Trovo la tua posizione piuttosto equilibrata e condivisibile. Trovo altrettanto condivisibile la posizione di Vera Gheno, così come l’ha espressa nei suoi saggi e nei numerosi interventi che puoi vedere su RU-vid. Ho un debole per Vera Gheno, e non vorrei essere troppo di parte. Riporto solo che quelle citate non sono imposizioni, ma solo tentativi (sperimentazioni linguistiche) che vogliono porre l’attenzione e dare visibilità a coloro che troppo a lungo sono stati ignorati, non considerati, emarginati. Chi lo desidera, azzarderà queste sperimentazioni e, nel tempo, vedremo i risultati. Invece, chi le ritiene poco efficaci o ridicole (o addirittura controproducenti), le eviterà.
Ciao Flavio, da linguista professionista ti posso dire che lo schwa (maschile) non è considerato una soluzione sostenibile da nessun linguista. È un simbolo politico e di posizionamento ideologico, che nasce dalle istanze comprensibili dei non binari, ma che nella lingua non funziona. Nonostante sia di moda sui social (ma sempre meno) e alcune case editrici lo adottino, di fatto non lo usa nessuno nel parlato e solamente una nicchia di attivisti, nemmeno tutti, lo impiega occasionalmente nella comunicazione scritta. Da un punto di vista del meccanismo linguistico non può funzionare per vari motivi che qui non sto a elencarti. Anzi uno su tutti te lo dico: introdurre una nuova parola si può e spesso funziona, ma introdurre un nuovo fonema, un nuovo suono in una catena discorsiva, obbligherebbe a uno sforzo cognitivo enorme e che non ripaga. Le desinenze di genere in italiano servono soprattutto per garantire l'accordo grammaticale. Se modifichiamo le desinenze o siamo così bravi da gestire gli accordi (non lo siamo) o non riusciamo più a parlare e a farci capire. I costi non valgono i benefici e quindi la lingua, che tende a economizzare e a ottimizzare, non accoglie una soluzione simile, ma lavora con quel che ha e, in italiano, usa la marca del maschile per neutralizzare il genere (es. "la Terra è la casa di tutti", si intendono uomini, donne,non binari, animali, piante e alieni e non serve certo specificare). Per quanto riguarda invece i femminili, il discorso è diverso e più articolato. Quello che ai linguisti piace poco è la vulgata del maschile che viene sempre chiamato sovraesteso, mentre spesso è "non marcato" (sì, sono cose diverse) e la retorica della lingua che plasma la realtá (gli slogan come "le parole sono importanti", "se non mi nomini non esisto" ecc.). Comunque i colleghi della Crusca hanno delle posizioni equilibrate e competenti, così come il giá qui citato Vallauri nel suo libello "Le guerre per la lingua" e nei suoi interventi YT.
Ciao Flavio, la butto lì, senza ancora essermi documentato e aver fatto una minima ricerca di mercato: avevo pensato ad accessori per la lettura di piccole-medie aziende? Ok, il ricavato sarebbe minore, ma secondo me la personalità di questo tipo di prodotti fa accorrere le persone e soprattutto penso che la community vorrebbe conoscerli. Un abbraccio.
Ci avete scassato con sta storia della schwa e del personaggia ecc ecc. Come dice giustamente Flavio, Persona però va bene? E basta. Si perde il focus sulla storia, la trama, il worldbuilding, i personaggi, e si pensa ai pronomi, con chi il protagonist(a...o...xyz) fa all'ammore. Basta davvero.
Anche il concetto di maschera è molto mutato nel tempo e la dice sullo sullo stato attuale ..oggi si pensa a quella che indosso per affrontare il muro delle relazioni interpersonali mediate da altro . Per assioma la persona se fila il mio ragionamento , sarebbe finta altrimenti cesserebbe di esistere . Filosofia a parte personaggia me lo dà sbagliato anche il computatore del commento , sarà vero che è una distorsione anche quella del computatore stesso, ma il neolinguismo è cosa molto più nobile e radicata . Passando dallo slang , più affine alle giovani generazioni , esso non tende a opprimere , ma semmai a ramificare il concetto racchiuso in una parola .
Non so se “personaggia” sia corretto o meno, non sono un linguista, ma secondo me il “non si può sentire” è solo legato all’abitudine nell’utilizzo. È proprio come dicevi: se prenderà piede sembrerà sempre meno “strano”. Poi credo che se un libro sia di difficile fruizione per via del linguaggio, banalmente venderà poco o sarà mal recensito. Io trovo invece molto interessanti le sperimentazioni. Provare ad aggiungere una parola non è come vietarne l’utilizzo: perché nel primo caso nessuno obbliga nessuno ad utilizzarla. Ma se nell’ambito di una comunità di persone il termine comincia a prendere piede e poi, per qualche motivo, l’utilizzo comincia ad espandersi, diventerà sempre più naturale sentirlo.
“Personaggia” lo utilizzava già Guareschi nello “Zibaldino” e altrove; lo impiegavano anche altri autori della prima metà del Novecento (che dovrei andare a ritrovare). Più che una proposta é un recupero.
Seguo sempre con piacere le dirette di Broken Stories. Purtroppo questa l'ho trovata diciamo così "improvvisata". Confesso di non aver letto il testo di Bernareggi e Riva anche se conto di provvedere al più presto. Però sul termine personaggia esiste tutto un lavoro portato avanti per anni dalla Società italiana delle letterate che non merita assolutamente di essere ignorato così grossolanamente. Perché anche nella narrativa fantastica si è fatta strada una tradizione critica femminista. E affermare che non si è maschilisti (certo, si è per la parità.. è ovvio) e che però certe cose fanno ridere... ecco questo fa solo una grande tristezza! Poi ho visto in alcune risposte che viene citato il lavoro della SIL... e allora perché non farlo entrare nel dibattito?
Adesso, a quanto vedo, fa ridere abbastanza. Vedremo se saprà farsi strada nell'uso comune al di fuori delle cerchie intellettuali che la promuovono. E' lì che si solidifica la lingua.
La lotta per i diritti e per l'inclusività tocca il ridicolo quando si pretende di cambiare problemi di vita che influenzano qualsiasi essere umano, indipendentemente da sesso, razza e stato sociale. Pensassero più a scrivere storie decenti invece di ragionare su queste sciocchezza staremmo tutti meglio.
Una parola su tutte per chiudere la diatriba: "petaloso"; lo hanno inserito nei vocabolari, L'accademia della Crusca lo ha accolto a braccia aperte ma ditemi voi se l'avete mai sentito usare in una conversazione o letto da qualche parte. La lingua non si sancisce, la lingua evolve e noi possiamo solo stare a guardare: se qualcosa funziona entrerà nel parlato in maniera naturale e senza troppi drammi, se non "suona bene", soprattutto in una lingua musicale come la nostra, nessuno lo userà mai, semplice. Flavio i complimenti per il tuo modo di trattare argomenti anche spinosi o comunque divisivi con eleganza, coerenza ed intelligenza non saranno mai abbastanza, chapeau!
Tra l’altro la Crusca non ha il potere di accogliere, accettare o rigettare alcunché (nessuno ce l’ha). Quello che può fare (e quello che ha fatto nel caso di “petaloso”) è fornire pareri su richiesta. Nel caso specifico, aveva semplicemente detto che era una parola ben formata e che in italiano avrebbe potuto essere usata e che non può entrare nel vocabolario “su richiesta”, ma solo nel caso in cui se ne fosse diffuso l’utilizzo (cosa che non è successa).
Vengo dall’ambiente intersezionale e questo è un argomento che mi tocca, avendo creato una distanza tra me e l’ambiente stesso: sentire persone che stimo e che mi sono sempre sembrate intelligenti dire “ciao a tuttu”, oppure “ile nostr scrittor” mi fa venire una fitta intercostale. sono lettore da sempre e mi farebbe sinceramente rabbrividire vedere scritta una simile forzatura solo per evitare il maschile esteso. Sono abbastanza aperto sull’uso: se il tuo libro parla di attivismo e il tuo fine ultimo è normalizzare quel modo di esprimersi sei libero di scrivere così ma se il fine ultimo è la narrativa preferisco sia scritto nella lingua corretta! Poi è solo il mio parere di lettore, ma non lo sopporto e credo che ridicolizzi l’ambiente intersezionale in generale (e so che questa affermazione fa incazzare parecchia gente).
Il termine "personaggia" mi fa venire in mente qualche sketch di Zelig. Tra l'latro ora che l'ho scritto il correttore automatico mi ha segnato la parola come sbagliata 😅
Penso questo: ru-vid.com/video/%D0%B2%D0%B8%D0%B4%D0%B5%D0%BE-BO2eGJByVDE.html A me preoccupa l'idea che una simile prospettiva sui contenuti passi per buona. E la questione mi preoccupa perché vedo quanto sia facile, oggi, che certe tendenze prendano sempre più piede: si veda quella dei romanzi scritti in "prima persona immersiva" (?!), che se non lo fai allora sei noioso, lento e, soprattutto, "non sai scrivere". E se fosse il contrario? E se fosse che per non essere discriminati, giustamente, si discrimina in senso contrario?
Davvero un bel libro, lo sto leggendo proprio adesso in inglese. È uscito anche un prequel ambientato durante le guerre goblin “The Daughter’s War”…. Dalle recensioni anche questo sembra caruccio.
Insomma non ti vedremo mai parlare in corsivo 😄 Cmq condivido in pieno, la scorsa sera ho visto Beverly Hills cop axel f, e c era un personaggio che diceva di essere un "avvocata" e già mi si stava contorcendo lo stomaco. Sarebbe bello cmq che facessi un video anche contro tutti questi inglesismi da quattro soldi che ormai da gergo giovanile sono passati agli adulti come "la nostra mission" "mi sto hyppando" "ho una call" e tanti altri, che secondo me non fanno altro che denaturare la lingua italiana e rivelare la scarsità linguistica di chi li usa
@@brokenstories Mah l unica desinenza che sopporto è archi-tetta almeno ha un significato etimologico, no scherzo 😄 scusa a che mi rispondi volevo chiederti la prossima volta che intervisti Scorsone se puoi mettere tra le domande da fargli, se si può mettere in programmazione nei draghi mondadori il ciclo di Catteni di Anne McCafrey, una scrittrice che non si incula più nessuno ma che meriterebbe una riscoperta. Io ho scritto da tutte le parti ma ovviamente non è essendo nessuno non mi hanno risposto. Avevo letto il primo volume "Prova di sopravvivenza" edito dalla editrice nord anni fa e mi era piaciuto moltissimo, non so se la conosci?
PersonaggiA mi suona un po' come "elementA da spiaggia". Me lo immagino. "sei propria una bella personaggia" e giù risate. Parlando seriamente, mi chiedo come un saggio che per definizione dovrebbe divulgare conoscenze su un argomento universale (il genere fantasy appunto) possa adottare un registro così "classista" (dove classe è rivolta ad un certo tipo di pubblico allineato ad un certo credo"). Seppure si volesse rilevare che il fantasy è stato originariamente macista (ma haimè lo hanno inventato i maschi, e santoddio se questo è peccato) a che scopo limitare la lettura al circoletto woke? A chi ti rivolgi? A un pubblico nei confronti dei quali sai già di avere un consenso? Questa non è un'operazione di rottura. Non è nemmeno un'operazione coraggiosa. é tutt'altro che coraggiosa, è un operazione piuttosto pavida, fatta per tirare su qualche consenso e chissà magari qualche soldino e, a mio personalissimo parere, denota la sostanziale sciatteria di chi lo ha scritto (e non mi riferisco alle istanze femministe, verso le quali nutro sempre un profondo rispetto).
Lo scevà è una delle peggiori aberrazzioni culturali italiane moderne, frutto di una abissale ignoranza, irritante tanto più quanto si cerca di rivestirla di presunta cultura (per esempio quando dicono che è contemplato dalla lingua italiana). Grazie per averne parlato, mi terrò lontano da 'sto libro.
Le speculazioni sul funzionamento della lingua da parte di due estremiste politiche lasciano il tempo che trovano; se si ragiona sulla base di bias cognitivi è difficile essere obbiettivi. Molto più utile, se si vuole riflettere sul maschile non marcato (detto “sovraesteso” solo, appunto, dagli estremisti), è la lettura di libri scritti da chi fa il linguista di professione, come Vallauri (“Le guerre per la lingua”), De Angelis (“Così non schwa”) o Yasmina Pani (“Schwa: una soluzione senza problema”), oppure ancora i vari interventi sull’argomento ospitati sul sito della Crusca (che, con tutto il rispetto per le signore da te citate, suppongo che sui meccanismi linguistici ne sappiano un pelino di più). Chiaramente non è possibile farsi un’idea definitiva su di un argomento così complesso e controverso solo leggendo un paio di libri, tuttavia è sempre utile confrontare il peso e la qualità delle argomentazioni contrapposte: si può per esempio scoprire che società tradizionali caratterizzate da un notevole maschilismo (Masai; indios Jarawara) hanno come genere principale, a differenza delle lingue romanze, il femminile non marcato; oppure che società industriali moderne più maschiliste e omofobe di noi, come quella cinese, abbiano una lingua senza generi. Quanto a “personaggia”, da quel che ho capito, è compatibile con l’italiano corretto, quindi uno, se vuole, può usarlo senza problemi. Metterei l’accento su “se vuole”, nel senso che, se uno non lo vuole usare, evitino per cortesia di rompergli le scatole dicendogli che è un fascista o cose del genere.
L'accademia della Crusca scrive: Cominciamo con il caso, molto particolare, di personaggio. Nessun dubbio sull’utilizzo esclusivo del maschile, che è l’unica forma registrata nei nostri dizionari, anche per indicare protagoniste o comprimarie di opere poetiche, narrative o teatrali. Va però detto che la SIL (Società Italiana delle Letterate), di ispirazione femminista, usa da tempo il termine personaggia con riferimento a figure femminili create da scrittrici e non da scrittori: si vedano specificamente il volume L’invenzione delle personagge, a cura di Roberta Mazzanti, Silvia Neonato, Bia Sarasini, [Roma], Iacobelli, 2016, e il sito dell’associazione, in cui si segnala che è in programma un Dizionario delle personagge. La scelta della Società Italiana delle Letterate è ricordata (ma forse non ben percepita nel suo senso) da un lettore; tra le domande pervenuteci, varie, anche di lettori maschi, mostrano un’apertura a personaggia, mentre una lettrice ritiene preferibile parlare di personaggio femminile. Data la presenza crescente, dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, di poetesse (o poete), narratrici, drammaturghe, critiche letterarie, ecc., l’uso di personaggia sembra destinato ad aumentare, ma, come si è detto, ha una restrizione importante rispetto al maschile e implica l’accoglimento di un ben definito orientamento ideologico (oltre a una sicura competenza storico-letteraria).
@@brokenstories Insomma, allo stato attuale sarebbe più che altro un marcatore ideologico, utilizzato da chi ci tiene particolarmente a utilizzarlo, e che - a differenza di Sindaca e Ingegnera - non ha tutti crismi della legittimità vera e propria (il riferimento in coda alla “sicura competenza storico-letteraria” ha un che di beffardo, ma forse è un’impressione…😬)
Se dici scrittorə tutti pensano a un maschio, se dici scrittricə tutti pensano a una femmina. È la lingua che cambia con la società non il contrario. Le desinenze al femminile aumentano perché aumentano le donne in incarichi statisticamente maschili. Il genere grammaticale è solo grammatica, Il sottoscritto è maschio ed è una persona (sostantivo femminile) e può diventare una guardia (sostantivo femminile). Riassunto: usare schwa, asterischi e personaggio non cambierà di una virgola la condizione delle donne, poi ognuno fa come gli pare.
Argomento molto difficile da trattare, lo hai trattato molto bene. Sono d'accordo con te su tutto, e hai portato ottimi esempi come "una persona". Per me, oltre all'inciampo in uno scalino, mi fa percepire la presenza non solo dell'autore, ma dello scrittore dietro, e non dovrebbe essere così. Dovrebbe esserci un certo distacco tra le opere e la persona dietro, secondo me, in modo tale da non creare scalini su cui inciampare. Poi se le donne o chiunque altro voglia farsi portavoce di alcuni movimenti e/o cambiamenti e perché no, evoluzioni della lingua nel futuro, ben venga. Ma per me, quando si sta leggendo qualcosa, non bisogna mai far inciampare il lettore nelle tue idee, se è un semplice romanzo.
Per mantenere la fiducia della tua comunità una partenership commerciale deve essere fatta in modo molto intelligente e coerente con il tema e il tenore del canale. Sponsorizzare prodotti su Temu (che poco hanno a che fare con l'argomento del canale) non è decisamente la strada giusta. Giusto per ribadire l'ovvio, dato che hai già detto tutto Per future collaborazioni, mi assicurerei di poter comunque mantenere l'indipendenza di opinione. Anni fa le CE avevano iniziato a inviarmi libri da recensire, ma quando ho mantenuto la mia "onestà", diciamo che la cosa non mi ha ripagato. Ovviamente non ricevevo compenso per la mia opinione.
Dico la mia: a me le sponsorizzazioni nei video danno fastidio perché spesso durano un quantitativo di minuti eccessivo. Le uniche che digerisco sono quelle nei video di Gio Pizzi (personaggio che ha idee molto diverse dalle mie ma che apprezzo per onestà intellettuale e competenze) perché lega la sponsorizzazione a quello che sta dicendo nel video. Se così non fosse, allora devono essere prodotti affini alla lettura e alla cultura dark e immaginifica. Vedo ad esempio che un canale RU-vid di una divulgatrice di libri, "Margherita Fiorini", ha due sponsorizzazioni legate una a degli audiolibri su una piattaforma che non conoscevo (ma uso già storytel e quindi per ora non sfrutto) e l'altra a cibi pronti che ti possono essere spediti a casa. Non sono nocive, durano poco nei video e ci stanno. Magari prova a guardare un paio di suoi video così capisci cosa intendo, ecco.
Se non ti convince temu per svariati motivi, hai fatto non bene, ma strabene a rifiutare. Poi, i soldi fanno comodo a chiunque, e semmai dovesse arrivarti una sponsorizzazione anche non inerente ai temi trattati, ma che in qualche modo condividano i TUOI valori in quanto Flavio, non ci vedrei nulla di male, anzi, te lo auguro di tutto cuore!
Secondo me siti “post-nerd” 1) Pampmling o emp per le magliette 2) Siti di design indipendenti per acquistare prodotti come lampade e poltrone per leggere 3) collaborare con ragazzi che su IG vendono i propri gadget personalizzati e personalizzabili (es dei segnalibri bellissimi di alcuni designer, dei fermalibri stupendi di giovani falegnami) 4) allargando, anche siti di tisane di agricolture biologiche, meravigliosa accoppiata per un lettore
Ciao Flavio, se trovi modo e maniera fai una cosa alternativa, sponsorizza piccole attività locali! Io sono un'artigiana (non ti sto proponendo la mia attività anche perchè realizzo cose prettamente femminili quindi non avrebbe senso) e per noi è difficilissimo trovare qualcuno che ci aiuti ad emergere perchè di solito abbiamo piccoli budget da offrire e non "fa figo" il nostro brand. Però visto il tenore del canale perchè non trovare artigiani o piccole aziende che realizzano anche cose legate proprio al mondo dei libri e sponsorizzare loro? Non so, la butto là, però magari è un'idea che puoi prendere in considerazione!
Siccome sono in vacanza all' estero ho preso l'ebook (a 3,49 euro in edizione inglese invece dei 9,99 dell'edizione italiana) e lo sto leggendo durante i viaggi e la sera. È molto valido, grazie per l'ottima segnalazione e lo raccomando anch'io ai brokenauti ❤
A quanto pare la vendita delle cagate permette agli editori la ristampa di vecchie edizioni di valore. Sarà ancora così come mi avevano spiegato tempo fa? Se é così, va bene, ognuno legga ciò che merita.
Questo libro mi ispira molto! Mi sono appena approcciato al genere fantasy in generale e ho adorato la saga di the witcher e apprezzato la trilogia di Abercrombie. Mi consiglieresti un libro o una saga dello stesso genere considerando che mi manca praticamente da leggere? Grazie mille
Questa è una bella saga in volume unico molto cruda e grimdark. La vicenda di una compagnia di soldati brutti, sporchi e cattivi in un mondo fantasy con tutti i crismi. Se lo ordini dal mio link, ti ringrazio: amzn.to/4bV6ZCf
Case editrici sarebbero gli sponsor naturali. Sia piccole che grandi. Pensa a quanta pubblicità hai fatto ai Draghi, la Mondadori potrebbe anche sganciarti qualche Euro. Ovviamente con i dovuti disclaimer in caso di video sponsorizzati.
Questo video dimostra la tua grande onestà, serietà e trasparenza nel portare avanti questo progetto. Personalmente ho gradito molto la collaborazione che hai attivato con amazon: la tua libreria virtuale è piena di ottimo materiale e mi piace il fatto che gli acquisti effettuati possano aiutare la crescita del canale.
Io sono dell'idea che se dici apertamente che un video è sponsorizzato, puoi sponsorizzare praticamente tutto. Quelli che non sopporto sono quelli che fanno le marchette senza nemmeno dirlo, ti prendono per deficiente facendo video "guarda com'è bella la mia friggitrice ad aria, ma che bella la mia friggitrice ad aria, l'ho fatto con la mia favolosa friggitrice ad aria, la mia vita ora è cosi diversa con la mia nuova friggitrice ad aria". li mi passa proprio la voglia di seguirli. Se tu per il sostentamento del tuo canale invece, fai un video sponsorizzato di un prodotto a caso e invece dici chiaramente "ragazzi è un video sponsorizzato", tipo quelli che di solito usano safe shark o nord vpn, quello mi sta bene. Tu hai bisogno di soldi e io non vengo presa in giro.