NFT: La guida COMPLETA - Cosa sono e ha senso comprarli? 

Vero, il contenuto dell'adress è pubblico ma devi anche dimostrare di essere il proprietario di quell'adress. Ti potrei far vedere ora tanti adress pieni di NFT ma come fai a essere sicuro che siano miei? Per questo Pietro fa il passaggio in più dicendo che è necessario inviarlo o mostrare le chiavi per certificare di esserne propietario. Forse, potrebbe essere implementate altre soluzioni (tipo una transazione specifica da quell'adress) ma aggiunge comunque complessità. Per ora sono d'accordo con la sua analisi.

Vero, ma bisogna sempre fare attenzione ai rug pull. Se si cerca qualcosa di "sicuro" si punta su axie, splinterlands o gamee.

👍🏻👍🏻

Si ha sbagliato, peccato così il video non ha alcun senso totalmente furviante.

Scusa ma non ho capito che intendi. Nello scambio di messaggi con GPG la chiave privata serve solo per decifrare i messaggi che io ricevo. Ma se sono io che devo dimostrare che ho un NFT e quindi devo inviare un messaggio criptato con la mia chiave privata, poi il destinatario come lo decripta? Che prova è?

@@loru88 tu hai la chiave pubblica, con quella la apri.

la penso esattamente allo stesso modo

superesatto. solo che tu sai dirlo e io no

sarebbe un tema da spiegare in modo approfondito a beneficio di …. tutti . Lo farai? ci dai dei collegamenti?

Però nel primo caso, firmare un nuovo Smart contract avrebbe un costo per essere aggiunto alla black-chain (o sbaglio?) e per un abbonamento ad esempio questo costo andrebbe ad aggiungersi quelle n volte a settimana al costo dell’abbonamento stesso. A quel punto sarebbe tecnicamente realizzabile ma nei fatti insostenibile

@@martinosalvioni3440 grazie, chiedevo da persona non troppo informata sull’argomento 😀

@@carlocossu2698 hai fatto benissimo a chiedere, nessuno nasce imparato!

uauuuuu dicci dove ampliare le nostre conoscenze su questa tematica. Grazie!

Non era quello che avevo trovato ma mi informerò meglio sicuramente su questo aspetto 😄 grazie del commento

Ho cercato "ethereum wallet sign message" e ci sono sia siti che spiegano il concetto che siti che fanno vedere come implementare ciò. E non è necessario fare questo passaggio "on-chain", tutto può essere eseguito localmente o tra un utente è un server non dovendo pagare transazioni.

Se mastichi bene l'inglese cercare su youtube "how to create an NFT" ti darà sicuramente un'ottima quantità di risultati. Se cerchi informazioni in italiano probabilmente troverai meno contenuti al momento, ma in ogni caso internet è la risposta.

😂😂 purtroppo tanti tanti ci cascano!

come? qualcuno ha detto "Facch**etti"? 😂😂

Qualcuno ha detto mò te magno ? 😅😅😅

Ma se ti stai abbonando ad un servizio, ci sarà pure qualcuno che quel servizio te lo dovrà erogare, quindi una "autorità" di cui sarai costretto a fidarti. Ma a questo punto, perché non basta una banalissima riga sul database relazionale centralizzato dell'autorità stessa, come si è fatto per decenni? Che vantaggio c'è nel comprare un abbonamento Netflix con un NFT, invece che alla vecchia maniera? Che bisogno c'è che tutto il mondo esprima una "distributed trust" sul fatto che il mio wallet ha un abbonamento Netflix, se poi comunque dipendo da Netflix per usufruire del servizio? Non è come un bitcoin, che ha valore in se e per se.

Guadagnare soldi veri giocando ad Assassins Creed...bel sogno.

non scambio, investo con un professionista assegnato da una società di criptovalute che commercia per persone e restituisce profitti su base settimanale per me e puoi investire il tuo capitale e ottenere ritorni di investimento (ROI) settimanali senza commissioni aggiuntive Allegata

La professionista è la signora Jennifer Fortune 🔥

la signora Jennifer Fortune gestisce il mio conto di trading da mesi e continuo a fare profitti ogni settimana, ho guadagnato $ 9.250 la scorsa settimana

@@terzogiuliani6176 Irishfortune 👈Te le gra m,📧📧📧

la signora Jennifer è ovviamente la migliore, la sua strategia è davvero efficace perché vedo le mie criptovalute aumentare di 3-7 volte dopo aver investito

E anche la carta d'identità o il passaporto possono utilizzare lo stesso concetto. Anche l'id digitale composto da tanti NFT che sono le tue preferenze diventa un qualcosa di cui tu sei proprietario e decidi di condividere con altri per gli scopi che ti prefiggi. Per esempio se entri in un metaverso e hai un id digitale che raccoglie gli NFT delle tue preferenze di gioco e delle tue abilità potrebbe essere lo strumento per passare da un metaverso all'altro da un gioco all'altro. Questo ti darebbe il diritto se condividi l'informazione di monetizzare l'informazione condivisa che va a finire nei big data e che ti manda la pubblicità relativa alle tue preferenze... NFt diventa una sorta di tessera a punti fedeltà non più gestita dai negozianti ma da te stesso.

@WhatsApp ➕①⑤⓪②⑥①⑦⑥①⓪⑨ no scam

Spero proprio di no. Tutta la mia vita messa su blockchain pubblica? Come fate a non essere terrorizzati? Ps: programmatore/manager con 20 anni di esperienza, settore finance/privacy. Ogni 2-3 anni emerge una nuova nuova macro-tecnologia affascinante, con decine di modi per usarla bene e centinaia di modi per usarla male...

I rischi sono due: 1 - fallimento della piattaforma che detiene i tuoi depositi 2 - “ban” e/o perdita del peg/valore della stable

@@paro64 grazie della risposta Stefano. Questi rischi li conosco, quello che mi premeva maggiormente era un parere sul "grado" di rischio! Ovvero: posso vincere al Superenalotto? Certo che posso vincere, ma che probabilità ho? Statisticamente credo sia più probabile essere colpito da un fulmine!!! Grazie cmq 😉

@@Alfredo_1980 la valutazione del rischio lato investimento ha una quota di “percezione personale” molto rilevante. Che rischio ho ad investire in azioni Apple? Costi/benefici? Troverai sempre chi ti dice che si prezzi attuali è follia e chi ti dice che l’azienda è leader del settore per cui “vai sereno”…dall’altra parte qualcuno dirà che “anche Nokia era leader del settore”…. Insomma, ci siamo intesi.

Permettimi di contraddirti sul punto 2. La blockchain nasce con l'obiettivo di certificare transazioni in assenza di un'autorità centrale. È (quasi) perfetta per lo scenario "moneta digitale", perché il possesso della moneta è tutto ciò di cui hai bisogno per "utilizzarla". È come possedere dei "contanti". Caso completamente diverso è quello degli NFT, perché in quel caso non possiedi "contanti" ma un "contratto", che ti dovrebbe garantire un diritto. Ma per garantire un diritto serve per forza un'autorità. Se compri l'NFT di una scarpa Nike, avrai comunque bisogno che Meta implementi il supporto per quell'NFT nel suo Metaverso, o Microsoft/Mojang lo implementi per Minecraft. Se compri una cena nel mondo reale con Ariana Grande, serve che Ariana Grande ottemperi fisicamente all'impegno preso. In alternativa, se non basta l'autorità di Meta/Mojang/Ariana Grande, servono leggi promulgate dallo stato, ma sempre di un'autorità stiamo parlando. Ma a questo punto, che bisogno c'è di blockchain? Perché non basta una semplicissima riga in un database relazionale centralizzato, messo su dalla stessa autorità di cui sei comunque costretto a fidarti? Da un punto di vista tecnico, è infinitamente più corretto/facile/sostenibile. Ma capisco che da un punto di vista di marketing non c'è niente che tira di più della blockchain, anche se usata a sproposito. Pure il macellaio sotto casa ormai vende criptopolli. La mia opinione, da professionista informatico, è che la blockchain copre lo "use case" della moneta digitale, ma non quello degli NFT. Ed infatti gli NFT sono utilizzati quasi esclusivamente come asset speculativo. A nessuno frega niente del valore artistico di una scimmia annoiata. Sono tutti dentro per speculare.

@@agdevoq ciao, quello che dici è vero fin lì fin la. Mi spiego. Anche tu, come pietro, hai fatto un ragionamento spinto dal bias del web2 attuale (non lo dico come insulto, è semplicemente che il mondo attuale è così per cui è normale fare ragionamenti sulla base di ciò che si conosce e si usa attualmente). Il web2 cos'è? è un web dominato dalle aziende, le quali praticamente ti concedono un servizio in cambio di dati di registrazione, con i quali poi cominciano tutto un processo di profilazione utente e i cui dati sono locati internamente nel database. Pensa ad airbnb ad esempio. L'host si registra, magari lavora 10 anni e ospita 1000 persone all'anno ricevendo 5000 recensioni faticando ad arrivare ad una reputazione eccellente, ingogliando rospi di clienti sgarbati ecc... di chi sono queste 5000 recensioni faticate con estremo sudore? dell'utente? NO. nel web2 sono di airbnb. Se airbnb chiude o se lo banna oppure se l'utente si stufa di airbnb e vuole cambiare piattaforma, sa che perderà tutte le 5000 recensioni a 5 stelle guadagnate in 10 anni, e dovrà ricominciare da capo nella nuova azienda. Nel web3 questo concetto cambia totalmente. ma proprio si ribalta. Se le recensioni fossero di proprietà dell'host (sottoforma di NFT non trasferibili ad esempio, rilasciati da una piattaforma decentralizzata, fatta da smart contract, con un sistema sempre decentralizzato che può anche risolve eventuali dispute (vedi kleros . io ad esempio), ecco che l'utente diventa prorpietario del suo lavoro e non dipende più dal mondo web2 di cui oggi ogni utente è succube perché se lascia la piattaforma perde tutto quanto in essa da lui stesso creato. Una volta che io posseggo le mie recensioni nel mio address, ci fossero 10 piattaforme di prenotazioni, basta che connetto il mio wallet e tutti riescono subito a vedere la mia reputazione, essendo che mi porto dietro tutta la tracciabilità delle precedenti recensioni. E questo è solo un esempio al di fuori del settore gaming. Hai detto che sei un professionista informatico, allora vatti a vedere cosa stanno costruendo le community che si sono create dietro il "loot project". una collection di NFT di 8k elementi contenenti semplicemente una lista di 8 parole che descrivono le caratteristiche di 8 mila personaggi diversi, sopra le quali sono poi nati mille altri progetti creati da membri qualunque della community. Ognuno di quei progetti utilizza gli NFT del project loot per crearci "on top" un altro progetto, questo perché gli NFT originali sono di pubblico dominio e possono essere utilizzati nei modi più disparati. Il marketing non c'entra niente. O meglio, sì sono stati abusati nel marketing, ma se vai a vedere il dietro le quinte c'è tanto sviluppo tecnico, ma tanto tanto... se cominci a seguire su twitter lo sviluppatore del loot project e da lì altri dev, cominci ad entrare nel mondo dei cosidetti "builders", ovvero di quelli che sviluppano su blockchain, e ti accorgerai di come gli NFT non siano solo cag4t3 di marketing.. Per quanto riguarda il discorso ariana grande, nike ecc sì hai ragione fintanto che la cosa garantita dall'NFT sia una cosa centralizzata e che dipende da un'ente centralizzato, ma l'NFT che ho nel mio wallet potrebbe non garantirmi la cena con ariana grande, ma potrebbe garantirmi l'accesso a determinati smart contract ad esempio. Se ci sono giochi basati su blockchain, ovvero il cui backend sono smart contract, a quel punto io che ho determinati NFT magari posso giocare e posso andare avanti, tu che non ce li hai non puoi far niente.. e questo non c'è bisogno dello stato o di un autorità che mi garantisca il fatto che io psoso giocare.. perché questo è garantito dalle regole scritte nello smart contract... per tornare all'esempio del project loot, tutti i progetti derivativi che sono nati (e che sono tutt'ora in sviluppo), possono essere utilizzati solo se possiedi un loot originale, altrimenti se non lo possiedi non hai accesso a determinate funzioni. Tu stesso puoi fare un gioco basato su blockchain giocabile solo dai possessori di una determinata collezione di NFT, e una volta che fai il deploy del tuo smart contract dicendo che chi ha quell'NFT può interagire e chi non ce l'ha non può interagire, poi il tuo parere non serve più... tra 100 anni se qualcuno va ad interagire con quello smart contract che hai deployato comunque continuerà a vedere se hai quell'NFT oppure no... Poi dipende se tu volutamente nello smart contract hai anche aggiunto funzioni di manipolazione e blacklist.. ma la magia della blockchain è anche questo: sta creando una marea di progetti opensource con codice verificabile (come ad esempio il project loot e i suoi derivativi), e questo è un concetto opposto al web2 dove è tutto closed source

Ma lo vedrebbe tutto il mondo. La blockchain è pubblica. Che bisogno c'è di blockchain? Non vi basta la profilazione che c'è già in giro?

Vogliamo parlare del fatto che il mio NFT ha un numero di offerte >0? Ahaha

@@PietroMichelangeli guarda il lato positivo, ho creato 2 NFT per dare il ricavato all’Ucraina e ho le tue stesse offerte 😂😂

In pratica funziona così: sulla blockchain c'è scritto che un NFT appartiene ad una certa chiave pubblica PKEY; Alice vuole dimostrare a Bob che PKEY è la sua chiave pubblica (e che quindi possiede l'NFT), Bob crea un messaggio casuale a suo piacimento, lo cripta usando PKEY e lo manda a Alice, la quale lo decripta usando la sua chiave privata e lo rimanda a Bob, Bob controlla che il messaggio decriptato corrisponda con quello da lui originariamente generato, se questo è il caso, significa che Alice possiede la chiave privata. In tutto ciò Bob non viene mai a conoscenza della chiave privata di Alice.

il riciclaggio ci sarà in questa fase iniziale. ma già oggi se porti sul conto una grossa somma la devi saperla giustificare. la Guardia di Finanza non si accontenta di "vendita ad un anonimo online" come spiegazione

per ogni persona che acquista una canzone dovrebbe esistere un NFT? e i dispositivi in commercio dovrebbero riprodurre musica solo se esiste l'NFT associato ad ogni canzone? servirebbero tecnologia DRM ovunque e tecnologie chiuse. mi spiegheresti meglio come dovrebbe funzionare? grazie

@@pistacchio guarda non saprei proprio, siamo agli albori di un nuovo paradigma. Non ho velleità di essere il teoretico della domenica. La mia considerazione vuole porre l'accento sul diritto d'autore e capacità di riproduzione ed utilizzo ad uso terzo, per passaggi radiofonici, pubblicità, cinema ecc... NFT come potenziale controllo delle royalties a totale appannaggio di autori. Chiamala utopia