Ciao, mi chiamo Mattia Scifo e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta e Specialista in Psicologia Clinica.
Amo la Psicologia, in tutte le sue forme, spaziando dalla psicoanalisi alle neuroscienze; dal cognitivismo alla psicoterapia esistenziale; dalla neuropsicoanalisi alla psicoterapia breve strategica.
Ogni lunedì alle 19:00 con un nuovo video, sui più disparati temi che interessano la psicologia e la psicoterapia contemporanea (e non).
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Che peccato che l'algoritmo non spinga questo canale. Forse c'è qualche trucco che va appresso? Secondo me se usi parole chiavi come "narcisismo", "relazione tossica", "no contact" ecc un po' il motore di ricerca spinge di più 🤣
Io sono stato depresso tra i 16 e i 23 anni purtroppo, sono stato anche bullizzato in quel periodo, molto gravemente anche... E pensare che quelli sono gli anni in cui, almeno in Italia, decidiamo il nostro destino... Si parla tanto di giovani uccisi, morti... Anche io sono stato ucciso, dai brutti personaggi che il destino mi ha regalato come amici, dalla mia famiglia e in parte da mio padre... Dai 24 in poi, ho tentato il tutto per tutto per salvare la mia vita. Ho ricevuto odio, molestie, persecuzioni, di tutto e di più. Io quando stavo bene non mi sono mai permesso di toccare neanche una mosca. Pensare che, anche se stessi bene, sarei circondato da questa immondizia, non mi fa tentare neanche l'ennesima risaluta.. Anche nelle poche passioni che ho, non mi impegno più, anche perché non avrebbe neanche più senso portarle avanti dato che ho anche superato i 30 anni. Non ho davvero niente per cui valga la pena vivere, sono diventato il marinaio stupido, scellerato e ignorante che non avrei mai voluto essere, che naviga senza sapere cosa, dove e perché va. Vorrei solo prendere uno scoglio che mi porti definitivamente giù e finire il film più brutto e triste del mondo, il mio. Ero un ragazzo vivace e intelligente, avevo davvero tanto potenziale per vivere una vita sopra il livello di decenza minimo almeno...NIENTE...Ora persino le persone più lugubri ironizzano su di me... Sono almeno 17 o 18 anni che vivo un incubo senza fine. Ero anche riuscito a trovare un lavoro discreto e una ragazza che mi piaceva, ma da depresso e fallito mi sono tirato indietro.
Si faccia aiutare: la vita é un dono meraviglioso e, anche se in questo momento fatica a crederci, anche lei ha il diritto di poterla vivere nel giusto modo. Non si arrenda, la vita ha tante sorprese da riservarle. Cerchi aiuto, ne uscirà. Saluti, Mattia.
Dottore, potrebbe fare un approfondimento sull'organizzazione di personalità dipendente con le relative difese e l'eventuale co-morbilità con ansia e organizzazione depressiva?
Mi sono iscritto al canale perché trovo molto interessante l'argomento e assolutamente inedito in italiano. Potresti spiegare meglio i criteri diagnostici e chi li usa? È adatto anche a psicologi di formazione cognitivista o umanistico esistenziale?
Rispetto ai criteri diagnostici, sarebbe lunga da riassumere in un commento, lo prendo come spunto per un eventuale approfondimento futuro. Rispetto al secondo quesito, questa classificazione é tipicamente utilizzata da clinici di stampo psicodinamica, ma vien da sé che sia indispensabile, per qualsiasi clinico di qualsivoglia orientamento, comprendere e conoscere la classificazione e le differenze fra sano, nevrotico, borderline e psicotico, per potersi orientare adeguatamente al trattamento. Saluti e grazie per seguire il canale
@@mattiascifopsicologosalve io vorrei sapere un ragazzo a oggi 23 anni ,infanzia bruttissima ,non riesce a provare nessuna emozione malgrado i successi che avvengono nella sua vita ,da chi deve andare? Grazie😢
A volte sì, ma non necessariamente. Se si ritiene importante anche la terapia farmacologica, psichiatra e psicoterapeuta dovranno lavorare insieme, l’uno seguendo la parte farmacologica e l’altro quella psicoterapica. Ma lo psichiatra può anche svolgere attività psicoterapeutica, e quindi occuparsi di entrambe le parti. In generale, ci si può recare da una sola di queste tre figure, la quale valuterà cosa sia più necessario fare (nel caso di uno psicologo o psicoterapeuta, valuterà la possibilità di inviare eventualmente a uno psichiatra, qualora i sintomi fossero troppo invalidanti, e quindi si ritenga necessario abbinare alla psicoterapia una terapia farmacologica)
Grazie dottore!! Uno dei canali di psicologia più interessanti di RU-vid Italia, l’ho scoperta per caso ma ormai il lunedì è appuntamento fisso! Spero farà uscire altri video sul disturbo borderline
una amica che nell’infanzia ha subito maltrattamenti e in età adulta sofferto di dipendenza affettiva. Si é allontanata la prima volta perché in un periodo particolarmente stressante ed in ansia ha letto dei semplici atteggiamenti di premura come invasivi dei suoi spazi e della sua autonomia, dopo mesi ricompare dicendo di tenerci e di voler provare a ricucire un rapporto, dal vivo sembrava normale, da parte mia ho cercato di instaurare un dialogo civile, sembrava si fosse un po’ aperta dando anche consigli e dimostrando qualche premura, piano piano la semplice richiesta di un incontro in momento un po’ difficile per me, la fa sentire nuovamente un po’ in ansia, dopo una mia spiegazione, sembrava che si fosse in parte riaperta e avesse capito le mie motivazioni. Mi allontano per quasi un mese capendo che é particolarmente presa dal lavoro. Ultimamente esplicita di non riuscire a dimenticare il passato ( che secondo le sue presunte interpretazioni rivelavano sfiducia verso l’altro) e di non riuscire a metterci una pietra e a non ridare fiducia. Al momento non se la sente e che se la sua predisposizione dovesse cambiare, farà sapere. Da quest’ultimo messaggio si legge più paura e incertezza di ributtarsi e quindi una richiesta di ulteriore tempo o non chiusura definitiva? Da parte mia posso fare altro o attendere eventuali sue mosse? Grazie
Dal suo discorso è difficile discriminare fra lei e la sua amica. Si interroghi se non sia anche lei, magari mossa da particolari credenze, che contribuisce in qualche modo a creare questa dinamica. Lei stessa ha detto di averla allontanata per un mese, presumendo che fosse troppo impegnata con il lavoro. Se le cose stanno così, e cioè che la sua amica non ha tempo per lei, si chieda come mai lei si ritrovi a "elemosinare" attenzioni. Forse la dipendenza affettiva di cui parla, e che attribuisce alla sua amica, potrebbe avere a che fare con lei? Provi a riflettere su questi aspetti, e troverà la risposta. Saluti.
per la mia esperienza,la situazione e tanto piu grave quato diventa invalidante vivere la vita quotidiana..se cominciamo a mancare agli appuntamenti,pasticci sul lavoro ecc.io mi definisco una depressa reattiva,tengo botta agli impegni,mi sforzo ma all interno soffro moltissimo..la cosa buffa e che nessuno mi definirebbe mai una persona depressa..
Purtroppo li ho vissuti,ma la consapevolezza non tanto dei meccanismi utilizzati,ma delle situazioni in cui li ho messi in atto,mi sta aiutando molto nel riprendere sempre di più il contatto con la realtà,grazie mille per il video
Mio marito si è tolto la vita. Un ora prima eravamo a tavola insieme insieme a uno dei nostri figli,come se niente fosse..poi è uscito e lo ha fatto..non ho avuto vita facile con lui..ero come sempre all erta..ed era sempre svilente..ricordo che da ragazzi, non trattava bene sua mamma quando eravamo a pranzo da lei..e gli davo i calci da sotto il tavolo perché la smettesse..poi ha iniziato a farlo con me.. forse anche questo un modo di ripetere qualcosa di vissuto in casa.. voluto bene da tutti.e ottimo papà..ma ha lasciato uno squarcio a me e ai nostri figli..ora è solo sopravvivenza..
Mi dispiace molto per la sua storia, Monica. Il mio augurio é che lei e i suoi figli possiate, un giorno, trovare la pace. É un dolore immenso, ma bisogna continuare a vivere. Un caro saluto, Mattia.
Purtroppo per un lungo periodo mi sono trovato in questa condizione successivamente ad un trauma emotivo,molto spesso mi veniva detto di essere apatico e in effetti,ripensandoci adesso,poteva sembrare così,grazie alla terapia adesso va molto meglio,riesco a verbalizzare e capire i segnali degli altri,grazie mille per il video
Volevo sapere se una persona può avere un disturbo bipolare ed avere contemporaneamente la depressione maggiore, visto che uno è un altalenarsi di episodi maniacali e depressivi, mentre l altro è più una costante
Se uno ha un disturbo bipolare, questo implica l’alternanza di episodi depressivi ed episodi ipomaniacali o maniacali. Se invece si verificano episodi depressivi, senza maniacalità, parliamo di depressione maggiore se la durata è compresa tra le due settimane e i due anni. Se oltre due anni, si parla di disturbo depressivo persistente (distimia). Se uno ha una diagnosi di disturbo bipolare, la depressione relativa è attribuibile a episodi depressivi che si alternano a episodi maniacali, e quindi la diagnosi di depressione maggiore non verrà emessa
La depressione maggiore rientra nell’area dei disturbi depressivi, mentre il bipolare rientra nella categoria dei disturbi bipolari. Una volta erano riuniti nella macroarea dei disturbi dell’umore, ora nel DSM sono suddivisi in queste due sezioni. Il disturbo bipolare si caratterizza per alternanza di episodi depressivi ed episodi maniacali o ipomaniacali. La depressione maggiore è invece un disturbo del tono dell’umore che prevede solo il verificarsi di uno o più episodi depressivi.
Bellissimo video, hai descritto benissimo questo meccanismo in cui di recente mi sono accorto esserci in mezzo, spero che la terapia funzioni. Comunque in termini di visualizzazioni meriteresti decisamente di più.
La mia generazione 50/60 anni e quelle precedenti sono cresciute con questo tipo di educazione, minacce, paura e punizioni. Ora mi spiego il perché così tante persone hanno problematiche di comportamento narcisistico e borderline.
Gentile Paola, quello che possiamo fare, forti delle nostre consapevolezze, è cercare di riparare o ricostruire ciò che è stato danneggiato dentro di noi, per fare in modo che noi, a nostra volta, non si ripeta, in un loop di trasmissione transgenerazionale senza fine, ciò che si è subito e sofferto a suo tempo. La nostra responsabilità è questa: servirci della conoscenza per cambiare le sorti del nostro e - inevitabilmente - dell'altrui destino. Grazie per seguire il mio canale. Saluti, Mattia.
Per entrambi: vero, confermo la natura della moralità educativa dell'epoca - sono del 1976 - tuttavia non vedo nelle pratiche attuali di educazione risultati migliori...
Grazie Dottore, le sue spiegazione sono esaustive e comprensibili anche per chi non ha studiato psicologia, la psicopatologia e i disturbi di personalità. Sono molto interessata a questi argomenti.......comunque a parte le mie esperienze personali......mi sembra di capire che ogni individuo umano vivendo in un mondo super imperfetto e sconnesso dall' amore vero......ha almeno un disturbo e/o personalità.... mi sembra di aver capito che le relazioni umane comportano difficoltà di ogni genere....
La ringrazio molto per l’interesse e il sostegno mostrato. Per risponderle, diciamo che le nostre dinamiche interne, e quelle esterne che interessano le nostre relazioni, sono estremamente complesse, anche se a uno sguardo superficiale e poco attento potrebbero sembrare banali. Quello che ci succede non è mai solamente il frutto di dinamismi interni o accadimenti più o meno sfortunati che il fato ci presenta. Piuttosto, viviamo in un mondo relazionale e intersoggettivo fatto di individualità e soggettività che si incontrano, e che danno vita a una moltitudine di significati ed effetti, nella nostra e nelle altrui vite. Ognuno di noi porta con sé delle consapevolezze, ma anche delle zone d’ombra - come direbbe Jung-, le quali, nell’incontro con gli altri, danno vita a degli effetti. A volte abbiamo, e gli altri a loro volta hanno, delle caratteristiche disfunzionali, che possono rasentare la psicopatologia; altre volte abbiamo caratteristiche più sane, degli “stili”, che ci contraddistinguono come individui e costituiscono le nostre risorse. Quello che possiamo fare, in questa complessità, é essere ogni giorno un po’ più consapevoli del precedente circa i meccanismi che governano noi e le nostre relazioni, cercando di migliorarci e migliorare la qualità della nostra e altrui vita. E spero vivamente che, con questo canale, stia riuscendo a fornire un contributo in tal senso. Grazie per seguire i miei video, un Saluto.
L’angoscia non si toglie, bisogna ascoltarla, comprenderla, lavorarla e trasformarla. Se si comprende il messaggio che vuole inviare, a quel punto non avrà più motivo di esistere
Il disturbo è qualcosa che può essere transitorio, che trova spiegazione in un determinato contesto o fase di vita. La personalità invece prevede pattern stabili di funzionamento e principi organizzativi che portano la persona a vivere la propria vita sulla base di certe tematiche e dinamiche ricorrenti. La realtà viene organizzata e letta in riferimento a temi che rimandando alla depressività. La depressione maggiore è un episodio conclamato di umore gravemente deflesso che può poggiare le sue basi su pattern di funzionamento che non necessariamente sono depressivi. Quando parliamo di disturbi che interessano l’area soggettiva non stiamo necessariamente parlando di dinamismo di funzionamento; nel caso della personalità, invece, parliamo di qualcosa di più stabile che rappresenta le lenti attraverso cui leggiamo il mondo.
Quindi i borderline hanno avuto un attaccamento disorganizzato. Mi viene da chiedermi perché non tutti quelli che hanno avuto legami disorganizzati, siano borderline 🤔
Parliamo sempre in termini probabilistici, quindi di tendenze e correlazioni positive o negative, e mai di relazioni assolute e deterministiche del tipo: “Se hai un’organizzazione borderline, hai sicuramente avuto uno stile di attaccamento disorganizzato” o viceversa: “Se hai avuto uno stile di attaccamento disorganizzato, devi essere necessariamente borderline”. Fortunatamente, possiamo svincolarci da questa prospettiva causale e deterministica, che lascerebbe poco scampo all’individuo, a seguito di esperienze infantili avverse. Piuttosto, sappiamo bene come il nostro cervello, durante tutto l’arco della vita, conservi quella proprietà che viene definita “neuroplasticità”, la quale gli consente, a seguito di esperienze positive successive, di rimodulare pattern di attivazione neurale associati a schemi comportamentali disfunzionali. Pertanto, chi ha subito traumi, abusi e in seguito, per necessità, ha sviluppato un attaccamento disorganizzato nell’infanzia, non necessariamente sarà condannato ad una vita adulta fatta di disregolazione emotiva, impulsività e agiti. Esperienze di vita successive positive, relazioni sane, psicoterapia e quant’altro ci danno la possibilità di svincolarci da un destino che, apparentemente, risultava scritto per noi, ma che, grazie al potere delle relazioni, possiamo riscrivere.
Non so, non vedo il video da molto tempo. Se l’ha sentito, son sicuro l’abbia detto sul serio e lei, altrettanto sul serio, l’abbia sentito. Non conoscendola, non ho modo di dubitare del suo esame di realtà. Saluti, e grazie per seguire il mio canale.
E badta con wueste cazzate ma fove sta quedta ansia ma vaneggiate comuneue ma.pensate a boi e meglio ma si va yalmente fi corsa si fanmo.mille vose che uno ha ansia e du basta ma wuale relaxione sono sana cone un pesce ho troppa intelligenza ok