Conosciuto anche come Colle di Favilla, questo piccolo borgo, situato nel comune di Stazzema, è uno dei più alti nelle Alpi Apuane e, purtroppo, è disabitato da molti anni. A 940 metri di altitudine, si adagia su un colle boscoso, incastonato tra la cresta nord-est del monte Corchia e la strada che scende verso Isola Santa. Sovrastato dall'imponente Pizzo delle Saette, il borgo offre un panorama mozzafiato. Dal piazzale davanti alla chiesa, lo sguardo si perde verso il monte Freddone e il Sumbra, in un abbraccio tra cielo e montagne che sembra raccontare il silenzio dell'anima. Di fronte alla chiesa, una fonte accoglie i viandanti, là dove i due sentieri che conducono al borgo si incontrano.
Col di Favilla, oggi, è un luogo dove regna il silenzio, interrotto solo dal fruscio del vento tra le fronde della foresta. Nonostante i tentativi di restaurare alcune vecchie abitazioni, il borgo rimane desolato, come se la vita della comunità si fosse dissolta insieme alle sue gioie e ai suoi dolori. Tuttavia, la memoria resiste, radicata nella pietra e nei racconti. Il panorama del tempo passato è stato conservato grazie alle testimonianze come quelle lasciate da Fosco Maraini, e lo scrittore locale Dovichi ha persino ambientato un romanzo tra queste mura solitarie.
Ogni anno, il 26 luglio, per la festa di Sant’Anna, il borgo riprende vita, come un miraggio che si rinnova, e questo è un piccolo segno di speranza. I vecchi riposano nel vicino cimitero, che merita una visita alla fine dell’inverno, quando la neve si ritira e lascia spazio ai delicati crochi, simbolo di una vita che sempre rinasce. Anche in questo borgo solitario, il silenzio dell'anima si fa eco della bellezza e della bontà della rinascita interiore!
15 сен 2024
