Musica per le mie orecchie!... Grazie di cuore prof. Per avere confermato e sottinteso quel senso di inquietudine che spesso vivo per colpa di questo sistema economico monetario.
Grazie mille per la sua lezione. È veramente interessante e illuminante. Le ultime due forme di alienazione sono quelle che più si rispecchiano nell'uomo di oggi. L' uomo alienato perchè costretto a lavorare e che perde la sua essenza, quella di essere libero. Il problema che ci nega la libertà è il materialismo, l'identificazione di una persona con ció che possiede e la divisione tra chi possiede e chi no (come lei diceva). Non riusciamo a capire che buona parte delle cose che produciamo in fondo non ci servono. Le pubblicità fanno crescere mode, invidie e bisogni falsi. Sembra che lo scopo della vita sia quello di essere lavoratori e consumatori, non di essere liberi. Magari va bene per le persone a cui piace il proprio lavoro, ma queste persone, ahimè sono poche. Non dico che non bisogna lavorare, ma bisognerebbe lavorare per produrre ció che veramente ci serve che sono poche cose. Il resto del tempo famiglia, amici, relazioni, hobby e passioni. L' uomo sarebbe ci certo meno alienato
Messaggio chiaro e forte: siamo tutti alienati e quasi tutti proletari. "Proletario" - ricordiamolo - è colui che non possiede altro che la propria prole (da mantenere!). L'analisi di Marx è corretta, me è anche figlia inevitabile dell'industrializzazione. Possedere le macchine (o altri fattori di produzione preziosi come la terra o le risorse naturali) richiede ricchezza (capitale) e chi non ce l'ha ab initio perché non è un privilegiato, sarà destinato ad essere un impiegato a vita (operaio o lavoratore nel terziario: poco importa!). Mettersi in proprio oggi, se non impossibile, è però difficilissimo: occorre coraggio, ottenere un prestito, avere spirito d'iniziativa e poi tanta fortuna e ..."speriamo che io me la cavi" - Se no, ci sarà solo il fallimento. Secondo il filosofo americano Fukujama (d'origine giapponese) - dichiaratamente un hegeliano (!) - ma anche un iperliberista, dal capitalismo "liberale" non se ne esce più, perché secondo lo "Spirito della Storia" (Hegel) è, e sarà il definitivo-ultimo modello economico-politico elaborato dall'umanità, destinato quindi a durare in eterno (!) > Chi ha alternative VALIDE (auspicate!) - non totalitarie - si faccia pure avanti: si beccherà il più grande Nobel mai concesso finora, e meriterà pure un enorme monumento a futura memoria che farà impallidire tutti i precedenti mai eretti nella storia umana.
Finalmente un Professore con la P maiuscola! Riesce a trasmettere tutta la sua passione con queste spiegazioni! Grazie mille per aver condiviso anche qui la sua conoscenza!
Avanti popolo....bravi che sono stati coloro che hanno votato Salvini ,continuate cosi' vedrete,vedrete come si evolvera' la societa'...ascoltate questo professore unico nella sua oratoria ,ascoltate i suoi discorsi.. ,le sue spiegazioni,che ne dite?Impossibile dargli torto prof grazie
dario benoli-è che il "popolo " (ammesso che ancora esista) è diventato leghista, si chiude in casa alle 8 di sera per paura dei 'negher' e s'addormenta davanti alla tv vedendo amici , il gf e l'isola dei famosi.....altro che cannone :)
Gentile professore, una piccola battuta pur restando in tema di "alienazione": Lei, per Marx, sarebbe un problema. Infatti Lei, pur lavorando, riesce a farlo con piacere e passione, senza dover trascinare con se' il peso dell'alienazione. Forse Marx, a causa Sua, dovrebbe modificare un po' il suo pensiero... A parte gli scherzi, grazie per le lezioni; infatti sono come sempre interessanti.
Vorrei tanto Matteo si parlasse anche dell'alienazione lavorativa fuori dalla fabbrica e dei nostri figli oramai grandi. Che scelta hanno di fronte certi nostri figli, quelli che non vogliono entrare in nessun sistema pubblico o privato, ma desiderano vivere per esempio di arte, non hanno una famiglia che li può mantenere, si sentono in colpa, si fanno sfruttare per 3 € all'ora e in nero, ma credono ancora di poter scegliere un lavoro che metta a frutto i loro talenti? Sappiamo quanto la realizzazione lavorativa personale sia importante per uno sviluppo consono al nostro spirito, per non vivere la propria esistenza da frustrati. Sti giovani ai quali non interessa diventare ricchi, ma vogliono realizzare i propri sogni e hanno già 30 anni ed arrancano? Che gli si deve dire se non "forza, credi in te stess* e vai avanti"? Chiaro che se vivessero in altre parti del mondo non avrebbero la libertà di scegliere... o forse non l'avranno cmq mai?
Mi permetto di esprimere il mio pensiero: la LIBERTÀ appartiene al individuo. ( anzi risiede nel pensiero del individuo) . Una società libera non esiste né potrà mai esistere. Un valore collettivo è sicuramente la democrazia, ma anche questa è tradita da uno stato ed un sistema consumistico, che si è fatto "prenditore". Affrancarsi dal lavoro temo sia utopistico (solo gli artisti sono liberi di lavorare quando ne hanno voglia) Io sono un ex operaio autoreciclatosi come imbianchino. Ero uno schiavo in fabbrica, sono uno schiavo del mio lavoro ancora oggi. Il vero grande problema oggi è quello di sempre lo sfruttamento del uomo sul uomo. Dovuto alla grande ricchezza di pochi e alla povertà di tanti. Il capitalismo, la competizione fra poveri, la società dei consumi. Tutto questo ci sta distrugendo.
Buonasera professore. Le propongo un paragone probabilmente scontato: la terza forma di alienazione da lei elencata e la reiterazione della procedura, nella lettura che dà Heidegger dell'eterno ritorno nietzschiano. Quell'alienazione che Marx rileva, forse è solo un aspetto di quell'oblio dell'essere che con la società della tecnica raggiunge il suo acme ma che ha radici molto lontane. Volevo poi soffermarmi sul quarto tipo di alienazione: in Marx, mi pare, assume i toni evidenti della contrapposizione tra classi. Adesso la situazione è più tragica, venendo totalmente a mancare l'identificazione del singolo con una classe. Certo, le differenze economiche e negli stili di vita stanno aumentando, ma manca nella maggior parte dei meno abbienti l'auto identificazione con una classe con cui condividere istanze e rivendicazioni
Ricardo e Smith non pensavano il Capitalismo fosse eterno né fosse in eterna crescita, hanno entrambi una teoria della caduta del saggio (marginale) del profitto, a cui si ispirerà Marx. Nemmeno i due pensavano fosse sempre esistito, Smith parla di un'economia primitiva e di un'economia capitalistica. E anzi, Marx aveva molto rispetto per questi autori e ne elaborerà molte tesi, come quella del valore lavoro contenuto. Vabbé, insomma non mettere cose in bocca a Ricardo e Smith. E Marx tra l'altro nemmeno sapeva cosa fosse l'equilibrio, come lo intendiamo noi. L'equilibrio generale é teorizzato da Walras nel 1874 (e le idee marginaliste si stavano diffondendo solo dal 1871).
@@MatteoSaudino Assolutamente no, l'idea del capitalismo atemporale (cosí definito dai Marxisti, perché chi lo teorizzò parlava di "economia di mercato") nasce dalle teorie marginaliste con l'economica (mi viene in mente Jevons), posteriori a Marx. Per i marginalisti l'economia di mercato é sempre esistita e sempre esisterà, la produzione capitalistica é uno fatto naturale. Marx critica invece gli economisti volgari, ossia quelli che parlano solo di circolazione, ritenendoli propaganda pura (questi sì sono ottimisti). Ricardo e Smith li definisce scienziati borghesi, fondamentalmente perché credono nella legge degli sbocchi e nell'inutilità dell'aumento del salario oltre i livelli naturali (senza fare un papiro).
Posso avanzare una proposta? In termini di economia politica, con particolare riferimento all'attualità, sarebbe interessante un approfondimento circa Serge Latouche e la teoria della decrescita felice. Grazie per l'attenzione!
Grazie a te Matteo... Guardando i tuoi video, faccio un ripasso di cose che avevo studiato (circa trent'anni fa), imparo "cose" che non avevo studiato, scopro dettagli di ciò che avevo studiato che mi erano sfuggiti (e altri che erano sfuggiti persino ai professori), mi diverto e ricevo molti stimoli per riflessioni di varia natura... Perciò, il grazie va tutto a te...
Nel paragone tra Heidegger e Marx, ho tirato in ballo la terza forma di alienazione da lei citata, ma riascoltando la sua lezione, mi è parso evidente che la seconda è la terza vanno a braccetto
La società capitalistica é riuscita nell'instaurazione del bisogno dello sfruttamento e dell'alienazione quale conseguenza del lavoro, dal momento che la prospettiva del non lavoro crea uno scenario ben peggiore.
@Matteo Saudino Scusi ma devo spiegarmi: effettivamente le video-lezioni durano circa mezzora (o no?) ma L'ora di lezione era riferito al bellissimo libro di Massimo Recalcati. Sottotito Per un'erotica dell'insegnamento. Sono affascinato dal Suo modo di insegnare. Ha fatto caso che stanno apparendo diversi canali di filosofia? Continui così Professore, grazie. ;-)
