Io ho preferito, di gran lunga, Il mio anno di riposo e oblio. La morte in mano mi ha intrattenuto piacevolmente, ma mi ha anche frustrato. Tutti i flashback su Walter mi hanno annoiato un pò e ha un certo punto ho pensato "Manca un pò di sostanza". lI finale poi non mi ha soddisfatto. Non che mi aspettassi una rivelazione eh, però un qualcosa che chiudesse il cerchio e dasse un pò di corpo ad un libro che ad un certo punto si sfilaccia troppo.
Ciao, mi ha incuriosito molto questa autrice. Non ho ancora letto nulla di suo, perché vorrei lggere il secondo romanzo quando prenderò una bella e meritata vacanza. Quando parli della psicoterapeuta, mi è venuto in mente il film spagnolo "Toc Toc". Non spoilero nulla, ma dico solo che i metodi possono essere diversi. Probabilmente la psicoterapeuta del libro aggira la protagonista facendole credere che sia lei a condurre il gioco, ma intanto insiste ogni volta chiedendole come è morta la madre.
Ottessa Moshfegh per me è come Sally Rooney: fenomeni letterari che mi risultano incomprensibili. Nel senso che entrambe scrivono bene, ma oltre la lettura di compagnia non si va. Non ci vedo spessore, sostanza, qualcosa che ti colpisca appieno.