Quando ero adolescente avevo un atteggiamento un po' estremo su questo argomento, appunto quasi dogmatico. Crescendo ho capito che la vita vera è piena di trigger e non posso aspettarmi che le persone camminino sempre in punta di piedi attorno ai miei sentimenti. Questo non significa che ora tutti hanno la libertà di insultarmi, significa solo che bisogna aggrapparsi al contesto e capire se qualcuno mi sta veramente recando un danno e quanto ne vale la pena di fare polemica... Spoiler: raramente ne vale la pena.
È esattamente questo il punto. Pretendere che il mondo sappia e stia attento a te per ogni particolare è assurdo e controproducente per superare le proprie ferite.
Offendere e offendersi è inevitabile, ma sono due strumenti importantissimi per capirci l'uno con l'altro, e non un indice di quanto sia brava una persona, quindi non bisogna necessariamente filtrare quello che si pensa, ma non bisogna nemmeno avere paura di palesare quello che si sente; è un errore limitarsi per non offendere, perché quel in caso si può sempre chiedere scusa se l'offesa non era intenzionale, allo stesso modo non si deve tacere su quel dolore provocato dall'offesa, perché non dai la possibilità all'altro di capire ed eventualmente chiedere scusa. Per questo motivo non sono favorevole alla censura, ma nemmeno all'atteggiamento di chi pretende che nessuno si senta offeso.
Si ma questa visione da per scontato che tutti girino armati di buon senso. Bisognerebbe che tutti avessero l'onestá di porgere e accettare scuse, ma non è così facile in certi casi. Io posso esternare quello che dico ma puó succedere che chi si sente offeso mi prenda a cazzotti o cerchi di rovinarmi la vita per ripicca. Non è scritto da nessuna parte che nei rapporti sociali un'azione generi una reazione uguale e contraria.
@@eliastefano3463 Idealmente si. Per questo non ha senso chiamare autoritari chi si offende e chi dice che certe cose sono immorali, perché appunto dipende. A volte l'offesa é usata come arma a volte no. Il video pecca in questo secondo me e fa piacere vedere che non sono il solo ad averlo notato
Grazie per questo video. Sono argomenti su cui avevo già riflettuto, però questo video mi ha aiutato a mettere in fila le idee, e regalato un lessico decisamente più ricco di quello che userei solitamente 😅. Mi rendo sempre più conto che la limitatezza dei miei pensieri è dovuta in gran parte alla limitatezza del mio vocabolario.
Il discorso che hai fatto è un'arma a doppio taglio; condivisibile e corretto da un lato, pericoloso e discutibile dall'altro. Ciò che traccia il confine tra queste due facce della medaglia, a parer mio, è la conseguenza dell'azione (quindi non solo il dolore - che può essere concreto o riportato - ma anche come si allarga in un contesto effettivo e reale). Tali conseguenze non sono solo ipotizzate, ma investigabili nel concreto con ricerche psico-sociologiche. Per fare un esempio concreto, usare insulti come "puttana" o molti dei sui sinonimi su un canale pubblico, non ha solo come risultato l'"invisibile" dolore arrecato a chi si offende, ma porterà ad altre conseguenze a palla di neve data dall'influenza che ha un'opinione pubblica su chi sta dall'altra parte del media. A questo punto non si può più, citando te, "assumersi le conseguenze delle proprie azioni", proprio perché le conseguenze molto reali che si ha sulla mente delle persone sono anch'esse invisibili. Sempre seguendo il nostro esempio, diversi studi hanno dimostrato che mostrare l'immagine della donna oggettificata in televisione ha effetti concreti a breve e lungo termine sul comportamento delle persone; è quindi corretto lasciare che i programmi televisivi possano mostrare ciò che vogliono senza regolazione? Quando si parla altrimenti di un'offesa al sacro, il discorso sarà ovviamente differente. Si affronta in questo caso come hai ben detto il bigotto, la tradizione, il dogma, il potere. Avere un risultato in questo senso è non solo effetto collaterale ma obiettivo, se per te e per me "la bestemmia è piacere". Detto ciò, se a qualcuno piace "rimanere una persona decente" e non rischiare di offendere qualcuno per strada con un'offesa al sacro, immagino che resterà al senso morale di ciascuno In quanto società, siamo pronti a rinunciare ad una parte della nostra libertà in cambio di sicurezza (che è poi il fondamento della società stessa), e bisogna quindi fare in modo che anche la cellula più piccola si senta rispettata e valorizzata. Un'azione che, a seguito di ricerche, dati statistici e movimenti a sfavore, si scopre essere portatrice di conseguenze negative effettive su un gruppo di persone, deve essere limitata in una qualche maniera non aggressiva (allo stesso modo in cui dovrebbe essere limitata una piattaforma multimediale in cui vengono diffuse e sostenute idee nazi-fasciste; la conseguenza non è solo l'offesa invisibile sul singolo, ma la diffusione di una mentalità tossica e nociva) Le chiavi del discorso, come sempre, sono senso critico, ragione e ricerca. È quasi impossibile dare una massima sulla questione, in quanto le conseguenze delle nostre parole, azioni e decisioni sono invisibili, ma possono anche essere radicalmente pregnanti a nel corto o lungo termine; bisogna tenere conto di entrambe le cose, per concordare insieme in che direzione dovrebbe andare la nostra società.
Stessa riflessione che ho fatto anch'io circa una settimana fa pensando al "vittimismo" e alla frase "se ti offendi non significa che hai ragione". 1) l'offesa non é constatabile, se non dalla persona che é offesa. Ma questo significa che può diventare un arma infallibile e sempre corretta della persona presupposta offesa. Ha sempre ragione visto che non si può discutere sulla sensibilità personale. Unite questa considerazione con la classica frase " la tua libertà finisce dove inizia quella degli altri" significa che: una persona presupposta offesa può limitare la tua libertà anche se non ha ragione. 2) arrivati a questo punto penso che la soluzione sia essere "pungenti" nel suo senso più positivo. Ovvero discutere se qualcuno si sente offeso, capire il perché andando anche contro alla sua sensibilità, anche perché la sensibilità non é qualcosa di statico, é nello scontrarsi che si cresce, limitarsi sempre per non offendere qualche sensibilità significa, oltre che una limitazione della libertà dalla parte di chi compie "l'offesa", anche una distanza sociale che si crea tra gli individui. Una persona, per stare in armonia con gli altri, sceglie di non superare mai la soglia di libertà tracciata dagli altri questo comportamento paradossalmente, minando la discussione, porta a distanziarsi con gli altri. L'armonia che si cercava non é diventata altro che una distanza. Detto questo non dico di "punzecchiare" sempre una persona offesa, ma di essere dubbiosi e intelligenti nel valutare la situazione e il contesto.
Secondo me il discorso alla base è dividere due cose che per me sono ben diverse: l’offesa e la percezione di essere offeso, per quanto mi riguarda la prima è qualcosa di (passami il termine) “oggettivo” mentre la seconda dipende dalla sensibilità dell’ascoltatore, uno può sentirsi offeso anche da un commento che non ha di per se carica offensiva( a differenza di un insulto, ad esempio “testa di cazzo” etc) se ciò che faccio io non è offensivo ( o per meglio dire, non ha l’intento di offendere) allora tutto sta nella sensibilità di chi ascolta e per tanto “è un problema suo”
@@sucoronet3718 penso sia corretto anche mettersi in dubbio. Nel senso che se qualcuno rimane offeso é giusto mettere in dubbio la sua condizione, ma questo non significa non compiere un dubbio anche sulla propria azione (che forse risulta offensiva). Alla fine si fa quel che si vuole, ma smettere di essere empatico in tutte le situazioni alla lunga ti deteriora
Wesa che bello vedere che sei tornato, vorrei farti una domanda slegata dal video: Tornerai mai a parlare dei film come facevi nel canale WesaCinema ? Mi piacerebbe anche sentirti parlare di Anime o Serie TV come ad esempio “The Young Pope” Saluti 👋
Non saprei neanche come esporre bene l'argomento in un commento (la famosa asimmetria di questo dialogo youtubico), come ci comporta con chi impugna questo tipo di discorso per giustificare il danno che arreca ad altri? Faccio un esempio: molta gente fa affermazioni di stampo discriminatorio per poi, quando viene ripresa da chi non vuole tollerare quel tipo di comportamento, se ne esce con la scusa del "eh ma sei tu che ti offendi troppo è un problema tuo". È sempre lecito? Ha ragione chi insulta perché va contro il "dogma" della mia sensibilità? (che di certo appare poco o per nulla negoziabile in quello specifico contesto.) Ma la domanda più grande è: sarò riuscito a esprimere un pensiero sensato o sembra che stia delirando?
@@goldracchio hai risposto al mio commento senza carpirne il messaggio evidentemente. Ripeto, chi definisce cosa è un insulto? Quello che può esserlo per te può non esserlo per me
Il punto è nell'attitudine a migliorarsi e a dare rispetto all'opinione degli altri. Se devo esprimermi su internet lo faccio con attenzione e inoffensivamente (dalla percezione oggettiva della grammatica italiana). Una bestemmia è risaputo essere offensiva, screditare un contenuto d'intrattenimento per quanto possa essere poco paragonabile alla fede di un individuo, ha senso solo se lo sto facendo costruttivamente (magari una persone è legata affettivamente al contenuto). Una persona può farmi presente che è rimasta offesa per qualcosa, io posso semplicemente scusarmi per il disagio (anche se ovviamente non potevo sapere essendomi orientato sul linguaggio comune).Concretamente è utopico ma, a mio parere, è concettualmente ideale per affrontare questo discorso
@@goldracchio o meglio ci sono parole che sono categorizzate come tali, ma la gente può sentirsi offesa anche da cosa che non lo sono, quindi? Come si decide se è un insulto o no? Non c’è una lista piovuta dal cielo di cosa è offensivo e cosa no, se per te quello che ho detto è offensivo e io l’ho detto non ritenendolo tale incappiamo in un problema, di certo la nessuno dei due può arrogarsi il diritto di avere ragione in quel contesto
Penso che gran parte del discorso sia stato misinterpretato da molti nei commenti. Non credo che la parte sull'offeso come figura autoritaria sia necessariamente legata al "eh ma non si può più dire niente" o al fottersene delle emozioni altrui perché tanto sono troppe e diverse e se ti offendi è colpa tua. Piuttosto credo che Wesa faccia riferimento al sentimento (questo si dogmatico) di tutta quella schiera di moralisti (parola che normalmente mi sta sul cazzo, ma qui rende bene l'idea) intesi proprio come portatori della morale assoluta. Coloro che a volte non sono nemmeno i diretti interessati dell'offesa ma che dall'alto della loro -presunta- superiorità morale giudicano e sentenziano, senza possibilità di chiarimenti o contro-argomentazioni, perché non c'è altra morale se non la mia e se non sei d'accordo sei una persona orribile. E quindi frega niente del contesto, frega niente della metafora o del significato nascosto, frega niente delle sfumature. Tutto è bianco o nero, dove bianco siamo noi, i Buoni, e nero sono tutti quelli che (noi decidiamo) non lo sono
@@seileen1234 È una mia interpretazione ed ampliazione rispetto al concetto di potere autoritario dell'individuo/gruppo offeso (o di quelli offesi per interposta persona), così come sulla moralità insidacabile e indiscutibile che viene eretta a dogma nonostante sia personale. Tutti concetti che Wesa ha espresso nel video. Il mio obiettivo non era fare un riassunto, ma partire da questi punti per ampliare il tema cercando di dare una mia interpretazione di esso e del punto di vista di Rick
hai spiegato esattamente la mia stessa interpretazione del video, risparmiandomi di scrivere un commento simile, grazie direi. Personalmente ci ho letto la stessa cosa, forse con qualche modifica ma il succo del discorso per me è quello che hai commentato.
Le premesse del video precedente mi hanno fatto temere il peggio (adesso la butta in vacca) e invece mi hai sorpreso.. è stato uno dei video che piu ho apprezzato negli ultimi tempi
Altro video da tradurre e diffondere in tutto il mondo. Ho particolarmente adorato (ma ho adorato l'intero discorso) l'esempio del semaforo, esempio a me caro che faccio spesso a mia volta, essendo decisamente allergico alle regole in nome della regola stessa, là dove il fine di non arrecare danno agli altri venga meno.
"Tutte le volte che senti puzza di sacro, tu sai che sei tenuto a bestemmiare" Non lo hai reso esplicito, ma fa eco (e fa Eco) a "Elogio di Franti". Se hai pensiero critico fai di ogni res sacra uno sberleffo, e se a quello sberleffo la cosa sacra crolla, significa che aveva fondamenta già deboli, e tu, facendola cadere, hai reso un servizio alla collettività
L'offesa trattata nel video è la negazione del principio giuridico che decreta "innocente fino a PROVA CONTRARIA". Notare che il principio opposto è sempre stato proprio di inquisizioni e regimi autoritari di sorta, nella storia.
Tutto ruota attorno alla sensibilità altrui, non credo sia difficile da comprendere. Per le bestemmie non esiste una negoziazione (in cosa implicherebbe in tal caso? Nell'essere ironici e articolati per mandare comunque a quel paese o per denigrare una divinità?). Non si tratta di metodologia di offesa, ma di motivazione della stessa. La Bibbia è, per me, un testo storico (non lo reputo sacro) dove vengono testimoniati gli insegnamenti di un uomo che predicava pace e amore nel mondo, valori che attualmente ancora sono sconosciuti a quanto pare. La fede non è minimamente paragonabile ad un qualcosa di inventato singolarmente da un individuo, perché racchiude dogmi che esistono da millenni riguardanti l'esistenzialismo dell'essere umano e, pur considerandolo paragonabile, per rispetto dell'altro (che per conto suo può credere anche alla sacralità di un frigorifero, per quanto insolito basta che lo faccia presente) bisognerebbe rispettare la sua sensibilità proprio perché non vi è utilità effettiva nell'offesa. Per molti individui è importante credere in qualcosa, viceversa per te non è assolutamente importante denigrarla o offenderla, pertanto anche se la privazione della libertà è unilaterale, non reca alcun danno a nessuna delle due parti (non credo che una persona possa rimanerci male nel non essere offensivo). Ad essere opinabile è sicuramente l'intervento della chiesa e di tutto ciò che concerne l'agire dell'uomo, che si distacca dal divino (di conseguenza le giustissime critiche alla partecipazione politica, ecc.) ma certamente non va paragonata l'istituzione umana dal concetto di Dio stesso che, per i credenti, sappiamo non esserlo. Concludo dicendo che anche il cattivo gusto è ovviamente soggettivo, in quel caso subentra il rispetto che hai dell'interlocutore e la tua attitudine a non volerlo offendere, ma questo è un altro discorso
@@capitanjulietti3436 guarda, personalmente tengo buono il principio del "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te". Non tanto per motivi religiosi o ché, ma perché la sento una "norma di buonsenso" che reputo attuabile e che non percepisco come limite alla mia libertà. Una regola del quieto vivere. Se non ho un reale motivo per "dare addosso" a qualcosa/qualcuno, perché devo farlo per forza? Non sono il tipo che si diverte a dire ad un bambino che Babbo Natale non esiste :)
@@capitanjulietti3436 più che un "farsi i cazzi propri" è un discorso di dare il giusto peso ad ogni cosa. Provo a fare un esempio: mettiamo che io mi dovessi inca**are a bestia con qualcuno, anche dovessi essere sul punto di esplodere, non solo eviterei una bestemmia, ma eviterei comunque di utilizzare affermazioni o epiteti che so possano offendere. Perché un conto è dare del "cretino", o anche del "coglione" a qualcuno, un altro è bestemmiare o affibbiargli epiteti riguardanti possibili orientamenti sessuali, o caratteristiche fisiche su cui si vuole porre l'accento in modo negativo. O, per esempio, anche solo il dire a qualcuno che sua mamma fa "il lavoro più antico del mondo", o che il padre smercia sostanze psicotrope. Perché? Che giovamento mi porterebbe esternare queste cose, sapendo che potrei passare dalla parte del giusto (chi ha, presumibilmente, subito un torto) ad essere perlomeno alla pari? Easy! Si urla un "ma che ca**o dici?", magari mandando a visitare luoghi remoti, poi a posto. Almeno, io la vivo così :)
Dirò forse una cazzata, ma mi viene un parallelismo tra il "moralismo autoritario" che si è diffuso negli ultimi anni soprattutto sui social (non differente dal moralismo cristiano a cui siamo più abituati, soprattutto nell'aspetto della suscettibilità che viene trasformata in potere sulla comunicazione) e il pensiero "anti-stoico reazionario" (cit. lo stesso Wesa in un video di tempo fa su The Killing Joke) per cui che connota i due personaggi protagonisti della storia di Moore, Batman e Joker, ed in effetti lo stereotipo del supereroe e del supercattivo in generale.
Era dal primo lockdown che non guardavo più il sommo Wesa, pur essendo questo il mio youtuber preferito. Attirato dalla tematica, scopro ben due cambiamenti, cioè ben due ritorni allo status quo ante. Da quand'è che Wesa è tornato a fare i video col suo volto anziché con montaggio e collage? Da quand'è che Wesa ha ricominciato ad abilitare i commenti?
La mia è una provocazione, però questo è il motivo per il quale il più delle volte si finisce a fare i fascisti con i comunisti e i comunisti con i fascisti, gran bel video wesa, felice di rivederti su RU-vid!
Però se come Comunità abbiamo deciso che, ad esempio, bestemmiare in certe situazioni è inappropriato, mi sembra una cattiva argomentazione quella del relativismo morale, anche nel caso in cui chi devia dalla "regola" lo fa consapevolmente assumendosene la responsabilità.Per il resto sono d'accordo
Il problema è proprio che io che faccio parte della comunità non mi sento di aver deciso, insieme ad altri milioni di persone. Questa "comunità" è il problema, il simbolo dell'autoritarismo di chi, in mezzo alla comunità, crea problemi e vuole il controllo
@@charleskafka1584 attenzione però, l'educazione e l'imprecazione sono un altro aspetto rispetto all'offesa. L'imprecazione in sé infatti in genere non è offensiva. Essere maleducati ed essere offensivi sono due cose diverse. In ogni caso nessuno toglie la conseguenza dell'azione. Nessuno intende dire che se qualcuno si offende sia illegittimo, il problema è dare per buona l'offesa e il dover sempre mitigare il comportamento accettando a priori il fatto che non si può discutere con una cosa scevra da qualsiasi discussione come l'essere offesi
@@charleskafka1584 ci sta il sentirsi offesi tanto quanto ci sta lo sbattersene del sentirsi offesi altrui. L'esistenza di una legge che sanziona ancora la bestemmia è cosa assolutamente illegittima, oltre che ridicola.
@@charleskafka1584 sì ma c'è un'enorme differenza tra "è lecito offendermi e chiederti di smetterla" ed "è lecita una legge che stabilisce che se bestemmi un essere la cui esistenza non è dimostrabile sei passabile di multa". Anche se sei al ristorante e senti il vicino di tavola dire parolacce o parlare a voce troppo alta hai diritto di offenderti/infastidirti e chiedere di smetterla, ma in quel caso per fortuna non c'è una legge che imponga multe a chi sta urlando/dicendo parolacce (a meno che non lo faccia in maniera così plateale da essere passabile di disturbo alla quiete pubblica). Tra buona educazione e legge c'è una leggerissssima differenza eh. E non vedo perché ci debba essere una legge in Italia che difenda la sensibilità di chi crede in un essere la cui esistenza non è dimostrata.
parlo da chi si offende per le bestemmie: trovo che il tuo discorso sia parzialmente giusto da un punto di vista politico. ma da un punto di vista personale mi sembra il minimo rispettare le persone a prescindere da fede, colore della pelle e orientamento sessuale anche se questo significa essere costretto a mangiarmi qualche parola! ignorare la questione e fare spallucce dicendo "non è la mia morale/non è il mio gusto" è una delle cose più stupide che si possano fare: da una parte significa non saper vivere in una società multiculturale, dall'altra porta certe persone a credere di essere i paladini della libertà nonostante dicano/facciano cose assurde(vedi lega vs ddl zan)..ora pensa una situazione in cui uno di questi offenda un omosessuale: è l'omosessuale il bigotto che non sa essere critico di se, o l'altra persona che è proprio stronza?
A proposito, bestemmiare la Madonna in italia non è reato. "Perché?" Si chiedono tutti. "Perché?" Chiede la Madonna a Dio. "E cosa vuoi che ne sappia io?" Risponde lui. "Io mi occupo di divinità, mica di pari opportunità." (Daniele Fabbri)
Spesso, quando si cresce in una famiglia molto religiosa, nella mente si vanno a confondere ed intrecciare l'immagine di Dio con quella di mamma e/o papà o in generale con il contesto famigliare. Offendere Dio, significa dunque offendere la propria famiglia, quindi significa sentirsi offesi in prima persona. In questi casi la religione è un qualcosa di profondamente legato alla propria identità e alla propria sicurezza: se minacciata provoca una reazione. La spiritualità invece è tutt'altra cosa: persone profondamente spirituali (anche legate ad una religione) difficilmente si offendono. Non avendo attaccamenti, sono libere.
A scanso di equivoci, per gli eventuali lettori (visto che in alcuni commenti ho notato confusione): E' depenalizzata, la bestemmia. E' ancora nel codice penale, ma depenalizzata. Di fatto è penalmente rilevante, cioè è reato, solo se integra molestia. Ma perché è molestia, non perché è bestemmia. Tra l'altro la molestia è una contravvenzione, non un delitto. Attenzione, bestemmiare in tal senso diventa delitto se la bestemmia molesta è reiterata e causa uno degli eventi che integrano lo stalking. Ma la vedo dura che uno cambi le proprie abitudini di vita perché un altro gli bestemmia dietro reiteratamente. Oh, a meno che non sia cattobigotto estremo.
È durante questo video che percepisco pienamente quanto cazzo è stato grande il vuoto che hai lasciato in questi ultimi tempi. Lo so che è una cosa che fai fin che ti va, com'è giusto che sia, ma come te, con il modo in cui tagli gli argomenti, non c'è nessun'altro. Aspettavo (speravo) il tuo ritorno su questi contenuti più di quanto altri aspettano la seconda venuta di cristo.
Bella per ritorno e gran bel video. A questo proposito volevo ritornare su una questione di probabile abuso di potere legato al mondo dell’intrattenimento in particolare a quello degli anime. Non so chi lo sappia ma recentemente la serie “The Rasing of the Shield Hero” ha subito molte critiche mosse da un gruppo di femministe riguardo la intro della storia. (Ovviamente non sto a spoilerare nulla ma si tratta dell’accadimento del primo ep). A fronte di questo oltre ai grossi danni economici in termini di vendite (e forse qualche ban in qualche paese) si vocifera che proprio queste critiche hanno fatto posticipare la seconda stagione che doveva arrivare quest’autunno ma che invece non arriverà. Mi piacerebbe avere un commento su questa vicenda sia per mettere a conoscenza più persone possibili di questi, a mio avviuso, abusi no sense di potere e sia per far conoscere l’opera che sta passando un brutto periodo.
Insomma a prescindere dalla stupidità delle argomentazioni un "buon business" o una "buona politica" deve rispettare (quasi) tutti e tutto, anche laddove la cosa non ha un senso logico (perché di fatto non importa). :/
io credo che sia solo una questione di rispetto degli altri, se io per sfogarmi bestemmio la madre di un mio amico in sua presenza, chiaramente urto la sua sensibilità, perchè chiaramente anche se a me non frega niente di sua madre, lui ci tiene molto. Lo stesso discorso vale per la bestemmia, se io bestemmio buddha in presenza di un buddhista, chiaramente lo offendo, e se sono una persona che rispetta gli altri e non ha piacere di offenderli o comunque fargli del male emotivo, allora evito di bestemmiare buddha in loro presenza
Ciao Wesa, stavo ragionando sulla bestemmia: personalmente mi dà fastidio perché non vedo come possano essere più utili delle comuni "parolacce" dato che possono anche offendere qualcuno che ci crede veramente (ed in Italia non sono pochi); inoltre solo in Italia abbiamo la "cultura della bestemmia", non mi sembra che in altri paesi si usino così tanto, forse proprio perché ci si accontenta di altre esclamazioni (magari mi sbaglio, ma dalla poche informazioni che ho è così). Ovviamente questo ragionamento salta se la persona ha l'intento o non le interessa rischiare di offendere qualcuno in quel modo, infatti le mie autolimitazioni basate sulla MIA morale esistono per evitare di offendere senza intenzione qualcuno. Mi piacerebbe sapere perché così tanti bestemmino, immagino che una parte sia per imitazione ed adeguamento al gruppo, poi suppongo che pochi (o pochissimi, mi fa ridere questa ipotesi) lo facciano perché hanno avuto delusioni dalla religione e vogliono "fargliela pagare" o una cosa simile, tuttavia non credo di racchiudere neanche il 30% di chi bestemmia, mi potreste aiutare?
La bestemmia per me è semplicemente il livello successivo della parolaccia. Avendo iniziato a dire “porca puttana” a dieci anni quando mi capitava qualcosa di fastidioso o che mi faceva arrabbiare, a 22 dirlo non mi basta più per sfogarmi. Cerco di non bestemmiare di fronte a persone che so potrebbero sentirsi molto offese, anche se so di essere del tutto in diritto morale di farlo. La bestemmia è un semplice sfogo che tra l’altro attacca un’idea molto personale di un’entità, ed è oggettivamente molto meno offensiva di un insulto a un genitore o un parente visto che queste sono persone esistenti. Personalmente credo che sia vergognoso che un paese civile abbia ancora leggi che vietano le bestemmie (anche se ovviamente non sono applicate), e non è assolutamente vero che non vengono usate all’estero, semplicemente sono talmente normali che nessuno si scandalizza😂 vedi “goddamn” in inglese
@@diegone080 appunto, come una parolaccia. Non come una cosa impronunciabile che oddio se qualcuno la dice cade il mondo gasp non c’è più rispetto questi giovani d’oggi
vedo molti commenti che parlano di religione, offesa alla divinità ecc.. io sento bestemmie da quando sono piccolo (Veneto) e le mie bestemmie sono delle reazioni diventate nel tempo assolutamente automatiche, figurarsi se sto lì a pensare a Cristo e alla Madonna mentre tiro giù una scarrettata di porchi per una cosa che non funziona al lavoro! è come un "soccia" o un "figa" per noi, niente di più e niente di meno.
Anche il dolore, la precezione nervosa, nocicettiva, è soggettiva e ascrivibile come sintomo Per come la vedo io, il dolore va distinto se evocato alla ricerca di un segno, se esacerbato a causa di una propria dolenzia o se arrecato con la specifica di offendere e dare danno Nel primo caso abbiamo un dialogo Nel secondo e nel terzo persone inadatte a dialogare
Vorrei saper parlare, dialogare, spiegare le mie tesi come fai tu. Ogni volta che apro bocca, ogni volta che cerco di proporre un argomento, puntualmente qualcuno interpreta male e si offende. Non ne posso più, siamo in un'era dove non si può dire più nulla.
Alla fine dipende con chi ne parli. Personalmente tra i commenti di YT sono(quasi) sempre stato frainteso, mi hanno detto cose che, con me, non hanno nulla a che fare. Questo perché hanno interpretato le mie parole e/o le hanno decontestualizzate, perché io non parlo al vento ma porto le fonti di quello che dico, e alla gente la realtà fa paura e non fa comodo(esempio il Nucleare, che la gente si ostina a pensare che sia il male sceso in terra, o problemi maschili che la società sceglie di ignorare). Un emozione, qualsiasi sia, sarà sempre più forte della ragione. Alla fine non bisogna convertire nessuno, e se lo si fa si passa dalla parte del torto. Nessuno deve pretendere di risolvere determinato problemi, soprattutto trai i commenti di YT.
volendo proprio fare il bastian contrario, io penso anche questa cosa riguardo alle bestemmie: per molti vengono comunque trattate come fossero parolacce. Tanto che proprio come queste, a volte vengono storpiate in modo che somiglino all'originale (o si capisca benissimo a quale parolaccia si sta riferendo, es testa di manzo anzichè c**o), tipo il classico Porco Diesel. Una cosa che invece mi ha sempre lasciato perplesso, è come la bestemmia è comunque sempre più percepita come offesa alla divinità, piuttosto che offesa all'idea generale del teismo, e all'importanza che questo avrebbe nel fortificare il tessuto della società. Come dire, quanti sono i cattolici bigotti che si offendono se dico "c***o di Buddha?", o "porco Zeus?" Dov'è l'empatia verso le altre religioni? Forse alcuni si sentono offesi e chiamati comunque in causa, proprio perchè percepiscono l'inganno diciamo, anche quando magari in realtà da parte di chi bestemmia non c'è davvero nessun riferimento al dio abramitico. Non riesco a immaginarmi dei bigotti che si offendono, se sentono due persone straniere bestemmiare i loro "falsi dei". Se invece sono due italiani a litigiare? allora no, perchè scatta in automatico la falsa certezza che quelle due persone credano (o dovrebbero credere) nel dio "vero", quello condiviso, ufficiale, approvato e riconosciuto. Come dire: discutano pure delle loro cose senza senso...basta che nessuno sputi sul _mio_ di credo. Insomma è un po' come la storia del bruciare la bandiera. E' reato, ma oggettivamente a chi si sta facendo danno, se non all'ambiente? Ma non va bene, perchè stai minando l'integrità del tessuto sociale, più che un offesa vera e propria.
E' un argomento su cui mi trovavo a riflettere qualche tempo fa, anche in relazione alla sensibilità richiesta dalla società rispetto a certe questioni o a certi gesti legati a questioni (ad esempio, se mi inginocchio per il BLM ad inizio partita, potete stare sicuri che io sia o non sia un razzista? E se non lo faccio, in base a cosa mi potete dare del razzista?). Inoltre, chi definisce il potere e il significato di un gesto nella società? La massa di persone? Ma se la massa di persone inizia a valutare il gesto sotto la nuova luce perché qualcuno a priori ha iniziato a dire che la sensibilità giusta per quel gesto/parola è proprio quella ("i buoni fanno quel gesto perché un buono ha pensato di fare quel gesto e lui è buono!"), non c'è forse un cortocircuito? Grazie mille Wesa, i tuoi video mi danno sempre grandi spunti! Ps per quanto riguarda la bestemmia, a me non piacciono, ma non capisco esattamente l'idea di chi si professa ateo e maledice qualcosa in cui non crede e che lo usa come intercalare.
Nella live in cui avevi parlato di Victoria Secret avevi detto che queste persone che hanno queste sensibilità dovrebbero lottare per farle valere. E lo fanno e quando raggiungono il loro obbiettivo l'hanno fatto senza ledere la libertà altrui. Ognuno lotta per far valere i valori che ritiene giusti. Anche tu lo stai facendo in questo video. Ma secondo me non è corretto dire che hanno più peso politico di quello che dovrebbero. Perché un gruppo di persone che si è messo d'accordo in modo così compatto su un certo valore è normale e se vuoi anche giusto che abbia più "potere" rispetto al teorico potere dei singoli individui presi singolarmente. E su questo le leggi e le costituzioni degli stati ne sono un esempio. Questo tentativo di essere liberi può essere conciliato solo con la forte riduzione dell'essere popolare soprattutto in rapporto a quanto gli strumenti che abbiamo oggi ci permettono di esserlo oppure lo stare all'interno di gruppi che condividono i tuoi stessi valori. Se la piazza è molto grande non ne consegue necessariamente più pluralità anzi...
Quanto è bello rivedere il tuo faccione wesa ! Video molto interessante , io faccio parte di quella fetta di persone che cerca di non risultare offensivo al prossimo . Lo faccio perché sono davvero una persona emotiva e rispetto l'emotività altrui . Però molto spesso questa benevolenza per il prossimo si traduce in " il prossimo ti inchiappetta " .
Non sono d'accordo, almeno in gran parte. L'offesa verbale nasce come termine proprio perché si è compreso che si reca danno altrui dal punto di vista della sensibilità. Tale danno si può facilmente evitare portando rispetto a quel che crede l'altra persona, fintanto che ella ne porti altrettanto nei miei riguardi. E attenzione, perché non parlo di perbenismo nè di ipocrisia: se si ha la volontà di discutere un credo per qualsiasi motivo lo si può fare senza che vi sia offesa. Inoltre, "l'illibertà di chi ci sta davanti diventa la nostra libertà?" Sul serio? Perché tu dovresti essere libero e l'altra persona che sceglie di sposare un altro credo, per qualsivoglia motivo, lo è di meno? Non sei sempre fedele a quel che pensi così facendo e agendo? Non hai un dio a giustificare le tue scelte, ma cosa cambia se diventi tu il dio di te stesso? Sono d'accordo sul fatto che la propria morale non può diventare motivo d'obbligo per altri, è una pretesa assurda però tralasci il punto di vista sociale: in una società ci si influenza a vicenda per quanto riguarda usi e costumi. E il senso sociale si sviluppa molto prima del senso critico. Pertanto, non definirei acritici chi sceglie di sposare un credo ma semplicemente umani. Poi nel tempo ci si può sempre allontanare, abbracciare altre idee ecc.. quel che non deve mai mancare e che è alla base dell'interazione, è il rispetto. Quel che viene precluso nell'atto dell'offesa e della bestemmia. Ci sono tanti modi per sentirsi liberi e questi sono più modi per sfogare la propria frustrazione. La comunicazione, come tutto nella vita, segue delle regole così antiche e perfezionate negli anni tanto da distruggersi e rinnovarsi continuamente, di pari passo all'uomo. Non ci vedo nulla di male nell'offendersi se manca il rispetto, mi trovi d'accordo quando dici che ognuno deve prendersi la responsabilità di quel che dice: se si offende, è logico aspettarsi una reazione, così come nel caso di una bestemmia
Comprendo la logica ma non concordo con le conclusioni.. più che altro perché determinate limitazioni che ci diamo ce le diamo non solo perché coattati dalla società ma anche perché le riteniamo giuste da assumere come nostre. In verità un po’ tutto il discorso su morale e legale alle mie orecchie di stampo kantiano (e quindi comunque critiche) suona un pochino storto :)
@@dariocaporuscio8701 perché pur avendo come riferimento assoluto la ragione critica, non credo nel relativismo (specialmente morale) assoluto cui Wesa in qualche modo accenna :)
Se nessuno si offendesse non si bestemmierebbe più. Se si vuole utilizzare un linguaggio crudo e "volgare" bisogna anche assumersene le conseguenze, senza fare finta di non aver compiuto una scelta ben precisa. Non ci vedo tutta questa missione morale per la libertà personale, sinceramente.
@@pianpiano Sì sì, infatti in Veneto mettono le bestemmie negli atti notarili, nelle ordinanze comunali, nei contratti d'affitto eccetera perché tanto ormai è intercalare.
@@BioTheHuman Lasciando perdere per un attimo il tuo "se un albero cade in Siberia non fa rumore", la bestemmia viene utilizzata per stabilire un limite. Quando qualcuno bestemmia generalmente lo fa per comunicare un'emozione estrema (rabbia/sorpresa/disappunto eccetera) sfruttando appunto un tabù, che è un concetto comunicativo importantissimo. Se togli al tabù la sua valenza lo spogli di tutto il suo potere.
@@SlytherinConspiracy infatti stai ancora facendo confusione secondo me. Se bestemmiassero negli atti notarili sarebbe non professionale, non offensivo. Bisogna distinguere
@@BioTheHuman "Fate" chi? Sul discorso delle parolacce hai l'esempio lampante, oggi non sono più così "efficaci" come una bestemmia. Uno streamer che dice una parolaccia non suscita clamore, uno che bestemmia sì. È ovviamente un discorso legato al momento storico, non l'ho mai negato. Mi sembra molto ingenuo stupirsi della reazione quando il significato del gesto è implicitamente proprio quello di suscitarla. E se lo si nega, secondo me, non si è capito lo "strumento" bestemmia o non lo si sa usare.
Ciao Riccardo, bentornato e grazie per dare sempre stimolo ai ragionamenti. Sono solo parzialmente d'accordo. Quando ti riferisci, a fine video, alla quasi necessità di bestemmiare per affermare la propria libertà, mi trovi di un altro avviso e comunque aggiungerei qualche riserva al ragionamento. Posso comprendere il principio per cui affermi che il bestemmiare sia un'affermazione della propria libertà dai dogmi e dalle ideologie, ma (ecco la mia riserva), solo se fatto "in privata sede". Nella propria solitudine, si è liberi di bestemmiare quanto si vuole. Il problema è che farlo in luoghi pubblici o in presenza di persone che non si sa se ne saranno indispettite, è banalmente maleducazione. E non ha nulla a che fare con la libertà di espressione. Libertà di espressione significa affermare di non credere, o spingendoci un po più in là, affermare che la religione sia un'invenzione umana, magari inutile. Ma bestemmiare sfocia al di là della linea del comune rispetto del pensiero altrui. Oltre al fatto che il sentire il bisogno di imprecare per un senso di ricerca di libertà è infantile. Sono invece in linea con il pensiero che la bestemmia non la si debba considerare una violenza verbale perseguibile dalla legge, perchè lo stato è e deve restare laico. Tornando (e chiudendo) il discorso legato alla libertà di bestemmiare, aggiungo che, esattamente come in quanto cristiano io rispetti il tuo essere ateo o semplicemente di credo differente, e non tenti di indottrinarti per farti passare "dalla parte del Dio Bianco" (per citare Ragnar), tu devi portare rispetto nei miei confronti e non insultai il mio Dio. Sei e sarai sempre libero di farlo, ma saresti nel torto per mancanza di rispetto ed educazione. Ammetto che mi piacerebbe sfogliare nella tua libreria di video del canale per verificare se hai già pubblicato qualcosa in merito alla libertà di espressione e produrre un altro ragionamento. Libertà di espressione significa arrivare a considerare l'insulto come accettabile? Grazie di nuovo per essere di nuovo tra noi e a presto.
Dopo tanto tempo ho preso coscienza di quella vocina che facevo tacere nel mio cervello e mi sono arreso alla irrazionale (essendo io ateo) attrazione che ho per la blasfemia ... e' impagabile il senso di libertà e il godimento nel perculare le divinità degli altri.
Ciao Wesa. Qui su RU-vid ti ho sempre seguito, e con grande interesse. Mi hai introdotto a riflessioni e tematiche che non mi erano mai balenate in mente, nel corso degli anni. Per questo trovo particolarmente assurdo e curioso che oggi siano usciti due video, uno mio e uno tuo, sul medesimo argomento. Se per caso volessi guardarlo, ne sarei solo felice, ma al netto di ciò volevo ringraziarti per l'ispirazione che col tuo canale mi hai dato.
Offendersi per una bestemmia non ha senso, a meno che non sia tu il dio che viene offeso. In tal caso per fortuna ci sono ottimi psicoterapeuti che ti possono aiutare.
Tornando seri, credo e sono fermamente convinto che si possa scherzare su qualsiasi cosa. Assolutamente qualsiasi cosa. Qualcuno si offende? Ok. Sta a te decidere se te ne frega qualcosa o meno. E in entrambi i casi, non sarai una persona migliore o peggiore. Citando la fonte originale, ovvero Ricky Gervais: Please stop saying "You can't joke about anything anymore". You can. You can joke about whatever the fuck you like. And some people won't like it and they will tell you they don't like it. And then it's up to you whether you give a fuck or not. And so on. It's a good system.
Eppure, se anche nella nostra società non esistesse più religione, i dogmi resterebbero lo stesso. Razza, sesso, condizione economica, condizione fisica, condizione sociale. Eppure, la religione è "il dogma più dogma di tutti", ogni volta che si parla di questa cosa. Un altro dogma ? Il super-dogma che dice che ci dogmi dogmatici e non dogmatici ? ...
