Quando si sente la sensazione di addormentamento ed instabilità del corpo e si è cosciente di questo i sono più possibilità di tornare ad "essere meno invalidi" che fino a quel momento?
Ma oltre alla riabilitazione e quindi portare l attenzione del paziente al movimento/percezione fino a che impari a modularlo perché non usate anche dei metodi di biofeedback elettromiografico? Non sono dei macchinari eccessivamente costosi. Esempio, dopo una mezza seduta di riabilitazione sul attenzione propriocettiva siete riusciti a far rilassare il paziente, per esempio, a fargli tenere la mano aperta appoggiata ad un tavolino. A quel punto collegate l'arto a un macchinario a biofeedback elettromiografico fin che il paziente (ovviamente deve essere in grado di capire cosa sta facendo) impara pian piano a far ridurre la tonicita. Come? Non si sa, ma figurare una componente fisiologica con un numero che con il solo pensiero e concentrazione si è in grado in qualche modo di variare è possibile, c'è un sacco di bibliografia al riguardo. Sono uno studente non sono ancora laureato non ho esperienza sul campo solo un idea che mi è venuta. Immagino qualcuno ci abbia gia provato, che riscontri ci sono al riguardo? A occhio mi sembra un idea che puo funzionare poi tra il dire e il fare c'è il mare
Intuizione interessante, personalmente punto alla capacità del paziente di percepire internamente la spasticità per dargli dei punti di riferimento che può utilizzare anche al di fuori dell'esercizio
Ci penso spesso su questo aspetto, se avere un ictus permetta di conoscere il tema più a fondo di quanto non si riesca studiandolo clinicamente e scientificamente. Avendo trattato più di 3000 pazienti in carriera ho notato che ogni paziente è un universo a sé, unico. Anche se sicuramente ogni paziente è il massimo esperto del proprio singolo ictus, di questo non ho dubbi. Mi sono anche chiesto spesso se un giorno mi ammalassi di tumore, se volessi avere un medico con il mio stesso male o un medico che in carriera ha salvato centinaia di vite, forse, rispettando enormemente il primo perché può conoscere i miei patimenti interni, per la cura da seguire ascolterei di più il secondo.
