Gruppo alla ricerca di Dio e di se stessi:
/ 1842963415953433
Pagina facebook dedicata a Yogananda:
/ albydessi
Perchè Dio permette la sofferenza?
Approcci differenti tra Yogananda e Ramahana
Questa breve conversazione tra Yogananda e Ramana Maharshi affronta un concetto centrale nelle filosofie orientali, in particolare nel Vedanta e nell'Advaita Vedanta, che riguarda la natura della sofferenza e la sua relazione con l'identità individuale.
Yogananda chiede a Ramana Maharshi perché debba esserci la sofferenza, implicitamente suggerendo che la sofferenza sia una condizione inevitabile o necessaria nella vita. La risposta di Ramana, "Chi soffre? Cos'è la sofferenza?", è profondamente illuminante.
"Chi soffre?": Ramana invita Yogananda a indagare sulla natura di colui che sperimenta la sofferenza. Nell'Advaita Vedanta, l'individualità è considerata un'illusione, e la sofferenza è spesso associata all'identificazione con il corpo, la mente e le emozioni. La domanda "Chi soffre?" suggerisce che la sofferenza può essere collegata all'illusione dell'identità individuale, che è separata dalla consapevolezza universale o dalla realtà ultima.
"Cos'è la sofferenza?": Questa domanda invita a esaminare la natura della sofferenza stessa. Nell'Advaita Vedanta, la sofferenza è considerata una conseguenza dell'attaccamento agli oggetti transitori e dell'identificazione con il mondo fenomenico. È vista come un'illusione che sorge quando ci si identifica con il corpo, la mente e il mondo esterno, piuttosto che con la consapevolezza infinita e senza forma.
La risposta di Ramana suggerisce che la sofferenza ha origine dall'identificazione con l'ego, che è illusorio secondo la visione dell'Advaita Vedanta. Se si comprende veramente la propria natura essenziale come consapevolezza universale, al di là del corpo e della mente, allora la sofferenza cessa, poiché non c'è più un "chi" separato che possa soffrire.
In breve, Ramana invita Yogananda (e chiunque ascolti o legga questa conversazione) a guardare oltre l'illusione dell'individualità e a realizzare la vera natura della realtà, dove non c'è né sofferenza né colui che soffre.
Yogananda aveva a cuore la sofferenza dell'uomo e il suo interrogativo sgorgava dal cuore di colui che vuole fare da ponte tra l'uomo con tutte le sue sofferenze e Dio.
Vuole avvicinare l'uomo a Dio.
Ramahana che incarna la sofferenza, aveva il cancro ad uno stadio avanzato, parte da un livello differente ossia dal fatto che non ci possiamo identificare col corpo, esso è uno strumento della nostra consapevolezza, ma non possiamo identificarci con la macchina...
Chi soffre?
Yogananda❤️ è compassione pura.... abbraccia la nostra stessa passione (cum passione), non ci vuole lasciare neppure un momento senza strumenti... e li trova nello Yoga e nella religione.
Dalla sofferenza pura non è facile emergere.... ma una volta superata la sofferenza allora si passa allo step successivo...ossia al distacco dalla persona!
1 окт 2024