Simone Bernardi - Mi chiamo Simone Riflesso. Sono content creator in pensione, copywriter, illustratore, atleta e combattente che veste alla marinara. Ho una disabilità motoria acquisita ingombrante con cui sto ancora facendo i conti da meno di tre annetti e un profilo instagram dove mi racconto e parlo di abilismo, l’oppressione sistemica che investe e svaluta le persone disabili. È il modo che ho trovato per riconoscere e comprendere il modo in cui mi sento visto, da quando il mio corpo è in questa nuova forma.
Ho una formazione da graphic designer ma mi piace anche giocare con le parole e mi occupo di comunicazione inclusiva. Sono affascinato in particolar modo dalla data visualization e dal modo in cui è possibile spiegare fenomeni complessi in forma grafica.
Unisco la mia passione per i dati con l’attivismo. L’ultimo progetto di raccolta dati è SondaPride, la prima mappatura del livello di inclusione di disabilità e neurodivergenze nei pride italiani. Uno strumento di consapevolezza per indicare all’associazionismo lgbtqia+ la strada da percorrere per poter diventare un movimento inclusivo. Sono costantemente iper stimolato e pieno di idee ma passo gran parte del tempo a farmi paranoie.
“Intersezionalità in pratica”: come più categorie marginalizzate possono unire le forze per ottenere qualcosa. Ma anche della potenza dei dati: come chiedere un cambiamento attraverso strumenti di autoconsapevolezza. Senza pregare per un miglioramento in astratto, ma dimostrando concretamente la strada da fare.
Lo faremo attraverso SondaPride, un progetto personale in cui ho lanciato due sondaggi. Uno agli organizzatori dei pride italiani e uno a partecipanti disabili e neurodivergenti chiedendomi: “quale spazio hanno disabilità e neurodivergenze nelle iniziative di rivendicazione dell’orgoglio queer? Le manifestazioni sono davvero per tuttə?”. Questo per lanciare un segnale: sottolineare l’importanza di un associazionismo inclusivo e accessibile.
In breve: come ottenere ciò che vogliamo sfruttando il peso della pubblica sentenza. Ma anche: lamentarsi insieme è meglio che lamentarsi da solə.
3 окт 2024
