Due grandi pezzi di Cuore di mamma Napoli..e un grande giornalista da poco scomparso anche lui. Creature irripetibili che hanno lasciato il segno.. Che riposino in pace ❤
Sono più di 30 anni che sostengo che Gianni Minà è stato ed è il giornalista italiano più grande che abbiamo !!! LUII È IL GIORNALISMO!! PUNTO!! Relativamente ai 2 giganti che ha difronte meglio non iniziarlo un commento!! .....SI SCRIVEREBBE GIORNI E SEMPRE POCA COSA SAREBBE!!!!!
che trasmissioni che c'erano una volta ,ianni mina indimenticabile eppure dimenticato un vero peccato e' merito della tv o delle persone che la facevano .....
parole saggie dette da un grandissimo maestro , quando la tradizione diventa folcrore e volgarita , ed quello che penso di Alessandro Siani , non ha nulla a che fare con questi due pilastri della tradizione partenopea che da partenopea io stessa amo profondamente , ma siani a parer mio non rappresenta minimamente tutto cio , che e magia
Che emozioni! Loro ci dovrebbero insegnare che dobbiamo buttare le cose futili e volersi bene veramente e viverci ogni giorno! Anche perché anche se fortunatamente esistono video o foto... Un giorno ci rimarrà solo questo😢
Chi non è di Napoli non può mai capire......beati noi di averli qui.............saranno vivi sempre nei profumi e sapori della nostra Napoli........(x non dimenticare TOTÒ )
Io sono siciliano amo la vostra cultura la vostra gente è purtroppo per me non ho mai avuto la fortuna di poter visitare napoli ma siete un grande popolo unico al mondo siete un po artisti dentro tutti i napoletani
@@Dave.8533 l'Italia è un equilibrio di tradizione e innovazione. Con la tradizione manteniamo vivo il ricordo dei nostri antenati, con l'innovazione garantiamo tranquillità e progresso ai posteri. Il presente è la traduzione di queste due esigenze umane. L'Italia è un sistema dove gli sviluppi storico-culturali hanno portato ad una mentalità che si poggia su questi equilibri... non molto equilibrati. La fortuna dell'Italia è l'eterogeneità sociale, economica e culturale che ci rende sempre pronti a diventare un giorno cittadini della Terra, nonostante la gelosia per il proprio campanile, ma questo è lo sviluppo di un ulteriore equilibrio che ci rende un potenza mondiale, che è la capacità di vivere la cultura di appartenenza e di trovare quei punti di convergenza che spinge i popoli italici a unirsi (ciò che si spera che accadrà in futuro in Europa) per tutelare quei diritti che via via sono stati conquistati, per proteggere i nostri paesaggi, la nostra arte, i nostri prodotti... ma questa eterogeneità è distribuita in maniera non molto random sul nostro territorio, pochi capiscono Napoli come i Meridionali in generale, perché la magia della mia città è un sogno misto a incubo in cui quell'equilibrio di cui citavo prima è troppo spostato verso le esigenze del passato, ai nostri occhi avezzi a questa realtà, risulta strano che un italiano del Nord capisca quest'atmosfera. Non conosco quel pezzo d'Italia del Nord, ma l'impressione è che l'atteggiamento di superbia sia invece manifestato dai 'nordisti' i quali spinti dall'atmosfera continentale, sembra che abbiano abbracciato la cultura del cinismo slacciandi tutti i legami con le tradizioni, il passato, la famiglia, al punto da vergognarvi addirittura di parlare con i vostri dialetti e di mangiare i prodotti del territorio per la paura di mostrarvi agli occhi degli europei come persone sentimentalmente ricattabili. Un Napoletano non riesce a inserirsi in questa logica, e questo porta ad una barriera piena di incomprensioni nel nostro paese
@@crescenzodilena9090 Io non contesto assolutamente la diversità intrinseca di ogni realtà locale in questo paese, anzi ne sono un convinto sostenitore. Io sono nato a Milano, ma ho origini Palermitane. I "nordisti", come li chiama lei, sono generalmente persone ignoranti e chiuse che nulla sanno dell'europa continentale, che comunque sia non è un blocco omogeneo, ma un calderone di diversità estreme. Forse non come il nostro paese, anzi sicuremente no, il nostro paese è luogo di nascita di una vera e propria civiltà, ma comunque figlio di una storia plurisecolare e pluristratificata. Il fatto che noi come penisola, non conosciamo l'unità politica dal 476 d.c. e che dopo i Longobardi e i Bizantini abbiamo perso un sostrato culturale comune, non toglie il fatto che abbiamo una casa e un'origine comune: I popoli Italiaci del centro sud e Roma. Anche il tanto vituperato nord è una risultà di quella esperienza, latina, mediterranea e non celtica come quei cazzoni dei leghisti vanno cianciando. La grossa differenza generazionale arriva con gli austriaci, che dominando il nord negli ultimi 200 anni hanno lasciato delle impronte sicuramente di più ampio respiro continentale rispetto al resto del paese. Il piemonte è sempre stato "vicino" alla Francia. Comunque questi discorsi di particolarismo io non li accetto. Ovvio che siamo diversi, ma il fatto stesso di esserlo è un valore aggiunto all'identità generale. Io la vedo così. W Napoli, W Milano.
@@Dave.8533 forse hai compreso male ciò che ho scritto, le diversità locali tra loro cooperanti sono l'essenza stessa dell'essere italiani. Non che non esista in altre nazioni, il fatto è che il sistema italia si basa sulle storie, persone e cose accadute nel territorio italiano (grazie alla cippa...). Ció che il Napoletano non digerisce è l'irreversibile disinteressamento che gli Italiani del Nord hanno per ciò che si chiama tradizione, quasi se ne vergognassero, se non per offendere. Ti pare che noi terroni usiamo i nostri passati greci e sanniti per rinfacciare di qualche cosa? È giustissimo rivendicare le origini Celte se serve per 'conoscersi e conoscere', non credo però che l'uso di elmo e spade sia legato a fattori culturali (usare la propria identità per sfottere! 'bellissimo'!) per questo intuiamo che è difficile da parte loro capire il genio di Eduardo e di Pino Daniele. A Milano le nuove generazioni nemmeno parlano più milanese, questo snobismo a Napoli accade al Vomero, puoi capire perché c'è tutto questo astio tra noi
Credo per molteplici motivi : Luca è stato un ottimo attore, sia di teatro che di cinema, ma essere figlio di Eduardo è sempre dura. Inoltre bisogna anche considerare che questo è un paese che dimentica...
@@robertorusso5787 Ma figurati, è un piacere. Vedevo spesso Luca a Roma, in via Gregoriana " Una via che si trova sull sommità di piazza di Spagna per intenderci" li ci viveva Francesco Rosi, grande regista nonchè anche suo suocero.
Con tutta la stima e l'affetto per Pino Daniele non ho proprio capito tutta la seconda parte della sua carriera, canzoncine con testi banali, musica pop facile e ruffiana, celebrazione di una napoletanità da cartolina. Un vero peccato, visto il suo immenso talento. D'accordo con gli altri posts sulla qualità di queste trasmissioni, oggi ormai perduta.
@@saverioponcella4504 è musica diversa. E poi nessun artista ha mai avuto la vena creatrice per tutta la vita. Pino ha creato almeno 100 CAPOLAVORI. un artista diventa grande se ha composto 10 pezzi carini, Pino ne ha fatti una sporta e più. E poi non dimenticate che il fisico non reggeva più, e questo fatto lo ha penalizzato. cmq ascoltateli meglio gli ultimi brani, hanno un senso anche quelli. Non tutti i giorni può uscire brani come Lazzeri felici