Ricordati che devi Morire: Serene Riflessioni sulla Morte 

Ho lasciato un commento pochi giorni su un video in cui parlavi dell'identità e la paura della morte, a mio avviso pieno di vita 😂, ma oggi sei stato perfetto. Io ho 61 anni, un tumore che non so quanta vita mi darà, ma oggi queste tue riflessioni sulla morte, con il ricordo tenerissimo sul tuo amico Alessio, fanno di questo video uno scrigno da aprire ogni tanto per riflettere e pensare. Bene sono contento che uomini giovani, hai l'età di mio figlio, abbiano la capacità di spostare le asticelle oltre le solite sciocchezze che a volte la rete o il mainstream ci propinano. 👍

Il passaggio dal discorso sulla morte inevitabile alla sponsorizzazione della VPN è semplicemente perfetto

Non so se è casuale la scelta dell'argomento. Proprio ieri è uscito il nuovo album di caparezza e tra tutte le canzoni dell'album una mi ha colpito più di tutte. La canzone si chiama "la certa", consigliata a tutti. Personalmente mi ha fatto venire I brividi e commuovere. La reputo un malinconico inno alla vita.

Rick: "intendo la morte come.." *parte adv* ".. dolori articolari e muscolari? Prova flectorgo" Ottimo tempismo youtube.

Io: che bello, oggi è il mio compleanno! Rick: Oggi riflettiamo sulla morte! Io: :(

Da impresario funebre parecchio appassionato di filosofia, penso costantemente alla morte, e credo che questo valorizzi, almeno dalla mia prospettiva, la mia vita giorno dopo giorno. Quando le tue cogitate trattano questo argomento ne sono entusiasta, anche perché sono conferma che quello che penso non sia da alienati mentali... A meno che non lo siamo entrambi 😂 Più cogitate sulla morte e meglio è, per quanto mi riguarda!

Porti veramente un contenuto validissimo e amo ascoltarti. È un argomento sul quale rifletto molto, ma non è mai abbastanza. Pensa che ci stavo pensando proprio nel momento in cui mi è arrivata la notifica, ne avevo proprio bisogno, siamo in sintonia.

Grazie mille per questi episodi Rick, sono i miei preferiti. Ormai una giornata che non comincia con daily cogito comincia male

Grazie. Riflessioni sempre interessanti.

Ciao Rik video interessantissimo! In questo stile, potresti affrontare il tema dell'arte? Delle opere, dei significati, del perchè si pagano tanto alcune opere, quale significato ha per l'uomo e come ci relazioniamo con essa. È un tema complicato ma ricchissimo di sfumature! Grazie se vorrai provarci!

Quasi in contemporaneamente all'uscita dell' album di Caparezza questo podcast ci sta tutto ! Consiglio l'ascolto de "La Certa".

Leggo il titolo e penso: "Non è tutto noia ... A volte è anche depressione ... Ciò che pensa".

13:11 Mirmidoni, miei fratelli di spada. Cinquanta di voi valgono più di un intero esercito. Nessuno dimentichi mai la nostra forza: siamo leoni! Sapete cosa c'è, ad aspettarvi, oltre quella spiaggia?! L'immortalità! Andate, è vostra!

A volte penso alla morte della vita sulla Terra, alla fine che attende il pianeta per effetto dell'evoluzione del Sole, mi viene un senso di smarrimento, che trascende quello della morte personale. Poi però la vita attira inesorabilmente i miei pensieri, le mie emozioni, e continuo serenamente nel sentiero che, per scelte e per caso, mi trovo a percorrere. Il senso rimane interno alla vita, per me che non ho fede: entrare in contatto con l'umanità degli altri, con la bellezza della natura. Fuori dalla vita non ci sono riferimenti, siamo come osservatori all'interno di un sistema di riferimento che non possono eludere

Durante la pandemia, il lockdown, ho iniziato a pensare molto più spesso alla morte, sono solo io? Al fatto della sua incomunicabilità ho pensato spesso, e aggiungerei che non è solo incomunicabile. Se ci pensate, è anche impensabile, e forse è per questo che è così terrificante

Né ho fatto il mio mantra. “Ricordati che dovrai morire prima o poi.” Da quel giorno porto un tatuaggio che me lo ricorda perennemente e che mi ricorda di godermi la vita al meglio e senza remore, accettando chi sono e cercando di godermi il tempo rimasto.

Giusto per rallegrare la giornata,ti voglio troppo bene ahahah

Veniamo dal nulla, viviamo in un segmento di tempo limitato che chiamiamo vita, e torniamo nel nulla. Perché temere qualcosa che conosciamo già?

mi piace pensare che questo daily sia anche a causa della mia risposta alla tua richiesta su instagram di cosa vorremmo discutessi 🥰

“Ed ora che mia suocera qui giace, lei non lo so, ma io riposo in pace.” iscrizione funeraria a Tarquinia che riprende le parole del poeta Titta Marini . Quando la morte diventa la tua migliore alleata. Ora seriamente. Questa che faccio è una domanda che presupporrebbe una buona conoscenza della fenomenologia di cui parlo, per poter rispondere nel merito, ma comunque voglio porla. Premetto che sono laico, così chiarisco che questo mio è un discorso del tutto avulso da ogni religiosità. E se le idee sull'aldilà fossero tentativi di interpretazione di una tensione interna innata (non paura dell'ignoto, è un'altra cosa) e di una fenomenologia esperienziale comune negli esseri umani di ogni tempo, credo e cultura, come ad esempio le NDE o le OOBE, su cui non ci sono certezze - scientificamente parlando - tranne quella che non sono spiegabili in meri termini riduzionisti (in merito vi invito a cercare i podcast del dott. Enrico Facco qui su RU-vid, anzi, inserisco i relativi link nei commenti)? Ma anche la stessa parapsicologia seria, quella portata avanti da veri ricercatori, scienziati, psicologi, filosofi (e non quella dei santoni vestiti strani, delle Wanna Marchi che ti predicono l'amore o ti scacciano il "malocchio" o i cacciatori di fantasmi, che ne hanno distrutto la reputazione, non confondiamo le cose, per favore), offre spunti di riflessione estremamente interessanti, in merito. Che ovviamente poi gli uomini di ogni tempo e di ogni cultura hanno tentato di interpretare secondo gli strumenti culturali che possedevano (mitologici prima, metafisici poi, scientifici oggi, spirituali sempre). Ed è ciò che, in sostanza, rende l'eventualità dell'aldilà (di una sua esistenza, poi definire cosa dovrebbe essere e come dovrebbe essere è tutto un altro discorso) qualcosa certamente di non riducibile a "mera superstizione", ma una domanda molto concreta, che nasce per ragioni molto concrete (e non per semplice paura, ansia o bisogno di risposta, come spesso viene detto)? Insomma, di tentativi di confutare questa idea che possa esistere una "vita dopo la morte" (da separare dalle varie costruzioni teologiche che gli sono state costruite intorno) ne sono stati fatti tanti, ma non ce n'è mai stato uno risolutivo; com'è anche vero che ciò che non è falsificabile, non per questo è automatico che non esista (vedi ad esempio l'inconscio). La mia obiezione si ferma alla tua affermazione sulla vita dopo la morte come "superstizione" e forse vado anche fuori tema (in caso chiedo scusa); sul resto del tuo discorso non ho proprio nulla da dire. Anzi, mi complimento. :-)

Video fantastico

Penso che la morte del racconto di sé avvenga già in parte in vita e si manifesta con la morte dell'altro, che si porta con sé il suo ricordo di noi, il suo punto di vista e prospettiva su di noi. Quando qualcuno vicino a noi muore, una parte della nostra personalità fa lo stesso inevitabilmente, perchè muore un testimone della nostra esistenza. Quindi sicuramente piangiamo il morto, ma piangiamo anche la parte di noi stessi, di riflesso.

E io che ero venuta qui su yt per staccare dallo studio di Foscolo perché mi stava venendo la depressione

la cosa che mi sono sempre chiesto è come mai, sapendo che prima o poi si dovrà morire, c'è qualcosa dentro di noi che non ci fa accettare per nulla la morte? e quando dico "c'è qualcosa dentro di noi che non ce la fa accettare", non intendo solo al livello di pensiero, ma intendo qualcosa di più profondo, che è proprio insito nella natura umana, che si palesa proprio quando si è consapevoli di ritrovarsi in quella situazione, di sapere di stare per morire, che è inevitabile, un qualcosa che emerge proprio da dentro sé stessi, che vuole esplodere, ma non riesce a tradursi in qualcosa di comprensibile, ma resta purtroppo indecifrabile, sebbene percepibile e intuibile, come se il corpo avesse una propria identità e stesse cercando di comunicarci qualcosa e questo tipo di riverbero di sensazioni non sono facilmente gestibili al livello conscio, ma proprio per niente, sono più forti di noi; e poi questa stessa cosa, che non mi spiego, può avvenire anche nelle situazioni in cui uno ha per esempio una malattia, quale può essere un tumore, dove si innescano tutta quella serie di pensieri sulla non accettazione del "perché a me e non a qualcun altro?", quante volte è capitato di sentire questo genere di testimonianze; a me personalmente queste cose non piacciono e mi fanno arrabbiare non poco, ripeto, il fatto che, con tutta la consapevolezza di questo mondo che si può avere idealmente per certi tipi di situazioni, poi all'atto pratico, quando effettivamente e realmente ci si trova a dover affrontare una cosa del genere, non ci si riesce proprio ad affrontarla nella maniera giusta, ma ci lasciamo letteralmente soggiogare e sopraffare dall'evento indesiderato

Interessante il video e ben argomentato, ma vorrei correggerti su un punto: Benatar, per quanto pessimista, precisa a più riprese di ritenere la morte un male per l'individuo, anche nei casi in cui sia il male minore rispetto ad una vita di enorme sofferenza. Questo perché lo annichilisce e porta con sé la privazione del proprio interesse a restare vivo. Ne parla nel libro "The human predicament", che ti consiglio. Propone la soluzione non procreativa anche per risparmiare al nascituro il compito di fare i conti con la propria morte. La filosofia che afferma la preferibilità della morte rispetto alla vita è stata definita pro-mortalism ed è ancora più radicale dell'antinatalismo, che si limita ad invitare a non procreare, anche se le due non si escludono per forza a vicenda.

Rick farai mai un podcast sul" behind the scene" del podcast? Come lo realizzi etc...

Io sono terrone. Finché non fanno Sudvpn non lo compro!

Grazie per avermi dato del genio alla dostoevski.

ho scoperto che esiste una filosofia dietro a quello che ho sempre pensato io...! Io sto con Benatar!!! Scherzi a parte, mi permetto di dire che la riflessione più bella del video, per me, è stata la tua. Grande Rick

ieri esce l'album di Caparezza dove ci sta la canzone la certa, riferito alla morte e rick parla della morte... bene affrontiamo l'argomento

Per una persona cara che muore, colui che rimane dovrebbe focalizzarsi più alla vita che la persona morta ha appena cominciato nell' aldilà, è difficile però deve provarci.

Riccardo, hai mai pensato di fare una monografica sul Transumanesimo? È una questione di cui - nella mia "bolla" - non si parla affatto ma che mi incuriosisce moltissimo. Dai, pulce nell'orecchio... ;-)

Quando hai parlato dei due abissi, quello prima di nascere e quello dopo la morte a me è venuto un pensiero: la differenza è che l abisso prima di nascere, per quanto potesse essere bello ho brutto ha un tempo finito...quell' abisso termina nel momento in cui veniamo al mondo...quello dopo la morte ci spaventa poiché non sappiamo se abbia effettivamente un tempo finito, e non sapendo cosa possa essere ci spaventa di più. Comunque sei sempre un grande

Adoro questo temA

Grande Lucrezio.

Il discorso sulla morte che fai al min 42:30 è esattamente il concetto di vita e di morte espresso da Tolkien riguardo agli elfi. Assurdo

In effetti la razionalizzazione non basta tocca esperire in 3a persona la morte per avere la consapevolezza del famoso memento mori, e si il discorso che hai fatto HA una certa coerenza, brv rick

Ciao Rick, puoi parlare di psicopatia, per favore!? Grazie.

Sì sì...m-mo' m'o segno... Non ti preoccupare...

Rip a tutti offfff 🌹💙🖤🌹💜🌹🌺

Forse la cogitata più bella che abbia visto finora

Consiglio a tutti di ascoltare il poema musicale "Isle of death" di Rachmaninoff, ottimo modo per ricordarsi della morte

Il mio tema preferito. Secondo il mio personale e non condivisibile parere, una vita che vale la pena essere vissuta, deve avere anche una fine degna di questo nome. In somma tutti i protagonisti di un qualunque romanzo, prima o poi anche se non detto o sibilato sotto voce, finiranno nella morte. Per quanto poco possiamo sentire di avere le briglie sulla nostra vita, anche colui che si sente il non protagonista della sua stessa vita, ha diritto di essere fautore della propria fine. Una vita senza morte è come leggere un libro assente di finale, un fallimento dal punto di vista letterario ed anche dal punto di vista umano, non per nulla nei miti greci gli dei invidiavano i mortali, capaci di codersi ogni singolo attimo della loro limitata esistenza.

Che cos'è la morte? Hmmm... Un personaggio de "I Griffin"!

Si muore due volte, la prima quando si smette di respirare, la seconda quando qualcuno pronuncia il tuo nome per l'ultima volta

Proprio oggi è morta la mia pony...

Si vive nel ricordo degli altri? Bella storiella, perché quanto ci vorrà perché l'uomo si estingua? In rapporto al tempo trascorso dal bing bang un decimo di secondo? :)

"Mó, mó me lo segno..."

Io non riesco a pensarci senza avere degli orribili attacchi di panico.

Povero Silvio.

Tutto è un costrutto della coscienza per l'uomo che vive un esperienza del mondo per sé deprivando il mondo e la vita in sé della loro totale insignificanza ed insensatezza... Molto felice di sapere che finalmente si parli di queste cose... Sicuramente la cosa moralmente più elevata che un uomo può fare su questa terra è non riprodursi... Possiamo commettere qualsiasi crimine ma mai il delitto di diventare padri

Dopo aver visto la copertina di questo video mi immaginerò la morte con i baffi e la barba.

Interessante! Però hai parlato solo della "laicità"della morte,e sarebbe stato meglio approfondire anche sul senso religioso del morire!. Secondo me la religione nasce proprio dal pensiero della morte(e qui ci starebbe bene un bel poema!). Cmq grazie del tuo pensiero (e nn solo),della morte!! Ah dimenticavo..... buona vita!

Già son rinco .dopo due dei tuo video son peggiorato .😱. però anche lei con tutte ste domande che si fa, mi sembra un po' svarionato🤔

Mi sento di dover portare un'argomentazione. Il fatto che la o una morte ci piaccia o ci dispiaccia non la connota moralmente. Credo che in cuor nostro, al di là dei pochissimi casi che hai citato, la morte non piaccia a nessuno, e tuttavia c'è motivo di ritenerla un bene pur essendo amanti della vita. Infatti io credo sia un bene, in quanto limite all'esistenza umana, e poiché credo che in tutte le cose l'uomo debba ricercare l'equilibrio (cioè il limite) non vedo perché sia diverso per la vita stessa. Il tema della "bella/felice morte" era famoso presso i greci (vedi Tello di Atene o il topos poetico del giovane corpo sul campo di battaglia) e credo non fosse così insensato. Un'ultima riflessione sulla natura del terrore della morte. Penso ci siano due tipi di paura: quella che ci accompagna per tutta la vita ogni giorno, e che può essere sradicata con la filosofia, e quella imminente, istintiva e subitanea che accompagna ogni pericolo, senza la quale non sapremmo salvarci in caso di necessità, e che pertanto non deve essere temuta. Se moriremo sereni o atterriti non ci è dato saperlo, ma possiamo sempre scegliere se vivere sereni o atterriti.

Se non ci fosse morte, non ci sarebbe evoluzione. Se non avessimo paura della morte, ci saremmo estinti.

E menomale

Pensami, non cercarmi Altro giro di lancetta Io matura, io l'acerba Mi hanno dato tanti appellativi Ma tu chiamami La Certa

Ah, guarda, ogni giorno mi devo sorbire frecciatine al riguardo, da parte di un antivaccinista (del quale purtroppo non mi posso sbarazzare) che mi pronosticherà la mia e nostra fine quando mi vaccinerò! "Mò me lo segno"

Il detto::memento mori,non considera l'immortalità artificiale,ciao.

devastante

Ma della morte del ricordo di te non te ne aveva parlato Just Mick? Ammetto comunque che a me angoscia di più il pensiero della mia vita che quello della mia morte... Ma ci sono solo quelle due alternative per chi dice che nascere è stata una sfiga? La gente depressa non è prevista? Ah, no, scusa, dimenticavo che se fossimo previsti non saremmo depressi... Un'altra cosa: Fleming e Sabin. Gli scopritori della pennicillina e del vaccino antipolio...

Tutto molto bello, complimenti, davvero...però dal mio punto di vista sei un po' ansiogeno a spiegare. P.S: se te la sei presa mi spiace, per il resto ti capisco, ad ogni modo grazie

scusa mi sono perso al min 38:50 quando dici "e che se vivi la vita d altri" sei stronzo,non ho capito che significa vivere la vita d altri.

Di solito sono contrario a qualsiasi idea transumanista, però poiché sono ~5 volte più lento degli altri a fare e capire le cose non mi dispiacerebbe vivere 500 anni... Tra l'altro in sé allungare la vita non mi sembra così transumanista come idea, eliminarla invece lo è senz'altro. Comunque allo stato delle cose mi piacerebbe morire in battaglia, possibilmente di quelle che si facevano una volta, senza bombe, droni e nemmeno polvere da sparo... Credo che al netto del dolore fisico, morire perseguendo la virtù guerriera greco-romana o forse ancora meglio per conquistarsi un posto nel Valhalla sia la più bella delle morti, in cui la paura è totalmente rimpiazzata dalla fede e dall'adrenalina. Il mio non è un discorso guerrafondaio a 360° sia chiaro, rabbrividisco al pensiero di trovarmi in trincea nel 15-18, in mezzo ai proiettili senza capire nemmeno il perché... E soprattutto senza volerlo. Mi sarebbe piaciuto crescere a Sparta o tra i vichinghi, magari anche durante le crociate. In epoche in cui impugnando una spada e guadagnando proseliti potevi davvero cambiare le sorti del tuo paese, senza che ci fosse ancora un deterrente militare come quello odierno, in cui anche il più inetto, impreparato e vizioso degli esseri umani può fare una strage premendo un tasto, e per cui i valori guerrieri più nobili oggi sono annichiliti.

Io vedo la morte come un bene, ma perché ci fa capire che il nostro tempo è limitato e cosi smuoviamo il culo per sopravvivere e raggiungere ciò che vorremmo essere, avere e vivere.

Praticamente gli stessi contenuti, espressi in due modi diametralmente opposti. ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-0S5rEiWsqaU.html

L'opinione che trovo più convincente è la neutralità della morte, così come ritengo neutrale la vita. Noi siamo parte di un "sistema vita", che va oltre a noi esseri umani... e che ci piaccia o no siamo creature soggette alle regole di questo sistema, che -se non ci fosse- non esisteremmo nemmeno. Per cui -volenti o nolenti- abbiamo il compito di continuare a far esistere tutto questo teatrino se vogliamo continuare ad esistere anche noi come specie e di conseguenza come singoli, la morte è un naturale sistema di rinnovo del sistema. Come dici è la singolarità dell'individuo, che creando l'autenticità e dando valore ad ogni singola vita, dà un valore anche ad una singola morte, la propria. Ma vedere la propria autenticità in modo estremo come un qualcosa di migliore rispetto alla propria esistenza collettiva porta ad una sorta di "tradimento" verso la vita, in quanto ci si pone come al di fuori di essa, se si volesse diventare immortali ad esempio, poco ci importa cosa e chi sopravvive, se non io. Secondo me è necessario pensare alla propria morte anche in base alla morte degli altri, poi il discorso dovrebbe essere molto più ampio e non è questo commento la sede giusta, sicuramente è anche un qualcosa su cui ragionare molto di più :) Comunque sia... "mo' me lo segno".

è strano visto che propio ieri sono stato ad un funerale

Poi con questa maglia nera...

Eppure....è evidente, che sia la morte, la madre di tutte le filosofie. Chiunque....nel momento di scoprirsi eterno, si troverebbe catapultato in baratro tanto spaventoso, che subito l'idea della morte (come possibilità), diverrebbe il suo più grande desiderio.

Video interessante, unico passaggio che ho trovato molto poco condivisibile è quando hai definito le idee sull'aldilà come "superstizioni". Pensiero secondo me abbastanza arrogante e non all'altezza della tua intelligenza. Nessuno saprà mai cosa c'è dopo (finché vive) e proprio per questo credere che dopo la vita non ci sia niente è una credenza, non una conoscenza. Non sai, molto semplicemente e proprio per questo dovresti considerare con rispetto tutte le alternative, ammesso che il pensiero razionale ti possa dare risposte (cosa che non credo molto). Per il resto grazie per il coraggio di aver affrontato la tematica!

Bastano 30 Secondi, Troisi col Monaco nel Film:"Non ci resta che Piangere", non c'e' bisogno di Mezz'ora di Video😂