L’enfasi posta da Sartre sul tema della responsabilità/libertà è certamente centrale, ma mi ha lasciato sempre perplessa. È evidente che dal punto di vista etico è fondamentale parlare la possibilità della libertà della scelta, che va sempre rivendicata per aprire alla prospettiva di un mondo migliore, o anche per caricare di "timore e tremore"" ogni momento della nostra vita, ma sappiamo benissimo che la libertà scelta non esiste nella vita pratica, i condizionamenti sociali esistono e come, senza contare il subconscio. Come sempre il problema è complicato....
Esiste in rare circostanze di coraggio, incoscienza, "semi"follia.... Poi se la decisione presa è fortunata ( altra circostanza importante) e va bene, ne parliamo tutti con ammirazione; ma se va male....
Ottima lezione. Molto chiara ed esaustiva anche a posteriori , per chi ha avuto il piacere di affrontare le opere di Sartre più volte, ma in questa bella lezione ne può cogliere qualche ulteriore sfumatura chiarificatrice.grazie
Sempre bellissime ed esplicative le sue lezioni.. grazie di donarci il suo sapere😍. Volevo chiederle se c'è qualcosa nel suo canale che parla di Jacques Lacan
@@scrip79 Grazie mille! Volevo anche ringraziarla per avermi aiutata nel comprendere questa meravigliosa e complessa materia. Lei è veramente esaustivo.
Siamo il frutto anche dell'ambiente nel quale nasciamo del posto nel quale lasciamo delle condizioni fisiche e dove lo mettiamo l inconscio che ci governa va nostra insaputa
Chissà se Sartre era felice, quando afferma che la salvezza la troviamo dentro di noi!! Che vita di relazione avrà mai uno che afferma che " l'inferno sono gli altri"?
considerando i diversi movimenti di rivolta sociale e desiderosi di nuove riforme e maggiori considerazioni, cercando di annullare le ingiustizie e i soprusi, sì può anche dire che l'uomo che non si ribella, dinanzi ad atteggiamenti come quelli della guerra, è alla fine un uomo sottomesso, che dunque scegliere la via più facile, e per paura di morire non tenta nemmeno di ribellarsi. Con questo non giustifico l'atrocità e le ingiustizie dei campi di concentramento, ma in un certo senso possiamo dire che l'uomo non sceglie di andarci, ma sceglie di rimanervi senza alcun tentativo di cambiamento (spero non passi come un messaggio filo-nazista, ma bisogna pur sapere che anche nella sottomissione, sono i sottomessi che non si rendono rivoltosi e riformisti per timore (Marx direbbe che il re è tale grazie ai sudditi, e non il contrario) Aldilà delle brutalità storico - sociali, gli individui, in vita, possono scegliere.
ci tengo a ribadire che, da anti fascista/nazista/qualsiasi movimento di ingiustizia oppressione, non desidero sminuire le brutalità della guerra e dei campi di concentramento, ma porre semplicemente un accento diverso sul concetto di scelta e libertà.
Stiamo parlando di una posizione filosofica in cui bisogna fare attenzione alle parole che si usano. Tanto per cominciare per Sartre dire che si è paralitici o che si è prigionieri non vuol dire molto perché la sua filosofia rifugge l essenza. Non si è, si esiste. Non si è qualcosa di statico ma si esiste nell azione. Quello che conta è, appunto, l esistenza, vale a dire ciò che si provoca con le nostre scelte. Il professore l ha spiegato molto bene. Anche nelle situazioni più estreme si può scegliere, per esempio, di lasciarsi morire. Se nn lo si fa si è scelto di vivere. Sartre ovviamente è stato criticato per questa sua idea di libertà. Se Sartre non le piace si legga Bourdieu che insiste al contrario sulla nostra mancanza di libertà nel contesto sociale. P. S. Ma è molto meglio leggerseli tutti e due ❤