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Mi ha fatto molto ridere il discorso sulla brioche e il cornetto, perché in Francia abbiamo la stessa situazione con il "pain au chocolat". Si chiama "pain au chocolat" nel nord e a Parigi, ma "chocolatine" nella parte meridionale :) Crea sempre dibattiti!
@@Sim0sama a me le differenze linguistiche che fanno più ridere sono 1. pantaloni, che si dice pantaloni in mezzo mondo (italiano, arabo, spagnolo, albanese, rumeno, bulgaro ecc...), è una parola di origine veneziana (dalla maschera teatrale Pantalon), ma a Venezia vuol dire tutt'altra cosa. A Venezia pantaloni si dice braghe e pantalòn significa un tipo sciocco che si fa fregare (anche questo significato correlato alla maschera). 2. A Verona marinare la scuola si dice "fare berna", si dice solo a Verona, credo che nessuno capirebbe il significato e non si sa il perché si dica (forse perché Berna è il nome tedesco di Verona, tanto che per lungo tempo hanno pensato che la Berna svizzera dovesse il suo nome a Verona o qualcosa legato a Teodorico il Grande, Dietrich von Bern in tedesco o chissà dio perché).
Ti prego* oppure Per favore/ per piacere* Suona meglio in italiano e il significato di “Prego” da solo, può essere frainteso come hai scritto tu 😊 (Volevo dare un consiglio 🥺)
Grazie per questo video interessante ! La Francia è divisa in due regioni: quella dove si dice "pain au chocolat" e quella dove si dice "chocolatine". E' vietato usare queste parole nella regione sbagliata.
Bellissimo video! Per favore, fatene altri di questo tipo! Per esempio sulla cadenza di Lorenzo che fa sorridere i romani (anche da noi in Svizzera si parla „cantando“)
Fun! I loved this lesson! There was a very cute banter between you both. , While you pointed out the verbal differences of the words, you were both still genuinely supportive of each other's cities and ways. Thank you!
Sono lombarda (prov. Varese) quello definito pain au chocolat (mai sentito) l'ho sempre chiamato fagottino e l'ometto lo chiamo più facilmente appendino.
7:54, my family home is bilingual with Ethiopian and Arabic. In Amharic (Ethiopian) chewing gum is "mastica" and erasers, car tires and rubber in general are also called "gomma!" Crossovers I did not expect but make sense given history. Also surprised Lucrezia is from Rome since I can easily understand you 😅Ottimo lavoro, ragazzi!
Bugie sicuramente si dice in Piemonte, poi per altre regioni non saprei. Concordo con Lorenzo che per me "saccottino" è quello del Mulino Bianco Nonostante io lo sappia quando i lombardi mi chiedono se voglio una cicca rispondo "no grazie, non fumo" e loro "???"
Bel video. Aggiungo la traduzione delle parole in veneto: attaccapanni o appendiabiti anguria Brioche Galani (a Verona credo li chiamino crostoli) Merendina o dolce (non abbiamo un termine specifico per il saccottino) Chewing gum o gomme da masticare (da noi cicca è sigaretta, anche intera)
A Verona qualcuno li chiama sossole, ma quasi tutti li chiamano galani o almeno io li ho sempre sentiti chiamare in questi due modi, soprattutto il secondo. Che per altro è il nome veneziano di un dolce carnevalesco e Venezia=Carnevale da più di mille anni. Crostoli/Grostoli credo sia diffuso in altre zone venete tipo nel vicentino. A Verona chewing gum, lo storpiamo in ciunga. Mentre il saccottino probabilmente finisce sotto il termine cappello di "pastina".
@@RawPeds comunque la cosa divertente è che il cornetto è un dolce veneziano (derivato dal kipferl austriaco, come il croissant), ma io non ho mai sentito veneti che lo chiamano cornetto. Per me il cornetto è quello Algida. Va beh che mezzo mondo chiama Pantaloni i Pantaloni (o varianti tipo pantalones, pantaloon, bantalun, pantallona) che è una parola veneziana ma a Venezia pantalòn ha un significato un tantino diverso...
Mia nonna Italo brasiliana preparava le bugie (mentira en Portuguese). In 2019 ero a San Remo ed ho visto “bugie” nella vetrina di una panetteria. É stata una bella sorpresa perché non sapevo che il nome del dolce in portoghese era lo stesso. Non sapevo perché se chiamavano “lies”. Dunque, se chiamano bugie en parte della Liguria.
Io, della provincia di Varese, "ometto" non l'avevo mai sentito; quell'oggetto lo chiamo "appendino". E "pain au chocolat" lo chiamerei comunemente "fagottino".
Molto bello e siete molto simpatici e spiritosi. Allora volevo dirvi una cosa curiosa: in persiano angur vul dire uva. Quindi per me il cocomer è il cocomero e basta. Anguria mi ricorda l'uva. Ciao. 😁😁😁
Frappe a Trento, sono i crostoli, o grostoli, invece la cicca é la ciunga 😂, e ometto é un appendino, cornetto é piu un gelato cornetto Algida per noi, diciamo brioche
Ciao Lucrezia. La gomma da masticare in quella forma che hai presentato assomiglia la gomma che abbiamo negli USA (ed altri paesi) della marca Chiclets. E’ molto simile a la parola milanese.
A Bologna: Gruccia, cocomero, brioche, SFRAPPOLE!!!, pain au chocolat e infine.. LE CICLES!!! Invece le sigarette le chiamiamo "paglie", mentre il mozzicone... mozzicone :D
Un bel confronto di vocabolario. Ovviamente il "pain au chocolat" milanese mi parla di più del "saccottino" romano. Comunque un video molto interessante e divertente, piacevole da seguire. Grazie mille. Caro saluto dalla Francia. 😀🇮🇹🇨🇵
Milano “piccolissima” e “raccolta” è un concetto che fa a botte con la geografia. L’area metropolitana di Milano è di gran lunga la più vasta d’Italia e una delle più vaste d’Europa. Tanto per intenderci: nella moderna geografia per definire le dimensioni di una città non si usano i confini municipali ma l’intera conurbazione. Faccio alcuni esempi di comparazione nell’erroneo caso in cui si tenga conto solo della variabile “riduzionistica” dei confini comunali: Comune di Roma (1200 km quadri) è più di 7 volte (non 4) il comune di Milano (180 km), ma, seguendo tale parametro Roma risulterebbe anche circa 10 volte più grande di Parigi (105). Sempre restando in questa prospettiva, Cerignola (con i suoi 600 km il secondo comune più grande d’Italia dopo Roma ) risulterebbe, in termini di superficie, circa 4 volte Milano.
In Sicilia: 1. appendino. 2. melone (in Siciliano) o anguria. 3. cornetto (brioche è un'altra cosa). 4. chiacchiere 5. non mi ricordo 6. gomma (come a Roma, cicche sono quelle di sigarette).
Noneeee l' "OMETTO" è quello che ha parte superiore fatta a gruccia ma sta appoggiato a terra ed è un vero e proprio quasi oggetto di arredo. Gruccia a Milano / Stampella a Roma. Tra i 2 il vero geosinonimo è "stampella", dato che in italiano ufficiale significa ben altro.
A Genova, retaggio dei marinai americani che arrivavano dopo la guerra con le portaerei Saratoga e Forrestal e che cercavano i chewing gums, sentirete spesso chiamare le gomme (da masticare) "ciùngai" con l'accento sulla u. Prima volta che vi vedo. Bel video.
A Verona Attaccapanni (senza la a iniziale e le doppie) Anguria Cornetto o Brioche Galani o Sossole, Galani è il nome veneziano, per altro il carnevale è roba veneziana. Non lo so Ciunghe (anche a Verona le cicche sono le sigarette) Comunque sono belle anche le differenze su come si dice "marinare la scuola", a Verona - e credo solo a Verona - si dice "far berna".
Interessantissimo video, infatti c'è nel Messico una parola molto simile alla milanese per la gomma da masticare: "chicle" (se pronuncia come se fosse cicle) ma c'è anche il nome spagnolo "standard" di "goma de mascar", cioè gomma da masticare chiaramente. Sospetto che la parola milanese abbia la stessa radice della messicana
Lorenzo è anche un insegnante? Se frequentassi una scuola di lingue a Milano, sarebbe più probabile che vengano usate espressioni di quella regione? Oppure l'italiano di Roma è considerato ufficiale e quindi insegnato nelle scuole di lingua?
A me piaciono le città d'arte, non troppo grande, bello per viaggiare. E proprio quelle sempre hanno un parole diverse per le cose stesse. Adesso è chiaro perché.
Ciao! Lo sapevate che il saccottino/pain au chocolat nella Spagna si chiama "napolitana"? Al meno in Castiglia (Madrid e dintorni). La storia dell'origine di questo nome non la so. Grazie a tutti e due del video! (Lorenzo è molto piacevole e carino!)
Grazie Lucrezia e Lorenzo per questo video utile e ben divertente! Lucrezia, puoi invitare un giorno qualcuno da Napoli? Il dialetto napoletano e molto interessante!
Lucrezia e Lorenzo ho sentito la parola bugie per frappe e chiacchiere. La mia famiglia parte del mio papà sono di Piemonte e loro hanno usato questa. La parola per gomma da masticare e chicche. Penso che sia possibile che chicche viene del tipo di gomma americana in quella forma Chiclets o e' anche possibile che venga del un ingrediente chicle. Ho trovato questo video molto interessante.
Aggiungo anche la generica parola "pasta" per i pezzi da colazione anche se siete a rischio di non essere capiti ("Pago una pasta e un cappuccino") e la parola "cingomma" evidente storpiamento di chewing-gum.
è stato molto divertente - anche per me sono da Zurigo - è ho comminciato di imperare l'italiano. Sfortunamente sono ancora un debuante è molti problemi co la grammatica. Ho ordinato il libero e spero cosi di ammelioare mio italiano Grazie Reinhold Thurner
il cornetto, croissant e brioche sono tre prodotti diversi! Il cornetto ha l'uovo (il croissant no) invece la brioche ha proprio un impasto e una lavorazione completamente diversa, infatti la brioche è più "mollicosa" rispetto all'impasto del cornetto o del croissant che sono più alveolati
Ciao Lucrezia sto imparando l'italiano!! Ho una domanda si vado à Milano e chiedo un cornetto o qualcosa che avevi parlato nel video , loro sapranno di cosa sto parlando? Mi dispiace il mio Italiano non è buono!! Tratto di non usare google translate!!
In Veneto la "cicca" è la sigaretta intera e la "ciunga" è la gomma da masticare che poi credo riprenda semplicemente la parola chewing gum. E poi da noi non si usa solo galani, ma anche crostoli
Lucrezia a dit dans une vieille vdeo qu'elle n'aimait pas le mot BRIOCHE (c'est un mot français) c'est un gateau rond avec la forme du moule mais pas ou peu sucré (comme le croissant (cornetto))
interessante, non sono toscano nemmeno italiano, sono giapponese, ma quando ero a Firenze, chiamavo, o meglio sentivo loro chiamare: gruccia, cocomero, cornetto, cenci, gomme,
che divertente. grazie per il video ! ti piace portare quel t-shirt haha ti vedo portarlo spesso 😄 e finalmente lo scrunchie nei tuoi capelli è ritornato haha
Anguria e cocomero sono due cose diverse🤔 in Toscana si usano tutti e due: anguria è quella della foto, il cocomero è invece quello tondo e con la buccia tutta verde scuro. 😊
@@gavinopiana2869 si infatti intendevo dire che è tutto in linea con Lucrezia tranne che per il termine "frappe" che invece chiamiamo chiacchiere... E anche bugie è vero
Questo esempio di gomma da masticare x cicche è interessante per me perché in portoghese brasiliano diciamo "chiclete" che è simile a cicche, ma possiamo anche dire "goma de mascar"
E se uno non è né di Roma, né di Milano, per esempio se è di Livorno? In alcuni casi non chiamerà le cose né nell'uno, né nell'altro modo evidenziati nel video, in altri casi preferirà la variante "alla milanese", in altri quella "alla romana". --- Per esempio, non dirà né "ometto", né "stampella" (la quale serve per sorreggerti se ti sei fatto male a una gamba), ma "gruccia"; --- Rifuggirà come la peste la "anguria" (che ti esporrebbe immediatamente a sentirsi chiedere "ma che, sei milanese?") e dirà solo e soltanto "cocomero" (pronunciato al modo locale "co'ómero"...); ---- Userà sia "cornetto" che "brioche" (localmente italianizzata in "brioscia"), perché la seconda è un prodotto diverso dal primo (anche fatto in un'altra forma); --- Se sentisse parlare di "chiacchiere" o "frappe" manco capirebbe, e le chiamerebbe solo e soltanto "cénci" (proprio come gli stracci); ---- Se gli chiedessero una "cicca" anche lui capirebbe che ci si stesse riferendo a un mozzicone di sigaretta, e invece per quella da masticare userebbe "gomma da masticare", "gomma" o "chewing-gum" (storpiato nella pronuncia in qualcosa tipo "ciù-ìnga" --- tanti decenni fa era in uso anche un ibrido anglo-italiano "sciù-ingómma" o "scingómma", ma ormai è desueto da decenni..); --- Inoltre, farebbe delle inversioni d'uso rispetto a quanto si fa a Roma, ad esempio le "scarpette" (da calcio) e gli "scarpini" (da ballerina) sono denominati in modo diametralmente opposto rispetto a Roma. ******** --- Sempre il suddetto livornese, poi, in alcuni casi userebbe termini pan-toscani --- ad esempio: ovviamente, rifuggirebbe come la peste di usare l'orrido "papà" 😖😝 ed esigerebbe solo e soltanto "babbo", userebbe "granata" (= scopa), "céncio" (= straccio. C'è anche il proverbio "Céncio dice male di straccio", per significare "senti chi parla!"), "bòccia" (= varechina), "mézzo" (pronuncia [méttso] = bagnato fradicio), "càntera" (= cassetto) e così via.... ---- .... Ma in altri casi userebbe termini solo e soltanto livornesi, non compresi neanche nel resto della Toscana, come "nasini" (le mollette per stendere i panni, in alcune altre zone della Toscana chiamati "chiappini"), "pugnette" (che no, signori: NON sono quelle che subito avranno pensato i romagnoli, ma sono le "presine" per impugnare i manici roventi delle pentole...), "spardégne" (= espadrillas), "melone" (che no, NON è quel che vien chiamato "popone", ma la mortadella, anche se quest'uso si sta ormai restringendo alle classi d'età più anziane), "chantilly" (gli stivaletti di gomma bassi alla caviglia con cui una volta si spedivano i bimbi a scuola quando pioveva), "tórta" (torta salata di farina di céci, che nella Toscana più settentrionale fino a Pisa compresa viene chiamata "cecìna", nella Sardegna settentionale "fainè", in Liguria non so bene se "farinata"...), "cicalini" (dolcetti di sottile sfoglia all'anice che si vendono impacchettati alle fiere, originari della ciittadina di Lamporecchio e in tutto il resto della Toscana chiamati "brigidini"), "datteri" (= cozze / muscoli, mentre i proibitissimi "datteri di mare" vengono chiamati "datteri veri", e quelli di palma vengono negletti, salvo che per Natale), "ragno" (= spigola / branzino. Questo di "ragno", in verità, è un uso diffuso anche altrove, sulla costa toscana), "acquaio" (= lavandino di cucina), "passata" (nastro circolare nei capelli a cingere tutta la testa. Questo forse potrebbe essere un uso pan-toscano), "mollette" (nei capelli, da distinguere dalle "forcine" di differente forma e differente modo di mettersi nei capelli, e ovviamente NON piccoli strumenti per stendere i panni, come detto sopra), "gangillo" (piccolo mollusco con conchiglia o anche piccolo crostaceo dentro conchiglia, che s'aggira sugli scogli), "siuski" (tuffo inizialmente a quattro arti espansi, e poi immediatamente trasformato in raggruppato), "ziga" (= arsella), etc.etc. ************ Del resto, anche un fiorentino avrebbe termini tutti suoi, come il "tòni / Tony" (= tuta / giacca di felpa + pantaloni, da allenamento) e i meravigliosi "fontaniere" (non fa subito venire a mente i giochi d'acqua nei giardini delle ville rinascimentali?) o "trombaio" (questo invece è inquietante: pensate a quel povero marito che, al lavoro, si sente raggiungere da una telefonata della moglie che gli fa " Caro, sono a casa. C'è stata una perdita d'acqua, ma niente paura! C'è già il trombaio, qui con me; è tanto bravo...!". Quel povero marito comincerà ad agitarsi...) per quel che in italiano standard si chiamerebbe "idraulico" e a Roma "stagnino" o "stagnaro".... ******* E perché, un genovese, il terrazzo come lo chiamerebbe? "Poggiòlo", ovviamente.... ******* Insomma, l'Italia magari non sarà grande (come estensione), ma certo è molto varia.... ❤❤