Siamo una micro-distilleria artigianale specializzata nella produzione di gin, liquori, amari e vermouth fondata nel 2023 da Giovanni Ceccarelli, Federico Mastellari e Alessandro Ceccarelli.
Grazie alle migliori tecnologie e a processi produttivi all’avanguardia valorizziamo ogni tipo di materia prima, dando vita a distillati e liquori unici.
Possiamo sviluppare insieme a te il tuo prodotto, dalla A alla Z.
Non sono un'esperta ma questo mondo mi appassiona e lo seguo da un po'. Mi piacerebbe tantissimo sentire la malva...lo so che è strano ma a me piacciono i gusti amarissimi. Grazie per il vostro bel canale
Ciao Giovanni io ho letto che le teste evaporano dai 18 gradi ai 78, il cuore dai 78 ai 100, le code dai 100 in poi... con la tua versione mi sono un po confuso..
spiegazione molto chiara. domanda da nubbio (faccio vini non distllati), ma se tengo la miscela di partenza a 65°C per un bel pò, quanto alcool metilico riesco a distillare ? ha un senso ?
non è utile avere una sonda di temperatura anche nel liquido che si sta scaldando? la sua temperatura dovrebbe essere molto più stabile di quella del vapore e in particolare dovrebbero osservarsi degli stalli in corrispondenza dei punti di ebollizione delle principali componenti della miscela. La cosa utile potrebbe essere osservare uno stallo alla temperatura di ebollizione del metanolo (64.7° C) per avere un primo indizio della sua presenza.
@@distillering quindi distillate solo soluzioni preparate usando alcol già distillato? non distillate mai partendo da prodotti fermentati che potrebbero contenere metanolo (vino, sidro, etc.)? Se faceste una prova distillando il vino si vedrebbe la discontinuità nel profilo di temperatura in corrispondenza della temperatura di ebollizione del metanolo (64.7°C)? Ci sono vincoli legali che vi impediscono di farlo anche solo a scopo di studio?
ciao Emiliano, qua il discorso non è solo di temperatura ma anche di riuscire a gestire la dissipazione di tutto quel calore in un alambicco tradizionale a caldo
Ciao, ho sentito parlare di distillazione inversa, cioè congelando il fermentato e lasciandolo poi scongelare recuperando l'alcol che si divide dall'acqua per diversa temperatura di congelamento. Con questo metodo si rischia di portarsi dietro troppo metanolo?
È un metodo che funziona, però è consigliabile solo per prodotti di partenza già sicuri, quindi fermentazioni di frutta, idromele, sidro, vino etc, lì si può stare tranquilli perché il metanolo è pressoché assente. Diverso è per fermentati che possono contenere una discreta quantità di metanolo (quindi derivati da materiale legnoso, vinacce, patate etc., che contengono pectine): con questo metodo, effettivamente, non puoi tagliare testa e coda, ma solo concentrare la quantità di alcol (indistintamente etilico e metilico) e alcuni altri elementi e aromi. Io tempo fa ho provato a fare una sorta di rum in quel modo a partire da zucchero di canna fermentato (se ti interessa guarda la ricetta di cuoredicioccolato) ed era sicuramente curioso. Spero di esserti stato utile!
@@SimoneLevySL la frutta generalmente contiene pectine e quindi fermentati di frutta un po' di metanolo lo contengono (il contenuto di metanolo nel vino rosso va da 120 a 250 mg/l, la legge impone che sia inferiore a 400 mg/l; il vino bianco ha contenuti e limiti inferiori; il sidro ha contenuti e limiti comparabili a quelli del vino rosso). Vero che la maggior parte della pectina nella frutta è presente nella buccia, in particolare l'albedo degli agrumi ne è ricco, ma una certa quantità c'è anche nella polpa. C'è nelle mele, ciliege, mango, agrumi, albicocche, uva, pere, etc. A non contenere pectine dovrebbero essere i cereali, quindi non dovrebbe esserci metanolo nella birra e nel mosto di birra, a patto appunto che non si eseguano fermentazioni miste con frutta come capita per esempio in alcuni tipi di lambic. Nel video si parla del gin come se il suo alcol non provenga da una fermentazione, ma in una fase iniziale l'etanolo è comunque prodotto da una fermentazione e non è detto che sia sempre da cereali germinati, potrebbe anche essere da frutti, quindi per il metanolo farebbe differenza. Poi è vero che il produttore di gin parte da un alcol già distillato e quindi se la prima distillazione è stata fatta come si deve il problema del metanolo è già stato eliminato qualunque fosse la sorgente della fermentazione.
@@Procellaria901 sì, è vero, in parte c'è metanolo, ma come hai detto tu in misura non tanto diversa dal vino, che è bassa e sotto la soglia di sicurezza. Alla fine in questo modo si concentra tanto quanto l'etanolo, quindi berti un bicchiere di distillato o tre/quattro di vino (sia esso vino vero o di frutta) non cambia nulla né in termini di etanolo né in termini di metanolo. Certo, se bevi una bottiglia di distillato avrai tre o quattro volte il metanolo di una bottiglia di vino, ma non penso tu lo faccia come non penso tu ti beva quattro bottiglie di vino. O meglio, puoi farlo, ma l'importante è essere consapevole che sia esattamente la stessa cosa. Sei d'accordo?
Bel video, ho una domanda, se uno volesse farsi l alcool in proprio ( ovviamente conscio del problema legale ) può usare lo stesso l alcool auto prodotto? Se non arriva al 96% può andare bene lo stesso magari aggiungendo meno acqua per arrivare al corretto volume alcolico? Grazie
Comprando l'alcool già tassato, che problema ci sarebbe nel farsi una bottiglia di gin (tralasciando la qualità del risultato finale)? Non sarebbe la stessa cosa che farsi una bottiglia di limoncello?
noi come distilleria compriamo alcol già accisato e Comunque dobbiamo avere una licenza particolare e tenere dei registri contabili. poi finché è ad uso personale casalingo non ci sono problemi anche se il linea teorica gli alambicchi andrebbero denunciati
Buongiorno, quale è il modello Buchi Rotavapor per una produzione casalinga che serva per distillare ma anche per creare estratti alimentari? L'R-80 ? Sento che spesso si usa in combinazione con il Rotavapor un macchinario ultrasonico (tipo Hierschel): ho inteso bene ? Fate corsi su utilizzo Rotavapor ? Grazie e saluti
Ciao Giovanni, ti consiglio IKA RV3 COMPLETE. Ha controllo del vuoto, è tedesco e costa meno. In COcktail Engineering, l'altra azienda di giovanni che organizza corsi su Evaporatore insieme a Drink Factory, usiamo IKA. Hanno un RV3 e un RV10 control. Per maggiori info scrivigli a info@giovanniceccarelli.com
Ciao, complimenti per la chiarezza espositiva! Una curiosità... il concetto testa cuore coda si applica anche ad una macerazione in alcool, come nel caso del distillato di pane con evaporatore rotante sul tuo altro canale? Grazie mille!
Con evaporatore le ‘code’ le tagli perché non recuperi tutto l’alcol. Le teste invece li non le taglio, non ne ho mai sentito necessità distillando a freddo!
Ciao ma si può poi miscelare il distillato da un albicco rotante e quello di un alambicco a corrente di calore?? Naturalmente dividendo le varie botaniche da distillare..esempio : alambicco a corrente distillare le botaniche “forti” ginepro eventuali radici o bucce, alambicco rotante appunto le botaniche delicate..ciao e grazie
Ma su etichette sconosciute convieni che bisogna fidarsi di in London dry gin? Se ho ben capito è come per i vini il DOCG. Anche se non si conosce la cantina una etichetta di DOCG è comunque garanzia di qualità.
questo è un dilemma...perché è vero che London Dry Gin è sicuramente una garanzia di qualità, ma allo stesso tempo non vuol dire che sia più buono. Se la distilleria lavora bene, non è detto che un Gin o un Distilled Gin siano peggiori... per tirare le somme non so cosa consigliarti, decidi tu in base alle info che ti ho dato!
Salve. Hai mai provato un gin in cui ci fosse il vetiver? Te lo chiedo perchè al Roma Bar Show, ho provato un cordial analcolico al vetiver e mi è venuto in mente, che forse, potrebbe essere un ottimo ingrediente per un gin. Che ne pensi?
ciao! non esiste un metodo in assoluto migliore per fare gin, ognuno ha i suoi pregi e difetti. A noi piace particolarmente la tecnica che permette di ottenere i Distilled Gin. Sui botanicals iniziamo a lavorarci!