Quindi in ogni caso è sempre il cervello che fa il suo lavoro in automatico anche in caso di ns. inganno. Grazie Maestro, Lei è chiarissimo, in rete altri suoi colleghi fanno capire ben altro.
Buongiorno Maestro, sarebbe utile per tutti noi una sua magistrale lezione sugli accenti anche relativamente ai gruppi irregolari. Grazie sempre per la sua infinita disponibilità e grande professionalità.
Buongiorno Maestro, grazie.. volevo chiedere la diversità tra tempo e ritmo.. si potrebbe ad esempio dire che il tempo è 4/4 (accenti regolari) mentre il ritmo (in 4/4) è il tango?
@@gioiafrancesco grazie..ma, mentre il tempo non è scritto (è un'indicazione intrinseca e teorica) il Ritmo è proprio la rappresentazione grafica o disposizione dei suoni e pause sul pentagramma.. giusto? Oppure riguarda sempre un' accentuazione ritmica specifica?
Salve, Lei è un genio ! e non lo scrivo tanto per scriverlo; sono anni che da autodidatta cerco di capire cos'è l'accento ritmico, con decine di articoli letti e di video guardati e nessuno che spiegasse, per bene, che questo accento è semplicemente dovuto alla nostra percezione; dopo il suo video, ho provato a farci caso, usando il metronomo, ed è proprio così: è una nostra percezione ! ; Solo i geni sono in grado di rendere semplice, quello che tutti gli altri rendono complesso ! la ringrazio per il tempo dedicato ai suoi video !
Maestro buon pomeriggio, in riferimento agli accenti che ha illustrato mi chiedevo se al gruppo irregolare della sestina si applica lo schema del 2 e quindi avremo questa sequenza di accenti forte debole forte debole forte debole, mentre nella doppia terzina si applica lo schema del 3 forte debole debole forte debole debole. Complimenti e grazie.
Gentilissimo maestro, Le faccio i miei piu' sinceri complimenti per questa lezione come sempre esemplare e di grande utilità. Se ho capito bene in un tempo per esempio di 6/4 con 6 movimenti di 1/4, applicando lo schema suggerito, avremo questa successione di accenti forte/debole/mezzo forte/debole/mezzo forte/debole.Grazie sempre per i suoi utilissimi insegnamenti.
No, ha capito male. 6/4 è un tempo composto. Si articola attraverso lo schema del 2 e la sua unità di tempo è ternaria. Il primo movimento della battuta di 3/4 e poi il secondo movimento di altri 3/4. Dunque i 2 macro-accenti (se vogliamo chiamarli così) saranno il primo forte ed il secondo debole (lo schema del 2, appunto). Se guardiamo tutti i singoli micro-accenti, avremo forte-debole-debole + forte-debole-debole (unità di tempo ternaria, appunto).
@@gioiafrancesco chiarissimo, ero convinto che il 6/4 fosse un tempo semplice, tratto in inganno dal denominatore 4. Grazie per i suoi illuminanti insegnamenti e per la sua infinita disponibilità. Scusi per l l'ora.
Gentilissimo maestro buongiorno, a questo punto della lezione mi chiedevo: nel tempo semplice 5/4 ( questo senza mio errore è un tempo semplice) quale schema di accenti si applica e quindi quale sarà la successione di accenti? Grazie mille.
@@AntimoPedata Ciò che non rientra nei tempi semplici e composti è un tempo irregolare. Data la nostra fisiologica e spontanea necessità di organizzare la percezione ritmica sempre secondo i 3 possibili schemi base (2, 3 o 4), i tempi irregolari funzionano come somma di 2 o più schemi. Il 5/4 sarà 2+3 oppure 3+2 (a seconda di come è scritta la musica); il 7/4 sarà 3+4 oppure 4+3. (Un esempio particolare della nostra necessità di ricondurre sempre tutto ai 3 schemi base: il tango (che di fatto è un 4/4) viene strutturato ritmicamente come 3/8+3/8+2/8 ossia 3+3+2. Se ascolta un tango, adesso che lo sa, ci farà subito caso.)
Voglio solo dirti grazie... Sto imparando la chitarra da autodidatta (48 anni) e dopo tanto peregrinare sul web per cercare di capire i tempi musicali chiedendomi perché nessuno parlasse preliminarmente degli accenti, trovo questa tua spiegazione di una chiarezza e sensibilità uniche. È una gioia incontrare, seppur raramente, adepti della "scuola dei perché". Grazie ancora!!
Buongiorno maestro! Se volessi creare un inciso di 4 battute di tipo F d mf d dovrei anche di conseguenza utilizzare un pitch più basso per “mf” rispetto a “F” ?
Attenzione, non capiamo male: gli accenti sono percepiti dal nostro cervello, che organizza il materiale in 2, 3 oppure 4. Io che scrivo stabilisco quale sarà il mio metro, poi con le note posso decidere se assecondare al 100% gli accenti naturali, anche con un pitch più basso sul mf come diceva lei (ottenendo un risultato molto disteso, senza tensione musicale), oppure posso decidere di contraddire la mia tendenza naturale, il mio pattern (ottenendo quindi più tensione). In altre parole il compositore usa gli accenti nel senso che li conosce (cioè sa come funziona il nostro cervello) e scrive assecondandoli o contraddicendoli a seconda di ciò che vuole ottenere. Come nella sincope (ad es.) dove l'effetto "strano" è dovuto al nostro cervello, all'inganno perpetrato a suo carico.
Ciao, ottima spiegazione. Hai fatto anche un video sulla sincope? Perché lì mi si genera un po' di confusione e fino ad adesso non sono riuscito a trovare un video che la spiegasse bene.
@@gioiafrancesco Ciò significa che ad esempio nel caso di un 4/4 con sincope al centro, dovrò solfeggiare più forte la nota sincopata che comincia sul tempo debole (ossia il secondo movimento)? tipo >
@@salvfrzmil No. Gli accenti ritmici sono relativi alla nostra umana percezione del ritmo, ossia come il nostro cervello organizza e ordina il materiale. Noi "sentiamo" l'accento forte e debole dentro di noi. Es. la lancetta dei secondi dell'orologio: batte sempre uguale, con la stessa intensità, ma noi percepiamo (secondo lo schema binario) TIC-tac TIC-tac. Il nostro cervello recepisce e organizza secondo 3 schemi: binario (alla breve), ternario (triangolo) e quaternario (croce).
se per esempio uno spartito é in tonalità minore, esempio la minore.per essere certo di questa tonalità, perché devo cercare un sol ♯ sul rigo e nn sol sottotonica? Abbi pazienza, sono un principiante. 🙂 Complimenti per il canale.
Perché la tonalità maggiore o minore si definisce attraverso la sua sensibile che tende verso la tonica. E la sensibile dev'essere distante mezzo tono dalla tonica, altrimenti non è sensibile ma sottotonica (es. Sol-La). Dunque la sensibile di La (maggiore o minore) è Sol#. Grazie dei complimenti e tranquillo, la domanda era tutt'altro che sciocca.
Maestro mi sono studiato tutti e tre i video sugli accenti che ha pubblicato e credo finalmente di aver capito che gli accenti deboli e forti sono percepiti dal ns. orecchio così naturalmente senza alcun ns.intervento, ad eccezione della emiola dove interveniamo noi sugli accenti variandone la posizione naturale. Complimenti davvero è un Maestro con la M grande .
@@AntimoPedata Mi fa piacere aiutare a capire meglio che cosa sia la musica. Devo però chiarire che in qualsiasi situazione , anche nella emiola, non siamo noi a fare gli accenti. Gli accenti per l'appunto esistono perché percepiti dal nostro cervello, che ne ha bisogno per articolare una melodia e quindi appropriarsene. Noi semplicemente costruiamo degli inganni per il nostro cervello, facendogli credere di percepire qualcosa di diverso . Un esempio facile per capirci: il mio brano è in 4/4, ma ad un certo punto lo spartito ci fa suonare una serie di note del valore di 3/4 ciascuna. Automaticamente il mio cervello abbandonerà lo schema ritmico del 4 per avvalersi di quello del 3, anche se nello spartito il tempo scritto rimane 4/4.
Buongiorno Francesco ribadendo i complimenti del mio ultimo messaggio avrei una domanda spero non peregrina... A livello di produzione musicale come evidenzio gli accenti? Sempre che sia una cosa da fare... Se si, vale per tutti gli strumenti, solo per alcuni, solo quando si suonano accordi o anche per le melodie? Mi sto avvicinando ora alla musica studiata e suonata (chitarra). GRAZIE
Grazie Luca. Per rispondere ho bisogno di un po più "spazio" di un commento su youtube. Scrivimi il tuo cellulare alla mail gioia_francesco@libero.it e ti rispondo con whatsapp.