Psicosi: Una clinica senza Inconscio 

Eh, per forza. Lacan era freudiano

La forclusione, così come la rimozione lo è per le nevrosi, è condizione necessaria affinché vi sia psicosi, compensata o meno. Questo, naturalmente, solo se non si tratta di una psicosi indotta da danni neurologici. Non è necessario che il padre sia vivo. Ci sono madri che riescono a mettere il padre perfettamente al suo posto anche da morto. Il padre è una metafora, un'invenzione della madre. Sì, Lacan da quel seminario in poi dice che l'Altro dell'Altro non esiste. È un credo tutto nevrotico. Su questo evento in particolare non ti saprei dire... degli ultimi seminari abbiamo solo il XXIII per adesso (e per ancora molto tempo).

@@eSSe_Psicologia sono andato a ricercarlo. Lo racconta qui verso il minuto 3.00: ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-Qf-X3QcUNjo.html Invece, traducendo dal francese, Lacan diceva proprio "Chi ha detto che C'È l'Altro dell'Altro?". Mi aveva confuso sentendolo la prima volta, perché nel raccontare l'aneddoto a Di Ciaccia esce un lapsus freudiano prima di correggersi ("Qui a dit qu'il n'y a pas..", "Chi ha detto che NON c'è..")

@Giovanni Paolucci Perdonami se rispondo solo ora ma, non so per quale ragione, non mi è arrivata la notifica della tua risposta. Ti dico solo che Di Ciaccia, prima di diventare allievo di Lacan, era entrato in seminario e diventò prete. Simpatico come lapsus alla luce di ciò. 😂

@@eSSe_Psicologia Figurati! Si, nell'intervista menziona la sua storia. Io credo che per chi ha fede sia più conciliabile che non vi sia Altro dell'Altro che non il contrario. Oltretutto se vi fosse Altro dell'Altro allora bisognerebbe chiedersi se c'è l'Altro dell'Altro dell'Altro, ...? Io non sono entrato in seminario ma mi sono un po' ritrovato quando dice che prima di conoscere Lacan si occupava della Trinità in Jung, anche io ho avuto la mia "fase Jung" 😃

@@giovannipaolucci7674 per quanto l'Altro possa essere anche inteso, di per sé, come "Dio" rimane un dio "laico", se non addirittura ateo, perché comunque deriva dalla onnipotenza che le figure genitoriali possiedono per il bambino. L'Altro dell'Altro può essere solo Dio, perché è colui a cui si appella l'Altro

Il termine è stato Freud a coniarlo, perché riscontrò che nei suoi pazienti emergeva quella condizione infantile di "infatuazione" per la madre e di sentimenti avversi verso colui che si pone come terzo nella diade madre-bambino. Non si tratta di una distorsione, anzi, la psicoanalisi ha permesso di scoprire le ragioni antropologiche che stanno dietro la nascita di questi ed altri miti. Basti pensare, ad esempio, che gli incroci nell'antica grecia spesso non erano semplici come i nostri con due strade che si incrociano, ma in molti casi avevano una forma tale da ricordare un omino stilizzato (un trivio per esempio). L'Edipo è costitutivo dell'essere umano.

@@eSSe_Psicologia grazie ai tuoi meravigliosi video, adesso devi fare i conti con il mio narcisismo 😜 È tutto il tempo che mi molesta allora lo scarico prima di reprimerlo 😂😂😂(scherzo 🙃) La tua è la spiegazione di che senso ha il termine usato da Freud"il complesso di Edipo" io, cioè il mio esagerato narcisismo, dice che la storia di Edipo è altro, Edipo non ha mai avuto problemi che suo padre era di intralcio con il rapporto morboso con sua madre! Quindi ritengo sbagliato che Freud l'ha usata per quello che l'ha usata!Solo questo! 😊

Diciamo che non vado poi così pazzo per la psicologia umanista di Maslow, Rogers, & co.

Il soggetto supposto sapere è lo psicoterapeuta. Nel "primo piano" del grafo del desiderio si ha lo schema della psicoterapia, il paziente si presenta allo studio con il bisogno di guarire dal sintomo credendo che l'analista sappia qualcosa su quel sintomo e che sappia curarlo. Il soggetto supposto sapere, per così dire, è anche il medico che ti prescrive lo sciroppo per la tosse, si fa esperienza di questa cosa spessissimo. Il "piano" della psicoterapia è il piano delle psicosi, si fonda interamente sull'asse immaginario dello schema L, e, come visto in questo video, infatti, il passaggio sull'asse simbolico è impossibile da instaurare con lo psicotico, dunque, un analista deve anche saper fare lo psicoterapeuta, e gli conviene pure, perché questa cosa lo risparmia dall'angoscia che gli procura (il fatto di porsi in una posizione di non sapere nulla su chi gli è arrivato in studio, il fatto di porsi come $), e che deve saper sostenere, il passaggio al "secondo piano" del grafo, quello dell'analisi, dove il paziente si può dire analizzante.

@@eSSe_Psicologia Ok, credo di aver capito, quindi il fallo supposto alla madre è il bambino che suppone essere il suo oggetto di desiderio e al tempo stesso il suo "fallo"? Inteso come elemento che le manca perché vede che lei non ce l'ha? In teoria dopo la castrazione il padre lo fa accedere alla dimensione simbolica del fallo giusto?

La madre fallica è la madre onnipotente che può tutto, la funzione del Nome-del-Padre è anche quella di porre la madre in -φ, quindi di renderla mancante, castrata, e solo la madre può mettere il padre al suo posto.

ti rispondo in modo tragicamente strutturale dato che al momento non mi viene un esempio immaginario: innanzitutto vale per il nevrotico. Il nevrotico non accetta che l'Altro sia barrato, mancante. Spera che da qualche parte ci sia un significante che, completando l'Altro, cancelli la propria castrazione. Spera in un modus desiderandi totalmente saputo che non lasci spazio a dubbi, una sorta di sapere istintuale. In giro potrai trovare anche questa frase: il nevrotico spera di trovare la formula del rapporto sessuale (cioè trovare il significante della Donna). che è sempre un modo per dire: arrivare all'oggetto senza passare per la castrazione. Lo scrivono anche così perchè il rapporto sessuale è il paradigma di tutti i rapporti seri. Se uno sapesse la causa dei suoi desideri non patirebbe più... in pratica uno spera di diventare il dott. Spock per trovare la fidanzata giusta

@@immanuelcant443 occhio che phi non è l'oggetto piccolo (a)! nei primi seminari non è teorizzato e ciò confonde sull'idea che uno si fa del desiderio della madre e dell'oggetto. La madre fallica non desidera, vuole! il bambino è identificato all'oggetto immaginario di questa volontà, è oggetto di godimento. (è il rapporto che trovi nelle psicosi) Il fallo immaginario la madre ce l'ha e il bambino immaginariamente ci si identifica per non cadere nel vuoto esistenziale (tipo cozza attaccata allo scoglio). La madre più rifiuta di essere donna più prenderà il figlio come feticcio, per godere non per desiderare. Il feticcio è la negazione della propria castrazione. Poi quando il piccolo si accorge che la madre non è tutta per suo figlio (che la madre non è solo madre), lui fa "oh cazzo ho toppato tutto!" e vede che gli conviene trovare in giro una identificazione simbolica anche perchè è l'unica che mette un confine tra io e tu. La relazione immaginaria grazie a Dio è tutt'altro che un idillio. Piano piano che si forma un Io il bambino capisce che se soddisfa troppo la volontà della madre finirebbe per essere inglobato da questa, ma se non lo fa cade a terra. Non ti è mai capitato di vedere che se una madre è troppo fissata con la pappa, che il figlio si rifiuti? (già verso 1 anno) Io ho un caso di una bambina che la madre domanda talmente tanto che sta poveretta si rifiuta di cacare di fronte alla madre a costo di farsi venire i crampi! Bambini che rifiutano i baci? La prima forma di soggettività è il rifiuto

Il meccanismo è quello spiegato nel video, oltre questo non so e non posso dire altro al riguardo in quanto ancora studente. Ad ogni modo, qualsiasi cosa, basta che sia la madre a "nominarla", può assolvere alla funzione del Nome-del-Padre, in una situazione in cui il padre è morto prima della nascita del bambino, quest'ultimo può venirne sù nevroticamente sano se la madre ha agito in modo adeguato. In altri casi la psicosi potrebbe insorgere per cause fisiche, e non psicologiche, in altri casi ancora la psicosi del figlio può essere dovuta al fatto che la madre, o il padre, o entrambi i genitori soffrono anch'essi di una qualche psicopatologia, dalla depressione fino a casi più gravi di paranoia o schizofrenia. Vanno visti poi caso per caso i motivi della forclusione del Nome-del-Padre, e dell'Altro dell'inconscio, e sicuramente chiedere l'aiuto di uno psicologo, di un analista, o di uno psichiatra (ancora meglio se tutti e tre) può sicuramente essere più utile che parlarne qui con me, spero che possiate fare affidamento a dei buoni specialisti. 🙂

Grazie esse ...lui è stato in cura da un psichiatra ma non è riuscito a guarirlo per il fatto che non ha voluto seguire la cura farmacologica ora vive da solo .

@@domenicosergio4349 non si "guarisce" dalle strutture, nel senso che la psico"patologia" non è dello stesso tipo della patologia medica. La questione è trovare gli elementi che formino un certo equilibrio. Cioè il problema non è che suo figlio sia schizoparanoide, ma che è scompensato, senza un punto dove organizzare una stabilizzazione della percezione di sè e del mondo. Il rifiuto dei farmaci è tipico. La funzione del padre simbolico non c'è, quindi lei è purtroppo nella posizione del padre reale (a prescindere da cosa faccia) si sente perseguitato da lei a prescindere, ogni volta che si mette a fare l'educatore. Le nevrosi vengono stabilizzate dall'ideale dell'io, le psicosi dal sinthomo (giusto per vedere che esistono le soluzioni ma sono 2 soluzioni diverse). Cosa sia sto benedetto sinthomo purtroppo lo sanno solo i lacaniani perchè è un concetto costruito da loro. Io ho lavorato con psicotici e con psicotici seguiti prima da altri (compresi psichiatri). Almeno per evitare di rendersi persecutori, a parte per i problemi che crea a suo figlio, ma posso capire il disagio che provoca in lei, secondo me la strada migliore è trovare uno psicoanalista lacaniano, possibilmente collegato alle 4 maggiori scuole di specializzazione presenti in Italia. Aiuterà almeno lei a capire come porsi con suo figlio e a trovare soluzioni su come avvicinarlo. Purtroppo loro si sentono perseguitati ed è difficile farli accedere a delle cure

@@lorenzo_bo grazie dell'informazione, infatti non so come pormi nei suoi confronti ogni volta che parlo devo prima pensare ciò che dico ma non va sempre bene si sfocia sempre nei litigi cerco di mitigarlo ma non si fa convinto.

@@domenicosergio4349 considera che loro si sentono costantemente spiati e osservati, ma non tanto dalle persone, dai pensieri stessi! Questo poi lo proiettano sulle persone. La comunicazione viene letta tutta come una sfida, una volontà che si impone in sè stessa e dove uno dei due deve soccombere, quindi lo psicotico non accetta niente per non soccombere. Al contenuto non ci fa neanche troppo caso. La prima cosa da evitare è essere direttivi, già dire "tu hai fatto questo ed è sbagliato" è visto come eccessivamente direttivo. Bisogna comunicare indirettamente, la deve trovare lui la risposta. è più facile ad esempio se si parla sembrando un po' distratti, ad esempio mentre si sta facendo qualcos'altro. Avere basse aspettative senza però perdere la speranza, cioè alcune idee bizzarre che hanno sono difese contro deliri ancor più invasivi. Gli si deve dare qualche indizio in modo che siano loro stessi a ricostruire il delirio in una forma meno pericolosa o costrittiva. Cercare di convincerli è la peggior cosa. Capisco che l'ansia e l'eventuale pericolosità delle loro azioni ci portano a stargli più addosso, ma l'effetto è quello della persecuzione. Lui non si oppone tanto a te, ma al messaggio che gli arriva troppo diretto e dal quale si sente manipolato. In che zona d'Italia state?

Naturalmente! Se non vado errato dissi già questa cosa in un video dove davo consigli su come approcciarsi alla lettura di Lacan.

Se non mi sbaglio, più avanti nel video ho riproposto una citazione di Lacan stesso dove pone degli esempi piuttosto chiari di incontri con Un-padre nel reale: "Si cerchi all’inizio della psicosi questa congiuntura drammatica. Che si presenti per la donna che ha appena partorito nella figura dello sposo; per la penitente che confessa la sua colpa, nella persona del confessore; per la ragazza innamorata, nell’incontro col “padre del ragazzo”, la si troverà sempre, e tanto più facilmente quanto ci si orienti sulle “situazioni” nel senso romanzesco del termine" ecc...

Oltretutto, non so per quale ragione, ho visto questo commento solo adesso ahah

@@eSSe_Psicologia è il ritorno del rimosso! :) :). cmq uno di questi giorni ti faccio 2 esempi specifici. Uno riguarda il caso di psicosi più studiato nel campo lacaniano, l'altro è di attualità, così ti rendi conto che gente gira

Esattamente, il rimosso di RU-vid che riemerge ahahah (Per il caso ti riferishi a J. Nash o Joyce?)

@@eSSe_Psicologia al volo: Schreber quando viene nominato presidente della corte d'appello

Ah, perfetto direi 😅