L'intelletto non va lasciato agire indisturbato, altrimenti ci isola dagli altri. Di più, dovrebbe tenerlo a bada chi lo ha più elevato, per suo merito o del suo corredo cromosomico poco importa. Proprio questi, invece, dovrebbero essere i primi, hanno il dovere di essere i primi, a tenerlo sotto controllo; mantenendo viva la capacità di essere semplici, permeabili dagli altri. I rapporti umani non vanno negati, soprattutto quelli che portano allo scambio intellettuale. Questi vanno accettati, tutti. I rapporti umani vanno semmai gestiti, dosati, ma mai rifiutati, soprattutto se a causa di un differente piano intellettuale. I rapporti umani arricchiscono. Sempre. Tutti.
Un intelletto elevato ha il dovere di offrirsi, anche quando non ne trae soddisfazione personale. Offrirsi, non imporsi. E seppur gli capita di sentire netta l’insoddisfazione che deriva da uno scambio intellettuale, deve evitare comunque di negarsi agli altri; trovando appagamento nell’aver arricchito in qualche misura il suo prossimo ed essere stato in qualche altra misura arricchito da quel suo prossimo. Con la consapevolezza che contribuire all’elevazione dell’intelletto altrui contribuisce inevitabilmente all’elevazione del proprio. A qualsiasi livello.
Un involontario e produttivo do ut des per tutti, in varia misura.
Ognuno nel suo.
Ognuno per il suo.
Ognuno dal suo.
8 окт 2024
