Lettura metrica di Virgilio, Eneide II, 1-39 

Grazie dell'apprezzamento! ;)

Ciao e scusa il ritardo con cui rispondo. Per distinguere il dattilo dallo spondeo devi esaminare la quantità delle sillabe, secondo modalità che sono lunghe da spiegare in poche righe. Ti rimando al mio sito sul grecoantico (se cerchi con google è il secondo) dal quale puoi contattarmi (sezione contatti) per eventuali delucidazioni.

+Alessandro Lucia La “m” non si legge, mentre la vocale precedente si lega per sinalefe alla vocale iniziale della parola successiva: la “u” finale di supremu(m) si lega da “au” di audire.

Proprio perché è un dittongo (= successione di due vocali che costituiscono un'unica sillaba).

+Claudia María Galarza Pol So bene che la pronuncia del latino classico e' differente da quella medievale (e a maggior ragione da quella italiana). Si tratta semplicemente di una prassi scolastica. E d'altra parte, Seneca leggeva come Cicerone? (Sì? Siamo sicuri?) E Plauto come Cesare? Su questo problema rimando volentieri alle osservazioni di Alfonso Traina nel paragrafo intitolato: “L'aspetto pratico della questione: pronunzia italiana o pronunzia classica?” (Propedeutica del latino universitario, Bologna, Patron 1995, 66-68).

No lo ignora, por supesto. Es que el latino en Italia se pronuncia asi desde 1700 anos, mas o meno... El supuesto latino "classico" (aunque su nombre corecto es latino "reconstituido") es seguramente un latino arcaico...pero, en verdad, nadie sabe como la gente normal pronunciaba el latino en Roma en el premiero siglo! Nadie puede saberlo, ademas a lugares differentes correspondian prononciaciones differentes...por lo tanto, tiene que ser un poco menos arrogante y presumida.

Enseñar a mister dólar a ser mister dólar, es algo difícil y bastante osado.

Questioni di lana caprina, e del resto la metrica è un ambito nel quale sono possibili interpretazioni diverse. Per la definizione di cesura come pausa metrica mi rifaccio a B. Gentili, La metrica dei greci, pag. 10.

Ma per favore, nemmeno per sogno. In prosodia quella che conta è la quantità della sillaba, non quella delle vocali. La sillaba chiusa è lunga, anche se la vocale in essa compresa è breve. Cfr. M. C. Martinelli, Gli strumenti del poeta. Elementi di metrica greca, pag. 17-18.