora... Il problema è che la laurea non serve ad un tubo per guadagnare devi essere produttivo non avere un pezzo di carta.
Il lavoro intellettuale ha un grosso difetto. Non è accessibile a tutti e richiede passione nel lavoro. Il lavoro automatizzato è alienante, ma richiede come unica qualità la sopportazione e la resistenza alla noia. Il lavoro intellettuale, al contrario, è più piacevole, ma richiede il più delle volte una passione nel lavoro oltre che delle abilità che non tutti hanno. In generale è quasi impossibile compiere un buon lavoro intellettuale se questo non piace. Sfortunatamente non a tutti piace il lavoro intellettuale. C'è molta gente che per esempio ha come unico interesse la propria famiglia, o magari il divertimento, e non trova alcun lavoro abbastanza interessante. Capisco perfettamente queste persone, sia chiaro. Sto solo dicendo che certi lavori non si possono fare bene se non vi è in essi un interesse che non abbia un legame esclusivo con il denaro. La gente che se avesse i soldi non andrebbe a lavorare (un conto è voler cambiare lavoro, un conto è non voler proprio più lavorare), e che quindi vede il lavoro esclusivamente come un modo per guadagnare soldi, non può che essere condannata ai lavori più alienanti o, se la tecnologia e la società glielo permetterà, a consumare senza lavorare.
La gente che se avesse i soldi non andrebbe a lavorare? Penso siano tipo un 80% della popolazione, hai detto nulla. Di base si lavora per mantenersi, non perché piace.
@@alessandroardu1059 Esatto, quindi l'80% della popolazione un giorno diventerà "inutile". E spero che la soluzione si troverà nel ridurre drasticamente le ore di lavoro o nel pagare certe persone per stare a casa, spero non scoppi una crisi del lavoro. Anche se a dire la verità quasi tutti pensano di lavorare solo per i soldi, ma almeno la metà delle persone se smettesse di lavorare dopo poco impazzirebbe.
@@giuliopantelliano313 sarebbero persone che non hanno alcuna passione al di fuori del lavoro, non lo capisco minimamente. Quanto è triste vivere solo per il proprio lavoro? Comunque se si arrivasse a un lavoro part time garantito a tutti con uno stipendio decente sarebbe un'ottima cosa
@@alessandroardu1059 Il problema non è non avere alcuna passione al di fuori del lavoro, il problema è riuscire a occupare tutto il giorno con le proprie passioni, con l'ovvio vincolo che comunque queste passioni non devono essere troppo costose (anche perchè quando una cosa è costosa significa che occupa molto tempo ed energie di altri e quindi il sistema sarebbe comunque sempre insostenibile). La maggior parte delle persone che conosco, forse anche per abitudine, non sono abituate ad avere passioni al di fuori del lavoro, o, se ne hanno "tante", sono passioni spesso legate alla spesa di grandi quantità di denaro. Senza considerare poi che il lavoro può essere essa stessa una passione, anche se ovviamente se avesse ritmi meno pesanti e maggiori possibilità di emancipazione potrebbe davvero contribuire alla realizzazione mentre, allo stato attuale, non riesce ad avere questo valore. Detto questo, vedo diversi scenari possibili: 1. Un reddito di cittadinanza per chi non ha voglia di lavorare 2. Un lavoro part-time per tutti 3. La nascita di lavori sempre più inutili 4. La disoccupazione non retribuita di tutti coloro che non saranno "utili" alla società 5. L'aumento di quei lavori che sono sempre molto inutili per il progresso sociale ma che creano profitto (lavori che esistono già: ad esempio il venditore).
11:05 i valori percentuali nelle voci “individui che usano internet in maniera complessa e diversificata” sono dovuti al fatto che molti dai 60 anni in su non sanno usare internet in quanto e roba recente per loro, mentre per “anziani con scarsa capacità cognitiva e digitali” e che molti di loro hanno la terza media e non hanno mai avuto interesse a imparare ad usar il computer.. questo che dico e che se siam così e per colpa di una generazione precedente poco istruita sia digitalmente che nell’istruzione, quindi tra 30 anni c’è il caso che aumentino.. come anche per iscritti ai corsi di lauree, i dati dicono che non pochi secondo la media OCSE, per forza la possibilità di andar all’università a tutti era un lusso, ora già molti cominciano ad andare e col passare del tempo moltissimi si iscriveranno, proprio perché sia perché le ragioni economiche lo permettano sia la nascita di corsi di laurea più inerenti alla quarta rivoluzione industriale
What's up Economy vero ma c’è da dire una cosa.. che i 60enni degli altri paesi ,dove hanno già avuto internet prima dell’Italia, son riusciti ad aver dimestichezza coi mezzi a un eta più precoce (circa 15-25) quindi più versatili e anche più interessati ad approfondire sempre di più; la cosa è un po’ diversa in Italia, dove il primo collegamento ad internet avvenne un po più tardi nei confronti degli altri parsi, questo significa che il 60enne oggi che ha visto internet nel suo paese aveva un era più avanzata degli altri (30-40 anni) quindi meno incline alla conoscenza digitale quanto al suo interesse.. bast solo pensare a come noi rispetto ai nostri padri ci approcciamo alle tecnologie.. per questo dico che con il passar del tempo il valore tenderà ad aumentare in quanto i giovani vivranno in un mondo più digitalizzato rispetto ai nostri avi, a patto ovviamente che lo stato finanzi l’istruzione e che inserisca almeno le basi alle scuole elementari
Io ho letto la fine del lavoro di rifkin.non ho alcuna competenza economica ma il libro effettivamente mostra come ogni progresso tecnologico tagli fuori una fetta di popolazione passo dopo passo.mi fa ha fatto molta impressione perché spesso questa fetta di popolazione non viene neanche conteggiata dai dati sulla disoccupazione che non include inattivi e altre situazioni di marginalità sociale.non ho nessuna competenza economica...ma questa lettura mi ha lasciato angoscia.spero che un giorno parlerai di come vengono calcolate le persone che non hanno lavoro in Italia (chi perde un lavoro e chi non lo ha mai avuto)ho sempre avuto "la sensazione "che il dato circa la disoccupazione italiana sia effettivamente solo la punta di un iceberg .come viene elaborato il famigerato tasso di disoccupazione?
il lavoro come lo conosciamo ora, forse scomparira', l'importante e' che il reddito sia distribuito bene. Io credo che il futuro del lavoro sara' in settori rivolti ai servizi alla persona
Secondo me l'automazione e tutto questa voglia di robotizzare il mondo non porterà a nulla di buono! Credo dovremmo(oggi), e dovremo(in futuro), sempre ricordarci dell'UOMO, nella sua massima espressione:un umano in carne ed ossa, con i propri tratti, con un proprio carattere ed una propria anima. Cacchio tutto questa voglia di robotizzazione! Ma tra 50, 100 , 200 anni, inizieremo a creare famiglie di robot, perchè più bravi,veloci e precisi a sparecchiare la tavola e a caricare la lavastoviglie?
Io credo che sia molto poco probabile quello che dice casaleggio. Io per esempio ti posso dire che nella nicchia informatica in cui lavoro i salari crescono perche' la domanda e' piu' alta dell'offerta. Le aziende non riescono a trovare figure specializzate ricercate e investono nella formazione di laureati (con qualsiasi laurea) che assumono. Il problema di casaleggio e' che non dice che i lavori specializzati si moltiplicano a vista d'occhio mentre le macchine sostituiscono l'uomo in quei lavori a basso valore aggiunto. Per esempio adesso gia' ci sono trattori autoguidati ma non ho ancora visto un automa che mette in un programma un processo produttivo senza l'aiuto di un programmatore. Quindi la mia teoria e' che maggiormente e' specializzato il tuo lavoro e molto piu' difficile e' sostituirlo con un automa. Questo per me e' un bene!!! il lavoro a basso valore aggiungo di solito e' ripetitivo e alienante, quindi meglio farlo fare a delle macchine. L'intelligenza umana deve essere usata per altro!!!
Seguo questa pagina con molto interesse e quasi sempre sono in pieno accordo con le tesi, ma questa volta non sono d'accordo su alcuni punti. Ho vissuto la produzione in prima persona. La produzione è il centro dell'economia e il lavoro che viene automatizzato sottrae molti più posti di quelli che si vengono a creare con la sua evoluzione. L'evoluzione industriale, derivante da quella tecnologica, ha (o dovrebbe avere) come obiettivo principale quello di ridurre progressivamente l'orario di lavoro a parità di stipendio, aumentando così la qualità della vita (rapporto vita/lavoro). Inoltre, riducendo progressivamentel'orario, comunque si riesce a recuperare la.perdita di occupazione. Magari, un'industria n.0 (chissà quando) porterà l'uomo più che a lavorare, a dare un contributo intellettuale o comunque creativo, non legato più a una professione in senso stretto ma sorretto dal fatto che le macchine lavoreranno per noi, consentendoci di vivere dignitosamente solo perché esistiamo. Ma se non siamo consci che il ruolo della tecnologia è soprattutto quello di sottrarre all'uomo le incombenze che una volta gli toccavano, le continue rivoluzioni industriali porteranno ad un gap ricchezza/povertà che diventerà sempre più insostenibile. PS L'Italia inoltre, è tra gli ultimi paesi ad aver adeguato l'orario di lavoro all'attuale livello tecnologico raggiunto.
Bel video. Probabilmente Ai media e lavoro androide medio oppure AI forte e lavoro androide medio. Il lavoro delle macchine sicuramente aumenterà mentre AI è più dura da migliorare. ps. prima o poi una tua live la becco!
Secondo me però non si può sfatare il discorso di Casaleggio nel modo in cui l’hai fatto tu. Ovvero, partendo dal ragionamento che a un ragazzo in una certa città non convenga fare l’università, e osservando poi che in realtà i dati non mostrano una tendenza negativa delle iscrizioni all’università. Semplicemente perché un ragazzo di 18 anni non credo si metta a fare una calcolo di questo di tipo. Un ragazzo fa l’università perché in qualche modo crede che gli tornerà utile in futuro. Sinceramente non credo nessuno si sia mai messo a far analisi di scenario considerando che tra 30 anni non ci sarà più lavoro. Secondo me il ragionamento che hai fatto, nonostante sia molto interessante, non può essere usato per dimostrare che Casaleggio sbaglia.
Lo so che non è un argomento molto forte (infatti confesso che era una mia paura nel pubblicare il video) ma era un approccio microeconomico al problema che chi ha studiato la materia trova "naturale". ho sfruttato questo pretesto per parlarne e introdurre alcuni concetti come quello dell'attualizzazione. Probabilmente farò un video più in dettaglio in cui smonterò direttamente le tesi
Ottimo video. Complimenti! PS: HTML non è un linguaggio di programmazione, ma di Markup. Vista la tua esperienza in campo finanziario ti consiglio di studiare Python per il Data Analysis in ambito economico-finanziario, oltre che per l'AI, l'argomento di questo video.
@@WhatsupEconomy Certo, era una puntualizzazione, perchè spesso è un errore che fanno i neofiti e viene sempre sottolineato. Se parti con la programmazione web ti consiglio allora di affiancare allo studio di HTML un linguaggio come Javascript (!= Java) o PHP , prima di passare a Java o Python.
@@WhatsupEconomy java è comodo, ma ti consiglio più c, se hai la pazienza di metterti sotto perchè molto più performante per la macchina (in quanto più scomodo per chi lo usa). Tanto, la programmazione ad oggetti la puoi benissimo imparare su python, in quanto linguaggio misto. Se poi vuoi avere una visione a tutto tondo, dovresti imparare anche un linguaggio di programmazione funzionale, che ti permette di fare meno errori e scrivere del codice molto più corto. Nel caso, ti consiglio scala, perché molto usato per l'analisi dei dati.
Allora, io faccio il programmatore videogiochi, quello che spesso cerchiamo di fare è riprodurre la raltà (persone, animali, cose, ecc.). Spesso ci imbattiamo a dover programmare inteligenza artificiale, e i sto rendendo conto che ogni volta la macchina non può procedere da sola, ha bisogno sempre di una persona (potremmo definirla operaio, non per forza pluri laureato), che fa tigare diritto la macchina(computer), guarda yt per esempio. Quindi si in conclusione sono OK con la tua previsione.
Una cosa è simulare l’intelligenza un altra è che il computer impari in autonomia la prima è dei videogiochi, software vari attuali la seconda è quella che si sta cercando di raggiungere, nessuno sa esattamente se e quando, il video proposto ha argomentazioni leggere ed ipotetiche
nelle aziende ci sono i laureati che lavorano nella contabilità e i diplomati nella produzione, ora fino a due anni fà le persone che lavoravano nella produzione era ben superiore dei contabili ma ora grazie alla tecnologia non è più cosi ed è per questo che si fanno meno figli
Scusa ma con i tuoi dati mi esce uno stipendio medio(lordo immagino) per diplomati di oltre 2000 euro. Mi sembra leggermente altino e fuori scala rispetto agli stipendi medi che si sentono di solito nominare in tg and co.
Ma secondo me tutta quella roba su diplomato e laureati è follia, una semplificazione assurda. Si parte dal concetto di lavoro assicurato e stabile, come se una persona subito dopo il diploma iniziasse a lavorare e lo facesse per tutta la vita, idem per i laureati. Io ho 22 anni, sono diplomato, e non ho mai trovato lavoro, se non lavori di sfruttamento come rappresentante, cameriere e cazzate simili, in 3 anni non sono mai andato oltre la 400 euro al mese. Solo ora ho deciso di fermarmi e rimettermi a studiare, sto studiando marketing (digital marketing), vari programmi di computer e ad Ottobre farò l’università... L’avessi fatta subito dopo il diploma anziché rovinarmi con l’idea del lavoro e del guadagno alle porte, a questo punto sarei stato laureato e avrei potuto ambire a ben altro. Senza contare che anche i miei amici sono diplomati e alcuni non lavorano proprio, altri fanno i camerieri e baristi a 3/400 euro al mese. La supercazzala su diploma e laurea è totalmente fuori dal mondo.
@@AlessioC97x Concordo Che poi tutti i miei amici diplomati stanmo sui 1300/1400 lordi al mese, >2000 o sei un muratore/artigiano(e te li meriti per il culo che ti fai) o sei un influencer. Poi anche fosse non si considera che nella maggior parte dei casi chi inizia a lavorare a 18 anni usa quei soldi per stronzate e non per accumulare ricchezza. E anche fosse c'è una solida differenza tra il guadagnare 1200 o 1600 euro al mese(netti) Nel primo caso non puoi permetterti di vivere da solo tra affitto/tasse/spese varie Nel secondo caso si. Senza contare che da diplomato a trovare posti a tempo indeterminato sono una minoranza la maggiorparte salta da un posto all' altro rimandendo mesi senza lavoro.
Team m. Io purtroppo vivo in Campania e qui col diploma il lavoro proprio non esiste, al limite si lavora solo per conoscenze. Gli unici (pochi) lavori decenti sono quelli ultra specializzati che ovviamente richiedono laurea ed esperienza. Ti dico che tra tutti i miei amici e conoscenti giovani diplomati non ce n’è neanche uno che ha un lavoro vero. Non so quanto cambi dalle tue parti, ma io in questo contesto, sentendo il suo ragionamento, mi sono fatto una risata 😂
@@AlessioC97x Ma qui al nord lavoro lo trovi ma non da oltre 2000 euro soprattutto non subito. Da come la mette nel video sembra che esci e tutti vogliono assumerti credo sia rimasto di un 15/20 anni indietro ahah. Lavoro per neodiplomati si divide in magazziniere e simili/corriere amazon e simili o a chi va bene essere assunti a fare gli impiegati attraverso stage e scuola superiore Tutti questi lavori si viaggia dai 1200 ai 1600 euro max al mese. Giusto chi lavora il ogni sabato si avvicina ai 2000 lordi al mese. Appunto questi 11.50 euro all" ora non so da dove arrivano, andrò a cercare ma se è cosi devo dire a tutti i miei conoscenti e amici che hanno una sfiga infinita a trovare lavori di merda. Edit Sono andato a controllare ed effettivamente(sono ancora incredulo) lo stipendio medio per un diplomato è di 2100 lordi al mese contro i circa 3500(che anche qui è altissimo secondo me)di un laureato magistrale. Resta il mio disaccordo sui 10 anni per recuperare il gap Conosco bene il tasso di sconto (1+r)^n avendolo studiato per le obbligazioni, ma non tiene conto di un sacco di fattori ed è molto semplicistico. In ogni caso io voglio andare a lavorare in svizzera abitando vicino al confine ed avendo già conoscenti dove lo stipendio medio è di 4500 euro, quindi frega cazzi Ma qualcosa in quelle misurazioni non rispecchia la realtà secondo me anche perché contraddicono vari altri dati che avevo letto su altri articoli.
Un laureato ha comunque maggiori possibilità di trovare lavoro, probabilmente altamente qualificato, questo debito prima di riscuotere credo sia comune e applicabile all'Intero sistema economico così come è stato concepito fin dall'inizio.
Il tuo ragionamento ha troppe falle quando parli della differenza tra fare o non fare l'università: 1) La qualità del lavoro che una laurea ti da è mediamente più alta, si parla di lavori meno pericolosi e usuranti, statisticamente parlando. Se prendiamo un muratore/meccanico e un ingegnere, e prendiamo per veri i tuoi grafici, non si può non considerare il fatto che un muratore va incontro a molti piu problemi relativi al suo lavoro che per natura è piu faticoso e pericoloso; la considerazione è facile da fare in considerazione del fatto che anche per questo tanti genitori spingono i loro figli a studiare 2) L'obiettivo di una laurea non è solo il guadagno, è ovvio, per esempio, che chi si può permettere di studiare e sceglie materie umanistiche spesso mette da parte il lato economico in favore di una crescita culturale che statisticamente è più difficile da sviluppare facendo lavori che si ottengono con qualifiche minori; mentre chi va a lavorare dopo la scuola lo fa per motivi economici quindi si sta giocando su terreni diversi 3) Collegato al punto 2, se togli dall'equazione chi non sceglie la laurea per motivi economici, la media del reddito di un laureato aumenta; intendo dire che sarebbe più giusto considerare magari solo chi si laurea in materie scientifiche visto che più probabilmente c'è dietro anche un pensiero relativo al quanto si può guadagnare in futuro. Quindi, se si considerassero solo le lauree che si scelgono pensando anche al lato economico futuro e si aggiunge all'equazione la qualità del lavoro che si andrà a svolgere, allora il ragionamento comincia ad avere senso E ovviamente non si può dire che queste cose non le hai considerate per brevità o perchè non oggetto del video, poichè cosi l'intero pensiero poggia su fondamenta cedevoli.
Penso che ad ogni ragazzino che guarda La fabbrica di cioccolato per la prima volta sia chiaro che per ogni macchina che sostituisce il lavoro umano, ci sono umani che la devono riparare. Con il tempo è facile rendersi conto che le macchine sono sempre più complicate e sempre di più, quelli che le devono riparare di conseguenza.
Non vedo la logica alla base del grafico che mostra le due linee rosse parallele una volta introdotto l'UBI (min 7.33). Non torvo il nesso alla tua conclusione secondo la quale dopo l'introduzione dell'UBI lo stipendio non dipenderà più dal livello d'istruzione. Inoltre, se il modello presenta alcuni limiti palesi, come tu stesso sostieni, perché continuare ad applicarlo? Non ci sono dubbi che il capitale umano e la formazione resteranno, almeno in prospettiva, al centro della quarta rivoluzione industriale, proprio per la formazione di nuovi tipi di lavoro. E quindi? Cosa centra con la scomparsa di tanti lavori a bassa specializzazione? Che causerà inevitabilmente maggiore disoccupazione nella popolazione con un livello d'istruzione e di reddito più basso. Tutti scienziati magicamente? E nella fase di transizione? Whats'up? Per non parlare poi delle sconsiderate riflessioni politiche sulle provincie. PS: la "disoccupazione tecnologia" di Keynes prende come riferimento il breve periodo, ed è impossibile negarne l'esistenza.
L'HTML NON è un linguaggio di programmazione. Ripetete con me: "l'HTML NON è un linguaggio di programmazione, è un Markup, come l'XML ecc" (Laureata in Informatica, grazie...)
@@stefanostefano4995 ciclicamente si cresce e si hanno recessioni, alla fine PC, internet, utilizzo robot in produzione e software non hanno portato maggiore disoccupazione nel lungo termine nonostante le receesioni varie degli ultimi 50 anni
Infatti appena mi laureo prendo la magistrale fuori, e poi vado me ne vado da sto paese, non ci tengo a morire di fame. Fare data science e ricerca qui in italia sarebbe in suicidio professionale. Ps:Comunque l'HTML non è un linguaggio di programmazione
@L Nasmil per l'inglese io ho fatto lo IELS per accademici, è un esame di inglese per chi deve fare questo tipo di cose ottimo, praticamente è costituito di varie prove e loro guardano le tue capacità di saper usare la lingua, mentre al Cambridge sono molto più attenti alla grammatica. Poi io quando ho dovuto dare l'esame mi sono preparato usando roba su internet, ed ho preso C1
@L Nasmil Canale youtube se non mi sbaglio era learn english with emma, ma comunque non è l'unico ce ne sono miliaia di robe gratuite, per il C1 non lo so, avevo intenzione di prendere il B2, facendo le prove sono andato bene in tutte tranne speaking listening.
@@breakingstroms3901 Woah sto commento è invecchiato male, comunque tra COVID ed altro ho preso la magistrale a Pisa in AI (corso in inglese), ritengo sia stata un ottima scelta, ho incontrato dei professori che fanno ciò che mi interessa, e comunque ho cambiato abbastanza idea, forse era la città in cui ero prima che non mi piaceva. Fai uno are il dottorato qui o anche fuori mi piacerebbe a questo punto, ne ho già parlato con un postdoc che conosco.
Sei bravo e noto un briciolo di lato piccante provocatorio nel come esponi. Molto interessante. Io faccio video di confronto Italia Germania, cucina, informatica, lingue, felicità e società. Fai un salto se ti va ;)
Mi chiedo:come mai nazioni tecnologicamente avanzate come Germania Giappone Usa Canada,Corea ecc.abbiano un tasso di disoccupazione basso mentre altre nazioni meno tecnologiche hanno un tasso di disoccupazione più alto. Eppure, se la teconologia ci ruba il lavoro, non dovrebbe essere il contrario.
Secondo te l'automazione può mettere a rischio il lavoro del contabile e del commercialista? Perché potrebbe essere una professione di mio interesse, e questo mi preoccupa molto
Elon Musk ha detto che per il 2024 qualsiasi lavoro di contabilità potrà essere svolto da IA Quindi si direi di si Io ho fatto ragioneria alle superiori per poi cambiare all'uni anche per questo motivo.
@L Nasmil Assolutamente le sue previsioni sono sempre in caso tutto vada bene cosa che non accade mai. Anche il viaggio su Marte del 2032 sono convinto sarà ritardato di qualche anno. Detto ciò che entro i prossimi 30 anni buona parte del lavoro verrà svolto da macchine e sarà necessario un reddito di cittadinanza universale non ki sembra un ipotesi così folle. Pensare che si creeranno nuovi posti solo perché fino ad adessi è andata così è abbastanza stupido secondo me, anche perché forse per le classi più giovani può essere ma chi adesso ha 30 anni non potrà mettersi a fare corsi e lauree tra un decennio con famiglie/mutui/lavori da mantenere. Per far fronte al problema vari stati del nordeuropa e Google avevano pensato di ridurre i giorni lavorativi da 5 a 4 per dirne una. Sarebbe interessante un video in merito.
@L Nasmil Guarda mi trovi totalmente d'accordo Ingegneri/badanti/infermiere e programmatori sono forse gli unici che possono dirsi 'tranquilli' su questo argomento L' Italia come sempre arriverà in ritardo facendo le cose ammerda per poi doverle correggere anni dopo sprecando soldi e rifacendo tutto uno schifo ancora. Come facciamo sempre.
ma nel calcolo del recupero dei soldi guadagnati dal laureato hai valutato anche i soldi spesi durante la triennale tra tasse, libri e magarri anche affitto spesi dal laureando? O_o
Giorgio, non concordo affatto con te, più in basso scriverò due obiezioni importanti a quello che hai detto, intanto dico la mia idea. #whatsupscenario2050 Allora, quello che sta accadendo e che penso verrà esasperato ancora di più nel prossimo futuro è estremizzazione del capitalismo e la precarizzazione del lavoro: per natura il capitalismo punta al maggior profitto possibile con la minor spesa (quindi anche di dipendenti) possibile, ed è quello che ad esempio sta succedendo nell’azienda in cui lavora mio padre che pur essendo in ottime condizioni economiche, ha licenziato i precari e ha aumentato l’orario di lavoro agli operai storici (ben 11 ore al giorno, a settimane alterne). Le grandi aziende sfrutteranno sempre di più le nuove tecnologie e la manodopera a basso prezzo (immigrati, o manodopera a basso prezzo in altri Paesi) per spendere di meno ed aumentare i profitti. Sicuramente nasceranno anche altri lavori, ma non basteranno a colmare un vuoto del genere perché le attività tenderanno comunque ad avere meno dipendenti possibili. L’obiezione che volevo fare a quello che hai detto è che, non è vero che negli anni l’occupazione è aumentata, il tasso di disoccupazione è sceso perché si calcola su chi cerca lavoro, ai tempi di mio padre, su una famiglia di 8 persone (marito, moglie, e sei figli) lavoravano tutti alle attività familiari anche da ragazzini, mio padre già a 14 anni lavorava. Oggi si inizia a lavorare dopo i 20/25 anni, e si lavora meno ore, chiaro che se oggi uno a 20 anni fa l’università, prima lavorava. Il risultato sarà che si esaspererà ancora di più quella che già oggi è una polarizzazione estrema delle ricchezze: www.rainews.it/dl/rainews/articoli/amp/ContentItem-23fa2af9-eb9c-4a12-b5c8-5511cd2f1305.html Va detto che questo enorme divario c’è nonostante sia lo Stato, anche tramite il reddito di cittadinanza, a redistribuire le ricchezze (la statistica è del mese scorso, quindi è incluso anche il RdC), figuriamoci se tutto fosse lasciato al libero mercato... La mia previsione quindi è che, se lo Stato non intervenisse con piani appositi (ovvio che interverrà, ma sto parlando in termini teorici) si polarizzerà la ricchezza verso chi riuscirà a dominare il mercato, quindi sia grandi gruppi industriali, sia attività vincenti, sia liberi professionisti che battono la concorrenza, esperti di nuovi lavori altamente specializzati che emergeranno ecc... Mentre chi non riesce a tenere il passo finirà disoccupato, in miseria, o sfruttato come manodopera a basso prezzo. Quindi cosa andrebbe fatto secondo me? Il chiave keynesiana, e con produzione autonoma della moneta (oppure anche con l’euro, nel caso si facesse questa cosa in tutta Europa e si rivoluzionasse il sistema attuale) dovremmo fare poche ed incisive azioni: 1) Programma di piena occupazione: dividiamo concettualmente il lavoro che nasce dal mercato libero, e il lavoro che offre lo Stato. Ecco, lo Stato si pone da garante dei diritti dell’uomo e mette a lavorare e a formare TUTTI i disoccupati che non vengono assorbiti nel mercato libero, lo Stato metterà a lavorare tutti in base alle loro competenze e in base a ciò di cui la società ha bisogno, quindi lavori socialmente utili, e non intendo lavoretti per tamponare, ma anche lavori altamente specializzati se quella persona ha determinare competenze, a questo si associa anche la formazione. Tutti coloro che lavoreranno per lo Stato riceveranno una paga dignitosa, non alta ma sufficiente per una famiglia. 2) Le aziende ed attività private potranno assumere solo coloro che aderiscono al lavoro statale, che ovviamente sono assunti finché non arriveranno proposte di lavoro serie e con paga uguale o superiore a quella attuale e non troppo distanti da casa, a quel punto il dipendente dovrà accettare ed andare a lavorare con l’azienda. Quindi il mercato del lavoro verrà completamente incrociato tra mercato libero e statale. Non si dovrà più “cercare a caso” il lavoro. Inoltre, il mercato libero deve essere regolamentato tramite ad esempio il salario minimo ed un tot di ore massime di lavoro (io farei fare massimo 6 ore al giorno, per 5 giorni a settimana), così da incentivare più dipendenti e turni di lavori. Qualsiasi dipendente licenziato, o imprenditore o libero professionista che falliscono, vengono riassorbiti dalla piena occupazione statale. 3) Creazione di un indice in chiave umanista che applichi il principio costituzionale dell’attività economica come “funzione sociale”. Sia individui singoli, che attività economiche, avranno un indice meritocratico sulla loro funzione sociale, tutto questo serve a disincentivare condotte antietiche, sfruttamento, truffe, delocalozzazioni ecc... e spingere sia le famiglie che le aziende a comportarsi in modo funzionale e positivo per la società, e non in modo egoista. Questo indice, che cambierà costantemente in base al variare dei parametri, servirà a rimodulare la tassazione e si assocerà al sistema scaglioni, in pratica detto semplicemente: se ti impegni a fare il bene della società, ti facciamo pagare meno tasse, se invece fai il male della società, paghi più tasse. Pensate a come cambierebbe la condotta di grandi aziende, come la schiavista Amazon, o gli ipocriti Benetton, se ci fosse questo sistema... Insomma, tutto ciò assicurerebbe dignità e lavoro a tutti, tutelerebbe sia il mercato libero che i lavoratori, andrebbe sicuramente a redistribuire la ricchezza evitando eccessive polarizzazioni, e risolverebbe il problema della tecnologia. Inoltre contrasterebbe la mentalità capitalista associando una componente culturale di “funzione sociale”. Opinioni?
Povero Casaleggio! nella misura in cui il "reddito di cittadinanza" potrebbe anzi DOVREBBE includere il concetto di "formazione permanente", secondo me avete un punto di incontro non indifferente
Come va con il progetto miles Cosa faresti se fossi il ministro del sud Italia??? Ultima cosa in futuro le scuole ti dovranno insegnare come programmare un robot per avere un speranza nel mercato
É inutile che voi divulgatori competenti facciate questi video ,tanto alla fine la gente comune continuerá sempre ad avere la propria opinione sbagliata. E se prima mi arrabiavo per questo poiché credevo che la gente fosse stupida ora ho capito che alla gente in fondo non frega nulla, e forse é meglio cosí...
quale lavoro? ;) (..scherzo scherzo questa polemica su tecnologia e lavoro è un cavallo di battaglia dell'oscurantismo... lo era già nel medioevo figurati)
E' una cifra campata per aria, che penso non spenda nemmeno chi vive nelle città più care. Tra l'altro per fare un ragionamento sensato andrebbero conteggiate solamente le spese prettamente universitarie (tasse, libri) dato che tutte le altre spese le avrebbe anche un lavoratore.
@@dariostevens250 e perché si dovrebbe fare l'Università privata? A parte che chi va in una privata lo fa perché non ha problemi di soldi, per cui... Ecco, mi sembrava un po' eccessivo il calcolo fatto nel video in effetti. Per uno studente medio di una statale escludendo Milano e magari Roma probabilmente siamo sui 5000 di spesa annuale, massimo ma massimo 6000/6500 per chi è in affitto in appartamenti un po' più costosi e/o paga il massimo della retta universitaria.
Un bel .. Lavoro complimenti! Personalemnte ho affrontato il problema sotto un'altra prospettiva. In cui lavoro ce ne sarà, ma mai quello dei propri sogni ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-BP2N0RxlaBk.html
VE LO DICO IO;IL LAVORO MERCE È FINITO NELLE GRANDI INDUSTRIE È DIMINUITO DEL 75% IN 35 ANNI ES. CON I BACOMAT SI SONO PERSI 400000 POSTI DA CASSIER DI BANCA E SI SONO CREATI 20000 POSTI PER CREARLI E FARLI FUNZIONARE, QUINDI IL SALDO È MOLTO NEGATIVO.
10:08 Parli della crescente importanza dell'intelletto nel mondo del lavoro, ma non ti rendi conto che l'intelligenza artificiale va ad occupare proprio questo fronte. E' questo il punto del discorso. Durante le prime rivoluzioni industriali, le macchine hanno gradualmente sostituito i muscoli degli uomini e degli animali (tra l'altro, superandoli moltissimo in prestazioni). Cio' ha, appunto, spinto l'uomo a lavorare maggiormente col proprio intelletto. Ora il processo di sostituzione si sta compiendo nuovamente. Peccato che non siano rimaste altre caratteristiche umane su cui riversarsi... Non so se la sostituzione si compira' tra 30 o 300 anni ma, visto il trend, avverra'. Le macchine saranno in grado di autosostentarsi (=prodursi, manutenersi e migliorarsi autonomamente) e di svolgere qualunque attivita fisica ed intellettuale, e a quel punto il lavoro umano non sara piu' competitivo e non potra' che essere un hobby. In questo contesto, immagina tu quale modello economico si potra' applicare...
