Personalmente da studente lavoratore mi sono sentito preso in giro dalle università italiane. Lezioni online durante il covid NON registrate, per non parlare che post covid hanno smantellato tutto tornando solo in presenza. Tirocini obbligatori al terzo anno. Prendi un permesso o cambi il turno per sostenere un orale la mattina, ti fanno aspettare fino al pomeriggio. Poi sento un amico che nel suo corso di magistrale vende i suoi appunti a 200€ perché il docente ha spiegato cose non presenti su nessun libro o slide. Non andiamo da nessuna parte così
Tutto troppo vero, io non vorrei fare un'università telematica ma sono le uniche che hanno lezioni registrate. Si c'è il piano part-time ma i vantaggi sono giusto le sessioni straordinarie. Perché se puoi seguire le lezioni va bene ma se devi lavorare (banalmente per vivere) sei solo uno scemo che non usa bene il suo tempo. Eppure basterebbe poco, registrare le lezioni e metterle su una piattaforma a cui può accedere solo chi dichiara di lavorare.
Devo dire che per mia esperienza le cose ora sono un po' cambiate, molti prof caricano vecchie videolezioni e anche se non lo fanno basta richiederglielo. Ovviamente ci sono sempre i professori che non sanno mandare neanche una mail, però vedo un trend positivo sull'utilizzo della tecnologia per insegnare. (Parlo per mia esperienza personale, nella mia università)
@@lorenzocesareche io sappia la Sapienza ha il consorzio nettuno proprio per venire incontro a queste esigenze (esiste addirittura dall'epoca pre-internet quando le lezioni venivano trasmesse di notte in televisione). Non so se esiste ancora e in che stato versi ma puoi provare ad informarti.
Studente di informatica all'università di Camerino, una delle poche università che la lasciato le lezioni online (anche registrate nella maggior parte dei casi), in particolare le aveva anche prima del covid per via dei terromoti che aveva reso inagibili gran parte degli edifici in zona centro, purtroppo la pratica viene vista come un elemento che va a gravare sulla qualità dei corsi universitari , io lo ritengo un plus e a mio avviso non peggiora la qualità del mio corso, che io ritengo essere buona (non sempre al top), e comunque si è sempre liberi di andare a lezione in presenza, gli esami sono comunque uguali per tutti, frequentanti e non
Emigrate! Io ho lavorato in Austria per 4 anni e li é normalissimo che uno studente magistrale (soprattutto di alcuni ambiti: statistica/economia/informatica/ecc.) lavori part time in un ambito collegato al lavoro mentre continua a studiare part time...così diventa economicamente autonomo, inizia a lavorare prima e, alla fine della magistrale, ha già un cv con qualche esperienza. In un paese civile si riesce a tirare avanti anche con un lavoro part time. Ad esempio: l'università di Udine ha una magistrale in informatica mista con Klagenfurt. Gli studenti italiani cercano di usare il periodo in Austria per fare il tirocinio lì, in quanto guadagnano più in stage da studenti che poi con i primi stipendi in Italia. Secondo me gli unici che dovrebbero evitare questo approccio sono quelli che vogliono al 100% fare carriera accademica in un ambito "staccato" dal mondo del lavoro.
Concordo in pieno, sono venuto in Germania 7 anni fa e sto studiando per la triennale. Già dal terzo semestre ho iniziato a lavorare part time e sacrificando qualche weekend si riesce a fare tutto. L’Italia è una barzelletta a confronto
@@olgafatica3445 io credo sia molto buona. L'università é piccola, per cui quasi tutti i prof riescono a seguire bene gli alunni. La didattica é di buona qualità e, per alcuni ambiti, in informatica sono molto forti. C'é la possibilità di percorsi misti con altri paesi vantaggiosi per diversi motivi (vedi sopra), costo della vita contenuto e posto tranquillo. Se riesci a entrare c'é anche la "scuola superiore" (nello stile di normale/sant'anna & co): sicuramente meno blasonata ma con ottima preparazione e si é completamente stipendiati. Diciamo che Udine la movida non é "al top", ma se uno vuole imparare può quasi essere un vantaggio...e comunque fanno il frico, che compensa qualunque tipo di problema 😂
@@arzigogolato1 ahahahah sì sì io sono forestis ma la mia base in Italia è stata ed è ancora Udine, quindi la conosco bene. Ci ho fatto il servizio civile millenni fa e mi imbucavo ai corsi di scienze naturali, ho visto molti ottimi prof lì, Del Zotto, Strazzolini, quelli di biologia vegetale, genetica , zoologia, ecc. Sto pensando di prendere la seconda laurea tornando in Italia per la triennale e quindi appena visto che eri Uniud ti ho targetato XD Beh , grazie degli spunti e della cortesissima e informative risposta. Mi fa piacere che hai colto tutte le opportunità, molti se le fanno scappare anche laddove ci sono ! In gamba! Mandi! ;)
In Italia io sono riuscita solo con l'università telematica (la tradizionale me l'hanno sconsigliata i tutor stessi della pubblica perché da non frequentate i professori sarebbero partiti prevenuti agli esami) MA: 1. La retta è più cara 2. Devi saperti organizzare tra studio e lavoro altrimenti diventa un delirio 3. Devi mettere comunque in conto che la tua vita vivrà degli squilibri e che l'unico modo di arrivare in fondo (per la mia esperienza ovviamente) è essere sempre molto ben organizzato e mettere in conto che bisognerà dire di no a diverse cose 4. L'ho fatto per me, se avessi un figlio oggi sarebbe più importante che lui imparasse a fare un lavoro che ha dei margini di guadagno alti, l'università non è necessaria se non in determinati ambiti/settori
Io ho avuto la fortuna di non essere costretto a lavorare durante il corso di laurea avendo genitori benestanti (comunque universitá pubblica, niente di costoso o elitario), pertanto mi sono concentrato esclusivamente sullo studio, ho conseguito tutti i titoli in perfetta regola e consiglieirei di fare la stessa cosa a chiunque sia nella mia situazione. Se lavorare vi fa perdere anni per raggiungere il titolo di studio raramente ne vale la pena e va fatto solo per vera necessitá.
Secondo me è opportuno citare la “legge dei rendimenti decrescenti”, ossia ha senso studiare (al netto del piacere nel farlo) nella misura in cui questa attività aumenterà lo stipendio futuro. Se fare un lavoretto con bassa/nulla specializzazione inficia il processo di formazione, allora conviene abbandonarlo; se invece è ininfluente, conviene farlo e mettersi in tasca i (solitamente pochi) soldi. Tutto questo al netto della necessità, cioè se il lavoro mi serve per campare (mentre studio), allora è necessario farlo.
Io ho ripreso a studiare a 33 anni avrei voluto fermarmi alla triennale, ma non sono riuscito a trovare niente nel mio settore di decente tant'è che pulisco cessi nelle scuole. È obbiettivamente un incubo. Semplicemente l'università non è strutturata per aiutare chi lavora full time, soprattutto è impossibile seguire le lezioni e molti professori se non frequenti ti rendono l'esame parecchio più difficile.
Nel mondo universitario Italiano c'è uno stigma enorme verso lo studente lavoratore, mi ricordo ancora il docente di diritto privato che in una prova orale mi ha bocciato dopo 30 secondi l'inizio della mia risposta dicendomi "laurearsi non è obbligatorio e non te l'ha prescritto il medico. L'impegno di uno studente lo vedo a lezione e non durante la prova che è una formalità".
@@Astrubale94 Spero vivamente non mi accada mai una cosa del genere perché è molto probabile che finirei in galera. Il reato dipende da quanto tempo me lo lasciano sotto mano 😅😅
Io lavoro part time(max 5-6 ore nei giorni con tanti clienti) da quando ho 16 anni nel ristorante di famiglia e sinceramente non ho trovato grandi difficoltà fin'ora negli studi (sono ancora in triennale). Però ho già messo in chiaro che durante la magistrale devo concentrarmi sul mio ambito di studi, con un altro lavoro più pertinente se possibile, perché le aziende ritengono sicuramente più appetibile uno studente che un minimo di esperienze lavorative ce le ha. Tuttavia se un ragazzo fa full time sicuramente farà molta più fatica, ho conosciuto ragazzi che studiavano e lavoravano full time, diciamo che bisogna mettere in preventivo il fatto che si possa andare fuori corso, ma se è un sacrificio necessario per un obbiettivo più grande non c'è niente di male, gli sforzi saranno ripagati 💪
Io l'ho fatto, un lavoro come programmatore part time 20-28 ore durante la magistrale per un paio d'anni, poi ho dovuto mollare per fare tirocinio a parte (-_-) e la tesi, impiegando in tutto 3 anni. A posteriori e' stata una bella esperienza e mi sono toltio qualche sfizio in piu da studente, ma economicamente non conveniente nel lungo periodo perche' se mi fossi laureato un anno prima avrei iniziato a guadagnare di piu' un anno prima etc.
@@matteonocenti da studente ti dico che è anche semplice ricevere borse di studio universitarie, soprattutto se hai isee bassissimi, ma non è che ci campi bene anzi
Io sono fuori sede e per non gravare troppo ai miei ho fatto i classici part time come barista o fast food, da qualche mese ho iniziato full time in banca e tornato in appartamento studio (ing gestionale)… se posso dare un consiglio é che se puoi permetterti di non lavorare mentre studi, vai all’università e divertiti che il tempo di ammazzati di lavoro lo avrai dopo 😂
Per esperienza personale in cui l'università non la vivevo troppo con soddisfazione in risultati accademici e nozioni apprese, iniziato a lavorare poi ho mollato l'università, soprattutto perché nel mondo IT se uno non punta a specializzarsi in qualche ambito dove l'università dà effettivamente quello sprint di ricerca in più che torna utile (AI, big data, aspetti teorici tra algoritmi o protocolli per citarne i principali) non dico che non ha senso continuare, però i bonus sono relativamente limitati e ho preferito concentrarmi solo sul lavoro. (
Spesso non è sensato o insensato, è solo indispensabile per poter studiare senza pesare sulla famiglia. Parlo da docente universitario quasi in pensione, so quel che dico
Non lavorate mentre studuate se potete permettervelo. Ne ho visti pochi avere ottimi voti e conoscenze ottime lavorando. Anche un piccolo lavoretto come il fattorino ti toglie 2/3 ore al giorno minimo e quando studi ti servono come il pane quelle ore. Ovviamente puoi laurearti ma fidati che poi piangerai ripensando a quanto tempo hai sprecato dietro un lavoro dimmerda che magari ti ha precluso risultati e conoscenze migliori che puoi spendere per anni.
Dipende anche dalla facoltà scelta, io ho studiato scienze motorie a per fortuna avevo tanto tempo per lavorare sempre nell’ambiente. Il problema è che siccome i professori all’università sono solo dei teorici se porti la tua esperienza imparata con il lavoro non la capiscano e vogliono sapere solo quello che c’è nei libri
Dipende molto dalla personalità e dalle necessità economiche, oltre alla banale dedizione dello studente. Ho un amico che ha iniziato a lavorare full time al primo anno di magistrale ed ha finito in tempo (ovviamente il corso di laurea era in linea col suo lavoro), altri che appena hanno iniziato a vedere qualche soldo sul conto hanno abbandonato l'uni o comunque rallentato con lo studio. Io non ho lavorato ma in fase post esami ho sempre dato una mano allo studio di mio padre.
Io ho fatto il contrario 😉 Lavoro da sempre ed alla bella età di 50 anni ho voluto terminare gli studi in Ingegneria, laureato nel Dicembre 2023. In primis per una questione personale ed in seconda battuta per avere ulteriori possibilità di carriera.........e sto avendo i primi frutti di tanto tanto ma tanto sacrificio (con lavoro e famiglia). PS: con sacrificio intendo dire che, quando finisce la giornata "normale", inizia quello dello studio fino alle 2 di notte, tutti i giorni senza mollare un secondo.
@@FaustoTube1972 sappi che ti invidio tanto (nel senso buono) . Io a 33 anni sto facendo una fatica porca. Semplicemente arrivo ad un punto in cui mi mancano le energie... O inizio a pippare o caffè endovena...
Tanto di cappello signori, io studio economia ma me la sto prendendo comoda, anche perché ho necessità dl fisiologica di dedicare del tempo alle mie attività ricreative estranee al lavoro e studio, e non ho una famiglia!
@@killdamba è umano ma mentalmente bisogna convincersi di dedicare una fetta della giornata allo studio e quella fetta non deve essere tolta per nessun motivo. Forza !!!
@@FaustoTube1972 certamente, è come dici altrimenti il percorso non lo si completa. Purtroppo sono in una situazione di orari di lavoro scomodi e puntualmente variano, senza possibilità organizzative di medio lungo periodo. È un continuo trade off tra lavoro e tempo libero, ma tutto sommato, sono a 2/3, ce la farò 💪🏼
Secondo me lo studio è un'attività che richiede molto impegno e farlo mentre si hanno 8 ore al giorno già impegnate nel lavoro diventa troppo oneroso. Per questo se possibile io credo sia meglio concentrarsi su una cosa per volta. Se il carico diventa troppo pesante si finisce spesso o per lasciare gli studi o per studiare tanto per passare l'esame (ed è un peccato, soprattutto se si è arrivati a pochi esami dalla laurea). Ovviamente massimo rispetto e stima per chi decide di intraprendere questa strada perché non ha altra alternativa per sostenere economicamente gli studi.
1:40 purtroppo io ho fatto così. Ho iniziato la triennale di informatica ma poi quando ho visto che stavo arrancando con gli esami mi sono buttato sul lavoro. Dopo un annetto me ne sono pentito perchè volevo finire gli studi (almeno la triennale) ma non volevo neanche lasciare il lavoro (da programmatore) perchè mi piaceva. Ho quindi continuato a lavorare part time ma nonostante quest'opportunità non sono riuscito a sbloccarmi negli studi e ora sono agli ultimi mesi da studente prima del mio probabile e triste ritiro
@@gjonnyy2746 Grazie dell'incoraggiamento ma se nemmeno le mestolate di mia nonna mi hanno fatto fare progressi temo sia una causa persa... Apparte gli scherzi purtroppo mi sono bloccato su 4 esami obbligatori che ho già provato a dare letteralmente decine di volte. Ormai sono abbondantemente fuori corso e le lezioni le ho seguite tutte quindi i concetti li ho imparati. Purtroppo ho problemi con le modalità d'esame quindi o aspetto che i professori vadano in pensione o mi sa che è meglio investire le mie energie altrove
@@ShabamTD puoi provare a cambiare università, o anche una telematica se lavori tanto. Un alternativa c'è sempre, bisogna esplorare tutte le possibilità e scegliere quella migliore per noi
@@ddwfw Ho fatto un corso chiamato ITS di programmazione (aveva un nome lunghissimo ma in sostanza era un corso per imparare le basi della programmazione). Il corso dopo 1 anno ti manda in stage in un'azienda. Dove sono andato io si sono trovati bene quindi mi hanno proposto di rimanere con loro e da li è tutta in discesa. Come corso lo consiglio ma non c'è in tutte le regioni se ti servono altre info posso spiegarmi meglio
@@gjonnyy2746 Cambiare facoltà purtroppo al vedo grigia perchè l'altra opzione sarebbe ingegneria informatica che per me sarebbe peggio (sono una sega in matematica e simili) Riguardo alle università telematiche non sono molto informato. Sai dirmi qualcosa in più per favore? Grazie
Peggior cagata della mia vita, ho iniziato a lavorare in consulenza con una tesi magistrale da fare. Sono passati due anni, con una tesi ancora da fare.
Mi sono laureato mentre lavoravo full time nel mio settore, non sono andato fuori corso ma è stata molto dura, non è per tutti ma se ci si riesce è meglio fare entrambi.
Io ho avuto la fortuna di lavorare e studiare dal secondo anno della triennale fino alla fine della magistrale di ingegneria informatica e devo dire che in termini di skills mi ha dato tanto
Ho lavorato durante sia triennale che magistrale, inizialmente non lavori collegati alla laurea, ma gli ultimi 4 anni si. Ho finito 2 anni in ritardo. Non so se lo rifarei, lavorare a tempo pieno e studiare é un supplizio. Avrei tanto voluto fare Erasmus o Overseas, ma in quel momento non mi sembrava saggio lasciare il lavoro. Dall’altro lato ho acquisito molte competenze e sono diventato indipendente fin da subito. Quindi si può fare? Dipende. Sicuramente non consiglio il full time, e lasciare spazio anche per sviluppare progetti personali che stimolano.
Ciao rip, sono un ragazzo di 22 anni, appena laureato in economia aziendale e dal prossimo anno farò la magistrale in finanza e mercati finanziari. Mi è stata proposta un offerta di lavoro interessante da una banca locale di 2 anni di praticantato ben retribuito. Son tentato di andare avanti con i colloqui e provare a lavorare e studiare insieme, ma allo stesso tempo ho paura di non riuscire nel migliore dei modi nelle due cose. Cosa mi consigli?
Ciao Giorgio, Non so se leggerai ma ci provo lo stesso. Fare una Giurisprudenza a ciclo unico mentre lavoro è una follia? In tema con il video mi chiedo: ho 39 anni. A causa di problemi di relazione con colei che era mia collega, la mia carriera è andata a rotoli. Seppur sempre nella stessa azienda, due anni fa sono stato "declassato". Ora, piano piano, sto risalendo la china e mostrando, di nuovo, che si sono sbagliati. Vengo alla domanda: ho una preparazione direi buona in ambito dogane e tributi. Sto finendo un master di pianificazione fiscale e doganale. Per andare ancora più in verticale, vorrei iniziare Giurisprudenza. Ma con un lavoro da 10/11 ore al giorno non so in quanti anni la finirò. Che ne pensi? Ti ringrazio se puoi dirmi la tua
Ciao e grazie del contributo. Come spieghi che in diversi kid di grandi etf a replica fisica si fa menzione che il fondo puo ricorrere a derivati? Non è un controsenso? Vedi la prima pagina del kid di VWCE e IMEI per citarne alcuni
Sto studiando ingegneria gestionale, tramite telematica e nel mentre sto curando il parco veicolare di un'azienda, attualmente sono davanti lo scoglio di "meccanica applicata e automatica" riuscire a stare dietro a entrambi è un inferno logistico, serve mente lucida e tempo, se non ti basta devi toglierlo al tempo libero e se non fai attenzione andare in burnout è un istante
Ho lavorato durante sia triennale che magistrale, inizialmente non lavori collegati alla laurea, ma gli ultimi 4 anni si. Ho finito 2 anni in ritardo. Non so se lo rifarei, lavorare a tempo pieno e studiare é un supplizio. Avrei tanto voluto fare Erasmus o Overseas, ma in quel momento non mi sembrava saggio lasciare il lavoro. Dall’altro lato ho acquisito molte competenze e sono diventato indipendente fin da subito. Quindi si può fare? Dipende.
Credo che sia soggettivo, io ho sospeso la triennale a meta percorso per iniziare a lavorare, il lavoro che faccio ora mi piace e mi interessa parecchio, ma a settembre ho deciso che riprendo gli studi. Nel mio caso devo dire di no a poche cose, non ho la ragazza, mi alleno in palestra 4 volte a settimana ma me lo sposto come preferisco, ho amici ma mi basta uscire 1/2 volte a settimana in inverno. Poi se il lavoro che fai ti piace hai meno bisogno di "staccare" uscendo. Sarà una bella sfida.
Io ho lavorato (e tuttora lavoro) per una big tech mentre finivo la magistrale in elettronica. Il mio lavoro è un lavoro nel mio ambito. Ho avuto grande fortuna! Il lavoro mi piaceva tanto, alla fine ho finito la magistrale in poco meno di tre anni. Ho iniziato a pagare i contribuiti a 22 anni, non so se è un bene 😂😂 Studiavo per gli esami in pausa pranzo e la sera, guardavo le lezioni a x2 di velocità e mi sono laureato a pieni voti. Lo rifarei se tornassi indietro? Si! Lo rifarei di nuovo adesso? No! 🤣
Ciao Rip, sono uno di quelli che "deve" ed è stato fortunato a trovare lavoro nel suo ambito. Purtroppo non è il lavoro più figo del mondo, ma comunque mi sta permettendo di mantenermi e finire gli studi. Un saluto!
Io non capisco tutta questa difficoltà, ho sempre fatto lavoretti durante la triennale e una volta laureato ho cominciato lavoro full time e università full time... Non mi sembra così possibile Percorso quasi terminato in 3 anni
@@GiuseppeMPelle si sono d'accordo, certo è pesante specialmente quando quel poco di tempo che ti rimane e che vorresti dedicare a te stesso lo devi dedicare allo studio, ma credo che una buona pianificazione possa sicuramente giovare al tutto, io per esempio mi rilasso fino a circa 2/3 settimane prima dell'esame, in base alla difficoltà, e a fine lavoro studio 3/4 ore, così se ho bisogno di staccare un giorno posso anche farlo se sono troppo stanco, mantenendo alta la concentrazione nei giorni dedicati allo studio Poi sabato e domenica all in in studio tutto il giorno È una faticaccia e ti sfinisce ma penso ne valga la pena
@@GiuseppeMPelle non ti nego che ci sono stati giorni in cui ho anticipato tutto il lavoro che avevo da fare non fermandomi un attimo e facendo anche 12/13 ore di lavoro pur di avere 1/2 giorni liberi per studiare senza che nessuno mi dicesse nulla (sotto sto punto di vista sono privilegiato perché lavoro da remoto)
@@sbrixxo. Confermo che le fondamenta per chi studia e lavora sono l'organizzazione e la pianificazione. Sicuramente si hanno meno libertà rispetto ai colleghi però se ne esce arricchiti, perché se ne esce se si vuole.
Io studio medicina. Vi dico ASSOLUTAMENTE NON LAVORATE. Ora ho una ottima media e sto per laurearmi con 110 e Lode, anche se fuoricorso PROPRIO PERCHÉ HO INIZIATO A LAVORARE, facendo tirocini e rimandando gli esami. Lasciate perdere. Materie STEM? Non lavorate. Pensate a laurearvi e IN TEMPO se possibile
In a,Erica poi L uni e molto più easy, anche se sei internazionale non puoi lavorare al di fuori del college, solo d estate puoi , invece gli americani possono sempre,