Sono in linea di massima in accordo, ma fino ad un certo punto. Mettere in primo piano le analisi tecniche è giusto e sacrosanto. La risoluzione dei problemi tecnici al di là delle componenti emotive è fondamentale. Allo stesso tempo, però, non si possono ignorare le componenti emotive. Una squadra che riesce ad assemblare un gruppo da tiro alla fune, come lo definisce lui, non assembla proprio niente di povero. Si da per scontato che si accettino i ruoli, e che le soluzioni tecniche siano state trovate, dopodiché serve anche quello, perché a parità dei fattori citati da Velasco, la forza emotiva del gruppo può fare la differenza.
Sarei curioso di sapere quanti imprenditori hanno capito e messo veramente in pratica tutti questi consigli. Secondo me una squadra di pallavolo non è paragonabile a un gruppo di lavoratori. Per il semplice fatto che l'atleta è disposto a tutto pur di realizzare il proprio sogno, vincere qualcosa di importante facendo uno sport che ama. Al lavoratore interessa guadagnare per poter vivere decentemente ma il suo sogno personale non sarà mai dedicarsi totalmente all'azienda di qualcun altro.
Questo discorso sopratutto la parte in cui parla del difensore che va in attacco, dovrebbe attualmente ascoltarlo Acerbi . E poi sul discorso di come affrontare le avversità in una partita dovrebbe stare a sentire tutta la SS LAZIO ... è questo che attualmente non va anche nell'applicazione del sistema di SARRI : non si sta giocando da squadra .
Grande julio, finalmente mi hai dato il coraggio di dire a mio zio paolo di smettere di venire a prendermi a scuola per darmi quella strana polverina bianca che mi fa pizzicare il naso
la responsabilita conta? non ne ha parlato......addossare le responsabilita' sul resto del gruppo e' un modo comodo di gestire il gruppo nel concetto di squadra ci sono ruoli e RESPONSABILITA la invito a fare chiarezza in caso diverso l allenatore sfrutta la posizione per scaricare le propie responsabilita
Super d'accordo. Ed è il modo di sfruttare al massimo i giocatori. Tutti contro tutti. Non siamo giocatori di calcio ma persone vere. Questo ha trovato il suo successo con la sua teoria, ma a me non piace per niente. Ho visto gruppi lavorare molto meglio di una squadra; ho visto gruppi organizzati dove c'erano dei leader nominati (e pagati di conseguenza). Ho visto squadre dove i leader "emergevano da soli" ed erano felici di escludere dalla squadra gli elementi che a loro non piacevano, solo per la frustrazione di non essere riconosciuti come livello e in busta paga. Sono cose dei paesi latini, molto focosi.
