Territoriale, versatile nell’abbinamento, e non solo: il vino italiano per la critica straniera. 

I punti di forza delle nostre produzioni, ma anche le debolezze, secondo “firme” di Germania, Usa, Austria, Francia, Uk e Cina. Le riflessioni di Clemens Gerke (Weinwirtschaft), Alison Napjus (Wine Spectator), Claudia Stern (Vinum), Francois Gilbert (Gilbert&Gaillard), Ian d’Agata (Terroir Sense) e Michelle Cherutti Kowal (Decanter). Tra una varietà di vitigni che incuriosisce i più esperti ma è complessa per i neofiti, una capacità di accompagnare il cibo che in molti Paesi è ancora da valorizzare, e una scala di prezzi che lo rende più competitivo delle produzioni di alcuni competitor.