Una ventina di anni fa, in occasione di una visita al laboratorio Masi (situato proprio sotto al Vigorelli) a Milano, per ritirare un telaio crono, ebbi l'opportunità di vedere un paio di ruote utilizzate da Fausto Coppi in non so quale corsa: cerchi in alluminio, raggi legati per aumentarne la rigidità e mozzi che giravano con una fluidità e scorrevolezza sorprendenti dopo 50 anni! Probabilmente le bici dell'epoca erano dei "cancelli", tuttavia alcuni componenti particolari come ad esempio le ruote godevano già di una tecnologia molto raffinata per quei tempi! Con un lieve tocco una delle due ruote, che tenevo religiosamente in mano, continuò a girare per un bel po', senza fruscii, attriti apparenti od altro, finché non ritornò indietro per il solo peso della valvola: strabiliante! Claudio 🚴♂️⏱️👏
Queste erano bici che pesavano una tonnellata con le strade sterrate ,li vedevi la forza del corridore come erano Coppi , Bartali e tutti gli altri campioni dell' epoca
Bicicleta de Coppi, reliquia patrimonial del ciclismo no sólo italiano, sino mundial. Pero me llama la atención que alguien no la hubiera guardado en su momento, para preservarla en mejores condiciones, se observa bastante deterioro. De todas maneras, un monumento.
Che c'è un pezzo di storia, proprio come vedere una delle GTO da corsa originali di Enzo Ferrari. Il mio Zio a metà degli anni '50 correva per una squadra con sede a Caserta, patrocinata dal grande pilota con il suo nome grande e in grassetto sulla maglia da gara. Non ho mai saputo perché avevo un legame magnetico con "Bianchi" finché anch'io ho iniziato a pedalare da bambino negli anni '70 e ho sempre desiderato una bici color "Celeste" con nient'altro che componenti italiani, nient'altro. Oggi possiedo due dei migliori Bianchi, a un milione di chilometri di distanza da questo pezzo storico davanti ai miei occhi qui, realizzati in fibra di carbonio, alluminio e molto titanio, con cambio elettronico a 12 velocità e freni a disco. Mi piacerebbe vedere quanto di più Fausto Coppi e Felice Gimonde avrebbero ottenuto con una qualsiasi delle mie due bici nel 2024. NON dovresti davvero restaurarla, ma metterla accanto a una Bianchi Oltre Pro/Comp o Specialissma del 2024. Grazie mille per aver condiviso questo👍🏻❤🇬🇧🇮🇹
I have i950 Universal brakes with parallelogram quick release, on my 1980 Pearson of Sutton. London oldest in business bike shop in known world ! I also have a compressed air pump with frame clips as seen here. Mine is by EDCO made of steel. It is very simple with no pressure markings. !have never been able to make it work! Maybe why i acquired it 1960 from Soar Valley club member.
Beh, sì, forse... Questa è una lettura frequente del ciclismo "eroico" e anche di quello che con Coppi e Bartali appena usciva da quell'era. In realtà le bici gravel odierne sono tutt'altra cosa rispetto alle vecchie bici da corsa che oggi usiamo chiamare "d'epoca". Ma soprattutto: è impossibile - o quantomeno arduo - mettere a confronto i materiali, gli strumenti, le strade e le visioni tecnologiche di due epoche che distano settanta anni l'una dall'altra....
Si facevano, si facevano...perchè erano dei leoni, aldilà del mezzo che avevano. Ci mettevano testa, cuore e gambe. Elementi che oggi risultano quasi passati di moda. Anche io mi alleno con un pezzo di ferro e due ruote abbastanza datati, ma io lo sforzo devo fare non mi serve una bici ultra moderna, ripeto alla fine mi devo allenare non fare una sfilata di moda per sfoggiare il migliore abito. Non so se mi sono spiegato. Certo è un mio parere personale condivisibile e non.
Possego una vintage Olmo e ho un Dilemma chi mi ha venduto la bici mi Disse si tratta di una bici che ha parteecippato al giro 1978 ho pensato sia una bufala ma sul telaio assieme al numero matricola al posto del numero di telaio mi trovo 2 zeri voi che Siete esperti potreste chiarirmi il Dilemma, POI sul telaio mi trovo un initiale di un nome e il cognome epiu leggibile sembra Casella.grazie Aspetto risposta
salve, nel 1978 Olmo equipaggiava la squadra professionistica Zonca-Santini e partecipò al Giro d'Italia di quell'anno. Se non sbaglio la bici del team doveva avere una colorazione "oro", ma devo verificare meglio. In ogni caso, ci è impossibile rispondere senza avere una (o meglio più foto, anche del seriale) della bici in oggetto. Ci mandi foto a questo indirizzo: maurizio@cyclinside.it Saluti
Il.problema non son le bici in ferro, io vado via con una MTB da 19 kg ereditata da mio padre. Il problema son i rapporti, non so come farei sullo sterrato in salita senza il 34 anteriore e un pacco pignoni decente dietro.
Hai sentito quelli facevano le corse xc marathon all'epoca le strade asfaltate in italy si contavano nelle dita di una mano e considerato il cambio, il peso, i percorsi, su quel telaio sono piovuti ettolitri di sudore, pioggia, grandine, raggi UV...senza contare che non erano nemmeno sicuri che era di coppi all'inizio quindi dopo coppi ci avrà gareggiato qualcun altro e/o successivamente sarà stata la bici da training per altri ciclisti...... se la rivernici perdi il 99% del valore, é bella così proprio perché racconta una storia. E poi comunque a parte la verniciatura é ancora perfetta, guarda in zona mc aveva pure i rinforzi, potrebbe fare altri 70 anni di strada quel telaio senza battere ciglio.
@@luboltz5201 ma certo ci mancherebbe, un restauro/verniciatura è fuori discussione, stavo solo notando come sia stata tenuta male nel tempo. Poi chiaramente ora la si conserva così com'è, peccato solo che non ci sia arrivata meglio conservata
