Un luogo comune diffuso tra i pianisti è quello di nella musica di Beethoven sempre seriosa, “impegnata”, e di suonarla, quindi, con un tocco sempre robusto e tetragono. In realtà, specialmente nel primo Beethoven, l’influenza di Haydn e Mozart è evidente anche nei tratti umoristici, “leggeri”, presenti in alcune sonate.
Qui un esempio, nell’inizio della Sonata op. 2 n. 3.
Qui le articolazioni corte, le pause sospensive, le dinamiche in piani lasciano dal carattere sospensivo, interrogativo, e non affermativo e robusto, come spesso possiamo sentire, anche in celebri interpretazioni di grandi pianisti del passato.
di
Roberto Prosseda
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16 окт 2024